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Da dove partire per la progettazione di una rete ciclabile de deve considerare tanti fattori ed esigenze diverse? Un piccolo aiuto ci viene fornito da progetti, linee guida e strumenti che hanno come sco- po di migliorare il sistema di mobilità dolce in Toscana. È necessario prendere atto dell’esistenza di queste realtà per poter calarsi meglio all’interno del panorama toscano che da alcuni anni a questa parte ha visto il nascere di iniziative, progetti e fortunatamente anche di cantieri volti a rendere la mobilità dolce un protagonista importante degli spostamenti regionali.

Il Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano Paesaggistico Il PIT della Toscana dedica un intero allegato51, il numero 3, al

progetto di fruizione lenta del paesaggio regionale.

“Il progetto della rete di fruizione regionale parte dal principio che l’accessibilità a tutto il territorio regionale costituisca un requisito indispensabile per l’esistenza stessa del paesaggio, la sua conserva- zione e continua evoluzione (CEP 2000). In questo senso il sistema della mobilità dolce è riconosciuto come strumento di percorrenza privilegiato sia perché per sua natura non impatta sul territorio attra- versato, sia perché la ridotta velocità di attraversamento consente una percezione del paesaggio che ne valorizza le componenti più minute, le diversità e identità che sfuggono ad uno sguardo più veloce o di- stante”52.

Lo schema strategico regionale si basa sul riconoscimento di sei direttrici (costa tirrenica, crinale appenninico, corso dell’Arno, canale della bonifica, via Francigena, via della transumanza) caratterizzate da particolari valenze paesaggistiche o storiche su cui dovranno esse- re strutturati le varie tipologie di percorsi che costituiranno la viabilità dolce all’interno del territorio regionale. Sotto questa lente, il territorio del Parco MSRM può rivestire un ruolo particolare in quanto si trova all’incrocio fra di due di queste direttrici, individuate nella costa tirre- nica e nel corso dell’Arno. Lo scopo della creazione di una rete di per- corsi a fruizione lenta sarà soprattutto quello di valorizzare i paesag- gi da essa attraversata, rendendone possibile anche una percezione diversificata in relazione alle diverse tipologie di fruizione (pedonale, ciclabile, ferroviaria, ippica, marittima).

51 www.regione.toscana.it/-/piano-di-indirizzo-territoriale-con-valenza-di-pia-

no-paesaggistico

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Si riportano i quattro obiettivi principali del progetto di fruizione così come indicatinell’allegato 3.

• Favorire una fruizione lenta dei paesaggi regionali che permetta di percepire e riconoscere le specificità locali dell’in- tero territorio ai fini di una loro tutela e valorizzazione; • Tutelare e valorizzare la rete infrastrutturale storica come elemento strutturante dei paesaggi regionali;

• Garantire l’accessibilità diffusa a tutti i paesaggio regio- nali in modo da tutelarne il diritto al godimento;

• Favorire lo sviluppo diffuso e integrato delle diverse mo- dalità di fruizione lenta del paesaggio (a piedi, in bicicletta, in barca, a cavallo), per valorizzare e riscoprire gli itinerari di viaggio e le visioni che hanno costruito il paesaggio storico toscano e consentire la costruzione di nuovi visioni e inedite esperienze di frequentazione in modo diffuso e libero (auto- nomo).

Le componenti che concorrono a costituire la rete sono: • La rete ferroviaria; considerata il punto di partenza su cui basare l’intero sistema. In particolare, le ferrovie secondarie e quelle dismesse sono quelle ritenute più strategicamente inte- ressanti per i paesaggi attraversati e per il valore tecnico della stessa infrastruttura.

• I percorsi pedociclabili; quelli indicati dal piano mettono a sistema i tratti presenti con quelli previsti dalle pianificazio- ni sovracomunali, oltre a completare la struttura nelle aree non ancora coperte. I percorsi principali sono: la Ciclopista dell’Arno con la collegata Pista della Bonifica, la Tirrenica, la Francigena e la Ciclopista dei due mari.

• Le strade lente; quei percorsi secondari che connotano il paesaggio rurale e che possono essere sfruttate come base potenzialmente infinita di percorsi pedociclabili, lasciando all’utente la libertà di scegliere dove andare secondo una combinazione prescelta.

• Le ippovie; gli itinerari già presenti sono: la Via dei Ca- valleggeri (LI), l’anello Basso dell’Amiata, l’anello Alto dell’A- miata, l’ippovia di San Jacopo (SI).

