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qua, e le imbarcazioni trovano spazio dove possono ormeggiate come possibile o agli stessi tronchi degli alberi o a pali di fortuna. Netta è dunque la differenza fra il tratto di riva più a valle, sia per quanto riguarda la qualità degli ormeggi sia per quanto riguarda l’aspetto paesaggistico. Percorrendo il lungo fiume verso sud, ad un certo punto saremo costretti a fermarci a causa della presenza di una folta ed im- penetrabile vegetazione: è proprio qui che il passaggio della ciclopista non è attualmente possibile. Dopo circa 300m una strada sterrata di servizio ai campi agricoli si raccorda con via del Mare, proseguendo il percorso ciclabile come già descritto. Nel luglio 2016 “l’Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli, il Comune di Vecchiano e la proprietà Salviati hanno siglato due convenzioni che disciplinano l’uti- lizzo di due delle tre porzioni di proprietà privata della sponda destra del Serchio in località Righinella. Un atto importante, che consente l’intervento di riordino dei pontili secondo il progetto approvato da tutti gli Enti competenti”57. A ovest della via del Mare, compresi fra il

Canale dei Poderi e il fosso Biancalana sono presenti alcuni edifici che costituivano la base militare dei M.A.S durante il secondo conflitto bellico mondiale. Il più meridionale, conosciuto come Palazzina degli Antichi Incursori (sottoposto a vincolo storico artistico ai sensi del D.l- gs. 42/2004) era precedentemente la casa del guardiacaccia della Tenuta Salviati, e successivamente divenne la sede della flottiglia. I due corpi rettangolari che formano fra di loro un angolo ottuso sono invece di epoca più recente, ed ospitavano gli ammiragli e i marinai. In un recente intervento di riconversione turistica del complesso, che non vide interessato il bene tutelato, venne realizzato un altro fabbricato, che presenta un andamento nord-sud e caratteristiche formali molto simili a quelle degli edifici vicini. La ditta di costruzione fallì e i lavori non sono giunti mai a conclusione. Altri due edifici di proprietà della famiglia Salviati si trovano a sud della via del Mare, fra questa e la riva del Serchio; attualmente versano in buone condizioni strutturali ma sono inutilizzati. Dove via del Mare curva con un angolo di circa novanta gradi verso nord è presente un parcheggio per auto e cam- per, realizzato con un ghiaia ed erba, perimetrato da una staccionata in legno ed attrezzato con le macchine per il pagamento orario.

57 Fonte: http://www.comune.vecchiano.pi.it/comunicati-stampa/1590-realizzazio-

ne-degli-approdi-nella-parte-privata-di-bocca-di-serchio-firmate-due-convenzioni-tra-en- te-parco-comune-di-vecchiano-e-proprieta-privata.html

Una baracca ad uso dei pescatori

Località Case di marina (estate 2008)

Località Case di marina oggi

La Casina dei Pescatori, edificio utilizzato dai M.A.S ed ora in concessione ai pescatori

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La sponda sud

Ci troviamo nella Tenuta di San Rossore, nei luoghi più esclusivi del parco, dove è possibile accedere solo in compagnie di guide inca- ricate. Proprio nei pressi del Fortino Nuovo, che si trova al limite con la Riserva di Bocca di Serchio, arrivano i visitatori su mezzi forniti dal Parco, per poi completare l’esperienza di visita a piedi accompagnati dalla guida. Nel 201558 si è infatti concluso l’intervento che ha portato

alla realizzazione di una passerella in legno che permette di giungere alla spiaggia senza calpestare la vegetazione e la superficie dunale. Il “Sentiero del Fratino”, così chiamato in onore della specie protetta (Charadrius Alexandrinus) che frequenta l’arenile di San Rossore, è complessivamente lungo 350 metri, percorribile anche da persone con difficoltà motoria, e presenta pannelli informativi e punti di osservazio- ne. Partendo dal Fortino Nuovo, questo percorso si dirige verso ovest, in direzione sud-est si percorre la strada che giunge a La Sterpaia, mentre in direzione nord-est, percorrendo uno stradello, è possibile raggiungere la riva del fiume.

Da questa breve analisi emergono alcuni aspetti che è opportu- no mettere in evidenza perché esprimono esigenze, necessità (presenti o future), o sono alla base di nuove possibilità per gli utenti e per il Parco.

