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Le unità di misura di lunghezza del testo erodoteo

2. Gli strumenti del geografo 1 Misurare lo spazio

2.2 Le unità di misura di lunghezza del testo erodoteo

Dopo aver esaminato l'origine e la natura delle misure di lunghezza procediamo alla ricerca delle 51 AGO, VIDOTTO, 2004, 292-293.

unità presenti nel testo erodoteo. Lo storico mostra di conoscere, disseminato all'interno delle

Storie, un sistema di sette unità di misura per la lunghezza: il piede (πούς), il cubito (π κυςῆ ), il pletro (πλέθρον), l'orgia ( ργυιάὀ ), lo stadio (στάδιον), la parasanga (παρασάγγης) e lo scheno (σχο νοςῖ ). Sono tutte appartenenti ed originarie del mondo greco52 tranne due: la parasanga

(παρασάγγης) e lo scheno (σχο νοςῖ ).

La parasanga (παρασάγγης) è una misura utilizzata in ambito persiano. Nasce in realtà a Babilonia, dove corrisponde a 10800 cubiti reali53. Essa indica la distanza percorsa in un'ora da un esercito in

marcia54: per Erodoto corrisponde a 30 stadi, come si evince dai capitoli 52 e 53 del quinto libro, in

cui lo storico descrive la cosiddetta Strada del Re.

Hdt., V, 52-53: Δι μέν γε Λυδίης κα Φρυὰ ὶ γίης σταθμο τείνοντες ε κοσί ε σι,ὶ ἴ ἰ παρασάγγαι δ τέσσερες κα νενήκοντα κα μισυ.ὲ ὶ ἐ ὶ ἥ […] Διαβάντι δ ς τ νὲ ἐ ὴ Καππαδοκίην κα ταύτ πορευομέν μέχρι ο ρων τ ν Κιλικίων σταθμο δυ νὶ ῃ ῳ ὔ ῶ ὶ ῶ δέοντές ε σι τριήκοντα, παρασάγγαι δ τέσσερες κα κατόν· π δ το σι τούτωνἰ ὲ ὶ ἑ ἐ ὶ ὲ ῖ ο ροισι διξάς τε πύλας διεξελ ς κα διξ φυλακτήρια παραμείψεαι. Τα τα δὔ ᾷ ὶ ὰ ῦ ὲ διεξελάσαντι κα δι τ ς Κιλικίης δ ν ποιευμέν τρε ς ε σι σταθμοί, παρασάγγαι δὶ ὰ ῆ ὁ ὸ ῳ ῖ ἰ ὲ πεντεκαίδεκα κα μισυ.ὶ ἥ […] ν δ τ ρμενί σταθμο μέν ε σι Ἐ ὲ ῇ Ἀ ῃ ὶ ἰ καταγωγέων πεντεκαίδεκα, παρασάγγαι δ ξ κα πεντήκοντα κα μισυ, κα φυλακτήριον νὲ ἓ ὶ ὶ ἥ ὶ ἐ α το σι.ὐ ῖ […] κ δ Ἐ ὲ ταύτης τ ς ρμενίης σβάλλοντι ς τ ν Ματιην ν γ ν σταθμοίῆ Ἀ ἐ ἐ ὴ ὴ ῆ ε σι τέσσερες <κα τριήκοντα, παρασάγγαι δ πτ κα τριήκοντα κα κατόν>. [...]ἰ ὶ ὲ ἑ ὰ ὶ ὶ ἑ κ δ ταύτης ς τ ν Κισσίην χώρην μεταβαίνοντι νδεκα σταθμοί, παρασάγγαι δ δύο Ἐ ὲ ἐ ὴ ἕ ὲ κα τεσσεράκοντα κα μισύ στι π ποταμ ν Χοάσπην, όντα κα το τονὶ ὶ ἥ ἐ ἐ ὶ ὸ ἐ ὶ ῦ νηυσιπέρητον, π' Σο σα πόλις πεπόλισται. ἐ ᾧ ῦ […] Ε δ ρθ ς μεμέἰ ὲ ὀ ῶ τρηται δ ς ἡ ὁ ὸ ἡ βασιληίη το σι παρασάγγ σι κα παρασάγγης δύναται τριήκοντα στάδια, σπερῖ ῃ ὶ ὁ ὥ ο τός γε δύναται τα τα, κ Σαρδίων στάδιά στι ς τ βασιλήια τ Μεμνόνιαὗ ῦ ἐ ἐ ἐ ὰ ὰ καλεόμενα πεντακόσια κα τρισχίλια κα μύρια παρασαγγέων όντων πεντήκοντα καὶ ὶ ἐ ὶ τετρακοσίων· […]

Attraverso la Lidia e la Frigia si stendono di seguito venti stazioni e sono novantaquattro parasanghe e mezza. […] Ma per chi sia passato in Cappadocia e, avanzando attraverso essa, fino ai confini dei Cilici, ci sono ventotto stazioni e centoquattro parasanghe. […] In Armenia vi sono quindici stazioni, cinquantasei 52 HULTSCH 1882, 27-73.

