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Le sorgenti del Nilo (capp 28-35)

3. Le forme di concettualizzazione dello spazio

4.1.3 Le sorgenti del Nilo (capp 28-35)

Il terzo ed ultimo fronte d'indagine che Erodoto affronta nel logos nilotico riguarda la locazione delle sorgenti del fiume: lo storico afferma che nessuno riuscì a dargli delle informazioni precise sull'argomento poiché nessuno sapeva dove fossero le sorgenti. Questo è un problema molto dibattuto nel mondo antico, visto che la loro collocazione fu un mistero per tutta l'antichità.

Erodoto si trova qui di fronte ad “un' φανής che può essere risolta con la sola γνώμηἀ 237”. Per prima

cosa riporta due teorie a lui precedenti e le confuta non ritenendole veritiere.

La prima di queste si trova al capitolo 21: non è strettamente correlata al problema delle sorgenti ma, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, a quello delle piene del Nilo. Secondo questa teoria formulata probabilmente per la prima volta da Talete di Mileto, il fiume nascerebbe direttamente dall'Oceano che circonda tutta la Terra: abbiamo già ricordato come lo storico di Alicarnasso la consideri fasulla, poiché lui non crede ad un unico κεανός ai margini delle terreὨ

236 GIANOTTI 1988, 57 sgg. 237 GIANOTTI 1988, 63.

emerse238.

La seconda teoria, invece, è prodotta da Erodoto tramite κοή; al capitolo 28 egli riesce ad ottenereἀ delle informazioni da uno scriba della città di Sais, in Egitto:

Hdt., II, 28: Το δ Νείλου τ ς πηγ ς ο τε Α γυπτίων ο τε Λιβύων ῦ ὲ ὰ ὰ ὔ ἰ ὔ ο τε λλήνωνὔ Ἑ τ ν μο πικομένων ς λόγους ο δε ς πέσχετο ε δέναι, ε μ ν Α γύπτ ν Σάϊῶ ἐ ὶ ἀ ἐ ὐ ὶ ὑ ἰ ἰ ὴ ἐ ἰ ῳ ἐ πόλι γραμματιστ ς τ ν ρ ν χρημάτων τ ς θηναίης. Ο τος δ' μοιγε παίζεινὁ ὴ ῶ ἱ ῶ ῆ Ἀ ὗ ἔ δόκεε, φάμενος ε δέναι τρεκέως. λεγε δ δε, ε ναι δύο ρεα ς ξ τ ς ἐ ἰ ἀ Ἔ ὲ ὧ ἶ ὄ ἐ ὀ ὺ ὰ κορυφ ς πηγμένα, μεταξ Συήνης τε πόλιος κείμενα τ ς Θηβαΐδος κα λεφαντίνης,ὰ ἀ ὺ ῆ ὶ Ἐ ο νόματα δ ε ναι το σι ρεσι τ μ ν Κρ φι, τ δ Μ φι· τ ς ν δ πηγ ς τοὐ ὲ ἶ ῖ ὄ ῷ ὲ ῶ ῷ ὲ ῶ ὰ ὦ ὴ ὰ ῦ Νείλου ούσας βύσσους κ το μέσου τ ν ρέων τούτων έειν, κα τ μ ν μισυἐ ἀ ἐ ῦ ῶ ὀ ῥ ὶ ὸ ὲ ἥ το δατος π' Α γύπτου έειν κα πρ ς βορέην νεμον, τ δ' τερον μισυ π'ῦ ὕ ἐ ἰ ῥ ὶ ὸ ἄ ὸ ἕ ἥ ἐ Α θιοπίης τε κα νότου. ς δ βυσσοί ε σι α πηγαί, ς διάπειραν φη τούτουἰ ὶ Ὡ ὲ ἄ ἰ ἱ ἐ ἔ Ψαμμήτιχον Α γύπτου βασιλέα πικέσθαι· πολλέων γ ρ α τ ν χιλιάδων ργυιέωνἰ ἀ ὰ ὐ ὸ ὀ πλεξάμενον κάλον κατε ναι ταύτ κα ο κ ξικέσθαι ς βυσσόν. Ο τος μ ν δ ῖ ῃ ὶ ὐ ἐ ἐ ὗ ὲ ὴ ὁ γραμματιστής, ε ρα τα τα γενόμενα λεγε, πέφαινε, ς μ κατανοέειν, δίναςἰ ἄ ῦ ἔ ἀ ὡ ἐ ὲ τιν ς ταύτ ούσας σχυρ ς κα παλιρροίην, ο α δ μβάλλοντος το δατος το σιὰ ῃ ἐ ἰ ὰ ὶ ἷ ὲ ἐ ῦ ὕ ῖ ρεσι μ δύνασθαι κατιεμένην καταπειρητηρίην ς βυσσ ν έναι. ὄ ὴ ἐ ὸ ἰ

