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Diffusione pervasiva dei prodotti geneticamente modificati e percezione della questione OGM da parte dell’opinione pubblica

2.1. Ri-orientamento dell’opinione pubblica sul tema degli OGM e iniziative legislative a livello locale e statale

2.1.1. Diffusione pervasiva dei prodotti geneticamente modificati e percezione della questione OGM da parte dell’opinione pubblica

Le tecniche di modificazione genetica, inizialmente impiegate solamente in ambito sperimentale e medico, negli anni ’90 trovarono uno sbocco commerciale importante quando vennero applicate, da una ristretta cerchia di aziende, alla realizzazione di sementi migliorate destinate all’agricoltura industriale.

L’immissione delle nuove varietà vegetali sul mercato ed il loro rapido successo presso gli agricoltori non comportò una significativa trasformazione delle tecniche agricole rispetto al modello affermatosi all’epoca della rivoluzione verde, già caratterizzato dall’utilizzo massiccio della chimica e dei macchinari in combinazione con cultivar specificamente selezionati per rispondere bene a tali input. Ciò che risultava mutato rispetto a qualche decennio prima era il clima politico, caratterizzato dal confinamento del settore pubblico nel ruolo di semplice regolatore del mercato; in tale contesto, le più recenti scoperte nel settore delle biotecnologie agricole, anziché essere indirizzate verso obiettivi individuati almeno in parte dalle istituzioni, finirono per essere applicate secondo logiche esclusivamente commerciali.

Il settore privato scelse di orientare la ricerca verso prodotti dotati di caratteristiche economicamente vantaggiose per gli agricoltori,76 ma non

76

Peter Barfoot; Graham Brooks, “GM Crops: The Global Economic and Environmental Impact - The First Nine Years 1996–2004”, AgBioForum, 2005, pp.187-196.

36 migliori sotto il profilo quantitativo dell’output77 né dal punto di vista della sostenibilità ambientale,78 nonché privi di qualità migliorative per il consumatore finale. In pratica, l’innovazione rappresentata dalle

commodities geneticamente modificate venne innanzitutto utilizzata per

abbattere i costi di produzione, in linea con quanto avviene per la maggior parte delle nuove tecnologie nelle economie capitaliste in regime di libero mercato.

I prodotti che riscossero maggior successo furono - e sono ancor oggi - il mais ed il cotone Bt, in grado di secernere una tossina che aggredisce alcuni parassiti, e soprattutto il mais e la soia Roundup Ready, sviluppati dalla Monsanto, capaci di resistere all’aggressivo erbicida glifosato, commercializzato - sempre dalla Monsanto - con il nome di Roundup. L’impiego di tali varietà permette, a fronte di un prezzo maggiore dei semi, di ridurre il lavoro necessario per tenere “pulito” il campo e garantisce una riduzione dei costi per le coltivazioni di media e grande estensione, predominanti negli Stati Uniti.

E’ sufficiente dare uno sguardo ai dati statistici pubblicati e periodicamente aggiornati dall’Economic Research Service del Department of Agriculture79 per rendersi conto di come la coltivazione di numerose

commodities agricole, negli Stati Uniti, sia ormai da molti anni

monopolizzata dalle varietà transgeniche: l’utilizzo delle piante geneticamente modificate – in particolare di mais, soia e cotone – registrò un rapido sviluppo fra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000, con un

77 Con l’eccezione della soia, la cui coltivazione presenta oggettive difficoltà dovute alla

fragilità delle varietà “tradizionali”.

