3. I congedi in Francia
4.2 Dimensione 2: Durata del congedo
La durata costituisce una delle dimensioni più studiate nell‟ambito dell'analisi della regolazione dei congedi (Ruhm e Teague 1997, Ruhm 1998, Gornick Meyer e Ross 1997, Plantenga Remery Siegel Sementini 2008, Ciccia Verloo 2011, Klerman Leibowitz 1999, Zajczyk Ruspini 2008), specialmente in relazione al potenziale impatto sulle possibilità di rientro al lavoro delle madri (Ruhm e Teague 1997, Ruhm 1998).
I risultati mostrano che, in genere, congedi brevi (3 mesi) hanno effetti positivi sull'impiego delle madri favorendone la permanenza all'interno del mercato del lavoro (Ruhm 1998, Gornick, Meyer e Ross 1997); congedi più lunghi continuano ad avere effetti positivi sul tasso di occupazione ma sono correlati anche alla diminuzione dello stipendio percepito (Ruhm 1998, Gruber 1994), al demansionamento (Samek Lodovici Semenza 2009) e alla diminuzione complessiva della qualità del lavoro. La posticipazione del rientro, infine, si può tradurre anche in maggiori difficoltà nel reingresso o addirittura in pressioni da parte del datore di lavoro che spingono al licenziamento (Ponzellini 2009, Samek Lodovici Semenza 2009).
Congedi lunghi (ad esempio fino al compimento del primo anno di vita del bambino), tuttavia, hanno l‟effetto di consentire l‟accudimento in prima persona del nuovo nato da parte del genitore che decide di usufruire del congedo; questa familizzazione dell‟attività di cura durante i primi mesi di vita, oltre a poter essere
appagante in quanto frutto di una libera scelta dettata da un certo orientamento valoriale, è stata considerata positivamente anche da un punto di vista scientifico. Secondo alcuni studi (Unicef 2008, National Research Council 2001) l‟utilizzo di servizi di childcare da parte di bambini di età inferiore ai 12 mesi può avere effetti negativi sullo sviluppo cognitivo del piccolo, giungendo a comportare in alcuni casi addirittura problemi comportamentali.
“Alla luce dei progressi delle neuroscienze e delle recenti esperienze sembrerebbe che gli interessi dei bambini piccoli siano meglio serviti da politiche che consentano ad almeno uno dei due genitori di accudire il bambino durante i primi 12 mesi di vita” (Unicef 2008 – pag. 15).
La dimensione della durata, per quanto di primo piano, non deve essere considerata la più significativa ai fini dell'analisi dell'intero dispositivo; lo studio della sola lunghezza del congedo può condurre a forti errori di sovrastima nel momento in cui non si considera anche l'indennità erogata. È tuttavia necessario ricordare che la sola lettura della durata rapportata all'indennità erogata non è in grado di rendere conto di quell'insieme di situazioni in cui vengono offerti lunghi periodi di congedo parentale con bassa remunerazione e nelle quali, pertanto, la scelta di usufruire della misura per l'intera durata del periodo concesso può essere dettata da una forte scelta ideologica o da un mercato del lavoro particolarmente ostico per le madri.
Per quanto concerne i nostri modelli, gli orientamenti in relazione alla seconda dimensione sono i seguenti.
Modello 1 - Approccio della condivisione e dell’equità di genere
Secondo il primo idealtipo, tutti i congedi dovrebbero essere piuttosto lunghi; al fine di evitare un‟esclusione dal mercato del lavoro, tuttavia, una durata elevata dovrebbe riuscire ad accompagnarsi sempre ad un buon livello di flessibilità e modulabilità del congedo.
Modello 2 - Approccio occupazionale
Il secondo modello, ponendosi come obiettivo principale la promozione della partecipazione al mercato del lavoro, è favorevole alla presenza di congedi di breve durata. Gli studi citati nell'introduzione alla dimensione di analisi hanno mostrato come lunghi congedi abbiano un impatto profondamente sfavorevole per quanto concerne il reinserimento all'interno del contesto lavorativo.
Modello 3 - Approccio della tutela dei bambini
Il terzo idealtipo si mostra favorevole a congedi di durata non inferiore all'anno. Quest'età è stata indicata dai pedagogisti (OECD 2001, 2004, 2006) come soglia minima da non anticipare per quanto concerne l‟ingresso del bambino ai servizi di
cura al fine di uno sviluppo cognitivo ottimale. Congedi di maternità e congedi parentali dovrebbero quindi prevedere una durata tale da consentire alla madre di astenersi dal lavoro almeno per questo periodo; se tale indicazione comporta un apprezzamento per i congedi di maternità piuttosto lunghi, dal punto di vista dei congedi parentali non è necessario che questi siano molto estesi. Il congedo di paternità ha, in genere, una durata molto limitata e quindi non si qualifica come lo strumento più opportuno ai fini del perseguimento di questa finalità, anche se è stato dimostrato che i bambini possono beneficiare di un coinvolgimento attivo dei padri nelle attività di cura.