Abbiamo descritto come le sponde settentrionali del Serchio si caratterizzano in due modi così diversi, a mio avviso sbagliati entram- bi, ma ognuno che presenta caratteristiche mancanti all’altro. In que- sta eterogeneità di sponda, per esempio, si va a perdere la continuità della Ciclopista Tirrenica, la cui progettazione, a livello di tracciato, è lo scopo primario di questo studio. Altro ostacolo per il tracciato è il fiume Serchio. Immaginare di collegare le due sponde mediante l’utilizzo di un’imbarcazione non sarebbe così lontano dalla realtà59.

58 fonte: www.parcosanrossore.org/iti-dettaglio.php?id_iti=3571

59 Il Regolamento Urbanistico del Comune di Vecchiano destina la sponda setten-

trionale ad ospitare “un’infrastruttura di interscambio fra vie ciclabili e vie d’acqua”. (Re- golamento approvato con delibera del Consiglio Comunale n°70 del 21 dicembre 2011).

La Tenuta di San Rossore che si affacia sul fiume guardando vero la foce

Percorso attrezzato “Sentiero del Fratino”

La Progettazione

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Tale attraversamento servirebbe non solo ai fruitori dell’infrastruttura ciclabile, che magari necessitano di raggiungere altre località lungo la costa, ma anche a collegare due realtà tanto vicine quanto lontane. Mentre la Tenuta Salviati è frequentata quotidianamente da pescato- ri, e nei mesi estivi da molti turisti, San Rossore, come ben sappiamo, è per lo più inaccessibile, visitabile mediante le visite guidate organiz- zate dall’Ente Parco. Punto di partenza delle visite è La Sterpaia: per chi s trova a nord del fiume, raggiungere il complesso richiede mol- to tempo, sia percorrendo in bici che in auto, eppure, in linea d’aria, ci sono seicento metri dal parcheggio di Case di Marina al Fortino Nuovo. La predisposizione per l’ormeggio di un “traghetto” sulle due sponde andrebbe dunque ad intensificare le relazioni fra le due tenute e anche quelle fra i turisti/abitanti con il Parco, andando, perché no, a costituire anche un’entrata economica per l’Ente. Infine, le struttu- re e gli edifici attualmente non utilizzati che si trovano sulla sponda nord, possono infine essere utilizzati per ospitare le funzioni necessarie a regolare i nuovi flussi turistici che si andranno a creare con il nuovo sistema di connessioni, evitando di realizzare strutture con tale scopo e limitando la pressione antropica.

Una sponda unica per il fiume Serchio sta dunque a significare la volontà di instaurare un rapporto sinergico fra le due diverse realtà che caratterizzano le due sponde, e anche l’esigenza di segnare il pae- saggio con un segno unico, omogene, cercando di minimizzare quello che l’attività umana ha fatto e farà.

L’azione progettuale si è dunque direzionate verso queste due tematiche: il miglioramento delle connessioni territoriali (aspetto che ha riguardato fin dall’inizio tutto il territorio del parco ma che qui si concentrerà in questa piccola porzione) e la riqualificazione del pae- saggio.

Implementare le connessioni nel territorio

Migliorare l’infrastruttura, la Ciclopista Tirrenica in primis, è lo scopo principale di questa progettazione, il motivo stesso, come ab- biamo visto, per cui abbiamo scelto proprio questa come area di in- tervento. Non tratteremo però solo del rifacimento del fondo stradale, o meglio il disegno di una porzione di tracciato che è andato perduto nel corso del tempo, ma definiremo anche un approdo nautico per un battello che possa accompagnare i fruitori della greenway da una