78

Sul rapporto fra coltivazioni OGM e pesticidi, si consiglia la lettura del seguente articolo, che mostra come ad una iniziale riduzione nell’uso della chimica sia seguito un incremento nella quantità di pesticidi dovuta allo sviluppo di resistenze da parte dei parassiti: Charles M. Benbrook, “Impacts of genetically engineered crops on pesticide use in the U.S. -- the first sixteen years”, Environmental Sciences Europe, 2012. Consultabile all’indirizzo https://link.springer.com/article/10.1186/2190-4715-24-24

79

Economic Research Service dell’USDA https://www.ers.usda.gov/data- products/adoption-of-genetically-engineered-crops-in-the-us/recent-trends-in-ge- adoption.aspx

37 incremento pressoché ininterrotto e costante degli acri coltivati a OGM; questo trend proseguì fino all’ultimo lustro, quando si ebbe una lieve flessione e poi un assestamento. Oggi, sul totale degli appezzamenti seminati a mais, quelli OGM rappresentano quasi il 90%, e percentuali simili si registrano per la soia ed il cotone.

Il granturco, che in una vasta area geografica nel cuore degli Stati Uniti – la cosiddetta corn belt – domina il paesaggio a perdita d’occhio, è un ingrediente pressoché onnipresente, fondamentale nella preparazione di gran parte degli alimenti elaborati venduti nel Paese. Così, dal momento che le varietà di mais modificate geneticamente costituiscono la quasi totalità della produzione nazionale, esse sono presenti – sotto forme diverse, a seconda del processo di trasformazione - in molti dei cibi consumati ogni giorno dall’americano medio.

Per lungo tempo, la preponderanza degli OGM in alcuni settori agricoli e la loro massiccia presenza negli alimenti non destò preoccupazioni né suscitò dibattiti presso l’opinione pubblica.80 Si tenga presente la peculiarità del contesto culturale americano dell’epoca: se oggi il mangiare sano e la cucina casalinga sono diventati parte della cultura di massa - quasi una moda, verrebbe da dire a giudicare dall’invasione della programmazione tv da parte dei programmi di cucina -, fino a pochi anni fa gli alimenti lavorati a basso e bassissimo costo, spesso preparati nei fast food, rappresentavano la base della dieta quotidiana degli statunitensi. Peraltro, gli effetti a lungo termine di questo regime alimentare sono facilmente riconoscibili sulla popolazione e ben documentati in numerosi studi.81

80

Del disinteresse dei consumatori americani rispetto al tema degli OGM negli alimenti si occupano non solo testi a carattere divulgativo o sociologico, ma anche articoli giuridici. Si veda, ad esempio: Maria Lee-Muramoto, “Reforming the 'Uncoordinated' Framework for Regulation of Biotechnology”, Drake Journal of Agricultural Law, 2012, in particolare, a p.43 (cit.).

81

Katherine M. Flegal; Margaret D. Carroll; Brian K. Kit; Cynthia L. Ogden, “Prevalence of obesity and trends in the distribution of body mass index among US adults, 1999-2010”, JAMA: The Journal of the American Medical Association, 2012, pp.491-497.

38 Se la diffusa mancanza di attenzione verso i temi dell’alimentazione può in parte spiegare l’assenza di un dibattito relativo ai cibi GM, tale disinteresse trovava un importante riscontro anche nella linea politica adottata sin dagli anni ’80 dalle istituzioni pubbliche, fedeli all’idea secondo cui gli organismi transgenici sono assolutamente assimilabili a quelli tradizionali.82 In aggiunta a ciò, e alle rassicurazioni fornite dalla scienza circa la salubrità dei prodotti GM, è probabile che l’opinione pubblica non si preoccupasse di quello che oggi viene definito frankenfood semplicemente perché i media non affrontavano l’argomento, evitando così di creare allarmismi. Tutto ciò risultava in stridente contrasto con la percezione che dello stesso tema si aveva in Europa, dove la crisi della mucca pazza aveva fortemente scosso la fiducia dei cittadini nella genuinità dei cibi in commercio e nell’affidabilità delle istituzioni di controllo.83

In relazione a questa intesa di vedute che lega autorità pubblica statunitense, comunità scientifica, sistema mediatico e aziende agroindustriali, può risultare interessante richiamare alcune considerazioni svolte dall’epistemologo ed ex trader Nassim Nicholas Taleb, conosciuto soprattutto per il saggio The black swan.

