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Le indagini precedentemente presentate hanno delineato un quadro all'insegna della crescente partecipazione delle donne all'interno del mercato del lavoro, anche se con tempi e intensità diverse all'interno del contesto europeo. Quale situazione si configura, invece, per quanto riguarda il lavoro non remunerato svolto fra le mura domestiche? Al forte mutamento avvenuto all'interno del mercato del lavoro ha fatto seguito un corrispondente cambiamento nella distribuzione dei compiti famigliari? Questo tema costituisce un aspetto di particolare rilevanza in quanto si collega a uno dei nodi principali in relazione ai quali possono intervenire le politiche di conciliazione, anche in considerazione del fatto che una configurazione famigliare segnata da una forte connotazione di genere nell'attribuzione del lavoro non retribuito diviene oggi particolarmente difficile da sostenere.

In termini generali, è possibile affermare che attualmente, in pressoché tutti i Paesi europei, le donne risultano ancora maggiormente impiegate nelle attività casalinghe e di cura; le differenze, anche in questo caso, tendono a variare molto da stato a stato sia sulla base dell'orientamento valoriale e culturale della popolazione, sia sulla base dei differenti regimi di welfare (Tabella 2).

Tabella 2 - Uso del tempo da parte di donne e uomini in età compresa tra 20 e 74 anni, ore e minuti al giorno, principali Paesi europei

(Anni vari)

Paesi Lavoro retribuito e

studio Lavoro famigliare Totale lavoro

Pasti e cura

personale Tempo libero

Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne Uomini Donne

Belgio 3.30 2.07 2.38 4.32 6.08 6.39 2.40 2.43 5.22 4.50 Germania 3.35 2.05 2.21 4.11 5.56 6.16 2.33 2.43 5.52 5.24 Spagna 4.39 2.26 1.37 4.55 6.16 7.21 2.35 2.33 5.17 4.29 Francia 4.03 2.31 2.22 4.30 6.25 7.01 3.01 3.02 4.46 4.08 Italia 4.26 2.06 1.35 5.20 6.01 7.26 2.59 2.53 5.08 4.08 Svezia 4.25 3.12 2.29 3.42 6.54 6.54 2.11 2.28 5.24 5.04 Regno Unito 4.18 2.33 2.18 4.15 6.36 6.48 2.04 2.16 5.32 5.04

Fonte: Eurostat, A statistical view of the life of women and men in the EU25 Rilevazioni realizzate tra il 1998 e il 2004

Emerge come elemento costante il fatto che la giornata lavorativa (composta dal lavoro famigliare e dal lavoro retribuito) sia più lunga per le donne piuttosto che per gli uomini; un'eccezione significativa è costituita dalla Svezia, che fa registrare tempistiche analoghe per entrambi i generi, mentre ai Paesi dell'area mediterranea (Italia e Spagna) spetta il primato sia per quanto concerne il numero di ore dedicato dalle donne al lavoro famigliare, sia per il differenziale di tempo dedicato a questa attività da maschi e femmine.

Il fenomeno per cui alla crescente partecipazione delle donne all'interno del mercato del lavoro non è stato accompagnato un parallelo aumento della condivisione dei compiti è stato ben colto attraverso l'espressione “stalled revolution” ovvero rivoluzione in stallo (Hochschild 1989). Tale discrepanza costituisce un'evidenza di ricerca molto nota, mentre vi è una maggiore ambiguità per quanto concerne le motivazioni alla base del fenomeno (Da Roit, Hoogenboom e Weicht 2012): da un lato viene enfatizzata l‟interiorizzazione di norme di genere da parte degli stessi attori, uomini e donne; dall'altro lato, viene posta in rilievo la differente posizione all'interno del mercato del lavoro. Infine, una terza prospettiva spiega le differenze tra i generi a partire dagli orientamenti contenuti all'interno dei welfare state (Da Roit, Hoogenboom e Weicht 2012). A livello analitico, l'evidenza empirica della permanenza di un modello tradizionale di gestione delle responsabilità famigliari è stata fornita dalle indagini sull'uso del tempo. All'interno di questo paragrafo, utilizzeremo i dati emersi da due inchieste realizzate a livello nazionale (Insee, Enquête Emploi du temps 2009-2010 per la Francia e Istat, Uso del tempo 2008-2009 per l'Italia) al fine di presentare alcuni rilievi in relazione alle differenze tra i generi specificatamente all'interno dei contesti nazionali analizzati. Tutta l'osservazione sarà condotta

tenendo conto dei differenti punti di partenza; infatti, come si è avuto modo di osservare all'interno della Tabella 2, l'Italia costituisce uno dei Paesi in Europa dove le donne dedicano il maggior quantitativo di tempo al lavoro di cura, a fronte di uomini scarsamente coinvolti. Le evidenze presentate, pertanto, avranno come tratto in comune quello di far registrare per le donne valori assoluti italiani molto più elevati di quelli francesi.