53 HULTSCH 1882, 476; per il cubito reale cfr. 2.1 Misurare lo spazio. 54 FARRELL 1961, 153.

parasanghe e mezza, e fra esse un corpo di guardia. […] Per chi da questa regione vada nella Matiene, vi sono trentaquattro stazioni e centotrentasette parasanghe. […] Per chi passi da questa alla regione Cissia, vi sono undici stazioni e quarantadue parasanghe e mezza fino al fiume Coaspe, anche questo da attraversare su una nave, sul quale è stata costruita la città di Susa. […] Se la strada reale è stata misurata esattamente in parasanghe e una parasanga equivale a trenta stadi, come vale, questi da Sardi alla reggia detta di Memnone sono tredicimilacinquecento stadi, poiché sono quattrocentocinquanta parasanghe.

Lo scheno (σχο νοςῖ ) è una misura estranea al mondo greco: lo stesso Erodoto precisa più volte nelle storie che esso è una misura egiziana55. Il termine, nella sua accezione principale in greco, indica il

giunco56: è passato ad indicare una misura di origine egiziana grazie ad una serie di fraintendimenti

linguistici. San Girolamo dichiara che:

Septuaginta transtulerunt torrentem funiculorum id est σχοίνων, quod aut funiculos significat aut iuxta Aegyptios mensuram certi itineris […] in Nilo enim flumine, sive in rivis eius, solent naves funibus trahere, certa habentes spatia quae appellant funiculos ut labori defessorum recentia trahentium colla succedant […] ideo funiculos transtulerant. I Settanta hanno tradotto “torrente delle cordicelle” ciò che è σχοίνων, che significa “cordicelle” oppure, allo stesso modo, la misura egizia di una precisa distanza […] infatti, sul fiume Nilo oppure sulle sue rive, sono soliti tirare le navi con delle funi avendo spazi precisi che chiamano “cordicelle” affinché forze fresche subentrino alla fatica dei tiratori stanchi […] perciò hanno tradotto “cordicelle”.57

Il termine σχο νος, quindi, viene tradotto dai Settanta con ῖ funiculos, “cordicelle”. Come già

accennato, la traduzione è frutto di un processo di traslazione, poiché il termine viene utilizzato per indicare le corde sostenute dai giunchi. Lo stesso termine greco è frutto di una malinterpretazione dell'egiziano antico. I greci traducono con σχο νος il termine egizio traslitterato con ῖ itrw, in epoca

antica e con ir, 3r già al tempo di Erodoto e che significa “misura del fiume58. I greci, però

confondono itrw con i3rw, che significa “giunco”. Per questo motivo, nel momento in cui devono 55 Ad esempio in Hdt., II, 6.

56 LIDDELL. SCOTT, JONES, XYZ. 57 Hier., Vulg. In Ioel.

tradurre itrw in greco, usano il loro termine per designare il giunco, cioè σχο νος.

Esaminando le occorrenze del termine nelle Storie notiamo che esso ricorre undici volte, di cui otto nel secondo libro concernente l'Egitto59. In tutte le occorrenze del secondo libro questa parola è

utilizzata per indicare delle distanze o delle misure, mentre nelle altre tre è usata per indicare il giunco. Nel IV libro, infatti, lo storico nomina i Nasamoni, una tribù libica, indicandoci una loro usanza riguardo le abitazioni:

Hdt., IV, 190: Ο κήματα δ σύμπηκτα ξ νθερίκων νειρμένων περ ἰ ὲ ἐ ἀ ἐ ὶ σχοίνους στί,ἐ κα τα τα περιφορητά.ὶ ῦ

Hanno abitazioni [i Nasamoni] fatte di gambi d'asfodelo intrecciati a giunchi, le quali possono essere trasportate.

In questo passo è evidente il che il significato di σχο νος qui utilizzato da Erodoto è quello primarioῖ di giunco. Più complicato è l'altro passo non appartenente al secondo libro.

