3. Le forme di concettualizzazione dello spazio
4.2.1 Le somiglianze fra Istro e Nilo
Come già accennato nell'introduzione a questo paragrafo, i due fiumi presentano due importanti somiglianze, pur essendo l'uno l'immagine speculare dell'altro.
La prima di queste è che entrambi svolgono una funzione di confine. Il fiume Egizio, oltre a costituire tout court il territorio dell'Egitto stesso, divide infatti l'Asia dalla Libia:
Hdt., II, 16: Ε ν με ς ρθ ς ἰ ὦ ἡ ῖ ὀ ῶ περ α τ ν γινώσκομεν, ωνες ο κ ε φρονέουσιὶ ὐ ῶ Ἴ ὐ ὖ περ Α γύπτου. Ε δ ρθή στι γνώμη τ ν ώνων, λληνάς τε κα α το ς ωναςὶ ἰ ἰ ὲ ὀ ἐ ἡ ῶ Ἰ Ἕ ὶ ὐ ὺ Ἴ ποδείκνυμι ο κ πισταμένους λογίζεσθαι, ο φασι τρία μόρια ε ναι γ ν π σαν, ἀ ὐ ἐ ἵ ἶ ῆ ᾶ Ε ρώπην τε κα σίην κα Λιβύην. Τέταρτον γ ρ δή σφεας δε προσλογίζεσθαιὐ ὶ Ἀ ὶ ὰ ῖ Α γύπτου τ Δέλτα, ε μήτε γέ στι τ ς σίης μήτε τ ς Λιβύης. Ο γ ρ δ Νε λόςἰ ὸ ἰ ἐ ῆ Ἀ ῆ ὐ ὰ ὴ ὁ ῖ γέ στι κατ το τον τ ν λόγον τ ν σίην ο ρίζων τ Λιβύ · το Δέλτα δ τούτουἐ ὰ ῦ ὸ ὁ ὴ Ἀ ὐ ῇ ῃ ῦ ὲ κατ τ ξ περιρρήγνυται Νε λος, στε ν τ μεταξ σίης τε κα Λιβύης γίνοιτ'ὰ ὸ ὀ ὺ ὁ ῖ ὥ ἐ ῷ ὺ Ἀ ὶ ν. ἄ
Quindi, se a questo proposito abbiamo conoscenze esatte, sono gli Ioni ad aver torto sull'Egitto. Se al contrario è giusta l'opinione degli Ioni, posso dimostrare che i Greci e gli stessi Ioni sono incapaci di far calcoli quando dicono che tutta la terra si compone di tre parti: Europa, Asia e Libia. Bisogna infatti che come quarta parte aggiungano al conto il Delta di Egitto, se esso non appartiene né all'Asia né alla Libia: poiché, secondo questo ragionamento, non è il Nilo a dividere l'Asia dalla Libia. All'estremità del Delta il Nilo si divide, in modo tale che il Delta verrebbe a trovarsi nel mezzo, tra l'Asia e la Libia.
Il ragionamento di Erodoto è piuttosto oscuro e merita qualche parola di spiegazione: i logografi ionici, in particolare Anassimandro, ritenevano che i continenti fossero due, Europa e Asia, quest'ultima comprendente anche la Libia. Un geografo successivo, probabilmente Ecateo245,
emendò quest'immagine bipartita del mondo rendendo la Libia un continente indipendente e
ponendone il confine con l'Asia sul fiume Nilo246.
Erodoto riporta che gli studiosi ionici a lui precedenti consideravano solamente il Delta del Nilo come territorio dell'Egitto247, senza considerare che in questo modo esso si sarebbe trovato a cavallo
fra due continenti: infatti il Delta stesso è definito da due bocche del fiume, quella canopica ad ovest e quella pelusica ad est248. Siamo di fronte ad una reductio ad absurdum. Il Delta del Nilo,
cioè l'Egitto secondo gli studiosi Ionici, si trova in mezzo al fiume: poiché quest'ultimo delimita Asia e Libia, il Delta si troverebbe anche fra due continenti, creando così il problema della sua attribuzione ad uno di essi o della sua considerazione come quarto continente. Per risolvere questa contraddizione bisogna supporre che il Nilo non funga da confine oppure, come ha dimostrato Erodoto nei capitoli precedenti249, che l'Egitto vada identificato con l'intera Valle del Nilo e l'intero
territorio funga da confine fra Asia e Libia.