In primo luogo, analizzando i dati sull'uso del tempo in relazione alla fascia di età, è possibile notare per entrambi gli ambiti la generica permanenza dell‟asimmetria di genere lungo tutte le varie fasi del ciclo di vita.

All'interno del caso italiano (Figura 23), possiamo osservare che le differenze di genere raggiungono il loro valore più basso in corrispondenza della fascia 15-24 anni e tendono a salire in modo considerevole per la fascia 25-44 anni, sino a raggiungere il picco per la fascia 45-64 anni. I giovani di entrambi i sessi tendono quindi ad essere poco coinvolti all'interno delle attività domestiche, ma in Italia la spaccatura di genere è ben delineata e va accentuandosi sempre di più nel corso degli anni. Negli over 65 osserviamo un decremento del delta legato soprattutto a una maggiore partecipazione degli uomini dell'attività di cura; il tempo dedicato dalle donne, per quanto subisca una leggera flessione, si mantiene a livelli molto elevati.

In Francia le curve, pur settandosi su valori meno elevati, mostrano un andamento connotato da alcuni elementi di affinità (Figura 24). Analogamente all'Italia, le minori differenze si riscontrano tra i più giovani e il differenziale cresce con l'aumentare dell'età. Il decremento del delta a cui è possibile assistere per le fasce più mature è ricollegabile, anche in questo caso, a una maggiore partecipazione da parte degli uomini, mentre l'impegno femminile raggiunge il proprio picco massimo proprio nella fascia compresa tra i 60 e 70 anni.

Figura 23 –Lavoro famigliare svolto in un giorno medio settimanale in minuti per genere e fascia di età, Italia

(2009)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Istat (2011)

0 50 100 150 200 250 300 350 15-24 25-44 45-64 65 e più Donne Uomini Delta

Figura 24 - Lavoro famigliare svolto in un giorno medio settimanale in minuri per genere e fascia di età, Francia

(2010)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Insee (2011)

Tali evidenze sono parzialmente riconducibili al fatto che le donne over 60 svolgono sovente un ruolo peculiare all'interno dei nuclei famigliari, rappresentando in diversi casi i principali care giver di riferimento non solo nei confronti dei figli ma anche di altre figure appartenenti alla fascia famigliare più stretta: genitori anziani ma anche partner maschili e, specialmente nel caso italiano, figli usciti da casa.

Per quanto concerne la condizione occupazionale, è possibile osservare che in entrambi i casi la divisione dei carichi di lavoro famigliare è meno sbilanciata quando la donna è occupata (Figura 25); tale evidenza è stata ricondotta, secondo alcuni studi (Zajczyk e Ruspini 2008) al maggiore potere di contrattazione all'interno del menage domestico.

È interessante osservare che il forte incremento di tempo dedicato alle attività domestiche che si registra nel passaggio dalla condizione di “Occupato” a quella di “In cerca di occupazione” è molto più pronunciato, sia in Italia che in Francia, per le donne; proprio in relazione a tale stato, infatti, si registra il picco della diseguaglianza. In termini di valori assoluti, gli uomini che maggiormente si dedicano all'attività di riproduzione e di cura sono i pensionati.

0 50 100 150 200 250 300 Meno di 18 anni Da 18 anni a meno di 30 anni Da 30 anni a meno di 40 anni Da 40 anni a meno di 50 anni Da 50 anni a meno di 60 anni Da 60 anni a meno di 70 anni 70 anni e più Uomini Donne Delta

Figura 25 – Lavoro famigliare svolto in un giorno medio settimanale in minuti per genere e condizione occupazionale, Italia e Francia

(anni vari)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Istat e Insee (2011)

Se si considera invece la struttura famigliare, emergono alcune differenze tra il caso italiano e quello francese (Figura 26).

In Italia, infatti, sono le donne in coppia con figli a lavorare per un maggior numero di ore, mentre nel caso francese sono invece le donne in coppia senza figli. Per quanto concerne gli uomini, nel caso italiano risultano maggiormente impegnati nelle attività di cura i padri single e nel caso francese i partner in coppia senza figli. La condizione di membro isolato costituisce quella all'interno della quale sono presenti i differenziali di genere più contenuti.

Lo squilibrio tra i generi nei tempi di vita è quindi maggiormente rilevante laddove i partner vivono in coppia e vi sono bambini, la cui nascita in genere determina un importante processo di ridefinizione dello stile di vita dato da una contrazione del tempo per la cura personale e per lo svago che non colpisce, tuttavia, padri e madri in egual misura.