Nel primo libro, al capitolo 66, Erodoto riporta un oracolo chiesto alla Pizia da parte degli Spartani: dopo l'introduzione delle riforme di Licurgo la πόλις è prospera, così viene stabilita la conquista dell'Arcadia. L'Oracolo però si oppone, presagendo una sconfitta. Suggerisce invece di invadere Tegea, al centro del Peloponneso fra Argolide e Arcadia, promettendo agli invasori una vasta pianura da misurare con la corda60.

Hdt, I, 66: δ Πυθίη σφι χρ τάδε·Ἡ ὲ ᾷ " ρκαδίην μ' α τε ς; Μέγα μ' α τε ς· ο τοι δώσω. Ἀ ἰ ῖ ἰ ῖ ὔ Πολλο ν ρκαδί βαλανηφάγοι νδρες ασιν, ὶ ἐ Ἀ ῃ ἄ ἔ ο σ' ποκωλύσουσιν. ἵ ἀ Ἐ ὼγ δέ τοι ο τι μεγαίρω· ὔ δώσω τοι Τεγέην ποσσίκροτον ρχήσασθαι ὀ κα καλ ν πεδίον ὶ ὸ σχοίνῳ διαμετρήσασθαι.” […] σσωθέντες δ τ συμβολ , σοι α τ ν ζωγρήθησαν, πέδας τε χοντες τ ς Ἑ ὲ ῇ ῇ ὅ ὐ ῶ ἐ ἔ ὰ φέροντο α το κα σχοίν διαμετρησάμενοι τ πεδίον τ Τεγεητέων ργάζοντο. ἐ ὐ ὶ ὶ ῳ ὸ ὸ ἐ

59 Hdt., I, 66 (due volte); II, 6 (tre volte); II, 9; II, 15; II, 29; II, 41; II, 149; IV, 190. 60 LIDDELL, SCOTT, JONES 1843, 1252, s.v. σχο νος.ῖ

La Pizia rispose loro [agli Spartani] così:

“Mi chiedi l'Arcadia? Mi chiedi molto, non te la darò. Ci sono in Arcadia molti uomini che mangiano ghiande, essi ti respingeranno. Tuttavia, non voglio esserti avversa: ti darò Tegea, buona per picchiarvi sopra i piedi nella danza, e una bella pianura da misurare con la corda.” […]

Sconfitti in battaglia, quanti di loro furono fatti prigionieri lavorarono la pianura di Tegea, con indosso i ceppi che essi stessi avevano portato e misurando il terreno con la corda.

Il verbo διαμετρέω usato qui da Erodoto, ha il significato di “dividere qualcosa in parti uguali61” (v.

LSJ, διαμετρέω): per questo motivo è difficile pensare che l'espressione κα καλ ν πεδίον σχοίνὶ ὸ ῳ διαμετρήσασθαι debba essere intesa come “misurare la bella pianura con lo scheno”. Infatti, il dativo singolare σχοίν non fa pensare ad un'unità di misura poiché, come precisato dalla stessaῳ Pizia, la pianura di Tegea era parecchio estesa, sicuramente più di uno scheno: quindi se il termine σχο νος ῖ indicasse in questo passo l'unità di misura egizia sarebbe logico aspettarsi il dativo plurale. Al contrario, il dativo singolare è coerente con il significato primario del termine, cioè giunco: in questo passo, più precisamente, viene utilizzato un significato traslato. Σχο νος, ῖ infatti, viene qui tradotto con “corda” per metonimia: in realtà dovrebbe indicare i pali che dovevano sostenere la corda. Il passo indica quindi la misura della pianura tramite un oggetto concreto (la corda) allo scopo di dividerla equamente fra i vincitori.

La sua lunghezza dello scheno è uniforme per tutto l'Egitto ma varia a seconda delle regioni. Questo è un fatto comune nel mondo antico, poiché spesso il nome di una misura viene utilizzato in zone e tempi diversi per indicare più lunghezze62. Strabone63 indica che ai suoi tempi uno scheno

equivaleva a 30 stadi nella regione del Delta del Nilo, a 120 nel medio Egitto e a 60 nella Tebaide. È lo stesso Erodoto a darci il rapporto di conversione da lui utilizzato:

