• Non ci sono risultati.

I PRIMI PROCESSI AL VALIMIENTO

III. 1 «MAS QUIERO MI POBREZA QUE LA HACIENDA DE FRANQUEZA»

III.2- LE DOMANDE DI FERNANDO CARRILLO

La visita era per i sovrani asburgici lo strumento attraverso il quale monitorare, e se necessario punire, l’operato di quanti prestavano il loro servizio nelle magistrature e negli uffici regi. Utilizzate, in particolare, per controllare le attività tanto del personale di governo quanto dei sudditi delle varie parti della polisinodale Monarchia spagnola,29 le visitas potevano essere ordinate e condotte per reprimere abusi e cohechos anche all’interno della penisola iberica e dei vari Consejos che avevano sede a corte. Le denunce e le testimonianze, raccolte nella prima fase dell’inchiesta, venivano in seguito verificate dai visitadores, cui spettava anche il compito di formulare i cargos, ovvero i capi d’imputazione. Le accuse venivano poi presentate dinanzi ai giudici e confutate dalla difesa, dando vita a processi che potevano essere celebrati sia in sede civile che in sede penale.30

I processi che ebbero inizio a cavallo tra 1606 e 1607 dimostrarono, oltre all’avidità e all’arricchimento illecito degli imputati, lo straordinario e quasi incontrastato potere raggiunto a Madrid dalla comunità degli hombres de negocios genovesi. Dominanti già a partire dalla seconda metà del XVI secolo, questi banchieri costituivano non solo l’unico accesso al credito per il sovrano più potente del mondo di allora, ma anche la via maestra seguita dagli imputati per stringere accordi di mutuo interesse e attingere a fonti di denaro quasi illimitate. Le convocazioni di Fernando Carrillo iniziarono già sul finire del 1606, prima ancora dell’arresto di Franqueza: Giambattista Giustiniani, ad esempio, uno dei principali hombres de negocios nonché tesorero de la Santa Cruzada, rilasciò la sua deposizione già il 30 e 31 dicembre 1606, tornando nuovamente di fronte al fiscal il 13 e 14 gennaio successivi.31 Dopo di lui, tutti i più

29

Per alcuni esempi di visitas condotte al di fuori dei confini della penisola iberica, cfr. M. C. Giannini, Politica

spagnola e giurisdizione ecclesiastica nello Stato di Milano: il conflitto tra il cardinale Federico Borromeo e il

visitador regio don Felipe de Haro (1606-1607), in «Studia Borromaica. Saggi e documenti di storia religiosa e civile della prima età moderna», anno VI (1992), pp. 195-226; Id., «Con il zelo di sodisfare all’obligo di re et principe».

Monarchia cattolica e Stato di Milano nella visita general di don Felipe de Haro (1606-1612), in «Archivio Storico

Lombardo», anno CXX (1994), pp. 165-207; M. Rizzo, Finanza pubblica, impero e amministrazione nella Lombardia

spagnola: le «visitas generales», in P. Pissavino, G. Signorotto (a cura di), Lombardia borromaica Lombardia spagnola 1554-1659, 2 voll., Roma 1995, vol. I, pp. 303-361; M. Peytavin, Visite et gouvernement dans le royaume de Naples,

Madrid 2003.

30 Come si vedrà, tanto i processi a Ramírez de Prado e Franqueza, quanto quelli celebrati negli anni successivi contro

altri esponenti del governo dei Sandoval, furono discussi in entrambe le sedi, ma fu senz’altro in quella penale che vennero giudicate le accuse più gravi mosse ai celebri imputati. Sul funzionamento della giustizia, e in particolare della giustizia penale nella Castiglia e nell’Europa d’età moderna esistono vari studi, tra cui: R. Kagan, Pleitos y pleiteantes

en Castilla, 1500-1700, Valladolid 1991; E. Villalba Pérez, La Administración de la justicia penal en Castilla y en la Corte a comienzos del siglo XVII, Madrid 1993; J. L. de las Heras Santos, La Justicia Penal de los Austrias en la

Corona de Castilla, Salamanca 1994; L. Tedoldi, La spada e la bilancia. La giustizia penale nell’Europa moderna (secc. XVI-XVIII), Roma 2008.