Nessuno di quanti ha parlato con me, né Egiziani né Libici né Greci, ha sostenuto di conoscere le sorgenti del Nilo, tranne in Egitto, nella città di Sais, lo scriba dei sacri tesori di Atena. A me, però, quando diceva di esserne perfettamente informato, sembrava che scherzasse. Ecco il suo racconto: ci sono due monti con le vette che terminano a punta, situati tra la città di Siene, nella Tebaide, ed Elefantina; i nomi dei monti sono l'uno Crofi e l'altro Mofi. Le sorgenti del Nilo, di profondità abissale, scorrono dal centro di questi monti; metà dell'acqua scorre in Egitto e verso il vento Borea, l'altra metà verso l'Etiopia e il noto. Raccontò come Psammetico, re di Egitto, fosse giunto a fare esperimento che le sorgenti sono di profondità abissale. Psammetico, infatti, fece intrecciare una fune di molte migliaia di orge, la calò in quel punto e la fune non raggiunse il fondo. Lo scriba, tuttavia, anche se raccontava il vero, mostrava, come penso, che esistono lì alcuni gorghi impetuosi e flusso e riflusso: pertanto, sbattendo l'acqua contro i monti, lo scandaglio calato giù non potè arrivare a fondo.

Dal passo sopracitato notiamo subito che Erodoto è scettico riguardo a questa opinione: infatti 238 Cfr. 4.1.2 Le piene del Nilo.

dichiara ancora prima di esporre la teoria che lo scriba “Ο τος δ' μοιγε παίζειν δόκεε, φάμενοςὗ ἔ ἐ ε δέναι τρεκέως”, “ἰ ἀ a me, però, quando diceva di esserne perfettamente informato, sembrava che scherzasse”.

Secondo lo scriba di Sais, infatti, le sorgenti del Nilo si troverebbero fra le due città di Siene, che corrisponde all'attuale Assuan, ed Elefantina. In questo territorio si troverebbero due montagne a punta, Crofi e Mofi, ed in mezzo ad esse si localizzerebbe la sorgente del fiume: un'ulteriore particolarità di quest'ipotesi è nel fatto che l'acqua scorrerebbe per metà verso nord, dando origine al Nilo, e per metà verso sud andando a bagnare l'Etiopia.

Questa testimonianza porta parecchi problemi agli studiosi moderni, in particolare per localizzare Crofi e Mofi e a causa del problema della sorgente con due direzioni diverse.

Per quanto riguarda il primo punto, fra l'attuale Assuan ed Elefantina non è presente nessun rilievo orografico tale da poter essere descritto come δύο ρεα ς ξ τ ς κορυφ ς, ὄ ἐ ὀ ὺ ὰ ὰ due monti con le

vette che terminano a punta. Secondo lo studioso britannico Gerald Wainwright239, le due montagne

non sarebbero da localizzare fra le due città egizie, ma a sud di esse, in corrispondenza del terreno accidentato che costituisce la Prima Cataratta del Nilo. La testimonianza dello scriba di Sais costituirebbe un retaggio di un passato in cui la Prima Cataratta veniva considerata come la porta d'accesso all'Egitto. In realtà, continua lo studioso, siamo a conoscenza del fatto che l'orizzonte degli antichi egizi verso sud superava di molto la Prima Cataratta e che essi sapevano che il Nilo non nascesse ad Elefantina ma partisse da ben più lontano.

