• Non ci sono risultati.

3. Le forme di concettualizzazione dello spazio

3.2.1 Il principio di simmetria

3.2.1.1 Meridiani e Parallel

Da quanto abbiamo visto riguardo all'uso del principio di simmetria è possibile notare che la visione erodotea del mondo163 è fortemente schematizzata: i vari territori dell'ο κουμένη sono posti in

relazione spaziale l'uno con l'altro. L'Europa giace sopra la Libia e l'Asia, pur avendo una lunghezza doppia rispetto agli altri due continenti. Allo stesso modo la Scizia a nord è l'opposto dell'Egitto a sud: dove il primo territorio è composto da una vasta, fredda e vuota pianura solcata da molti fiumi, il secondo è percorso solo dal Nilo ed è lussureggiante.

Il grande opposto rispetto al fiume egizio è il già citato Istro, entrambi hanno comportamenti particolari. Il Nilo è in piena durante l'estate e al suo livello minimo durante l'inverno164; al

contrario, l'Istro ha un regime delle acque sempre costante165.

Infine, ed è questo l'aspetto più importante ai fini geografici, i due fiumi hanno un tragitto speculare ed entrambi delimitano l'ο κουμένη.ἰ

Questo termine, participio medio-passivo del verbo ο κέω, indica per i greci il mondo civilizzato edἰ abitato. Ciò che non è ο κουμένη ἰ è quindi deserto, ρημοςἔ o ρεμίη. Al capitolo 34 del secondoἐ libro Erodoto riporta che il Nilo scorre attraverso un ρημος, per cui non è possibile conoscere ilἔ suo corso tramite ψις ma bisogna desumerlo conoscendo il tragitto dell'Istro, che passa attraversoὄ regioni popolate.

Hdt., II, 34: μ ν δ στρος, έει γ ρ δι' ο κεομένης, πρ ς πολλ ν γινώσκεται,Ὁ ὲ ὴ Ἴ ῥ ὰ ἰ ὸ ῶ 161 Cfr. 1 Introduzione.

162 Hdt., I, 202.4.

163 Cfr. 2.3 Le conoscenze geografiche ai tempi di Erodoto. 164 Hdt., II, 19.

περ δ τ ν το Νείλου πηγέων ο δε ς χει λέγειν· οίκητός τε γ ρ κα ρημός στιὶ ὲ ῶ ῦ ὐ ὶ ἔ ἀ ὰ ὶ ἔ ἐ Λιβύη δι' ς έει. ἡ ἧ ῥ Περ δ το εύματος α το , π' σον μακρότατον στορέονταὶ ὲ ῦ ῥ ὐ ῦ ἐ ὅ ἱ ν ξικέσθαι, ε ρηται. κδιδο δ ς Α γυπτον, δ Α γυπτος τ ς ρειν ς Κιλικίης ἦ ἐ ἴ Ἐ ῖ ὲ ἐ ἴ ἡ ὲ ἴ ῆ ὀ ῆ μάλιστά κ ντίη κε ται· νθε τεν δ ς Σινώπην τ ν ν τ Ε ξείν πόντ πέντεῃ ἀ ῖ ἐ ῦ ὲ ἐ ὴ ἐ ῷ ὐ ῳ ῳ μερέων θέα δ ς ε ζών νδρί· δ Σινώπη τ στρ κδιδόντι ς θάλασσαν ἡ ἰ ὁ ὸ ὐ ῳ ἀ ἡ ὲ ῷ Ἴ ῳ ἐ ἐ ντίον κε ται. Ο τω τ ν Νε λον δοκέω δι πάσης τ ς Λιβύης διεξιόντα ξισο σθαι ἀ ῖ ὕ ὸ ῖ ὰ ῆ ἐ ῦ τ στρ .ῷ Ἴ ῳ

L'Istro, poiché percorre paesi abitati, è conosciuto da molti, mentre nessuno è in grado di dire nulla delle sorgenti del Nilo, perché la Libia, attraverso la quale scorre, è disabitata e deserta. Del suo corso ho parlato fino al limite a cui le mie ricerche mi hanno permesso di giungere. Esso sbocca in Egitto e l'Egitto è situato quasi di fronte alla Cilicia montuosa: da lì fino a Sinope sul Ponto Eusino vi sono, in linea retta, cinque giorni di viaggio per un uomo privo di bagagli: Sinope si trova di fronte al punto in cui l'Istro si getta in mare, Perciò ritengo che il Nilo, che attraversa tutta la Libia, sia lungo quanto l'Istro.