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sponda all’altra del fiume. Questo sarà un elemento molto importante e strategico per l’intera rete che abbiamo fino ad ora descritto; ve- diamo perché. Percorrendo oggi la riva del fiume dalla foce verso la sorgente troveremo come prima possibilità di attraversamento quella fornita dal ponte sulla Strada Statale Aurelia, strada percorsa a di- screta velocità anche da traffico pesante, scarsamente illuminata e dunque molto pericolosa per chi si muove in bicicletta o a piedi. Nelle pagine precedenti abbiamo parlato di come bypassare questo “peri- colo”, realizzando un ponte ciclopedonale più a valle rispetto a quello destinato ai veicoli a motore, che possa connettere direttamente la sponda settentrionale con quella meridionale giungendo rapidamen- te al complesso della Sterpaia. Indubbiamente, questa soluzione del problema richiede un impegno finanziario notevole, e che difficilmen- te potrà richiamare capitali diversi da quelli provenienti dagli enti pub- blici. Una soluzione che comporti un costo inferiore e che comunque possa essere adottata in tempi rapidi consiste in quella di predisporre un battello che consenta il trasposto di persone e biciclette fra le due sponde, fra le due tenute. Come abbiamo detto però, la Tenuta di San Rossore non è visitabile se non in compagnia di una guida incari- cata. Una volta giunto a bocca di Serchio, un ipotetico fruitore potrà scegliere se proseguire il suo viaggio lungo il fiume, attraversandolo percorrendo la via Aurelia per un certo tratto, o farsi traghettare nella Tenuta di San Rossore. Sbarcato, sarà “preso in carico” dal personale del parco che lo guiderà nella visita nei boschi più inaccessibili della Tenuta, prima di essere accompagnato al centro visita e proseguire autonomamente il suo viaggio. Questa soluzione comporterebbe an- che un impatto ambientale molto basso, se per esempio si utilizzas- se un battello con motore elettrico, e costituirebbe anche un’entrata monetaria per l’Ente Parco, a fronte del pagamento del servizio di attraversamento da parte degli utenti.

Il passaggio del tracciato ciclabile verrà tracciato considerando la posizione delle alberature presenti, cercando di limitarne l’abbat- timento o il taglio delle radici; la superficie di calpestio coprirà una larghezza di circa cinque metri e sarà realizzata in stabilizzato di pie- trisco, posizionato fra due cordoli di contenimento in legno. Un cor- dolo centrale, caratterizzato da un’altezza inferiore rispetto ai primi, separerà i due sensi di marcia del percorso, consentendo allo stesso tempo di essere suprato senza difficoltà. Lo stesso trattamento verrà impiegato per il percorso che dalla sponda del Serchio, più precisa- mente dove verrà realizzato l’approdo, giungerà al Fortino Nuovo. Il tracciato della Ciclopista in stabilizzato e cordoli in legno

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La riqualificazione del paesaggio

Abbiamo messo in evidenzia le differenze fra il tratto di lun- gofiume a valle del Canale dei Poderi, di recente riqualificazione, e il tratto a monte che non è stato oggetto di tale intervento. Dal con- fronto questi due tratti di sponda è nata la volontà di intervenire sugli approdi fluviali disposti a monte, evitando però di modificare l’assetto vegetazionale del contesto come successo per il tratto a valle. Si ri- tiene infatti di primaria importanza l’attuare un intervento che sia il meno possibile invasivo e soprattutto che non coinvolga alberature di una certa età e importanza paesaggistica, mantenendo inalterata la continuità vegetazionale della sponda. Tutto questo si può riassumere in quello che poi è diventato il criterio principe che ha guidato la pro- gettazione in questo ambito, ma anche in tutta la greenway: limitare al massimo l’impatto degli interventi, realizzando strutture provvisorie con materiali naturali che possano essere rimosse con semplicità senza lasciare segni sul territorio. Questo perché ci troviamo in un ambiente prevalentemente naturale, all’interno di un Parco e perché le necessità di oggi potranno essere diverse da quelle future, ed è giusto non porre limiti di nessun tipo a chi verrà dopo di noi. Se da un lato cercheremo dunque di mantenere la cortina verde dove andremo a far passare il tratto di ciclopista, dall’altro andremo a mettere a dimora nuove albe- rature nel tratto di sponda più a valle, in modo da porre parzialmente rimedio ai danni provocati dall’attività umana. Per la scelta delle spe- cie si è fatto riferimento alle linee guida fornite dalla Regione Toscana nel documento “Tipi Forestali, Boschi e macchie di toscana”60. Nella

parte II al paragrafo 9 si parla di boschi alveali e ripari. Il documento descrive gli ambienti più prossimi alle acque di magra e talvolta sog- getti a sommersioni dovute a piene, come popolato dal salice Bianco (Salix Alba), dal salice da ceste (Salix Trianda), dal Pioppo bianco (Populus Alba) e dal Pioppi nero (Populus Nigra). Gli ormeggi ver- ranno realizzati mediante pali lignei infissi nel letto del fiume, ad una distanza di circa cinque metri per permettere l’ormeggio di due bar- chini. La sponda verrà riassestata inserendo per tutta la sua lunghezza