61 LIDDELL, SCOTT, JONES 1843, 403, s.v. Διαμετρέω. 62 Cfr. 2.1 Misurare lo spazio.

Hdt., II, 6.2-3: σοι μ ν γ ρ γεωπε ναί ε σι νθρώπων, ργυι σι μεμετρήκασι τ νὍ ὲ ὰ ῖ ἰ ἀ ὀ ῇ ὴ χώρην, σοι δ σσον γεωπε ναι, σταδίοισι, ο δ πολλ ν χουσι, παρασάγγ σι, ο δὅ ὲ ἧ ῖ ἳ ὲ ὴ ἔ ῃ ἳ ὲ φθονον λίην, σχοίνοισι. 3. Δύναται δ μ ν παρασάγγης τριήκοντα στάδια, δ

ἄ ὲ ὁ ὲ ὁ ὲ

σχο νος καστος, μέτρον ῖ ἕ ἐὸν α γύπτιον, ξήκοντα στάδια.ἰ ἑ

2. Gli uomini poveri di terra, infatti, misurano il terreno per orge, i meno poveri di terra per stadi, quelli che ne hanno molta per parasanghe, quelli che ne hanno immense distese per scheni. 3. La parasanga corrisponde a trenta stadi, ogni scheno, che è misura egiziana, a sessanta stadi.

Lo scheno di Erodoto corrisponde quindi a sessanta stadi.

La misura principale del mondo greco è lo stadio (στάδιον): il termine ionico attico στάδιον, in dialetto dorico σπάδιον64, viene da alcuni studiosi connesso al verbo σπάω e al latino spatium65.

viene definita considerando lo spazio percorso di corsa da un uomo in forze senza fermarsi a riprendere fiato66. Secondo Isidoro di Siviglia, il corridore che stabilì la misura fu Eracle67. In

generale viene diviso in 600 piedi, divisione adottata anche da Erodoto.

Grazie ai passi sopracitati è possibile cominciare a ricostruire i primi rapporti fra lo stadio, la parasanga e lo scheno:

Tab. 1:

Scheno (σχο νοςῖ ) 1

Parasanga (παρασάγγης) 2 1

Stadio (στάδιον) 60 30 1

Uno scheno di Erodoto corrisponde a due parasanghe, ognuna delle quali è lunga trenta stadi.

Per quanto riguarda le altre quattro misure, cioè il piede (πούς), il cubito (π κυςῆ ), il pletro (πλέθρον) e l'orgia ( ργυιάὀ ), esse vengono messe in relazione l'una con l'altra e rapportate allo stadio nel capitolo 149 del secondo libro:

64 LIDDELL, SCOTT, JONES, ΧΥΖ. 65 RE, III A 2 s.v. στάδιον.

66 HULTSCH 1882, 33. 67 Isid., Etym., 15, 16.

Hdt., II, 149.3: Ο τω α μ ν πυραμίδες ε σ κατ ν ργυιέων, α δ' κατ ν ργυιαὕ ἱ ὲ ἰ ὶ ἑ ὸ ὀ ἱ ἑ ὸ ὀ ὶ δίκαιαί ε σι στάδιον ξάπλεθρον, ξαπέδου τ ς ργυι ς μετρεομένης κα τετραπήχεοςἰ ἑ ἑ ῆ ὀ ῆ ὶ (τ ν ποδ ν μ ν τετραπαλαίστων όντων, το δ πήχεος ξαπαλαίστου).ῶ ῶ ὲ ἐ ῦ ὲ ἑ

Le piramidi in tal modo misurano cento orge: le cento orge corrispondono con esattezza a uno stadio di sei pletri, poiché l'orgia equivale a sei piedi o a quattro cubiti (con i piedi che sono pari a quattro cubiti e il cubito a sei).

Il passo in questione indica che uno stadio corrisponde sia a cento orge che a sei pletri, mentre un'orgia è lunga sei piedi oppure quattro cubiti: possiamo riassumere queste equivalenze in una seconda tabella. Tab. 2: Stadio (στάδιον) 1 Pletro (πλέθρον) 6 1 Orgia ( ργυιάὀ ) 100 16 e 2/3 1 Cubito (π χυς)ῆ 400 66 e 2/3 4 1 Piede (πούς) 600 100 6 1 e 1/2 1

Unendo la Tab. 1 con la Tab. 2 possiamo ottenere tutte le equivalenze fra le sette misure di lunghezza delle Storie:

Tab. 3: Scheno (σχο νοςῖ ) 1 Parasanga (παρασάγγης) 2 1 Stadio (στάδιον) 60 30 1 Pletro (πλέθρον) 360 180 6 1 Orgia ( ργυιάὀ ) 6000 3000 100 16 e 2/3 1 Cubito (π χυς)ῆ 24000 12000 400 66 e 2/3 4 1 Piede (πούς) 36000 18000 600 100 6 1 e 1/2 1