31 AGS, CC, leg. 2792, I pieza, ff. 19-24. D’altra parte, la deposizione di Giustiniani fu rilasciata sotto la minaccia della

tortura: se han publicado paulinas y pregones con grandes penas contra los que no revelaren lo que supieren, y por no

lo querer hacer el tesorero de la Cruzada, Juan Bautista Justiniano, ha estado en la cárcel, y muy cerca de darle tormento, hasta que descubrió lo que se le preguntaba de cierto juro y diamante y otras cosas que le habia dado”

importanti banchieri, genovesi e non solo, sfilarono di fronte a Carrillo per riferire quanto sapessero in merito alle attività dei due imputati. Ottavio Centurione, di gran lunga il più ricco della sua comunità, fu interrogato una prima volta il 30 gennaio 1607 riguardo all’operato di Ramírez de Prado32 e una seconda volta il 16 febbraio a proposito dei rapporti da lui stesso intrattenuti con Pedro Franqueza.33 Stesso procedimento anche per un altro importante hombre

de negocios di origine genovese, Battista Serra, ascoltato per entrambi i procedimenti il 30

gennaio34 e il 6 febbraio,35 e così per tutti gli altri banchieri che vivevano nella corte di Madrid: Sinibaldo Fieschi, Vincenzo Squarciafico, Giulio e Ambrogio Spinola, Carlo Strata, Niccolò Balbi, Gianfilippo Saluzzo e Ettore Picamilo, per citarne solo alcuni. Non solo banchieri genovesi furono convocati da Carrillo e dallo scrivano Francisco de Monçón, ma anche esponenti della crescente comunità portoghese di origine ebraica, alcuni dei quali, come emerse ben presto dalle indagini, complici più che vittime del duo Ramírez-Franqueza e per questo arrestati anch’essi: Pedro de Baeza, Juan Núñez Correa, Manuel Gómez de Acosta, Fernán Díaz de Silva e Andrés Ximénez, i nomi più ricorrenti. Sempre presenti a Madrid, ma ormai lontani dal potere raggiunto durante il regno di Carlo V, i tedeschi Függer, attraverso i loro agenti Thomas Carg e Juan Lampaquer, figuravano anch’essi tra gli esponenti del mondo della finanza che popolavano la corte di Filippo III e che direttamente, senza l’ausilio di intermediari, avevano trattato per anni con Ramírez de Prado e Franqueza, ovvero con coloro che erano stati posti dal favorito del re nel Consejo e nelle juntas dove si discuteva e si agiva in materia di politica economica.

I banchieri rappresentano in percentuale la categoria di persone con cui maggiormente si confrontò Carrillo durante le sue indagini e dalle cui deposizioni, non casualmente, vengono fuori gran parte dei cargos contro i due imputati. Accanto ad essi, il fiscal convocò aristocratici quali la contessa di Ayala e il conte di Villamediana, personale burocratico impiegato all’interno della Monarchia, come il segretario del Consejo de Inquisición Hernando de Villegas o il consejero de Hacienda Pedro Mesía de Tovar, e tutti coloro che venivano ritenuti in grado di fornire informazioni utili alle inchieste giudiziarie, come il licenciado Barrionuevo de Peralta, cui era intestato un juro in realtà di proprietà di Franqueza, come Juan González de Sepúlveda, corregidor della città di Cartagena, o come gli agenti a Madrid dell’arciduca

32

AGS, CC, leg. 2792, I pieza, ff. 4-5.

33 Ivi, II pieza, f. 110. 34 Ivi, I pieza, ff. 6-7. 35

Ivi, II pieza, ff. 90-97. Di Centurione e Serra vennero anche acquisiti agli atti alcuni segmenti dei rispettivi libri contabili: AGS, CC, leg. 2793, IV pieza, ff. 472-473 (per i libri contabili di Serra), ff. 479-486 (per quelli di Centurione).

Alberto, Pedro de Gamboa e Juan Carrillo.36 Per buona parte del 1607, e quando necessario anche nei mesi successivi, Carrillo ascoltò centinaia di testimonianze, aiutato anche da altri

licenciados e alcaldes di volta in volta incaricati di seguire nuove piste di indagine fuori da

Madrid, di acquisire agli atti prove documentali o di ascoltare nuovi testimoni. Così, ad esempio, il licenciado Pérez de Lara venne incaricato di raccogliere un’ulteriore deposizione di María Velázquez, la moglie di Ramírez de Prado, in merito ai conti aperti presso il banco di Giulio Spinola,37 mentre il collega Domingo de la Torre Rucavado fu chiamato a trovare, tra i libri contabili del banchiere Simon Sauli, una quenta stipulata da Pedro Franqueza.38 Inoltre, accanto all’inchiesta condotta da Carrillo per conto dei Consejos de Castilla e de Hacienda, anche il Consejo de Inquisición, di cui il conte di Villalonga era stato segretario fino al suo arresto, aprì una propria indagine, affidandola al suo fiscal, Fernando de Acevedo, fratello dell’Inquisidor general Juan Bautista de Acevedo.39 Gli interrogatori condotti dal minore dei fratelli Acevedo coinvolsero principalmente uomini di chiesa, costretti anch’essi per anni a versare regali, oggetti preziosi e somme di denaro al potentissimo segretario.40 Le accuse formulate attraverso tali deposizioni confluirono nella lista definitiva dei cargos, aggravando ancor di più la già grave situazione di Pedro Franqueza.