Allo stesso modo del Nilo, anche l'Istro è utilizzato dallo storico come confine. Al capitolo 101 del quarto libro, infatti, viene descritto il cosiddetto Quadrato scitico, il cui confine occidentale è delimitato proprio dall'Istro:
Hdt., IV, 101: στι ν τ ς Σκυθικ ς ς Ἔ ὦ ῆ ῆ ὡ ἐούσης τετραγώνου, τ ν δύο μερέωνῶ κατηκόντων ς θάλασσαν, πάντ σον τό τε ς τ ν μεσόγαιαν φέρον κα τ παρ τ νἐ ῃ ἴ ἐ ὴ ὶ ὸ ὰ ὴ θάλασσαν· π γ ρ στρου π Βορυσθένεα δέκα μερέων δός, π Βορυσθένεόςἀ ὸ ὰ Ἴ ἐ ὶ ἡ ὁ ἀ ὸ τε π τ ν λίμνην τ ν Μαι τιν τερέων δέκα· ἐ ὶ ὴ ὴ ῆ ἑ
Dato dunque che la Scizia è simile a un quadrato con due lati che si estendono in mare, il lato che porta verso l'entroterra e quello sul mare sono assolutamente uguali. Ci sono infatti dieci giorni di cammino dall'Istro al Boristene e altri dieci dal Boristene alla Palude Meotide;
Ad ulteriore conferma di questa funzione del fiume scitico, esso viene descritto al capitolo 48 del quarto libro come πρ τος δ τ π' σπέρης τ ν ν Σκυθικ έων, ῶ ὲ ὸ ἀ ἑ ῶ ἐ ῇ ῥ il primo dei fiumi della Scizia a scorrere da occidente.
Inoltre, come già visto nel capitolo precedente, il Nilo e l'Istro costituiscono una coppia di paralleli che delimitano l'οίκουμένη250.
La seconda somiglianza fra i due fiumi sta nel fatto che entrambi, secondo Erodoto, attraversano un 246 Per un approfondimento cfr. 2.3. Le conoscenze geografiche ai tempi di Erodoto.
247 Hdt., II, 15. 248 Hdt., II, 17.4.
249 Hdt., II, 5-14. Cfr. anche 4.1.2 δ ρον το ποταμο .ῶ ῦ ῦ 250 Cfr. 3.2 La geometria.
continente dividendolo a metà; l'Istro infatti, taglia a metà l'Europa, mentre il Nilo divide la Libia: Hdt., II, 33.2-3: έει γ ρ κ Λιβύης Νε λος κα μέσην τάμνων Λιβύην· κα ςῬ ὰ ἐ ὁ ῖ ὶ ὶ ὡ γ συμβάλλομαι το σι μφανέσι τ μ γινωσκόμενα τεκμαιρόμενος, τ στρ κ ἐ ὼ ῖ ἐ ὰ ὴ ῷ Ἴ ῳ ἐ τ ν σων μέτρων ρμ ται. στρος τε γ ρ ποταμ ς ρξάμενος κ Κελτ ν καῶ ἴ ὁ ᾶ Ἴ ὰ ὸ ἀ ἐ ῶ ὶ Πυρήνης πόλιος έει μέσην σχίζων τ ν Ε ρώπην (ο δ Κελτοί ε σι ξω ρακλέωνῥ ὴ ὐ ἱ ὲ ἰ ἔ Ἡ Στηλέων, μουρέουσι δ Κυνησίοισι, ο σχατοι πρ ς δυσμέων ο κέουσι τ ν ν τὁ ὲ ἳ ἔ ὸ ἰ ῶ ἐ ῇ Ε ρώπ κατοικημένων)· τελευτ δ στρος ς θάλασσαν έων τ ν το Ε ξείνουὐ ῃ ᾷ ὲ ὁ Ἴ ἐ ῥ ὴ ῦ ὐ πόντου δι πάσης Ε ρώπης, τ στρίην ο Μιλησίων ο κέουσι ποικοι.ὰ ὐ ῇ Ἰ ἱ ἰ ἄ
Il Nilo infatti scorre dalla Libia e la taglia a metà; come ritengo, congetturando le cose sconosciute in base a quelle manifeste, muove da distanza pari a quella dell'Istro. Il fiume Istro, infatti, che nasce dal territorio dei Celti e dalla città di Pirene, scorrendo divide a metà l'Europa. I Celti si trovano oltre le colonne d'Ercole, limitrofi ai Cinesii, che abitano ultimi verso occidente di quanti abitano in Europa. Scorrendo per tutta l'Europa, l'Istro finisce in mare, nel Ponto Eusino, là dove i coloni di Mileto abitano Istria.