Al capitolo 9 del quinto libro, invece, riporta che la regione al di là dell'Istro è ρημος e πειρος,ἔ ἄ deserta e sconfinata.

Hdt., V, 9: Τ δ πρ ς βορέω τι τ ς χώρης ταύτης ο δε ς χει φράσαι τ τρεκές,ὸ ὲ ὸ ἔ ῆ ὐ ὶ ἔ ὸ ἀ ο τινές ε σι νθρωποι ο κέοντες α τήν, λλ τ πέρην δη το στρου ρημος χώρηἵ ἰ ἄ ἰ ὐ ἀ ὰ ὰ ἤ ῦ Ἴ ἔ φαίνεται ο σα κα πειρος.ἐ ῦ ὶ ἄ

Quanto alla regione situata a nord della Tracia, nessuno sa dire con certezza quali sono i popoli che vi abitano; ma già i territori al di là dell'Istro appaiono deserti e sconfinati.

Il Nilo e l'Istro costituiscono, quindi, dei confini fra il mondo conosciuto e quello non conoscibile. Il loro tragitto regolare, inoltre, permette di supporre un altro importante aspetto della concezione geografica di Erodoto.

Nello storico, infatti, sarebbe presente in nuce il tentativo di trovare dei punti di riferimento in cui inquadrare il mondo e attraverso cui individuare la posizione delle varie località166. Sarebbe quindi

un precursore di geografi più tardi come Dicearco, il primo ad identificare un διάφραγμα che divide l' ο κουμένη ἰ a metà in senso longitudinale, e Claudio Tolomeo, che individuò migliaia di località nel mondo dando loro delle coordinate di latitudine e longitudine.

Il tragitto di Nilo e Istro permette di formulare questa ipotesi in quanto è troppo regolare per essere frutto di un'indagine autoptica o, più semplicemente, ottica. La prima parte del loro corso, da ovest a est, costituirebbe una coppia di paralleli-confini in cui inquadrare l'ο κουμένη. ἰ A conferma di questa ipotesi possiamo esaminare due passi provenienti rispettivamente dal secondo e dal quarto libro: Hdt., II, 32.4: Τ ς γ ρ Λιβύης τ μ ν κατ τ ν βορηίην θάλασσαν π' Α γύπτουῆ ὰ ὰ ὲ ὰ ὴ ἀ ἰ ρξάμενοι μέχρι Σολόεντος κρης, τελευτ τ ς Λιβύης, παρήκουσι ἀ ἄ ἣ ᾷ ῆ παρ π σανὰ ᾶ Λίβυες κα Λιβύων θνεα πολλά, πλ ν σον ὶ ἔ ὴ ὅ Ἕλληνες κα Φοίνικες χουσι· τ δὶ ἔ ὰ ὲ π ρ θαλάσσης τε κα τ ν π θάλασσαν κατηκόντων νθρώπων, τ κατύπερθε ὑ ὲ ὶ ῶ ἐ ὶ ἀ ὰ θηριώδης στ Λιβύη· τ δ κατύπερθε τ ς θηριώδεος ψάμμος τέ στι κα νυδροςἐ ὶ ἡ ὰ ὲ ῆ ἐ ὶ ἄ δειν ς κα ρημος πάντων.ῶ ὶ ἔ

Le coste settentrionali della Libia, dall'Egitto fino al promontorio Solunte che segna il limite estremo delle Libia, sono tutte abitate da Libici, divisi in numerose popoliazioni, tranne le località occupate da Greci e da Fenici; ma a sud del mare e delle popolazioni costiere, la Libia è popolata da bestie feroci; e al di là della zona delle fiere non vi è altro che una distesa di sabbia, terribilmente arida e completamente disabitata.

Hdt., IV, 181.1: Ο τοι μ ν ο παραθαλάσσιοι τ ν νομάδων Λιβύων ε ρέαται. π ρὗ ὲ ἱ ῶ ἰ Ὑ ὲ δ τούτων ς μεσόγαιαν θηριώδης στ Λιβύη, π ρ δ τ ς θηριώδεος φρύηὲ ἐ ἡ ἐ ὶ ὑ ὲ ὲ ῆ ὀ ψάμμου κατήκει, παρατείνουσα π Θηβέων τ ν Α γυπτιέων π' ρακλέας στήλας.ἀ ὸ ῶ ἰ ἐ Ἡ Fin qui ho elencato i Libici nomadi stanziati lungo la costa. Al di là di essi, verso l'interno, vi è la Libia delle bestie feroci e al di là della Libia delle bestie feroci si estende un ciglione sabbioso che va da Tebe d'Egitto fino alle colonne d'Eracle.