• I percorsi trekking; sono quelli definiti e curati dal CAI che si snodano soprattutto in ambito montano per un totale di circa 7000 chilometri. Questa

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Tavola 2 Progetto di fruizione lenta del paesaggio regionale, disponibile su: www.regione.toscana.it/-/piano-di-indirizzo-territoriale-con-valenza-di-piano- paesaggistico

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d’acqua è trattato solo superficialmente, ma allo stesso tem- po le indica come “infrastrutture” dense di potenzialità. • I nodi di interscambio; ritenuti necessari per l’integrazio- ne delle diverse tipologie di spostamento, e principalmente individuati nelle stazioni ferroviarie. Questa scelta è stata det- ta dall’importanza che la rete ferroviarie riveste nella mobilità regionale e dalla presenza di numerosi edifici ferroviari caduti in disuso che potrebbero assumere una destinazione turistica. Il Piano Regionale Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità (PRIIM)

“La L.R. 55/2011, ha istituito il PRIIM con la finalità di realiz- zare una rete integrata e qualificata di infrastrutture e servizi per la mobilità sostenibile di persone e merci, ottimizzare il sistema di acces- sibilità alle città toscane, al territorio e alle aree disagiate e sviluppare la piattaforma logistica toscana quale condizione di competitività del sistema regionale, ridurre i costi esterni del trasporto anche attraver- so il riequilibrio e l’integrazione dei modi di trasporto, l’incentivazione dell’uso del mezzo pubblico, migliori condizioni di sicurezza stradale e la diffusione delle tecnologie per l’informazione e la comunicazione.”53

Il piano attualmente in vigore è stato approvato con BURT n. 10 del 28/02/2014; fra le schede del quadro conoscitivo ne sono pre- senti due che riteniamo interessanti per il nostro studio: b.9 Interporti e vie navigabili, b.10 Mobilità sostenibile. Il primo individua le vie na- vigabili strategicamente importanti per la mobilità regionale quali il Canale Burlamacco, il fiume Arno e il Canale dei Navicelli. Per questi sono indicate informazioni quali la lunghezza e larghezza, la profon- dità e gli interventi da eseguire per migliorarne la navigabilità, aspetti già trattati precedentemente. Il secondo documento tratta invece, per quanto riguarda la mobilità ciclistica, delle norme per il finanziamento delle piste ciclabili (L.366/98), della sicurezza stradale, del progetto della ciclopista dell’Arno e del progetto delle ciclostazioni, quest’ultimi due temi che tratteremo in seguito.

53 Risorsa disponibile su: www.regione.toscana.it/-/piano-regionale-integrato-del-

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La legge di iniziativa consiliare 27/2012

La Regione Toscana ha approvato la legge di iniziativa consi- liare n.27/2012 “Interventi per favorire lo sviluppo della mobilità cicli- stica” che promuove l’utilizzo della bicicletta in Toscana, individuando la bicicletta quale mezzo di trasporto alternativo a quelli motorizzati e come mezzo di prevenzione sanitaria e di socialità, volta a realizzare obiettivi di intermodalità”, tesi a favorire “una migliore fruizione del territorio” e uno sviluppo infrastrutturale con valenza anche in ambito sanitario, sociale, turistico e sportivo.

La Ciclopista Tirrenica

La ciclopista tirrenica è un itinerario ciclabile che collega Venti- miglia a Roma passando per tutta la costa toscana; attraversa cinque regioni per una lunghezza di 120054 chilometri. Il tratto toscano inizia

dal torrente Parmignola, al confine con la Liguria, attraversa cinque province, trenta comuni, due parchi regionali, collega dodici porti turi- stici e termina al torrente Chiarone al confine con il Lazio. Il 26 maggio 2016 è stato firmato un protocollo di intesa fra l’assessore alla mobilità della regione e le Province di Livorno, Pisa, Lucca e Massa Carrara, i Comuni costieri, le Autorità Portuali, di Piombino, Livorno e Carrara, l’Autorità Portuale Regionale, l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, la Parchi Val di Cornia S.p.a., l’Ente Parco Regionale di Mi- gliarino, San Rossore, Massaciuccoli e l’Unione dei Comuni della Ver- silia, riguardante la progettazione, la realizzazione e la valorizzazione di questo tracciato. L’itinerario principale previsto è di 291,8 km, ma la lunghezza sale a 546 km se si considerano anche i collegamenti con porti e stazioni ferroviarie. Ad oggi il 78 % del percorso complessivo è esistente, il 19% da adeguare, il 3% da realizzare.55

