4. Le dimensioni di analisi
4.4 Dimensione 4: Qualità
La dimensione della qualità è una dimensione composita e include diversi aspetti relativi ai servizi educativi: l'attenzione può essere focalizzata sulle figure degli educatori oppure sul rapporto tra bambini e personale educativo, sulle attività svolte e sull'approccio pedagogico adottato, sulla presenza di standard di servizio minimi, etc. Da questo ne discende che anche gli indicatori adottati sono stati vari: si va dal livello di istruzione e specializzazione degli educatori al loro grado di turn-over e al salario percepito, dall'ampiezza delle classi al rapporto numerico docente-bambini.
Alcuni studi (Unicef 2008) sostengono che l'elemento chiave ai fini della determinazione della qualità della cura per la prima infanzia consista nella capacità dell'educatore di instaurare una buona relazione con i bambini e di ricreare un ambiente per loro sicuro e stimolante. Si tratta di una dimensione difficile da misurare ma che può essere ricostruita attraverso l‟analisi di altri parametri inerenti alla preparazione degli educatori e alla dimensione della classe. Si ritiene che educatori con alti livelli di educazione e con specializzazioni ad hoc forniscano un'interazione più stimolante e di supporto per i bambini (Unicef 2008). Inoltre, la tenera età dei bambini coinvolti rende necessario un rapporto stretto con l'educatore, per cui determinante è il rapporto tra numero di insegnanti e di bambini (Fortunati, Moretti e Zelano 2011). Diversi studi, infatti mostrano come bambini molto piccoli non siano pronti per attività di gruppo ma che l'interazione all'interno di insiemi composti da pochi soggetti possa essere molto più stimolante, anche fino ai quattro o cinque anni (Unicef 2008).
I servizi per la prima infanzia, se di un adeguato livello qualitativo, sono strumenti efficaci nello stimolare capacità e talenti indipendentemente dal background famigliare, spianando così la strada della mobilità sociale (Esping-Andersen 2003). L‟impatto positivo dei servizi qualitativamente adeguati è stato studiato sia a livello micro, ovvero in relazione ai percorsi di sviluppo dei singoli bambini, sia a livello macro, in riferimento al sistema economico nel suo complesso.
Per quanto concerne il primo filone di ricerca, la frequenza di un asilo nido di buona qualità ha effetti positivi su capacità cognitive, non cognitive e comportamentali. A livello italiano si segnalano in particolare due ricerche (Del
Boca e Pasqua 2010, Brilli, Del Boca e Pronzato 2011) che hanno evidenziato l‟effetto positivo dei servizi per l‟infanzia sulle performance scolastiche nel breve e nel medio periodo.
Anche l'OCSE ha mostrato grande interesse nei confronti del childcare proponendo dal 2001 una serie di report aventi come tema i servizi per la prima infanzia; l'importanza del childcare costituisce un tema centrale di questi volumi, i quali evidenziamo come i bambini che usufruiscono di questo tipo di servizi hanno sviluppato migliori capacità cognitive, una stima più alta e migliore abilità sociale.
Per quanto concerne, invece, le indagini a livello macro è stato mostrato che la creazione di buoni servizi ha forti ritorni in termini di maggiore occupazione, crescita economica e minori spese sociali (Ferrera, 2008).
Gli orientamenti dei modelli in relazione alla dimensione della qualità sono i seguenti.
Modello 1 - Approccio della condivisione e dell’equità di genere
Questo paradigma non pone come centrale la questione della qualità dei servizi; tuttavia un'alta qualità (in termini di standard minimi richiesti) può essere interpretata come un segno dell'impegno pubblico a supporto istituzionale dei genitori e quindi come un incentivo al lavoro delle madri (Szelewa e Polakowski 2008).
Modello 2 – Approccio occupazionale
La dimensione qualitativa del servizio, pur non costituendo uno dei maggiori punti di interesse del modello, può intercettarne gli assunti valoriali da due punti di vista. In primo luogo, servizi di buona qualità possono avere una ripercussione positiva sul lavoro delle donne favorendone la permanenza sul mercato del lavoro. In secondo luogo, nel momento in cui i servizi di cura risultano essere a forte appannaggio femminile, riproducendo quindi di fatto una visione tradizionale dei compiti di genere, la richiesta di una qualificazione bassa può rimandare ad un problema di segregazione lavorativa verticale e orizzontale. Le donne risulterebbero indotte ancora una volta a lavorare in settori tradizionalmente ad appannaggio femminile ricoprendo ruoli a bassa qualificazione e a bassa remunerazione. E‟ pertanto importante che i servizi presentino alti standard qualitativi anche in funzione delle ripercussioni che possono avere sull‟occupazione femminile.