In questi due punti delle Storie Erodoto descrive la Libia dalla costa mediterranea fino al corso del Nilo e la divide in tre fasce: nella prima sono presenti gli insediamenti greci e fenici, oltre alle tribù dei libici παραθαλάσσιοι; la seconda fascia, a sud della prima, è infestata da bestie feroci, mentre la terza è occupata da un ciglione sabbioso. Ognuna di queste fasce è lunga dieci giorni di cammino da nord a sud167, mentre da est a ovest occupa tutto il territorio dal promontorio Solunte, l'attuale Cap

Cantin in Marocco168, ai confini con l'Egitto. Erodoto riporta anche la presenza di pozzi d'acqua,

presumibilmente delle oasi, ogni dieci giorni di cammino verso occidente: attorno ad ogni oasi 167 Hdt., IV, 183.

troviamo un θνος ἔ libico.

La parte settentrionale della Libia viene così inquadrata in una griglia con quadrati aventi i lati lunghi dieci giorni di cammino. In essa vengono posizionate le tribù libiche nominate dallo storico.

La Libia e le fasce individuate da Erodoto. Le linee verticali rappresentano le oasi a dieci giorni di cammino l'una dall'altra.

Come possiamo vedere dalla figura soprastante, il corso est-ovest, quindi orizzontale, del Nilo si configura come un parallelo ante litteram, su cui è possibile basare una griglia ortogonale.

Così come sono presenti due paralleli fondamentali rappresentati dai corsi di Nilo e Istro attraverso Europa e Libia è possibile determinare un meridiano con orientamento nord-sud.

A questo scopo sono ancora coinvolti i due fiumi di cui abbiamo appena parlato: infatti, ad un certo punto del loro tragitto, compiono una rotazione di novanta gradi e assumono un andamento nord- sud, per poi sfociare uno nel Mediterraneo e l'altro nel Ponto Eusino presso la città di Istria.

trova di fronte alla Cilicia, nella parte meridionale dell'Asia Minore. Questa regione, a sua volta, si trova a sud della città di Sinope che si affaccia sulla costa meridionale del Ponto. La città, infine, si trova di fronte alle foci dell'Istro.

Si viene a costituire così un meridiano Istro-Sinope-Cilicia-Nilo che, insieme ai paralleli definiti dal Nilo e dall'Istro, permette la costruzione di griglie ortogonali come quella libica o, come vedremo, del quadrato scitico.

Come abbiamo già notato nelle pagine precedenti, il principio di simmetria adottato da Erodoto si svolge solamente in senso nord-sud, mai in senso est-ovest. Sorge però spontanea una domanda: se la simmetria si svolge in direzione nord-sud, deve esserci una demarcazione fra i due punti cardinali, una sorta di equatore.

A differenza dei paralleli e del meridiano, mai esplicitamente teorizzati da Erodoto ma comunque relativamente evidenti agli occhi del lettore, non abbiamo alcun indizio diretto nelle Storie dell'esistenza di un διάφραγμα ante litteram. A mio avviso, però, è possibile supporre la sua esistenza ed anche avere un'idea della sua locazione.

Nel quarto libro169 Erodoto riporta che l'Europa non ha le stesse dimensioni rispetto all'Asia e alla

Libia, ma per lunghezza si estende al di sopra degli altri due continenti, pur non avendo una larghezza paragonabile a questi. Per quanto riguarda quest'ultimo punto, abbiamo già visto come Erodoto non conosca le zone occidentali e settentrionali dell'Europa, quindi non può confrontare le larghezze dei continenti visto che non conosce quella dell'Europa.