Gli interrogatori condotti da Carrillo e da Acevedo seguirono quasi sempre uno schema fisso. Alla prima domanda, generica e introduttiva, in merito alla relazione, di qualsiasi tipo, instaurata tra l’interrogato e l’imputato, seguivano domande sempre più specifiche mano a mano che l’indagine andava avanti, riguardo a eventuali cohechos, baraterías o engaños orchestrati dai due sotto processo. I riferimenti a somme di denaro, gioielli, juros e vari tipi di doni, versati in cambio della risoluzione di private pretensiones o, come nel caso di alcuni

hombres de negocios, della concessione in affitto di rendite reali o di attività lucrose e molto

ambite, come ad esempio la fabbricazione delle navi per le flotte reali, divennero dunque

36

In realtà al posto di Juan Carrillo, già deceduto al tempo delle indagini, furono chiamati il suo segretario Francisco González e il nipote Pedro de Alderete: ivi, I pieza, ff. 8-18.

37 Ivi, I pieza, ff. 321-322. 38

Ivi, II pieza, ff. 42-43. Un esempio di sottoindagine condotta al di fuori della città di Madrid è invece quella affidata al licenciado Sánchez de León, alcalde mayor della città di Toledo: verificare la echura y forma que tenian ciertas

pieças de oro que por orden del dicho Pedro Franqueza y por mano de Çebrian Muñoz de Vizcaya se vendieron y hicieron escudos en la casa de la moneda de la dicha ciudad y del valor que cada una de las dichas pieças tenia y podia tener de echura y manos de los maestros y oficiales que las fabricaron, todo lo qual los testigos declaren con distincion y con claridad (ivi, II pieza, ff. 676-761).

39 Su Fernando de Acevedo, cfr. i già citati studi, entrambi dal titolo Los Acebedos, a cura di Escagedo Salmón e Ortiz

de la Torre. Come si vedrà, Fernando diventò un personaggio chiave della seconda parte del regno di Filippo III, rivelandosi tutt’altro che alleato del duca di Lerma. Un ritratto non certo lusinghiero del personaggio è in Pelorson, Los

letrados juristas, cit., pp. 490-493.

40 L’indagine condotta dal fiscal del Consejo de Inquisición è in AGS, CC, leg. 2796, IX pieza. Tra i personaggi

interrogati da Acevedo, a partire dal febbraio 1607, depose più volte l’inquisitore del regno di Valencia Fadrique Cornet, uno degli uomini di Chiesa cui Franqueza inviò una parte dei suoi beni, presumibilmente per nasconderli, alla vigilia del suo arresto. Il legame di amicizia tra i due fu confermato dal fatto che lo stesso Franqueza scelse Cornet come uno dei suoi avvocati difensori.

sempre più dettagliati grazie alle rivelazioni delle vittime e in alcuni casi dei complici del duo, o semplicemente di chi, in varie maniere, era a conoscenza dei fatti. Dopo la prima fase di interrogatori, Carrillo e i suoi collaboratori elaborarono un questionario più preciso, composto da 58 domande fisse, che tuttavia in alcuni casi arrivavano fino a 63, al quale fu sottoposta solo una parte dei testimoni che erano già stati precedentemente ascoltati, assieme ad altri nuovi.41 Tali quesiti, che costituiscono un’autentica anticipazione dei cargos formulati di lì a poco, cominciavano con il chiedere se fossero diffuse tra gli stessi testimoni la conoscenza e la consapevolezza del ruolo, del potere e dell’importanza degli uffici che i due imputati avevano ricoperto per anni: fiscal del Consejo de Hacienda Ramírez,42 secretario de Estado Franqueza, entrambi membri delle più importanti juntas sorte nei primi anni di regno di Filippo III.43 In seguito, le domande di Carrillo si incentravano, una dopo l’altra, su tutte quelle che sarebbero state le principali accuse ai due: il mancato raggiungimento dell’obiettivo della Junta del

