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Ormai conosciamo molto del territorio del Parco, sappiamo le bellezze naturalistiche che ha da offrirci, dove possiamo andare a ri- posare, i luoghi da andare a visitare e anche come muoverci qualora stanchi di usare la bicicletta. L’unica cosa che manca prima che si possa partire per la nostra escursione o viaggio è una rete di percorsi! Una rete sicura per chi la utilizza, che riesca a collegare le risorse del territorio, che possa offrire diverse possibilità a tutte le diverse tipologie di utenze che la vorranno utilizzare. La delineazione di quello che ora volgarmente chiamiamo percorso è proprio il fine di questo studio, il passo successivo che dobbiamo compiere dopo aver studiato attenta- mente le criticità e le potenzialità del territorio.

Prima di procedere con la progettazione dobbiamo analizza- re quale sarà l’utenza che si approccerà a questa infrastruttura, che utilizzo ne farà e quali saranno le necessità riscontrate, tutti elementi da considerare durante la fase progettuale per offrire una corretta ri- sposta alle esigenze dei futuri utenti. Possiamo dividere i fruitori in due gruppi: coloro che attraversano il territorio quotidianamente o con una certa frequenza nel corso dell’anno e coloro che sono di passaggio e si rapporteranno con il parco per un periodo limitato nel tempo. Nella prima categoria rientrano, per esempio, coloro che giornalmente uti- lizzano l’infrastruttura per raggiungere il luogo di lavoro o di istruzione, chi utilizza la bicicletta nel tempo libero per relax o per migliorare la propria forma fisica ma anche chi pratica sport. Nella maggior parte dei casi questi soggetti provengono dai centri abitati vicini, e ricono- scono alla rete di mobilità dolce quelle caratteristiche di sicurezza, pia- cevolezza ed interesse che li portano a poterla utilizzare con facilità e semplicità. Sono persone che conoscono il territorio, ma non per que- sto meno interessati a scoprire prospettive, panorami e scorci “nuovi” fino ad oggi celati dal costante utilizzo dei mezzi di trasporto veloci, ma che si trovano vicino a dove vivono. Nel secondo gruppo inseriamo i turisti, ovverosia coloro che giungono da più lontano per soggiornare per un periodo più o meno lungo prima di tornare a casa. Riconoscia- mo poi i cicloturisti che sono solo di passaggio, coloro i quali stanno compiendo un itinerario molto lungo e attraversano il Parco solo per esigenze infrastrutturali, e quelli che hanno invece programmato una vacanza dedicata, totalmente o meno, alla scoperta del territorio, e che spenderanno più giorni all’interno dello stesso. Da questa veloce analisi dell’utenza futura otteniamo preziose indicazioni su come po- ter strutturare e di cosa dover fornire il sistema di percorsi che andre- mo ad innestare. Necessaria sarà, per esempio, una ben organizzata

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“macchina del turismo” che consenta al visitatore di poter raggiungere e conoscere facilmente le risorse che vengono offerte, ma anche la presenza di strutture ricettive e di percorsi che permettano agli utenti giornalieri di esplorare con comodità le bellezze naturalistiche; un’effi- ciente rete dei trasporti pubblici che possa garantire la percorribilità di tratti più lunghi di quelli realizzabili in bici e servizi di supporto per la riparazione delle biciclette. Il territorio è già dotato di alcuni di questi “elementi accessori” necessari perché la greenway possa avere un ri- svolto pratico e non solo caratterizzarsi come un’infrastruttura ma an- che come un elemento che miri a valorizzare il territorio contribuendo alla conservazione dello stesso. Il contesto in cui andremo a progettare questa rete di percorsi è molto interessante, e possiamo facilmente im- maginare che questa possa avere un impatto estremamente positivo sulle abitudini delle persone e sulle attività turistiche. Se è vero infatti che il percorso di per sé non possa motivarne l’utilizzo, è anche vero che il territorio attraversato è disseminato di bellezze naturali e archi- tettoniche, ma è soprattutto vero che molti dei possibili futuri utenti già frequentano questi luoghi. Il litorale pisano è quello viareggino in estate vengono popolati da numerosi turisti che vedranno ampliata la loro offerta turistica dalla possibilità di visitare in maniera ecosostenibi- le l’entroterra toscano. Se poi pensiamo ai collegamenti ferroviari con città d’arte come Firenze, la stessa ciclopista sull’Arno, i porti turistici di Pisa, Viareggio e Livorno, i collegamenti marittimi con l’Arcipelago To- scano e la ciclopista Tirrenica, la via Francigena, l’offerta turistica che si concentra in questa piccola porzione di territorio potrebbe garantire, se sapientemente calibrata, una quantità incredibile di varie attività che attirerebbero ancora più turisti e genererebbero più benessere e ricchezza.

Abbiamo così raccolto tutti gli strumenti necessari per poter procedere alla fase di progettazione: conosciamo le risorse del territo- rio, le infrastrutture e i servizi già presenti, abbiamo analizzato quale potrebbe essere la probabile utenza e abbiamo riscontrato un certo fermento a livello politico e sociale in merito al tema della mobilità ciclabile.

