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2. Una nuova famiglia

2.1 Matrimoni e modelli famigliari

La famiglia costituisce un corpo sociale in continua evoluzione, che negli ultimi decenni ha mutato composizione, confini, ruoli ed equilibri interni. Rispetto alla formulazione “più classica” del nucleo famigliare, quella nucleare coniugale

salariata, è possibile individuare due tendenze principali, la prima volta alla riduzione, per cui è presente un minor numero di famiglie all'interno delle quali

sono rintracciabili più generazioni, e la seconda volta alla diversificazione, per cui vi è un aumento del numero di famiglie “atipiche” quali nuclei unipersonali, famiglie monoparentali, famiglie ricostituite, convivenze more uxorio, etc. Tali dinamiche conoscono intensità e modalità di declinazione diversificate all‟interno del contesto europeo.

In primo luogo, i dati Eu Silc ci forniscono qualche indicazione in merito alla distribuzione dei vari tipi di famiglie in Europa (Eu Silc 2012).

Le famiglie unipersonali sono più presenti nei Paesi del nord europa, caratterizzati da tassi di divorzio elevati; questo fenomeno è più accentuato per quanto concerne gli adulti di età sotto i 65 anni, mentre quando si passa agli over 65 le differenze si fanno nettamente più contenute.

Le famiglie monoparentali sono poco diffuse nel sud Europa e nell'Europa dell'est mentre, pur costituendo una minoranza più o meno in tutta Europa, sono più comuni in Irlanda, in Francia e nel Regno Unito, così come nei Paesi del Nord. Queste famiglie prevedono in genere che il capofamiglia sia una donna e ciò per tre ragioni principali: sia perché, da un lato, è maggiore la probabilità che le donne rimangano vedove, sia perché in caso di divorzio o separazione i figli sono solitamente affidati alla madre. Infine, in situazioni esterne rispetto al matrimonio, i figli sono quasi sempre riconosciuti dalla madre, mentre tale evidenza non è riscontrabile anche dal padre. Il progressivo diffondersi di famiglie unipersonali e monoparentali ha comportato, per gli individui non direttamente impegnati sul mercato del lavoro, la diminuzione della sicurezza sul piano economico e la diffusione di fenomeni di isolamento e di emarginazione sul piano sociale. Per i nuclei monoparentali, in particolare, è significativo il rischio di povertà.

Per quanto concerne le famiglie numerose (ovvero con tre o più adulti), i tassi più elevati si registrano nei Paesi del sud e dell'est Europa; in queste stesse realtà è riscontrabile anche la presenza di una quota consistente – per quanto minoritaria – di famiglie in cui sono presenti figli con età superiore ai 18 anni.

Per quanto concerne i tipi di famiglia, l'Italia fa registrare valori in linea con gli altri Paesi appartenenti all'area del sud dell'Europa; tuttavia, l'Italia costituisce un contesto in realtà molto frammentato all‟interno e con forti differenziazioni da un punto di vista geografico, nel quale per le regioni del Nord è possibile osservare valori che maggiormente si avvicinano alla media europea.

Ad oggi, le coppie con figli continuano a rappresentare il tipo di famiglia maggiormente diffuso in Italia ma anche nella ripartizione Nord ovest e in Lombardia (Figura 1). Milano costituisce una realtà che si distacca fortemente sia dai valori nazionali sia da quelli regionali; il numero di famiglie unipersonali è nettamente più elevato, mentre la proporzione di coppie con figli è molto più ridotta. È interessante notare che il 38,7% delle famiglie unipersonali milanesi è costituito da persone over 65. Anche il numero di coppie senza figli e famiglie monogenitoriali è più basso rispetto alla regione, alla ripartizione territoriale di appartenenza e allo Stato complessivo.

L'affermarsi delle famiglie unipersonali come modello famigliare dominante nell'area milanese costituisce un fenomeno in atto da diversi anni e in continuo incremento (Figura 2); al contempo, mentre è possibile osservare una sostanziale stabilità per quanto concerne le coppie conviventi (con o senza figli), le coppie sposate tendono a diminuire. Le famiglie monogenitoriali, infine, presentano un lieve incremento negli ultimi anni.