Come abbiamo già visto251, Erodoto desume il corso del fiume egizio da quello scitico poiché
quest'ultimo è conosciuto: per Erodoto quest'ultimo nasce dalla città di Pirene, presso i Celti, all'estremo occidente del continente Europeo.
Questa località non sarà più nominata da nessuno dopo lo storico di Alicarnasso, ma il toponimo rimarrà nei secoli successivi, fino ad oggi, ad identificare la catena montuosa dei Pirenei. Il Periplo dello Pseudo-Scilace, che scrive circa un secolo dopo Erodoto252, non nomina questa città ma, al suo
posto, inserisce lo κτίσμα di μπόριον, fondazione massaliota:Ἐ
Ps. Scyl. 2.1-2.5: ΒΗΡΕΣ. Τ ς Ε ρώπης ε σ πρ τοι βηρες, βηρίας θνος, καἸ ῆ ὐ ἰ ὶ ῶ Ἴ Ἰ ἔ ὶ ποταμ ς βηρ... Ε τα μπόριον (πόλιν λληνίδα νομα μπόριον)· ε σ δ ο τοιὸ Ἴ ἶ Ἐ Ἑ ᾗ ὄ Ἐ ἰ ὶ ὲ ὗ Μασσαλιωτ ν ποικοι. Παράπλους τ ς βηρίας πτ μερ ν κα πτ νυκτ ν.ῶ ἄ ῆ Ἰ ἑ ὰ ἡ ῶ ὶ ἑ ὰ ῶ IBERI. I primi dell'Europa sono gli Iberi, il popolo dell' Iberia, e il fiume Iber […] Poi c'è Emporion (una città greca di nome Emporion): fu fondata da coloni massalioti. Si naviga lungo la costa dell'Iberia per sette giorni e sette notti.
251 Cfr. 3.2 La geometria. 252 SHIPLEY 2011, 6-7.
Per Aristotele, invece, Pirene non indica una città, ma una montagna in mezzo al territorio dei Celti: Arist., Meteor., 350b: κ δ τ ς Πυρήνης (το το δ' στ ν ρος πρ ς δυσμ νἐ ὲ ῆ ῦ ἐ ὶ ὄ ὸ ὴ σημεριν ν ν τ Κελτικ ) έουσιν τε στρος κα Ταρτησσός . ο τος μ ν ο ν ἰ ὴ ἐ ῇ ῇ ῥ ὅ Ἴ ὶ ὁ ὗ ὲ ὖ ξω στηλ ν, δ' στρος δι' λης τ ς Ε ρώπης ε ς τ ν Ε ξεινον πόντον. ἔ ῶ ὁ Ἴ ὅ ῆ ὐ ἰ ὸ ὔ
Dal Pirene (questo è un monte a occidente in mezzo al territorio dei Celti) scorrono l'Istro e il Tartesso. Questo infatti all'esterno dei confini, l'Istro scorre per tutta l'Europa fino al Ponto Eusino.