E’ piuttosto nota la critica principale mossa da Taleb contro l’impiego massiccio degli organismi modificati geneticamente in ambito agricolo e contro la loro presenza negli alimenti: egli sostiene che, esistendo la remota possibilità che essi producano degli effetti imprevedibili e disastrosi su scala globale – in gergo finanziario si parla di tail effects -,

82

Cfr. il primo capitolo per un approfondimento sulla policy in materia di OGM adottata dal governo degli Stati Uniti a partire dall’emanazione del Coordinated Framework e sul principio di equivalenza sostanziale.

83

Sulle differenze culturali e normative fra USA ed UE in materia di alimenti geneticamente modificati – con particolare riferimento agli anni anni ’90 - vedasi: David Vogel, “Ships passing in the night: the changing politics of risk regulation in Europe and the United States”, Working paper 2001/16, Robert Schuman Centre for Advanced Studies, 2001.

39 l’unica scelta politica razionale sia quella di vietare l’applicazione delle tecnologie di modificazione genetica al settore delle commodities.84

Ma il punto condivisibile sollevato da Taleb non è questo: una catastrofe mondiale provocata dagli OGM ad uso alimentare, infatti, oggi appare implausibile dato il livello di conoscenze recentemente raggiunto grazie alla mappatura del genoma di numerosi organismi. La conoscenza del codice genetico oggi è talmente dettagliata da rendere possibile la realizzazione di importanti trasformazioni fenotipiche negli esseri viventi anche con ridottissimi interventi sul DNA, talvolta attraverso la semplice eliminazione di un locus genico o, addirittura, di una singola coppia di basi. Se si volesse ipotizzare uno scenario apocalittico causato dagli OGM nel futuro prossimo, probabilmente non si dovrebbe puntare l’indice contro le nuove varietà di piante destinate al commercio, ma semmai bisognerebbe tenere sotto controllo la possibilità dischiusa dal genome editing di modificare virus e batteri con notevole precisione, senza il bisogno di grandi apparati di ricerca ed in tempi brevi.85

Anche se è difficile credere che una grande carestia, uno sconvolgimento ecosistemico globale o il dispiegarsi di effetti negativi sulla salute di massa possano derivare dagli OGM utilizzati in ambito alimentare, un interessante tema ricorrente nei saggi di Taleb è il paragone fra il contesto di omogeneità ideologica per cui il concetto di OGM viene automaticamente associato all’idea di progresso e scienza – e, per converso, qualunque dubbio o obiezione vengono considerati antiscientifici - e l’omogeneità ideologica che, fino alla grande crisi

84

Tali considerazioni vengono elaborate in chiave matematica utilizzando il metodo di calcolo del rischio impiegato dagli analisti finanziari, ad esempio, in: Nassim Nicholas Taleb; Rupert Read; Raphael Douady; Joseph Norman; Yaneer Bar-Yam, “The Precautionary Principle (with Application to the Genetic Modification of Organisms)”, Extreme Risk Initiative - NYU School Of Engineering Working Paper Series, 2014.

85 Basti vedere il gran numero di nuovi OGM che ogni mese vengono realizzati attraverso

le tecniche di gene editing, una cosa impensabile fino a 3-4 anni fa, soprattutto tenendo conto del fatto che ad essere oggetto delle modifiche sono spesso organismi complessi quali piante ed animali, non semplici virus e batteri.