Per quanto concerne la Francia è possibile osservare, a livello di distribuzione dei tipi di famiglia, una maggiore omogeneità rispetto all'Italia. Le maggiori

differenze sono riscontrabili a livello di numero di persone sole - maggiormente presenti nella fascia sud dello Stato e nella zona più orientale, con l'aggiunta dell‟Île-de-France - e nel numero di coppie con figli, maggiormente presenti nell'area nord occidentale (Insee 2012).

Figura 1- Tipo di nucleo famigliare, Milano, Lombardia, Nord-ovest italiano e Italia (media 2010-2011) (numero di famiglie ogni 100 nuclei famigliari della stessa zona, v.a.)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Istat e Comune di Milano* (2012)

Figura 2 – Tipo di nucleo famigliare, Milano

(2007-2011) (numero di famiglie ogni 100 nuclei famigliari della stessa zona, v.a.)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Comune di Milano (2012)

45,6 23,6 18,9 11,9 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Persone sole Coppie con figli Coppie senza figli Monogenitore

Milano* Lombardia Nord-ovest Italia 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 2007 2008 2009 2010 2011 Coppia convivente con figli Coppia convivente senza figli Coppia sposata con figli

Coppia sposata senza figli

Monogenitore Persone sole

Analogamente a Milano, anche Lione fa registrare valori che si discostano in modo significativo sia dal proprio dipartimento, sia dalla regione, sia dalla Francia metropolitana. Il numero di persone sole appare più elevato nella città di Lione mentre il numero di coppie (con o senza figli) è proporzionalmente inferiore; i nuclei monogenitoriali, infine, sono leggermente meno presenti rispetto alle restanti ripartizioni territoriali considerate ma presentano valori analoghi (Figura 3).

Figura 3 - Tipo di nucleo famigliare, Lione, Rhone, Rhone-Alpes e Francia (media 2012) (numero di famiglie ogni 100 nuclei famigliari della stessa zona, v.a.)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Insee (2012)

Negli ultimi 10 anni, nella sola città di Lione, è stato possibile osservare un leggero incremento della percentuale di persone sole a fronte di un modesto decremento del numero di coppie con figli (Figura 4). Le coppie senza figli si mantengono costanti, così come i nuclei monogenitoriali.

Un ulteriore elemento di approfondimento, nell‟ambito dell'analisi dei tipi di famiglie, può essere costituito dal numero di figli presenti all'interno delle coppie coniugate o conviventi. In Francia, il numero di famiglie con un solo figlio rimane proporzionalmente superiore rispetto agli altri tipi ma è significativamente inferiore rispetto all‟Italia e alla stessa media europea. L‟Italia, al contrario, si distingue per l‟elevato numero di figli unici (Figura 5).

Le famiglie con due bambini sono presenti in misura equivalente in Italia e in Europa, mentre in Francia la percentuale è leggermente superiore. Valori particolarmente interessanti sono fatti registrare dalla Francia, infine, per quanto concerne le famiglie con tre bambini o con quattro o più; le percentuali francesi

48,1 20,5 18,2 7,7 5,6 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

Persone sole Coppie senza figli

Coppie con figli Monogenitore Altro

Francia Rhone- Alpes Rhone Lione

sono più alte sia di quelle italiane sia di quelle europee. L‟Italia, invece, presenta una percentuale più bassa di quella francese ed europea nel caso delle famiglie con tre bambini mentre le famiglie con quattro bambini o più sono pari a meno dell‟1%.

