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Le differenze fra Nilo e Istro

3. Le forme di concettualizzazione dello spazio

4.2.2 Le differenze fra Nilo e Istro

Dopo aver analizzato le somiglianze fra i due fiumi parleremo delle loro differenze: l'Istro, come già detto, costituisce per Erodoto una sorta di anti-Nilo, poiché la sua descrizione pare essere una sorta di immagine speculare del fiume egizio. Infatti, parlare di differenze, come suggerisce il titolo del paragrafo, rischia di essere banalizzante: è forse più corretto parlare di specularità. Questa dicotomia fra i due fiumi riflette l'opposizione fra le due regioni in cui essi sono posti, poiché Egitto e Scizia sembrano configurarsi come uno l'opposto esatto dell'altra: infatti la Scizia è una regione 254 DION 1968, 18.

255 Plin., Nat. Hist, XXXVII, 32. 256 Ps. Scyl., 2.3.

fredda mentre l'Egitto è caldo; la Scizia è piatta e priva di θωμάσια mentre l'Egitto ne è pieno. La Scizia è ampia mentre l'Egitto è stretto; la Scizia è abitata da molti θνη mentre l'Egitto solamenteἔ dagli Egizi.

La prima di queste specularità riguarda la posizione dei due fiumi nell' ο κουμένη erodotea: i dueἰ tragitti sono infatti paralleli, con l'Istro a nord che scorre attraverso l'Europa e il Nilo a sud che scorre attraverso la Libia. Nella parte finale, come abbiamo visto, i due fiumi compiono una curva a novanta gradi, deviando dal loro comune tragitto ovest-est258. L'Istro compie una curva verso sud

per andare a gettarsi nel Ponto Eusino, mentre il Nilo verso nord per arrivare al mar Mediterraneo.

La seconda specularità riguarda gli affluenti dei due fiumi. Il Nilo non ne ha nessuno, mentre l'Istro ne ha molti: questi ultimi sono presentati ai capitoli 48 e 49 del quarto libro. Le loro acque ingrossano il fiume scitico, portandolo ad essere, secondo Erodoto, il più grande del mondo:

Hdt., IV, 50: Τούτων ν τ ν καταλεχθέντων κα λλων πολλ ν ὦ ῶ ὶ ἄ ῶ συμβαλλομένων τὸ σφέτερον δωρ γίνεται στρος ποταμ ν μέγιστος, πε δωρ γε ν πρ ς νὕ ὁ Ἴ ῶ ἐ ὶ ὕ ἓ ὸ ἓ συμβάλλειν Νε λος πλήθεϊ ποκρατέει· ς γ ρ δ το τον ο τε ποταμ ς ο τεὁ ῖ ἀ ἐ ὰ ὴ ῦ ὔ ὸ ὔ κρήνη ο δεμία κδιδο σα ς πλ θός ο συμβάλλεται. ὐ ἐ ῦ ἐ ῆ ἱ

Dal momento che vi fanno confluire le proprie acque i fiumi che ho detto e molti altri, l'Istro diviene il più grande dei fiumi poiché, se si confrontano quanto a massa d'acqua isolatamente l'uno con l'altro, il Nilo lo supera in portata: nel Nilo infatti né un fiume né alcuna fonte che vi sbocchi contribuiscono ad aumentarne la portata.

Quest'opposizione è dovuta alla differenza del territorio solcato fra i due fiumi: la Scizia è infatti una regione dove è possibile coltivare, come testimoniano gli etnonimi degli Sciti Γεωργοί e

ροτ ρες

Ἀ ῆ 259, mentre la Libia è, esclusa la fascia costiera, un deserto. È quindi comprensibile come

Erodoto non attribuisca degli affluenti al Nilo: risulta difficile immaginare la presenza di molti fiumi in un territorio arido come quello libico. Un secondo motivo per questa mancanza di affluenti per il fiume egizio può essere trovato nel fatto che, mentre per l'Istro lo storico possiede delle testimonianze anche se molto scarse e inaffidabili, per quanto riguarda l'alto corso del Nilo le sue informazioni sono pressoché nulle. Quindi lo storico, non avendo nessuna notizia di eventuali affluenti nilotici, non ne identifica nessuno.

258 Cfr. cartina a pagina XYZ. /3.2 La Geometria/ 259 Hdt., IV, 18.

La terza ed ultima specularità riguarda il regime delle acque dei due fiumi: come ricordato nel paragrafo precedente sul fiume Nilo260, sia il fiume Egizio sia l'Istro presentano delle particolarità in

questo campo.