Desempeño general,44 favori concessi e doni di varia natura ricevuti dagli hombres de

negocios, l’incapacità di svolgere i propri compiti, di dare udienza ai negociantes45 e di anteporre l'effettivo interesse della Real Hacienda ai rapporti di amicizia e d’affari.46 Attorno ad ognuno di questi temi, varie furono le aggravanti contestate, dall’aver incassato prima del tempo le mercedes promesse dal re per il risultato ottenuto,47 all’aver scavalcato e messo in cattiva luce il Consejo de Hacienda e tutti coloro che cercavano di denunciare la condotta impropria dei due imputati.48 Altrettanto gravi risultarono le minacce e le offese rivolte al confessore Gaspar de Córdoba e al Presidente de Hacienda Juan de Acuña per spingerli a firmare le cédulas che avrebbero certificato l’obiettivo del desempeño in realtà mai raggiunto,49 o anche l’esclusione, immotivata da ulteriori possibili cause, degli altri membri delle juntas di cui erano parte per prendere da soli, e senza nessuna opposizione, le decisioni a loro più favorevoli.50 Ma su tutte, l’accusa più grave di cui si chiese la conoscenza agli interrogati fu quella di avere ripetutamente ingannato il re. Così, ad esempio, il quesito 13:

Si saven que los dichos conde de Villalonga y Ramirez de Prado consultaron y persuadieron a su Mag.d que el dicho desempeño general estava echo antes del tiempo en que

41 AGS, CC, leg. 2793, III pieza, ff. 21-32. La data in cui fu preparato il questionario è 8 giugno 1607. 42 Ramírez de Prado occupò tale incarico dal 1590 fino al 1599.

43 Quesiti 1-4 44 Quesiti 5, 6, 8, 20, 21, 22 45 Quesiti 53-54 46 Quesiti 55-56 47 Quesiti 11-12 48 Quesiti 15, 16, 29, 46, 49, 57 49 Quesiti 7, 17, 18, 19

50 Si chiese agli interrogati se fossero a conoscenza del fatto che Franqueza, oltre ad escludere gli altri membri, ottenne

anche che nessuna decisione venisse presa in sua assenza, imponendo di essere tempestivamente informato su ogni novità da Ramírez de Prado, per quanto riguarda la Junta de Hacienda de Castilla, e dal segretario Luis de Figueredo per quanto concerne la Junta de Hacienda de Portugal: quesiti 9, 10, 23, 24, 25, 26, 27.

lo avian ofrecido y en quantia de 14 millones 728.890 ducados mas aunque en ello tubieron grandes contradiçiones y estorbos por el consejo de hazienda y otros ministros y que asi devia su Mag.d hazerles las mercedes capituladas y otras muy mayores pues por las dichas caussas constava aver sido mucho mayor la obra y el travajo que avian passado por la dicha contradiçion y en particular el licenciado Ramirez de Prado pidio que demas de lo contenido en la cedula del padre confesor fray Gaspar de Cordova le avia prometido a parte por el dicho desempeño una de las villas de Sevilla con titulo, digan los testigos lo que acerca dello saven y an oydo deçir y lo que es publica voz y fama y remitanse a las consultas y memoriales que se allaron en poder del dicho licenciado Ramirez y les seran mostrados para que reconozcan las letras y señales dellas.51

Oppure, ancora, il quesito 14:

Si saven que siendo notorio a los dichos licenciado Ramirez y conde de Villalonga por la evidencia del echo y notiçia particular que tenian del estado de la Real Hazienda y por las continuas amonestaciones que diversas personas les haçian que el dicho desempeño hera ymaginario y que su Mag.d estava defraudado y engañado, todavia por consiguir sus yntereses y entretenerse en la dicha junta continuavan todas las materias y negoçios asigurando el dicho desempeño de que resultaron muchos yncombinientes gastos y enpeños notables, digan los testigos lo que saven.52

In modo probabilmente non casuale, le domande non si limitavano solo ad indagare sugli inganni perpetrati a danno del sovrano, ma anche su quelli usati contro il suo valido, egli pure visto, quindi, come vittima delle sue stesse hechuras e dell’eccessiva fiducia riposta in loro:

Si saven que los dichos conde de Villalonga y Ramirez de Prado para que tubiese execuçion lo que ellos acordavan en asientos arrendamientos de rentas y otras cossas ordenaban villetes diciendo en ellos que su Mag.d mandava se hiziesen las cosas que resolbian y el señor duque de Lerma por la gran confiança que dellos se haçia firmaba los dichos villetes, digan lo que saven y la publica voz y fama que cerca dello ay.53