Modello 3 - Approccio della tutela dei bambini
Una scarsa qualità dei servizi per la prima infanzia potrebbe determinarne ricadute negative e minarne alla base il potenziale emancipatorio per i bambini provenienti dalle classi più svantaggiate.
Modello 4 - Approccio del sostegno alla cura famigliare
Il quarto modello non costituisce un idealtipo avverso alla qualità in senso assoluto ma non gradisce una regolamentazione troppo stringente. Standard qualitativi troppo elevati, infatti, potrebbero costituire un ostacolo alla diffusione ed alla sopravvivenza di unità d'offerta piccole o di natura famigliare, che il quarto idealtipo identifica come forma di servizio di cura privilegiata.
Indicatore di riferimento
Sulla base degli elementi emersi dall‟analisi della letteratura, questa dimensione analitica utilizzerà due indicatori principali:
il rapporto tra numero di insegnanti e bambini;
il livello di istruzione richiesto agli operatori.
Per quanto concerne il primo indicatore, si prenderà in considerazione il valore massimo consentito per legge del numero di bambini per educatore. In quasi tutti i Paesi europei, infatti, il settore della cura all‟infanzia è regolato a livello pubblico e sono posti, quindi, parametri da soddisfare atti a garantire la presenza di standard qualitativi minimi; le autorità locali possono intervenire al fine di inasprire i parametri settati a livello nazionale o regionale.
Il punteggio più elevato viene assegnato in corrispondenza di un rapporto 1:5 (o inferiore) mentre il punteggio più basso è assegnato quando è presente un rapporto 1:12 (o superiore), valore sconsigliabile da superare secondo le raccomandazioni dell'Unione Europea (Szelewa e Polakowski 2008) (Tabella 12).
Tabella 12 – Indicatore “Ratio operatore/bambini” 1:12 o superiore 1 punto 1:11 2 punti 1:10 3 punti 1:9 4 punti 1:8 5 punti 1:7 6 punti 1:6 7 punti 1:5 o inferiore 8 punti Min 1 – Max 8
Per quanto concerne il secondo indicatore, si è voluto procedere creando un indice ad hoc per la misurazione del titolo di studio minimo necessario per legge ai fini dell‟esercizio della professione richiesta nelle strutture analizzate. I punteggi attribuiti ai vari gradi di istruzione sono riportati in Tabella 13.
Ricordiamo tuttavia che anche la formazione rivolta agli insegnanti svolta nel corso dell'esercizio della professione può avere un impatto importante sulla professionalità di questi. Le strutture pubbliche italiane, ad esempio, vedono gli insegnanti impegnati in un minimo di 200 ore annue di gestione sociale, di cui 70/80 ore dedicate alla formazione. Le strutture accreditate gestite dalle cooperative prevedono per bando 60/70 ore. I privati sono liberi di gestire la formazione come preferiscono dato un obbligo di 20 ore per legge.
Tabella 13 –Indicatore “Titolo di studio” Corso formazione di durata inferiore ai due anni 1 punti Corso di formazione di durata biennale o
superiore
2 punti
Diploma 3 punti
Diploma in materia pedagogica o affine 4 punti
Laurea 5 punti
Laurea in materia pedagogica o affine 6 punti Min 1 - Max 6
I punteggi ottenuti in entrambi gli indicatori saranno poi sommati al fine di ottenere un indice di qualità complessiva del servizio. Un servizio sarà considerato fully in nel momento in cui farà registrare un punteggio pari a 14 e
Tabella 14 – Calibrazione dell’indice
Valore di riferimento Punteggio attribuibile
Fully In 14 1
Mostly but not fully in 12-13 0,75 – 0,99
More or less in 9-11 0,51 – 0,74
Cross over 8 0,50
More or less out 5-7 0,25 – 0,49
Mostly but not fully out 3-4 0,01 -0,24
Fully Out 2 0
All‟interno della Tabella 15 sono riportati gli orientamenti dei modelli.
Tabella 15 - Schema riassuntivo delle declinazioni idealtipiche
Modello 1 +
Modello 2 +
Modello 3 +
Modello 4 -
Le quattro dimensioni analizzate danno luogo a 16 possibili combinazioni; di queste, quattro ne sono state identificate in sede teorica come rilevanti. La Tabella 16 illustra le combinazioni di interesse teorico, derivanti dalla declinazione degli idealtipi.
Tabella 16 – Truth Table
Disponibilità Accessibilità Fruibilità Qualità
Modello 1 + + - +
Modello 2 + + + +
Modello 3 + - - +