Il mondo di Erodoto è quindi diviso in tre continenti: due meridionali, Asia e Libia, e uno settentrionale, l'Europa. A questo punto è logico aspettarsi che, nella mente dello storico, il διάφραγμα scorresse al confine fra i tre continenti. Partendo da ovest, seguendo il nostro ragionamento, doveva passare fra le Colonne d'Eracle, per poi attraversare il Mediterraneo. Per quanto riguarda le regioni orientali dell' ο κουμένη ἰ si pongono alcuni problemi. Se il διάφραγμα continuasse a correre sul confine fra Europa ed Asia dovrebbe passare per il fiume Fasi oppure per il Tanai, due corsi d'acqua che già da Eschilo venivano considerati il confine naturale fra i due continenti, come testimoniato da questo frammento del Prometeo Incatenato:

Aesch., Prom. Sol., fr. 191 Radt: π Τάναϊω ποταμ ν ..., ς λέγεται ρίζειν π τ ς ἐ ὶ ὸ ὃ ὀ ἀ ὸ ῆ σίας τ ν Ε πώπην ... καίτοι Ἀ ὴ ὐ Α σχύλος ν Προμηθε Λυομένωι ἰ τ ν Φ σιν ρον τ ς ὸ ᾶ ὃ ῆ Ε πώπης κα τ ς σίας ποιε . Λέγουσι γο ν παρὐ ὶ ῆ Ἀ ῖ ῦ ' α τ ι ο Τιτ νες πρ ς τ ω ὐ ῶ ἱ ᾶ ὸ ὸ Προμηθέα τιὅ “ κομεν ... το ς θλους τούσδε, Προἥ ὺ ἄ - 169 Hdt., IV, 42.

μηθε , δεσμο τε πάθος τόδῦ ῦ ' ποψόμενοι”.ἐ πειτα καταλέγουσιν, σην χώραν π λθον. Ἔ ὅ ἐ ῆ π μ ν δίδυμον χθον ς Ε ρώπης ῇ ὲ ὸ ὐ μέγαν δ' ἠ ξίας τέρμονα Φ σιν. Ἀ ᾶ

Sul fiume Tanai... il quale si dice che divida l'Europa dall'Asia... Eppure Eschilo, nel Prometeo Liberato, fa del Fasi il confine dell'Europa e dell'Asia. In una sua opera, infatti, i Titani dicono a Prometeo:

Siamo giunti... a vedere, o Prometeo, queste tue / afflizioni, e questa sofferenza di incatenamento...

Quindi sopraggiungono, in quale terra siamo pervenuti:

dove il duplice, grande confine delle terre d'Europa / e dell'Asia, il Fasi...

Erodoto non concorda con questi confini, come possiamo evincere dal capitolo 45 del quarto libro: in esso lo storico afferma di non conoscere né il nome di chi stabilì il confine fra Europa e Asia lungo il Fasi e il Tanai né la ragione per cui abbia scelto proprio questi due corsi d'acqua.

Hdt., IV, 45.2: Ο δ' χω συμβαλέσθαι π' τεο μι ούσ γ ο νόματα τριφάσιαὐ ἔ ἐ ὅ ῇ ἐ ῃ ῇ ὐ κε ται, πωνυμίας χοντα γυναικ ν, κα ῖ ἐ ἔ ῶ ὶ ο ρίσματαὐ α τ Νε λός τε Α γύπτιοςὐ ῇ ῖ ὁ ἰ ποταμ ς τέθη κα Φ σις Κόλχος (ο δ Τάναϊν ποταμ ν τ ν Μαιήτην καὸ ἐ ὶ ᾶ ὁ ἱ ὲ ὸ ὸ ὶ Πορθμήια τ Κιμμέρια λέγουσι), ο δ τ ν διουρισάντων τ ο νόματα πυθέσθαι, καὰ ὐ ὲ ῶ ὰ ὐ ὶ θεν θεντο τ ς πωνυμίας. ὅ ἔ ὰ ἐ

Non riesco a comprendere per quale motivo a una sola terra siano state date tre denominazioni diverse, derivanti da nomi di donne, né perché siano stati scelti come confini il fiume egiziano Nilo e il fiume colchico Fasi (alcuni invece indicano il fiume della Meotide Tanai e il varco Cimmerio); e non sono riuscito ad appurare i nomi di coloro che hanno stabilito questi confini, né da dove abbiano ricavato tali informazioni.

Il nostro διάφραγμα non può quindi scorrere lungo questi fiumi e la sua prosecuzione verso oriente dovrà essere cercata da un'altra parte.