Lo storico di Alicarnasso riporta un'altra informazione per misurare le distanze: nei capitoli 85 e 86 del quarto libro, infatti,

Hdt., IV, 86.1-2: Μεμέτρηται δ τα τα δε. Νη ς πίπαν μάλιστά κ κατανύει νὲ ῦ ὧ ῦ ἐ ῃ ἐ μακρημερί ργυι ς πτακισμυρίας, νυκτ ς δ ξακισμυρίας. ῃ ὀ ὰ ἑ ὸ ὲ ἑ Ἤδη ν ς μ ν Φ σινὦ ἐ ὲ ᾶ π το στόματος (το το γάρ στι το Πόντου μακρότατον) μερέων ννέα πλόος ἀ ὸ ῦ ῦ ἐ ῦ ἡ ἐ στ κα νυκτ ν κτώ· α ται νδεκα μυριάδες κα κατ ν ργυιέων γίνονται, κ δ ἐ ὶ ὶ ῶ ὀ ὗ ἕ ὶ ἑ ὸ ὀ ἐ ὲ τ ν ργυιέων τουτέων στάδιοι κατ ν κα χίλιοι κα μύριοί ε σι.ῶ ὀ ἑ ὸ ὶ ὶ ἰ

Ecco come sono state calcolate le misure. In genere una nave percorre approssimativamente settantamila orge nelle giornate lunghe e sessantamila di notte. Ora, dall'imboccatura al Fasi (questa è la lunghezza massima del Ponto) ci sono nove giorni e otto notti di navigazione, che corrispondono a un milione e centodiecimila orge; queste orge danno undicimilacento stadi.

Da questo passo arguiamo che in una giornata di navigazione venivano percorse settantamila orge. Poiché cento orge costituiscono uno stadio la distanza percorsa di giorno da una nave ammonta per Erodoto a settecento stadi: seguendo lo stesso ragionamento gli stadi percorsi di notte sono seicento.

A questo punto è opportuno porsi una domanda: il sistema presentato da Erodoto è coerente in sé stesso?

Angelo Segrè68 lo considera in tutto e per tutto identificabile con il sistema filetereo. Questo ebbe

un'ampia diffusione nel Mediterraneo e soprattutto in Egitto per tutta l'Antichità. Il suo nome costituisce un anacronismo: gli venne infatti attribuito dai Romani, che lo incontrarono nella loro conquista del Regno di Pergamo. I conquistatori decisero di chiamare il sistema di misure con il nome del primo sovrano Pergameno, Filetero, tesoriere di Lisimaco, che era uno dei Diadochi di Alessandro Magno.69 Il sistema filetereo si diffuse in buona parte del Mediterraneo orientale e,

importante per la nostra trattazione, in Egitto.

È tuttora un problema piuttosto oscuro l'origine di questo sistema non strettamente greco ma comune ai vari popoli dell'Impero Persiano: infatti è difficile comprendere se esso sia ascrivibile 68 SEGRÈ 1920, 98.

all'invasione persiana o sia già presente in epoca precedente nel Mediterraneo orientale e in Egitto70.

Possiamo invece asserire con più sicurezza la lunghezza del cubito filetereo in 52,5 cm. Infatti, nel 1906, l'egittologo Ernesto Schiaparelli scoprì nella Valle di Deir-el-Medinet la tomba di un architetto, da lui collocata a metà della Diciottesima Dinastia (XV-XIV sec a.C.)71. Fra gli oggetti di

Kha, questo il nome dell'architetto inumato, venne trovato un cubito ornamentale laminato d'oro

portante sulle due testate il cartiglio del Faraone Amenhotep II: la misura data da questo oggetto ammonta appunto a 52,5 cm divisi in 28 dita di 1,875 cm l'una. In corrispondenza del ventiquattresimo dito è presente una linea verticale che delimita una seconda misura più piccola, di 45 cm72. Lo studioso identificò questa con il Cubito piccolo di uso comune73 e la prima misura di

52,5 cm con il cosiddetto Cubito Reale, uguale secondo Didimo ed Erone al cubito filetereo74.

Inoltre lo stesso Erodoto asserisce che questa misura era diffusa anche nel Mar Egeo. Al capitolo 168 del secondo libro lo storico presenta l'arura, una misura di superficie che corrisponderebbe a un quadrato con il lato di cento cubiti egiziani:

Hdt. II, 168.1: δ ρουρα κατ ν πήχεών στι α γυπτίων πάντ , δ α γύπτιοςἩ ὲ ἄ ἑ ὸ ἐ ἰ ῃ ὁ ὲ ἰ π χυς τυγχάνει σος ῆ ἴ ἐὼ ῷν τ σαμί . ῳ

L'arura è un quadrato di cento cubiti egiziani di lato; il cubito egiziano è uguale a quello di Samo.