Il Nilo entra in piena per cento giorni a partire dal solstizio d'estate, inondando il terreno circostante. La portata dell'Istro, invece, resta uguale a se stessa per tutto il corso dell'anno, come riportato da Erodoto nel capitolo 50 del quarto libro:

Hdt., IV, 50.2-4: σος δ α ε έει ν τε θέρεϊ κα ν χειμ νι στρος Ἴ ὲ ἰ ὶ ῥ ἔ ὶ ἐ ῶ ὁ Ἴ κατ τοιόνδεὰ τι, ς μο δοκέει. Το μ ν χειμ νός στι σος περ στί, λίγ τε μέζων τ ς ωυτοὡ ἐ ὶ ῦ ὲ ῶ ἐ ὅ ἐ ὀ ῳ ῆ ἑ ῦ φύσιος γίνεται· εται γ ρ γ α τη το χειμ νος πάμπαν λίγ , νιφετ δ [τ ]ὕ ὰ ἡ ῆ ὕ ῦ ῶ ὀ ῳ ῷ ὲ ὰ πάντα χρ ται. Το δ θέρεος χι ν ν τ χειμ νι πεσο σα, ο σα μφιλαφής,ᾶ ῦ ὲ ἡ ὼ ἡ ἐ ῷ ῶ ῦ ἐ ῦ ἀ τηκομένη πάντοθεν κδιδο ς τ ν στρον· α τη τε δ χι ν κδιδο σα ς α τ νἐ ῖ ἐ ὸ Ἴ ὕ ὴ ἡ ὼ ἐ ῦ ἐ ὐ ὸ συμπληθύει κα μβροι πολλοί τε κα λάβροι σ ν α τ · ει γ ρ δ τ θέρος· σ δὶ ὄ ὶ ὺ ὐ ῇ ὕ ὰ ὴ ὸ ὅ ῳ ὲ πλέον π' ωυτ ν δωρ λιος πέλκεται ν τ θέρεϊ ν τ χειμ νι, τοσούτ τἐ ἑ ὸ ὕ ὁ ἥ ἐ ἐ ῷ ἢ ἐ ῷ ῶ ῳ ὰ συμμισγόμενα τ στρ πολλαπλήσιά στι το θέρεος περ το χειμ νος.ῷ Ἴ ῳ ἐ ῦ ἤ ῦ ῶ ντιτιθέμενα δ τα τα ντισήκωσις γίνεται, στε σον μιν α ε φαίνεσθαι όντα. Ἀ ὲ ῦ ἀ ὥ ἴ ἰ ὶ ἐ

A mio avviso la ragione per cui l'Istro scorre sempre uguale, d'estate e d'inverno, è la seguente: d'inverno è grande quant'è grande e aumenta di poco rispetto al suo volume naturale, poiché su questa terra d'inverno piove pochissimo e tutto il resto nevica. D'estate invece la neve, che è caduta durante l'inverno ed è molta, si scioglie e scende nell'Istro da ogni parte. Questa neve che vi si getta lo ingrossa, e con essa molte e violente piogge dal momento che d'estate piove. Così, quanta più acqua il sole attira a sé in estate che in inverno, tanto più abbondanti in estate che in inverno sono le acque che si mescolano all'Istro. Questi fenomeni contrari producono equilibrio e in tal modo l'Istro appare sempre uguale.

Come spiegazione del fenomeno Erodoto adduce un ragionamento bipartito, nella cui prima parte viene descritto il comportamento del fiume durante l'inverno, mentre nella seconda parte quello durante l'estate.

Durante la stagione fredda la portata dell'Istro è quella effettiva poiché in Scizia, secondo Erodoto, piove poco e nevica molto, quindi il fiume non è ingrossato dall'acqua piovana. Inoltre abbiamo già

visto261 come lo storico ritenga che il sole venga spinto a sud dalle tempeste durante l'inverno ed

assorba solamente l'acqua del Nilo262, mentre i fiumi della parte settentrionale dell'οίκουμένη, tranne

l'Istro, vengono ingrossati dalle piogge.

Durante l'estate il sole torna alla sua traiettoria usuale facendo evaporare l'acqua da tutti i fiumi, compreso quello scitico, diminuendo quindi la loro portata. Questo fenomeno, nel caso dell'Istro, è però bilanciato dallo scioglimento delle nevi cadute in inverno facendo sì che il fiume presenti un regime delle acque piuttosto uniforme. Come riporta Aldo Corcella nel suo commento al quarto libro delle Storie263, lo storico di Alicarnasso considera come nulle le variazioni nella portata

d'acqua dell'Istro poiché ha in mente i più impetuosi fiumi dell'Asia Minore che sboccano nel mar Egeo264.

Nel prossimo paragrafo analizzeremo alcuni passi erodotei in cui sono descritti altri fiumi meno importanti rispetto al Nilo e all'Istro.