40 finanziaria del 2008, portava le istituzioni politiche, ma anche l’accademia, a riporre una fiducia totale nella stabilità dei mercati finanziari e nella validità dei metodi di analisi dei rischi adottati dalle grandi banche d’affari.86

Questa analogia, oltre a suggerire diverse riflessioni di carattere generale,87 può costituire un’utile chiave interpretativa che consente di inquadrare la recente scoperta del problema “OGM a tavola” da parte degli statunitensi in un fenomeno più ampio di crollo della fiducia nel mercato e nel governoiniziato con il crack delle borse del 2008 ed acuitosi negli ultimi anni.88

Il crescente sospetto nei confronti dell’autorità e del potere economico fece sì che gli americani iniziassero a guardare anche agli organismi geneticamente modificati con occhi nuovi. Tuttavia, nonostante il senso di diffidenza verso gli organi di controllo ed il rifiuto di un’agricoltura e di un mercato alimentare in mano a poche grandi aziende fossero divenuti maggioritari in tutto il Paese - come testimoniato da numerosi sondaggi di

86

Tale argomentazione viene esposta, in maniera concisa, anche in un articolo di giornale: Mark Spitznagel; Nassim Nicholas Taleb, “Another ‘Too Big to Fail’ System in G.M.O.s”, New York Times, 13 luglio 2015.

87 Ad esempio, si può riflettere sul fatto che in entrambi i casi la comunanza di vedute può

trovare una parziale spiegazione nella cooptazione dell’accademia e delle istituzioni politiche da parte degli interessi economici, attuata, ad esempio, con lo strumento delle donazioni alle università e alle fondazioni politiche, con i contributi elettorali, con le cattedre ed i centri di ricerca universitari finanziati e diretti dal settore privato, con un sistema di porte girevoli molto permissivo.

88

Il peggioramento delle condizioni economiche unito alla perdita del monopolio sull’informazione da parte dei mass media provocarono, o contribuirono a provocare, uno scollamento fra le convinzioni della popolazione e la “narrazione ufficiale”, televisiva, che per decenni, in assenza di corpi intermedi, aveva monoliticamente rappresentato la realtà sociale, imponendo convinzioni e stili di vita. Lo sgretolamento della fede nell’american dream e la diffusione degli strumenti di comunicazione digitale – che, negli anni, sono divenuti un mezzo attraverso cui la società, lentamente, ha iniziato a ricostruire un’immagine di sé, in maniera confusa, ma autonoma rispetto ai modelli imposti dall’alto dalla televisione commerciale - hanno trovato uno specchio politico nell’emersione dei cosiddetti populismi. In questo senso, il 2016 ha rappresentato un anno di svolta, segnato dal successo alle primarie democratiche e repubblicane di candidati agli antipodi quali Sanders - battuto dalla Clinton, ma comunque protagonista di un grande exploit - e Trump, accomunati (solamente) dal senso di rottura con l’élite e da promesse elettorali favorevoli agli interessi della working class come non se ne vedevano da molti anni nella politica americana.

41 opinione89- questo nuovo orientamento riuscì a trovare uno sbocco politico solamente in alcuni Stati a maggioranza democratica, e talvolta caratterizzati da una radicata tradizione progressista. Non è casuale che sul territorio di tali Stati avessero già un certo peso economico modelli agricoli alternativi a quello industriale, e che le economie locali non dipendessero dal granturco o da altre commodities solitamente GM, come soia e cotone.

A tal riguardo, anticipando ciò che verrà esposto nel seguito del capitolo, non si può non sottolineare come gli unici Stati che effettivamente riuscirono a introdurre normative che prevedessero un obbligo di etichettatura degli alimenti contenenti OGM furono il Connecticut, il Maine ed il Vermont, tutti collocati nella regione del New England, compresa fra New York ed il Canada. Il Vermont, in particolare, è l’unico Stato in tutti gli USA in cui una legge sul mandatory labeling dei cibi modificati geneticamente divenne efficace, se pur per breve tempo, nonostante la furibonda opposizione delle lobby economiche dell’argrotech e dell’industria alimentare. E proprio in questo piccolo Stato, da decenni, viene eletto - per la carica di deputato, prima, e di senatore, più recentemente - Bernie Sanders, l’unico politico socialdemocratico a Washington, ed il primo parlamentare che, dai tempi del maccartismo, si autodefinisca “socialista”.

2.1.2. Iniziative legislative a livello locale e statale; promulgazione di