Questo fatto è pienamente plausibile considerando i forti rapporti fra l'isola egea e l'Egitto già dalla metà del VII sec. a.C.75. Moltiplicando il cubito filetereo per 40076 otteniamo uno stadio di 210 m.

A mio avviso Segrè, asserendo che Erodoto adotti il sistema filetereo, commette però un errore di valutazione: infatti occorre ricordare che Erodoto, pur essendo nativo di Alicarnasso, visse la maggior parte della sua vita fra Atene e la colonia Turii, di fondazione panellenica ma capeggiata dagli ateniesi77; in entrambe le città era in vigore il sistema attico. Inoltre lo storico vive la maggior

parte della sua vita e scrive la sua opera durante la Πεντηκονταετία, un'epoca caratterizzata dal prestigio e dalla potenza della Lega Delio-Attica78. Ritengo quindi più probabile l'utilizzo da parte

70 STAZIO 1959, 547. 71 SCHIAPARELLI 1927, 16.

72 Infatti quattro dita sono uguali a (1,875 cm x 4) 7,5 cm che, sottratti ai 52,5 cm del primo cubito danno 45 cm. 73 SCHIAPARELLI 1927, 168.

74 STAZIO 1959, 547.

75 BOARDMAN 1980, 113-114. 76 Cfr. Tab. 3.

77 Cfr. 1.1. La vita di Erodoto.

Sulla fondazione di Turii e il ruolo in essa di Erodoto, cfr. EHRENBERG 1948. 78 BETTALLI 2006, 157.

dello storico del sistema attico, a lui più familiare rispetto al sistema filetereo, in quanto ne fu strettamente a contatto per tutta la sua vita e sarebbe una forzatura pensare al suo utilizzo di un sistema diverso.

L'errore di Segrè è facilmente comprensibile: infatti i rapporti citati da Erodoto per lo stadio e i suoi sottomultipli coincidono sia nel sistema attico sia in quello filetereo. È quindi ipotizzabile sia l'uso

in toto del secondo quanto l'utilizzo del primo con l'aggiunta della parasanga e dello scheno. La

bilancia pende a favore di questa seconda ipotesi esaminando le occorrenze dei termini παρασάγγης e σχο νος ῖ nelle Storie.

Il primo termine ricorre, comprese le forme declinate, dodici volte concentrate in tre passi79. Il

primo passo (Hdt. II, 6) è inserito all'inizio del Λόγος egizio, nel punto in cui Erodoto comincia il lungo excursus sul Nilo: all'epoca delle Guerre Persiane l'Egitto era una Satrapia persiana, essendo stato conquistato da Cambise nel 525 a.C.80; il secondo passo (Hdt. V, 52-53) descrive la cosiddetta

Strada del Re che portava dalle coste della Ionia fino a Susa, mentre il terzo (Hdt. VI, 42) riporta le

misure di Artaferne satrapo di Sardi nei confronti delle città ioniche conquistate poco prima. Notiamo come tutti e tre i passi facciano riferimento a territori persiani; inoltre Erodoto si preoccupa sempre di ricordare che una parasanga corrisponde a trenta stadi. Quindi ritengo che questa misura possa essere considerata una sorta di corpo estraneo nel sistema di misure adottato erodoteo, aggiunta esclusivamente per riportare le misure dei territori persiani. In caso contrario sarebbe logico aspettarsi la misurazione in parasanghe anche per territori non persiani.

Lo stesso discorso è valido anche per lo scheno, con una precisazione in più dataci direttamente dallo storico: la misura è di origine egiziana81. Come già ricordato, il termine σχο νος ricorre dodici

volte82 di cui nove nel secondo libro. Abbiamo già visto all'inizio del paragrafo come nelle tre

occorrenze all'infuori del secondo libro il significato di σχο νος sia ῖ giunco e come σχο νος ῖ nel suo significato metrologico non compaia in nessun altro punto del testo: di conseguenza è evidente che Erodoto lo utilizzi solo ed esclusivamente in contesto egiziano e che non sia per lui naturale. Inoltre, come nel caso della parasanga, lo storico si preoccupa in più punti di riportare la conversione dello scheno in stadi. Quindi anche lo σχο νος , ῖ come la παρασάγγης, può essere considerata una misura estranea al sistema erodoteo e da lui aggiunta per quantificare le distanze da lui riportate nel Λόγος egizio.