La collocazione di Crofi e Mofi, quindi delle sorgenti del Nilo, fra Elefantina e Siene deriva quindi da un fraintendimento fra lo storico di Alicarnasso e lo scriba, poiché questi intendeva che il Nilo

d'Egitto cominciava ad Elefantina visto che qui cominciava il dominio egiziano.

Per quanto riguarda il problema dell'acqua che sgorga in due direzioni opposte, poiché metà scorrerebbe verso nord e l'altra verso sud, Lloyd240 ritiene che questa credenza riportata da Erodoto

abbia origine dal fatto che nei pressi di Assuan, prima che fosse costruita la grande diga che ai nostri giorni dà origine al lago omonimo, si trovava una violenta corrente in senso contrario all'andamento del Nilo, quindi con orientamento nord-sud: questa era ben nota ai marinai del fiume in epoca moderna e, probabilmente, contribuì ad originare la credenza del doppio senso delle acque da questo punto.

Un ultimo dettaglio dev'essere sottolineato riguardo questo passo: l'esperimento del Faraone Psammetico per determinare l'enorme profondità delle sorgenti del fiume. Il sovrano fece intrecciare una lunghissima fune e la fece calare: benché questa fosse lunghissima non toccò il 239 WAINWRIGHT 1953.

fondo, segno, per Psammetico, che le sorgenti erano βυσσοι, senza fondo. Da quest'ultima parteἄ del passo possiamo notare ancora una volta lo scetticismo di Erodoto, il quale afferma che probabilmente la corda non raggiunse mai il fondo in quanto era sballottata dalle forti correnti. Dopo aver riportato e confutato due teorie precedenti, Erodoto formula la sua ipotesi sulla locazione delle sorgenti del Nilo, di cui abbiamo già discusso nel capitolo precedente241.

Riassumendo, egli ritiene che le sorgenti siano da cercare ad occidente e che il grande fiume con andamento est-ovest incontrato dai giovani Nasamoni corrisponda al Nilo: infatti Erodoto riporta che in esso sono presenti dei coccodrilli242 e, poiché il Nilo è l'unico fiume insieme all'Indo243 cui

vivano questi rettili, il fiume visto dai Nasamoni deve corrispondere ad un tratto del grande fiume egizio.

Questa prova viene portata da Erodoto per suffragare ulteriormente il ragionamento derivato dalla sua γνώμη che viene presentato negli ultimi due capitoli del lògos nilotico, il 33 e il 34. In essi Erodoto dichiara che Nilo ed Istro hanno un corso speculare, poiché entrambi partono dall'occidente rispettivamente della Libia e dell'Europa: attraversano i due continenti tagliandoli a metà. Poiché, secondo Erodoto, l'Istro attraversa regioni popolate, il suo corso è ben noto, mentre quello del Nilo è ignoto poiché attraversa una sterminata ρεμίη. Il corso e la posizione delle sorgenti del fiumeἐ egizio possono essere desunti da quelli del fiume europeo244.

Nel prossimo paragrafo analizzeremo i passi riguardanti un altro grande ed importante fiume nelle

Storie: l'Istro.

4.2 L'Istro

L'Istro è il secondo fiume per importanza descritto nelle Storie. Nell'opera esso si configura come una sorta di anti-Nilo: i due fiumi vivono fra loro un rapporto di dicotomia in cui presentano alcune somiglianze e molte differenze. Lo storico presenta il fiume scitico nei capitoli da 48 a 50 del quarto libro, primo ad essere introdotto fra i nove fiumi della regione.

L'oggetto geografico Istro, però, ha in particolar modo la funzione di membro di paragone nell'analogia che Erodoto tratteggia fra esso e il Nilo per dimostrare tramite γνώμη la posizione delle sorgenti del fiume egizio.

241 Cfr. 3.2 La Geometria. 242 Hdt., II, 32.

243 Hdt., IV, 44.

Nel corso di questa trattazione presenteremo gli aspetti che i due fiumi hanno in comune e quelli opposti: concluderemo riportando la spiegazione dello storico per il regime delle acque del fiume scitico poiché anch'esso è particolare, anche se in modo diverso rispetto a quello del Nilo.