La Ciclopista sull’Arno

La regione ha sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la proget- tazione, realizzazione e gestione della “Ciclopista dell’Arno” con le Pro- vincie di Arezzo, Firenze, Pisa, Prato, e la Federazione Italiana Amici della Bicicletta, al fine di promuovere un itinerario ciclabile a fianco del fiume Arno. Il percorso, lungo circa 250 chilometri, avrà funzioni escursionistiche, turistiche e per il tempo libero, e sarà la base sulla

54 Fonte BicItalia, www.bicitalia.org

55 Fonte Regione Toscana, http://www.regione.toscana.it/-/ciclopista-tirrenica-fir-

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quale sviluppare una mobilità alternativa all’uso dell’automobile per spostamenti pendolari e quotidiani degli abitanti nei popolosi centri del fondovalle. Lo studio elaborato a seguito del protocollo evidenzia un possibile tracciato da Stia a Marina di Pisa (135 chilometri in pro- vincia di Arezzo, circa 120 chilometri nelle province di Firenze e Pisa) integrando una serie di percorsi ciclabili locali di connessione dei 48 comuni bagnati dall’Arno. Attualmente quasi 100 chilometri di per- corsi sono esistenti, con tracciati in sede propria e su strade a basso traffico (che necessitano di interventi quali segnaletica, miglioramento della sede e moderazione del traffico); circa 155 chilometri i percorsi da adeguare; circa 50 chilometri sono i percorsi in sede propria indivi- duati; 70 chilometri sono di tracciato da progettare.

L’università di Pisa, tramite il DESTeC, ha svolto uno studio di fattibilità per PISAMO (l’azienda per la mobilità pisana), in merito alla realizzazione dell’ultimo tratto della ciclopista (dal centro di Pisa al mare), utilizzando il sedime della ferrovia dismessa Pisa-Livorno. Lo studio, che evidenzia anche i tratti di percorso già realizzati, si è focalizzato anche sulla progettazione dell’attraversamento del fiume Arno nei pressi di Cascine Nuove (utilizzando le pile ancora esistenti di un vecchio acquedotto) e anche del tratto costiero della pista ciclabile (da Marina di Pisa a Calambrone). Ringrazio il Prof. Ing. Dringoli, coordinatore del progetto, per il materiale e le preziose informazioni Studio di fattibilità sull’ultimo tratto della Ciclopista

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fornitemi.

La rete di Ciclostazioni

La Regione ha sottoscritto un Protocollo d’intesa (Delibera di Giunta Regionale n.427 del 25/05/2009), per l’attuazione di un progetto pilota per la realizzazione in Toscana di una rete di “Ciclo- stazioni” che favorisca l’intermodalità tra treno e bicicletta”, con la Federazione Italiana Amici della Bicicletta e con la Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. Queste entità puntuali nella fitta rete di percorsi re- gionali rappresentano l’altro elemento imprescindibile su cui basare l’intero sistema della mobilità. Sapientemente attrezzate, insieme alla rete ferroviaria, possono davvero fornire un’adeguata e competitiva soluzione di spostamento alternativa alle automobili. Le ciclostazioni offrono la possibilità di lasciare la propria bici in un luogo custodi- to, di noleggiare un mezzo, di effettuar piccole riparazioni oltre che fornire informazioni turistiche e identificarsi come centri organizzatori di iniziative legate alla bicicletta. Con tutti questi servizi offerti, le ci- clostazioni sono anche fonte di guadagno56, aspetto che, legato alla

volontà di riutilizzare a questo scopo stazioni cadute in disuso, rende il progetto regionale economicamente sostenibile.

56 Nel Documento di Sintesi del “Progetto di fattibilità di una rete regionale di Ci-

clostazioni”, per la stazione di Pisa Centrale, stima un ricavo annuo di 208.328,00€.

Documento di sintesi del progetto di fattibilità di una rete di Ciclostazioni

Studio di fattibilità sull’ultimo tratto della Ciclopista sull’Arno - realizzato da DESTeC (UNIPI) per PISAMO

REGIONE TOSCANA

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Progetto di fattibilità di una rete regionale di Ciclostazioni Documento di sintesi

Maggio, 2011

Fiab – Federazione italiana amici della bicicletta Onlus Responsabile del Progetto Dott. Sergio Signanini

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