79 Hdt., II, 6 (due volte); V, 53 (nove volte); VI, 42 (una volta). 80 BETTALLI 2006, 133.

81 Hdt. II, 6: Δύναται δ μ ν ὲ ὁ ὲ παρασάγγης τριήκοντα στάδια, δ σχο νος καστος, μέτρον ν α γύπτιον, ὁ ὲ ῖ ἕ ἐὸ ἰ ξήκοντα στάδια.

La parasanga corrisponde a trenta stadi, ogni scheno, che è misura egiziana, a sessanta stadi. 82 Hdt., I, 66 (due volte); II, 6 (tre volte); II, 9; II, 15; II, 29; II, 41; II, 149; IV, 190.

In conclusione proveremo a dare un valore in metri allo stadio usato da Erodoto: abbiamo già ricordato le difficoltà che gli studiosi moderni incontrano nel rendere in valori metrici le misure antiche che, per loro natura, sono antropocentriche, mentre il Sistema Metrico Decimale ha un carattere più oggettivo essendo basato su criteri scientifici83. È comunque possibile tentare di

ottenere un valore metrico plausibile per la lunghezza dello stadio erodoteo: infatti nel quarto libro, ai paragrafi 85 e 86, ci viene descritta la zona del Bosforo su cui Dario gettò un ponte per cominciare la spedizione contro gli Sciti. Vengono riportate larghezza e lunghezza in stadi del Bosforo Tracio84, della Propontide e dell'Ellesponto, che corrispondono all'attuale Stretto del

Bosforo, al Mar di Marmara e allo Stretto dei Dardanelli.

Hdt., IV, 85.3-86.2: 3. Τούτου το πελάγεος τ στόμα στ ε ρος τέσσερες στάδιοι,ῦ ὸ ἐ ὶ ὖ μ κος δ το στόματος, α χήν, τ δ Βόσπορος κέκληται, κατ' δ ζευκτο ῆ ὲ ῦ ὁ ὐ ὸ ὴ ὃ ὴ ἔ ἡ γέφυρα, π σταδίους ε κοσι κα κατόν στι· τείνει δ' ς τ ν Προποντίδα ἐ ὶ ἴ ὶ ἑ ἐ ἐ ὴ ὁ Βόσπορος. 4. Ἡ ὲ δ Προποντίς, ο σα ε ρος μ ν σταδίων πεντακοσίων, μ κος δἐ ῦ ὖ ὲ ῆ ὲ τετρακοσίων κα χιλίων, καταδιδο ς τ ν λλήσποντον, όντα στεινότητα μ ν πτὶ ῖ ἐ ὸ Ἑ ἐ ὲ ἑ ὰ σταδίους, μ κος δ τετρακοσίους. σδιδο δ λλήσποντος ς χάσμα πελάγεος τῆ ὲ Ἐ ῖ ὲ ὁ Ἑ ἐ ὸ δ Α γα ον καλέεται. 86.1 Μεμέτρηται δ τα τα δε. Νη ς πίπαν μάλιστά κὴ ἰ ῖ ὲ ῦ ὧ ῦ ἐ ῃ κατανύει ν μακρημερί ργυι ς πτακισμυρίας, νυκτ ς δ ξακισμυρίας. 2. ἐ ῃ ὀ ὰ ἑ ὸ ὲ ἑ Ἤδη νὦ ς μ ν Φ σιν π το στόματος (το το γάρ στι το Πόντου μακρότατον) μερέων ἐ ὲ ᾶ ἀ ὸ ῦ ῦ ἐ ῦ ἡ ννέα πλόος στ κα νυκτ ν κτώ· α ται νδεκα μυριάδες κα κατ ν ργυιέων ἐ ἐ ὶ ὶ ῶ ὀ ὗ ἕ ὶ ἑ ὸ ὀ γίνονται, κ δ τ ν ργυιέων τουτέων στάδιοι κατ ν κα χίλιοι κα μύριοί ε σι.ἐ ὲ ῶ ὀ ἑ ὸ ὶ ὶ ἰ L'imboccatura di questo mare (il Ponto) è larga quattro stadi e la lunghezza dell'imboccatura, lo stretto, che è chiamato Bosforo e su cui era gettato il ponte, raggiunge i centoventi stadi. Il Bosforo si estende fino alla Propontide. 4. La Propontide, che è larga cinquecento stadi e lunga millequattrocento, sbocca nell'Ellesponto, che è stretto sette stadi e largo quattrocento. A sua volta l'Ellesponto sbocca in un vasto mare che è chiamato Egeo. 86.1. Ecco come sono state calcolate le misure. In genere una nave percorre approssimativamente settantamila orge nelle giornate lunghe e sessantamila di notte. 2. Ora, dall'imboccatura al Fasi (questa è la lunghezza massima del Ponto) ci sono nove giorni e otto notti di navigazione, che corrispondono a un milione e centodiecimila orge; queste orge danno undicimilacento stadi.