È possibile teorizzare il suo passaggio lungo la Strada del Re che univa la costa Ionica e Sardi alla capitale dell'Impero Persiano, Susa. Il suo percorso è riportato da Erodoto nel V libro, ai capitoli 52

e 53: Hdt., V, 52-53: χει γ ρ μφ τ δ ταύτ δε. Σταθμοί τε πανταχ Ἔ ὰ ἀ ὶ ῇ ὁ ῷ ῃ ὧ ῇ ε σι βασιλήιοιἰ κα καταλύσιες κάλλισται, δι ο κεομένης τε δ ς πασα κα σφαλέος. Δι μέν γεὶ ὰ ἰ ἡ ὁ ὸ ἅ ὶ ἀ ὰ Λυδίης κα Φρυγίης σταθμο τείνοντες ε κοσί ε σι, παρασάγγαι δ τέσσερες καὶ ὶ ἴ ἰ ὲ ὶ νενήκοντα κα μισυ. κδέκεται δ κ τ ς Φρυγίης λυς ποταμός, π' πύλαι τε ἐ ὶ ἥ Ἐ ὲ ἐ ῆ ὁ Ἅ ἐ ᾧ πεισι, τ ς διεξελάσαι π σα νάγκη κα ο τω διεκπερ ν τ ν ποταμόν, κα ἔ ὰ ᾶ ἀ ὶ ὕ ᾶ ὸ ὶ φυλατήριον μέγα π' α τ . Διαβάντι δ ς τ ν Καππαδοκίην κα ταύτ πορευομένἐ ὐ ῷ ὲ ἐ ὴ ὶ ῃ ῳ μέχρι ο ρων τ ν Κιλικίων σταθμο δυ ν δέοντές ε σι τριήκοντα, παρασάγγαι δὔ ῶ ὶ ῶ ἰ ὲ τέσσερες κα κατόν· π δ το σι τούτων ο ροισι διξάς τε πύλας διεξελ ς κα διξὶ ἑ ἐ ὶ ὲ ῖ ὔ ᾷ ὶ ὰ φυλακτήρια παραμείψεαι. Τα τα δ διεξελάσαντι κα δι τ ς Κιλικίης δ νῦ ὲ ὶ ὰ ῆ ὁ ὸ ποιευμέν τρε ς ε σι σταθμοί, παρασάγγαι δ πεντεκαίδεκα κα μισυ. Ο ρος δῳ ῖ ἰ ὲ ὶ ἥ ὖ ὲ Κιλικίης κα τ ς ρμενίης στ ποταμ ς νηυσιπέρητος, τ ο νομα Ε φρήτης. ν δὶ ῆ Ἀ ἐ ὶ ὸ ῷ ὔ ὐ Ἐ ὲ τ ρμενί σταθμο μέν ε σι [καταγωγέων] πεντεκαίδεκα, παρασάγγαι δ ξ καῇ Ἀ ῃ ὶ ἰ ὲ ἓ ὶ πεντήκοντα κα μισυ, κα φυλακτήριον ν α το σι. κ δ ταύτης τ ς ρμενίηςὶ ἥ ὶ ἐ ὐ ῖ Ἐ ὲ ῆ Ἀ σβάλλοντι ς τ ν Ματιην ν γ ν σταθμοί ε σι τέσσερες <κα τριήκοντα, παρασάγγαι ἐ ἐ ὴ ὴ ῆ ἰ ὶ δ πτ κα τριήκοντα κα κατόν>. Ποταμο δ νηυσιπέρητοι ὲ ἑ ὰ ὶ ὶ ἑ ὶ ὲ τέσσερες δι ταύτηςὰ έουσι, το ς π σα νάγκη διαπορθμε σαί στι, πρ τος μ ν Τίγρης, μετ δ ῥ ὺ ᾶ ἀ ῦ ἐ ῶ ὲ ὰ ὲ δεύτερός τε κα τρίτος υτ ς νομαζόμενος <Ζάβατος>, ο κ υτ ς ὶ ὡ ὸ ὀ ὐ ὡ ὸ ἐὼν ποταμ ςὸ ο δ κ το α το έων· μ ν γ ρ πρότερος α τ ν καταλεχθε ς ξ ρμενίων έει,ὐ ὲ ἐ ῦ ὐ ῦ ῥ ὁ ὲ ὰ ὐ ῶ ὶ ἐ Ἀ ῥ δ' στερος κ Ματιην ν· δ τέταρτος τ ν ποταμ ν ο νομα χει Γύνδης, τ ν ὁ ὕ ἐ ῶ ὁ ὲ ῶ ῶ ὔ ἔ ὸ Κ ρος διέλαβέ κοτε ς διώρυχας ξήκοντα κα τριηκοσίας. κ δ ῦ ἐ ἑ ὶ Ἐ ὲ ταύτης ς τ νἐ ὴ Κισσίην χώρην μεταβαίνοντι νδεκα σταθμοί, ἕ παρασάγγαι δ δύο κα τεσσεράκονταὲ ὶ κα μισύ στι π ποταμ ν Χοάσπην, όντα κα το τον νηυσιπέρητον, π' Σο σαὶ ἥ ἐ ἐ ὶ ὸ ἐ ὶ ῦ ἐ ᾧ ῦ πόλις πεπόλισται. Ο τοι ο πάντες σταθμοί ε σι νδεκα κα κατόν. Καταγωγα μένὗ ἱ ἰ ἕ ὶ ἑ ὶ νυν σταθμ ν τοσα ταί ε σι κ Σαρδίων ς Σο σα ναβαίνοντι.ῶ ῦ ἰ ἐ ἐ ῦ ἀ