60 Risorsa disponibile su: http://www.regione.toscana.it/-/i-tipi-forestali

La risistemazione dei pontili

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mezzi pali a sostegno della stessa, mentre sulla riva verrà predisposto un percorso in materiale ligneo volto ad agevolare le operazioni di imbarco e sbarco. La stessa tipologie di intervento caratterizzerà la sponda meridionale, in corrispondenza dell’approdo per il battello.

La riqualificazione del paesaggio significa anche riutilizzare e valorizzare le strutture esistenti, in modo tale che abbiano anch’esse un ruolo importante nella definizione dell’ambiente ripariale. Sia le ca- panne dei pescatori, ma soprattutto la caserma dei M.A.S ed ex casa del fattore, possono ospitare funzioni mancanti in questa porzione di territorio. Centro informativo del parco, assistenza alla riparazione e noleggio attrezzature sportive (biciclette e canoe), foresteria, ma an- che punto di primo soccorso o vendita dei prodotti del parco sono atti- vità che andranno a migliorare la fruizione del territorio, in una tenuta dove la presenza dell’”ente parco” non è particolarmente manifestata. In questo studio abbiamo avanzato un’ipotesi di riqualificazione di una capanna dei pescatori, quella posta più a monte che dispone di più spazio nelle vicinanze. La struttura portante in legno verrà mante- nuta, mentre le tamponature verranno realizzate in vetro per garantire una totale trasparenza e minimizzare l’impatto visivo della struttura. All’interno, lo spazio sarà dedicato per due quarti a centro informa- tivo (che gestirà anche gli imbarchi) e a noleggio/assistenza bicilette; l’altra metà ospiterà il deposito canoe e il corridoio di distribuzione. Vista la sopraelevazione della struttura, l’accesso avverrà dal lato del- la sponda mediante alcuni gradini e dal lato della ciclopista con una rampa, consentendo il transito sia di biciclette (l’area noleggio è pro- prio adiacente alla rampa) che di persone con difficoltà motorie.

Siamo ormai giunti alla conclusione del nostro viaggio, che per ora si è svolto comodamente fra le pagine di questa tesi di laurea, ma che spero presto possa avvenire anche fra i boschi, le campagne e le dune del Parco. Anzi, con un po’ di attenzione potrete già parti- re per visitare uno dei tanti paesaggi che si trovano, probabilmente, vicino alle vostre case. Le uniche migliorie che si potranno apportare sono relative alla sicurezza degli utenti in alcuni tratti e a particolari collegamenti indirizzati ad implementare l’esperienza di visita, ma ad oggi tutto il territorio analizzato è “comodamente” visitabile in bicilet- ta. Bisogna solo sapere dove andare, e questo è stato oggetto dello studio: trovare quali fossero i percorsi giusti, quelli percorribili e quelli che avessero una qualche valenza storico-naturalistica, quelli che con- sentissero una fruizione “comoda” del territorio e quelli già attrezzati ma non relazionati. Partendo dalla delineazione della Ciclopista Tirre- nica, siamo passati poi a definire una fitta rete di percorsi in grado di cucire le parti di territorio ferite dalle attività umane, destinati anche ad essere uno strumento di controllo della conservazione dei paesaggi naturali come delle risorse storico-artistiche che abbiamo riscoperto. La greenway potrà dare impulso per lo sviluppo di una mobilità verde, più consona all’ambiente naturale, non solo fra i turisti ma anche fra gli abitanti di queste zone, e fornire uno strumento in più per miglio- rare l’offerta turistica della costa e, perché no, anche della Toscana. Il Parco è dunque un terreno molto fertile per pensare di dotarlo di un’infrastruttura verde di questo tipo, ed è giusto pensare che si deb- ba fare, anche in considerazione del fatto che i percorsi già esistono, che ci possa essere un ritorno economico ed un ritorno ambientale, che sia un’occasione per spingere le persone a cambiare modalità di approccio all’aree naturali e alla vita, spingendole piano piano (e an- che saltuariamente all’inizio) a modificare le loro abitudini in favore dell’ambiente.

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