Figura 4 - Tipo di nucleo famigliare, Lione

(1999-2009) (numero di famiglie ogni 100 nuclei famigliari della stessa zona, v.a.)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Insee (2010)

Figura 5 - Famiglie con figli per numero di figli, Eu 27, Francia e Italia (2011) (%)

Fonte: elaborazioni proprie su dati EU SILC (2012)

0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 50,0 1999 2009 Persone sole Coppie senza figli Coppie con figli Monogenitore Altro 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0

1 bambino 2 bambini 3 bambini 4 bambini o più

EU (27 Stati) Francia Italia

Anche in questo caso è necessario osservare che in Italia vi è una grande variabilità tra le diverse aree del Paese; i figli unici sono maggiormente diffusi nelle regioni del Nord e del Centro mentre al Sud sono maggiormente diffusi i nuclei famigliari con almeno due figli. Quest'ultima tendenza, tuttavia, sta andando negli ultimi anni scomparendo e le regioni del mezzogiorno si stanno allineando sempre di più, quanto a comportamenti riproduttivi, al resto d'Italia. A commento dei dati, è interessante ricordare l‟indagine condotta in Italia da Istat nel 2005 su un campione di madri in seguito alla nascita del primo figlio in merito alla possibilità e al desiderio di avere altri figli (Del Boca 2009). A fronte di un desiderio ideale di avere altri bambini generalmente abbastanza diffuso, sono presenti forti riluttanze legate a problemi economici e professionali; se, infatti, sin da subito dopo la nascita del primo figlio si sono manifestate difficoltà a coniugare famiglia e lavoro, la propensione ad averne un secondo diminuirà sensibilmente (Del Boca 2009; Mencarini e Tanturri 2007; Rosina e Testa 2007). Inoltre, è interessante notare che il numero di madri che dichiara di rinunciare ad avere altri bambini per tali motivazioni cresce nel corso degli anni con il passare delle rilevazioni. Il tema della conciliazione sembra così tornare in primo piano come elemento cardine in grado di condizionare le scelte riproduttive e di vita delle madri.

Per concludere questa breve riflessione sui nuovi modelli di famiglia che si vanno affermando, è stato ritenuto di interesse presentare alcuni dati relativamente alle unioni matrimoniali. Per quanto concerne l'Italia, il decremento del numero dei matrimoni costituisce una tendenza costante negli ultimi trent'anni, vedendo passare la media da 7,7 matrimoni ogni 1.000 abitanti del 1971 a 4,9 nel 2000 sino a raggiungere i 3,4 nel 2011 (Istat 2011; Eurostat 2012). La Francia ha fatto registrare una tendenza simile, anche se con valori leggermente più elevati (3,6 matrimoni ogni 1.000 abitanti nel 2011); medie in Europa tra le più elevate sono invece fatte registrare da Germania e Svezia, rispettivamente 4,6 e 5 matrimoni ogni 1.000 abitanti nel 2011 (Figura 6).

L'età in cui viene contratto il matrimonio, dopo essersi abbassata per entrambi i generi nel periodo compreso tra il 1930 e il 1970 (Bertolini e Torrioni 2011), ha cominciato a crescere in Europa nel periodo successivo e il fenomeno è tuttora in corso (Eurostat 2012). Attualmente, la media europea - considerando entrambi i generi - si attesta intorno ai trent'anni; Italia e Francia (metropolitana) fanno registrare valori del tutto analoghi per quanto concerne sia lo sposo che la sposa (età media intorno ai 33 anni per lo sposo e poco superiore ai 30 per la sposa). Infine, parallelo al decremento dei matrimoni è l'incremento dei divorzi; la Figura 7 mostra come l'Italia costituisca tuttavia ancora uno dei Paesi con il minor numero di divorzi in Europa insieme all'Irlanda e ad alcuni Paesi dell'est a forte carattere cattolico. La Francia fa registrare valori moderatamente più elevati i

quali, tuttavia, si distanziano abbastanza da quanto rilevato nell'Europa del nord e centrale (Svezia, Germania, Svizzera e Belgio).

Figura 6 - Matrimoni ogni 1000 persone , Germania, Spagna, Francia, Italia e Svezia (2000 – 2010) (v.a.)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Eurostat (2012)

Figura 7 - Divorzi ogni 1000 abitanti in Europa (2010) (v.a.) Fonte: Eurostat (2011) 3 3,5 4 4,5 5 5,5 6 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Germania Spagna Francia Italia Svezia Non disponibile