Polibio è il primo autore a nominare i monti Pirenei e ad utilizzare l'aggettivo Πυρηναίοι, chiaramente ricalcato sul nome Πυρήνη. Da questo momento fino ai giorni nostri, la catena montuosa che divide le attuali Francia e Spagna è ancora nota con questo nome:
Pol. III, 39: διαβάντες δ τ ν καθ' ρακλείους στήλας πόρον μοίως κεκρατήκεισανὲ ὸ Ἡ ὁ ἐ κα τ ς βηρίας πάσης ως τ ς αχίας, πέρας στ πρ ς τ καθ' μ ς θαλάττὶ ῆ Ἰ ἁ ἕ ῆ ῥ ὃ ἐ ὶ ὸ ῇ ἡ ᾶ ῃ τ ν Πυρηναίων ρ ν, διορίζει το ς βηρας κα Κελτούς.ῶ ὀ ῶ ἃ ὺ Ἴ ὶ
Essi, dopo aver attraversato il braccio di mare presso le Colonne d'Eracle, similmente hanno sottomesso l'intera Iberia fino alla catena montuosa; questa va dal nostro mare [il Mediterraneo] fino ai monti Pirenei, che dividono gli Iberi dai Celti.
Abbiamo già esaminato la scarsa conoscenza che Erodoto ha dell'Europa, soprattutto di quella occidentale: nel terzo libro, al capitolo 115, infatti afferma di non sapere né se il continente è circondato dal mare, né se esistono le Isole Cassiteridi, da cui, come suggerisce il nome che deriva da κασσιτερός (stagno), arrivava lo stagno nel mondo greco. Inoltre asserisce di non credere nell'esistenza del fiume Eridano. Per questi motivi non sorprende un errore così macroscopico nella descrizione del corso dell'Istro e nella locazione delle sue sorgenti vicino a Pirene, posizione che quasi raddoppierebbe l'effettiva lunghezza del fiume. Dietro a questo errore, però, è possibile ravvisare il tracciato di un'antica rotta commerciale, come brillantemente analizzato da Dion, nel suo saggio Le Danube d'Hérodote253. Probabilmente lo storico greco ha acquisito le proprie
informazioni tramite κοή da dei mercanti, i quali gli hanno descritto una rotta commerciale lungoἀ l'Istro, senza specificare che il fiume avrebbe costituito solo la prima parte del viaggio: il toponimo στρος, passando dall'indicare l'attuale Danubio e poi, a ritroso, un affluente dopo l'altro, sarebbe Ἴ
giunto alla zona dell'Adriatico settentrionale attraverso il corso del fiume Sava e identificherebbe ancora oggi la penisola dell'Istria254 che, come riporta Plinio il Vecchio, è cognominatam a flumine
Istro255. La via commerciale sarebbe poi proseguita lungo il fiume Eridano, l'attuale Po, per poi
giungere infine ai Pirenei attraverso il territorio della colonia focea di Massalia. Quest'ultima parte dell'itinerario è indirettamente confermata dal Periplo dello Pseudo-Scilace, che afferma la presenza di un abitato chiamato μπόριον, importante ποικία massaliotaἘ ἀ 256.
Erodoto avrebbe appreso dell'esistenza di questa via fluviale del commercio e, non conoscendo quasi nulla dell'Europa occidentale, avrebbe considerato il tutto un unico fiume. Un ulteriore indizio a sostegno di questa ipotesi ci è fornito dallo stesso storico al capitolo 49 del quarto libro:
Hdt., IV, 49.2: κ Ἐ δ τ ς κατύπερθε χώρης μβρικ ν Κάρπις ποταμ ς κα λλοςὲ ῆ Ὀ ῶ ὸ ὶ ἄ λπις πρ ς βορέην νεμον κα ο τοι έοντες κδιδο σι ς α τόν.
Ἄ ὸ ἄ ὶ ὗ ῥ ἐ ῦ ἐ ὐ
Dal territorio a nord degli Umbri, vanno a sfociare nell'Istro, dirigendosi anch'essi verso nord, i fiumi Carpi e Alpi.
In questo passo viene riportato un affluente dell'Istro, proveniente dal territorio a nord degli Umbri, quindi a nord dell'Italia centrale e della Pianura Padana257. Il suo nome, λπις, richiamaἌ
immediatamente la catena montuosa delle Alpi, che separano la Pianura Padana e il bacino dal Po dalla Mitteleuropa e dal bacino del Danubio. Lo storico avrebbe banalizzato il contesto geografico dell'Italia settentrionale, unificando l'Istro e l'Eridano in un'unica realtà e trasformando la catena montuosa delle Alpi in un suo affluente.
Passiamo ora a descrivere le differenze e le opposizioni fra la natura dei due fiumi.