83 Cfr. 2.1. Misurare lo spazio e il tempo.

84 Così denominato da Erodoto in IV, 83 per distinguerlo dal Bosforo Cimmerio, l'attuale Stretto di Kerç. (cfr. COLONNA, BEVILACQUA anno ad loc.).

Questa zona è storicamente molto frequentata e colonizzata dai greci sin dall'dall'Età Arcaica85,

come testimoniano le numerose colonie ioniche presenti nell'area del Bosforo (Calcedonia, Bisanzio, Abido). Possiamo inoltre ritenere che lo storico conoscesse bene e per esperienza diretta la zona descritta e che quindi le misure in stadi da lui riportate siano piuttosto precise, benché non siano state realizzate da lui stesso ma le abbia probabilmente apprese da una fonte tramite κοή.ἀ Infatti, se avesse ottenuto dalle sue fonti misure palesemente inverosimili, ad esempio da marinai che per vanteria le avessero ingigantite, le avrebbe sicuramente rigettate comprendendo la falsità dell'informazione. Bosforo, Propontide ed Ellesponto sono bracci di mare con un'estensione relativamente esigua, fatto che permette di circoscrivere gli errori dovuti all'imprecisione dei sistemi di misurazione che su distanze più grandi si moltiplicherebbero inficiando i risultati.

Il Bosforo secondo Erodoto è largo 4 stadi e lungo circa 120: queste misure corrispondono a 0,6 km di larghezza nel punto più stretto e a 31,7 km di lunghezza. La Propontide è larga 500 stadi e lunga 1400, che corrispondono a 74 km di larghezza e 252 km di lunghezza. L'Ellesponto è largo 7 stadi e lungo 400, che corrispondono a 1,3 km di larghezza nel punto più stretto e 70 km di lunghezza. A questo punto, dividendo le misure decimali per quelle in stadi si può ottenere la lunghezza chilometrica (e di conseguenza quella metrica) di un singolo stadio.

Tab 2.

Stadi Chilometri 1 Stadio = km 1 Stadio = m

Bosforo Lunghezza circa 120 31,7 0,258 258

Larghezza 4 0,6 0,150 150

Propontide Lunghezza 1400 252 0,180 180

Larghezza 500 74 0,148 148

Ellesponto Lunghezza 400 70 0,175 175

Larghezza 7 1,3 0,185 185

Calcolando la media aritmetica dei valori metrici per lo stadio otteniamo una lunghezza di 182,66 m: questo valore è molto vicino a quello considerato dagli studiosi il più probabile per lo stadio attico, 177,6 m86. Questo è un ulteriore elemento a sostegno dell'utilizzo del sistema attico, con

85 ANTONETTI 1997, 83.

86 Infatti, poiché il sistema attico è chiuso ed è stato dimostrato che mezzo medimno attico (29,6 l) corrisponde alla capacità di un'amphora romana: si è quindi dedotto che il piede romano dovesse coincidere con il piede attico (29,6 cm): poiché uno stadio attico corrisponde a seicento piedi, otteniamo un valore di 177,76 m.

l'aggiunta della parasanga e dello scheno, da parte di Erodoto; infatti, seguendo la teoria di Segrè sull'uso del sistema filetereo da parte dello storico di Alicarnasso, avremmo dovuto ottenere un valore vicino ai 210 m e non ai 177,6 m del sistema attico.

Basandoci sullo stadio appena calcolato possiamo convertire le altre misure, che saranno utilizzate in questo lavoro:

Tab 3.

Unità di misura greca Valore metrico

1 palmo 7,58 cm 1 piede 30,33 cm 1 cubito 45,50 cm 1 orgia 1,82 m 1 stadio 182, 66 m 1 parasanga 5,48 km 1 scheno 10,96 km 1 giorno di cammino 36,53 km

1 giorno di navigazione 127,86 km di giorno

109,60 km di notte