Lo scopo di questo studio è dunque quello di progettare una rete di percorsi ciclopedonali e fluviali a servizio del Parco Naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli capace di offrire uno stru- mento che migliori la qualità della vita delle persone fornendo un’oc- casione in più per svolgere attività fisica, che possa arricchire l’offerta turistica, che valorizzi le ricchezze del territorio e al tempo stesso sia

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valorizzato dai paesaggi che attraversa, che sia uno strumento utile per la conservazione del territorio e per la vigilanza sulle attività uma- ne all’interno dello stesso.

Punto di partenza dai cui è iniziata la progettazione della gre- enway è stato lo studio più approfondito dei tracciati tutt’ora presen- ti. Le strade di campagna, le strade tagliafuoco, le alzaie dei fiumi sono infrastrutture che già segnano il paesaggio che già svolgono una funzione di collegamento e che devono essere messe in relazione fra di loro per consentire di permeare adeguatamente il territorio. Il par- co è servito in maniera diffusa e capillare da queste linearità, che ci consentiranno di limitare ulteriori antropizzazioni e di riscoprire antichi tracciati abbandonati dopo la diffusione del trasporto veloce. Questa rete rappresenta forse il più importante punto di forza del territorio: la possibilità di sfruttare impianti già presenti, seppur con alcune criticità rilevate, consente già da ora di spostarsi liberamente all’interno delle Tenute. I collegamenti meno chiari sono invece quelli fra di queste, se- parate le une dalle altre a volte da corpi idrici a volte da infrastrutture quali strade trafficate o ferrovie.

La presenza e la disposizione dei tracciati già presenti ha dun- que posto un primo vincolo, viste anche le norme dei piani di gestione che non consentono la realizzazione di nuovi tracciati. La mole di per- corsi presenti ha reso però necessaria svolgere una selezione, in modo da indirizzare gli utenti verso poli attrattivi di un certo tipo di interesse o di privilegiare il transito attraverso ambienti naturali particolarmente interessanti. Il secondo tipo di informazione che ha guidato il traccia- mento della greenway è quella riguardanti i beni ambientali e archi- tettonici. Come già osservato, il percorso di per sé non rappresenta una motivazione tanto grande da giustificarne l’utilizzo. L’inserimento all’interno di un contesto ricco di risorse naturali e di beni di interesse storico-documentale consente di valorizzare in primo luogo quest’ulti- mi, e al tempo stesso il percorso, che vede completarsi da occasioni di arricchimento culturale. Altra informazione necessaria è stata quella relativa alle infrastrutture, parcheggi, stazione dei treni, scali marit- timi, poli nei quali è possibile interscambiare mezzo di trasporto per raggiungere mete più lontane o per completare il proprio itinerario in maniera più confortevole.

L’esigenza del passaggio della ciclopista tirrenica ha portato alla ricerca di un percorso che attraversasse il parco longitudinalmente e vicino alla linea di costa, e che costituisse nient’altro che un’infrastrut- tura per gli utenti di passaggio, coloro i quali sfruttano questo tratto di

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ciclopista per poter raggiungere altri luoghi. Ovviamente questo asse costituisce anche una spina dorsale sulla quale innestare percorsi per- meabili il territorio. Il passo successivo è stato infatti quello di concepire una rete trasversale di percorsi che consentono di collegare l’entroterra con la linea di costa, delineandosi così anche come un’infrastruttura utilizzabile giornalmente da chi abita all’interno o nelle vicinanze del parco. Infine è stato pensato un terzo livello di percorsi, molto ramifi- cato e diffuso nel territorio, connesso con le direttrici già descritte, che consente di andare ad esplorare nelle sue peculiarità il parco. Come vedremo più avanti, questi percorsi di terzo ordine consentono di com- piere anche tragitti seguendo un anello, che indubbiamente arricchi- scono l’esperienza di visita del cicloamatore.

Delineata dunque la morfologia della greenway, si è proceduto a stabilire quali interventi fossero necessari attuare affinché tale infra- struttura migliorasse le proprie caratteristiche di sicurezza o potesse mettere in relazione ambiti specifici. Oltre ad opere di adeguamento del fondo stradale, di installazione di segnaletiche orizzontali e verti- cali e di dissuasori di velocità, questi interventi nascono dalla soprat- tutto dalle esigenze di oltrepassare gli ostacoli fisici determinati dalla rete ferroviarie e fluviale e dalle strade ad alta percorrenza.

Infine, come precedentemente espresso, le attività turistiche già sviluppate sono essenziali affinché la greenway possa da subito esse- re uno strumento utilizzabile ed utilizzato, che necessita di un back- ground di servizi all’utente sapientemente calibrati e gestiti in modo da poter davvero delinearsi come un nuovo modo di muoversi quoti- dianamente nel territorio. Torniamo dunque a parlare di intermobilità, che affronteremo nel dettaglio più avanti, nella quale giocano un ruo- lo importante anche le vie d’acqua, un tempo unico modo di esplorare questi luoghi e che nel corso dei decenni hanno perso questo loro ruolo fondamentale.

Creazione di percorsi circolari per migliorare la fruibilità Creazione di percorsi che permeano il territorio

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La progettazione della greenway