Riguardo a questa strada, le cose stanno così. Vi sono dovunque luoghi di sosta reali e splendidi posti di riposo, e tutta la strada attraversa una regione abitata ed è perciò sicura. Attraverso la Lidia e la Frigia si stendono di seguito venti stazioni e sono novantaquattro parasanghe e mezza. Segue, uscendo dalla Frigia, il fiume Halys, presso il quale vi sono delle porte che è assolutamente necessario passare per attraversare il così il fiume, e su esso vi è un gran corpo di guardia. Ma per chi sia passato in Cappadocia e, avanzando attraverso essa, fino ai confini dei Cilici, ci sono ventotto stazioni e centoquattro parasanghe. A questi confini attraverserai due porte e lascerai

alle spalle due corpi di guardia. Per chi abbia superato questi, e viaggi attraverso la Cilicia, ci sono tre stazioni e quindici parasanghe e mezza. Il confine fra la Cilicia e l'Armenia è un fiume che si passa con nave, di nome Eufrate. In Armenia vi sono quindici stazioni, cinquantasei parasanghe e mezza, e fra esse un corpo di guardia. Per chi da questa regione dell'Armenia vada nella Matiene, vi sono trentaquattro stazioni e centotrentasette parasanghe. Attraverso questa regione corrono quattro fiumi navigabili che è assolutamente necessario attraversare, prima il Tigri, poi un secondo e un terzo, che hanno lo stesso nome, ma non sono lo stesso fiume, né nascono dallo stesso luogo. Il primo di quelli che ho detto scorre dall'Armeni, l'ultimo dai Matieni. Il quarto fra i fiumi ha nome Gyndes, che una volta Ciro suddivise in trecentosessanta canali. Per chi passi da questa alla regione Cissia, vi sono undici stazioni e quarantadue parasanghe e kezza fino al fiume Coaspe, anche questo da attraversare su una nave, sul quale è stata costruita la città di Susa. In tutto, queste stazioni sono centoundici. Tanti sono dunque gli alberghi delle stazioni per chi vada da Sardi a Susa.

Se la strada reale è stata misurata esattamente in parasanghe e una parasanga equivale a trenta stadi, come vale, questi da Sardi alla reggia detta di Memnone sono tredicimilacinquecento stadi, poiché sono quattrocentocinquanta parasanghe. Per coloro che percorrono centocinquanta stadi ogni giorno, si impiegano esattamente novanta giorni.

Erodoto conferma in questo passo la veridicità delle informazioni che Aristagora riporta al capitolo 49170. Il tiranno di Mileto dichiara che la strada prosegue ovest a est171: poiché non asserisce in

nessun punto della sua trattazione che essa compia qualche svolta, dobbiamo supporre che essa continuasse dritta lungo il suo percorso, così come avveniva nei peripli. Infatti in essi venivano evidenziate solo le deviazioni più importanti, quelle che interessavano ai marinai e ai mercanti, mentre le deviazioni minori venivano tralasciate172. Per questo motivo, a mio avviso, la Strada del

Re può quindi rappresentare il naturale proseguimento del διάφραγμα ante litteram che possiamo

congetturare leggendo il testo erodoteo.