Modello 4 - Approccio del sostegno alla cura famigliare
Congedi lunghi permettono di attivare, ai fini del soddisfacimento dei bisogni di cura, le risorse che secondo l‟idealtipo sono naturalmente presenti all'interno delle famiglie. L‟apprezzamento per una suddivisione tradizionale dei carichi di lavoro tra i generi, tuttavia, fa sì che questo modello non valuti positivamente congedi di paternità lunghi.
Indicatore di riferimento
Al fine dell'analisi della durata dei congedi verrà presa in considerazione l'estensione temporale in settimane, che costituisce l'indicatore più semplice ed immediatamente comprensibile.
La durata dei congedi tende a variare molto tra i vari Paesi europei; tale variabilità, tuttavia, è molto più ridotta per quanto riguarda i congedi di maternità e più pronunciata per i congedi parentali. Questa differenza tra i due tipi di strumenti può essere ricondotta al fatto che il primo congedo è obbligatorio mentre il secondo è opzionale e il suo uso è legato a vincoli e preferenze dei genitori. L'indicatore pertanto dovrà essere calibrato in modo differente a seconda del fatto che venga analizzato il congedo di maternità, il congedo parentale o il congedo di paternità.
Per quanto concerne il congedo di maternità, il valore più elevato riscontrato a livello europeo è fatto registrare dalla Repubblica Ceca con 28 settimane (Plantenga Remery Siegel Sementini 2008). Questo parametro, quindi, è stato settato come il valore in relazione al quale lo strumento è fully in. La durata minore riscontrata, invece, è fatta registrare dal congedo di maternità svedese di 12 settimane, valore che corrisponde al vecchio standard minimo fissato dall'Unione Europea; il fully out è quindi stato regolato sulla base di questo dato. Il punto di cross over è fissato in corrispondenza della fascia compresa tra le 20 settimane, valore che è stato recentemente indicato come il nuovo standard
minimo dall‟Unione Europea, e le 18 settimane che corrispondono all‟attuale media dei Paesi europei. (Plantenga Remery Siegel Sementini 2008) (Tabella 22).
Tabella 22 – Corrispondenza tra valori rilevati dall’indicatore e punteggio fuzzy – Congedo di maternità
Valore di riferimento Punteggio attribuibile
Fully in ≥28 1
Mostly but not fully in 25 – 27 0,75 – 0,99
More or less in 21 - 24 0,51 – 0,74
Cross over 18 – 20 0,50
More o less out 15 – 17 0,025 – 0,49
Mostly but not fully out 13 - 14 0,01 -0,24
Fully out ≤12 0
I congedi parentali mostrano una maggiore variabilità rispetto ai congedi di maternità; i più lunghi in Europa superano le 140 settimane e sono presenti in diverse nazioni: Germania, Estonia, Spagna, Francia, Ungheria (Plantenga Remery Siegel Sementini 2008). I congedi più brevi, invece, durano 13 settimane - a fronte di uno standard minimo fissato dall'Unione Europea di 12 settimane - e sono presenti solo in Olanda e a Cipro. Ancora una volta si è deciso di utilizzare come ancore i parametri fatti registrare a livello europeo; il valore fully in è stato settato in corrispondenza a congedi di durata superiore alle 144 settimane mentre il fully out per durate inferiori a 13 settimane. Il cross over point corrisponde alla fascia 64-90 settimane (Tabella 23).
Tabella 23 – Corrispondenza tra valori rilevati dall’indicatore e punteggio fuzzy – Congedo parentale
Valore di riferimento Punteggio attribuibile
Fully in ≥140 1
Mostly but not fully in 118 – 139 0,75 – 0,99
More or less in 91 – 117 0,51 – 0,74
Cross over 64 – 90 0,50
More o less out 37 – 63 0,25 – 0,49
Mostly but not fully out 14 – 36 0,01 -0,24
Fully out ≤13 0
Per quanto concerne il congedo di paternità, tra i Paesi che presentano la maggiore durata ci sono Finlandia e Portogallo, nei quali questo raggiunge o supera i 18 giorni.
Il fully in è stato quindi attribuito in caso di durata pari o superiore ai 20 giorni; il
fully out si ha in assenza di congedo (durata uguale a zero) mentre il cross over point è stato fissato in corrispondenza della fascia compresa tra 10 e 12 giorni
(Tabella 24).
Tabella 24 – Corrispondenza tra valori rilevati dall’indicatore e punteggio fuzzy – Congedo di paternità
Valore di riferimento Punteggio attribuibile
Fully in ≥20 1
Mostly but not fully in 16 – 19 0,75 – 0,99
More or less in 13 – 15 0,51 – 0,74
Cross over 10 – 12 0,50
More o less fully out 5 – 9 0,025 – 0,49 Mostly but not fully out 1 – 4 0,01 -0,24
Fully out 0 0
L‟orientamento dei modelli idealtipici è infine così definito (Tabella 25).
Tabella 25 – Orientamento dei modelli Modello Strumento Segno Modello 1 Congedo di maternità + Congedo parentale + Congedo di paternità + Modello 2 Congedo di maternità - Congedo parentale - Congedo di paternità - Modello 3 Congedo di maternità + Congedo parentale - Congedo di paternità + Modello 4 Congedo di maternità + Congedo parentale + Congedo di paternità -