124 184 43 212 202 273 82 268 314 74 97 24 170 220 297 71 325 390 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 Occupato In cerca di occupazione

Studente Ritirato dal lavoro Casalinga

Uomini francesi Donne francesi Uomini italiani Donne italiane

Figura 26 – Lavoro famigliare svolto in un giorno medio settimanale in minuri per genere e tipo di famiglia, Italia e Francia

(anni vari)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Istat e Insee (2011)

Infine, si getterà un ultimo sguardo sui differenziali presenti per ripartizione

geografica (Figura 27).

Figura 27 – Lavoro famigliare svolto in un giorno medio settimanale in minuri per genere e ripartizione territoriale, Italia

(2009)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Istat (2011)

Questi dati ci potranno essere di particolare utilità ai fini di inquadrare con più puntualità i casi di Milano e Lione che, come già ricordato, sono inseriti all'interno di contesti regionali che si distaccano sotto diversi punti di vista dal resto dei rispettivi ambiti nazionali.Per quanto concerne l'Italia, è possibile osservare che nelle regioni del Nord il delta tra i generi è leggermente più basso che non nelle altre aree d'Italia, costituendo la ripartizione all'interno della quale

115 170 143 91 228 250 191 187 113 124 111 157 387 320 230 298 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450

Partner in coppia con figli

Partner in coppia senza figli

Membro isolato Monogenitore

Uomini francesi Donne francesi Uomini italiani Donne italiane 107 109 97 79 90 280 281 272 297 310 0 50 100 150 200 250 300 350

Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole

Uomini Donne

contemporaneamente si fa registrare il più alto coinvolgimento maschile e di minor impegno femminile

Scenari molto meno equilibrati sono delineati dai dati relativi al sud e alle isole dove, al contrario, il delta assume valori più ampi. Milano è collocata, in particolare, all'interno dell'area Nord-Ovest, ovvero la porzione di territorio dove è possibile osservare il maggiore equilibrio tra uomini e donne a livello italiano. Per quanto concerne la Francia, invece, si delinea un quadro più complesso (Figura 28). L'area di Parigi costituisce la ripartizione all'interno della quale le donne dedicano meno tempo al lavoro domestico ma, al contempo, non costituisce il segmento rispetto al quale viene fatto registrare il differenziale di genere più basso. Il primato, infatti, spetta all‟Ovest, dove, tuttavia, sono presenti valori più elevati; il Nord, infine, costituisce l'area dove vi è minore equilibrio tra i generi. Lione è il capoluogo della regione Rhone-Alpes, che è inclusa all'interno dell‟area Centro-Est. Questa ripartizione territoriale costituisce la seconda zona per quanto concerne il minor tempo dedicato alle attività domestiche dopo l'area parigina, alla quale è anche accomunata da differenziali di genere analoghi.

Figura 28 – Lavoro famigliare svolto in un giorno medio settimanale in minuri per genere e ripartizione territoriale, Francia

(2010)

Fonte: elaborazioni proprie su dati Insee (2011)

Concludendo questa breve rassegna, è possibile sintetizzare alcuni degli elementi emersi dai dati presentati. L'Italia si qualifica come una delle realtà a livello europeo caratterizzata da una divisione di genere del lavoro di cura e domestico tra i più marcati; la Francia, invece, presenta differenziali meno elevati, anche a fronte di un impegno complessivo minore in tali attività. Dal punto di vista della fascia di età, in entrambi i contesti i giovani costituiscono il segmento di popolazione meno segnato dalle differenze di genere, forse anche in virtù del

103 143 143 138 154 126 135 187 256 238 208 237 211 218 0 50 100 150 200 250 300

Area di Parigi Nord Est Ovest Sud Ovest Centro Est Mediterraneo

Uomini Donne

minor coinvolgimento nei compiti domestici. I valori più elevati, invece, sono riscontrabili a partire dai 45/50 anni, periodo durante il quale le donne risultano ancora più impegnate in attività di supporto non solo verso i figli ma a sostegno degli altri membri della famiglia.

Anche lo status occupazionale sembra incidere sugli equilibri di coppia nell'uso del tempo, per cui, sia in Italia che in Francia, è possibile riscontrare una maggiore parità nel caso anche la donna lavori; tale parità deve essere comunque intesa in senso relativo, dato che per entrambi i contesti, i valori registrati tra i generi sono comunque molto distanti. Il tipo di configurazione famigliare all'interno della quale i differenziali di genere sono più elevati, invece, è la coppia con figli, che costituisce al contempo, dopo le famiglie uninucleari, la struttura famigliare più diffusa a Milano e Lione.

A livello territoriale, infine, l'area di Milano, ovvero il Nord-Ovest, costituisce la ripartizione dove sono meno marcati gli squilibri di genere; l'area di Lione, il Centro Est, è la seconda zona per quanto concerne il minor tempo dedicato alle attività domestiche dopo l'area parigina, alla quale è anche accomunata da differenziali di genere analoghi. Per entrambe le realtà, dunque, si delinea un profilo meno importante dal punto di vista della discriminazione di genere rispetto ai rispettivi contesti nazionali.