Quanto ai rapporti con gli hombres de negocios, Carrillo chiese conferma ai testimoni di quanto era già ampiamente noto a corte e fonte di gran nota y murmuración, ovvero il legame di amicizia che i due imputati avevano stretto con un limitato numero di banchieri, escludendo tutti gli altri dagli affari della Corona e concedendo ai prescelti contratti molto lucrosi, soprattutto asientos e affitti di importanti rendite del regno, a condizioni assai vantaggiose, spesso a discapito della già disastrata salute della Real Hacienda.54 In cambio di tali favori, era altrettanto noto come Ramírez e Franqueza chiedessero agli hombres de negocios di sdebitarsi in vario modo, ad esempio custodendo nei rispettivi banchi grosse somme di denaro ad altissimi tassi d’interesse,55

comprando gioielli e oggetti preziosi ad un prezzo superiore a

51

AGS, CC, leg. 2793, III pieza, ff. 23v-24r.

52 Ibidem. Iscrivibile alla stessa categoria anche il quesito 33, che faceva riferimento all’abitudine dei due imputati di

mascherare le loro attività illecite sotto l’etichetta cosas secretas del servicio de su Magestad.

53

Ivi, f. 27r, quesito 32.

54 Quesiti 34, 38, 40, 41, 43 55 Quesito 35

quello reale,56 oppure acquistando e facendo intestare ai due, o a loro familiari e amici, i titoli di Stato, gli juros, cosa assolutamente vietata a chiunque avesse a che fare con le finanze reali.57 Già da questa lista di domande, comunque, emergevano i nomi di due hombres de

negocios portoghesi, Pedro Gómez Reynel e Juan Núñez Correa, che più di ogni altro si erano

legati agli imputati, venendo entrambi salvati sull’orlo della prigione per frodi alla Real

Hacienda ed in seguito usati come complici o strumenti delle loro macchinazioni.58 Oltre ai quesiti inerenti all’operato dei criados di Ramírez de Prado nella riscossione delle rendite reali e dei Millones,59 al potere che i due imputati esercitavano su eventi tanto importanti come le fiere di Medina del Campo,60 o alla tempestività con cui cercarono di nascondere i loro beni alla vigilia di un arresto evidentemente già immaginato,61 il riassunto dell’intero interrogatorio era espresso nei quesiti 50 e 51: come fecero due uomini di Stato, che alla vigilia del regno di Filippo III erano pieni di debiti e in una condizione di indigenza, a diventare, nel volgere di pochi anni, tra i più ricchi dell’intera Monarchia?

Si saben que el dicho Ramirez de Prado al tiempo que començo a servir a su Mag.d en la plaça de fiscal de su Real Hazienda hera muy pobre y no tenia ninguna hazienda en vienes muebles y rayçes y que los gajes y merçedes que a tenido de su Mag.d no an sido bastante a sustentar los grandes gastos que a tenido en su casa y familia y con sus hijos en los estudios y partes donde los a tenido y siendo esto assi se alla oy con muy gruesa hazienda en vienes rayçes juros çensos joyas menage de cassa sin haver tenido herençias ni otra parte liçita donde lo pueda haver avido, digan lo que saven y la publica voz y fama cerca de lo que huviere recevido en general y en particular de qualesquier personas en poca o en mucha cantidad por si o por su muger hijos criados y familiares o por otras terceras personas direte o indirete asi en dadivas.62

Gli interrogatori condotti seguendo queste 58 domande cominciarono l’8 giugno 1607, con il consejero de Hacienda nonché membro della contaduría mayor de Hacienda Gaspar de Pons. Fino al mese di agosto, Fernando Carrillo convocò vari personaggi, alcuni già sentiti in precedenza, come il tesorero general de su Magestad Garçimazo de la Vega (26 giugno), il

consejero Pedro Mesía de Tovar63 (4 luglio) o i genovesi Battista Serra (16 luglio) e Giambattista Giustiniani (18 luglio), altri ascoltati per la prima volta, come i contadores Sancho Méndez de Salazar (20 giugno) e Bartolomé de Santander (5 luglio) o semplici

residentes a corte, come don Pedro Ponze de León (19 luglio) o il platero Nicolás de Espinosa

56 Quesito 36 57 Quesiti 37, 47 58 Quesiti 30, 31, 39, 42 59 Quesiti 44-45 60

Quesito 48: si chiese agli interrogati se erano a conoscenza del fatto che i due imputati avevano prolungato di due giorni il termine dei pagamenti nelle fiere per permettere a Giulio Spinola di versare a Franqueza una somma di 80.000 ducati. Non è specificato l’anno in cui ciò sarebbe accaduto.

61 Quesito 52. 62

AGS, CC, leg. 2793, III pieza, ff. 30r-v, quesito 50. Il quesito 51 pone la stessa domanda, ma in riferimento a Pedro