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Dittongo e monottongo <uo>/<o> dopo consonante palatale

CAPITOLO 3. RESA GRAFICA DEI FENOMENI FONOLOGICI

3.1. Fenomeni vocalici

3.1.1 Dittongamento in sillaba tonica

3.1.1.2 Dittongo e monottongo &lt;uo&gt;/&lt;o&gt; dopo consonante palatale

La preferenza per le varianti dittongate si manifesta anche nelle voci in cui la vo- cale tonica è preceduta da consonante palatale. Per esempio, è stabile l’impiego del dit- tongo in figliuolo e forme flesse90: figliuola ARR 75, 115, BAN2 60, 61, BAS 77, 252, BEL 96, DG 379, 384, 385, 392, DR 35, FAR 198, GIUS 26, 27 e passim, INV 25, 31 e

passim, JAR 29 e passim, SER 24 e passim, SG 160 e passim, figliuole DR 32, FAR 189,

GIUS 70, 229, MAS 7, 8 e passim, figliuoli ARR 41, DM 31, 66 e passim, GIUS 210, 230, 236, 240, 290, INV 14, 31, 84, 109, JAR 13, 32 e passim, MAS 4, 5 e passim, SER 81, 191, SG 16, 19 e passim, figliuolo ARR 56, DM 22, 70, 78, 134, DR 56, GIUS 29, 96 e passim, INV 11, 17 e passim, JAR 104 e passim, MAS 5, 7 e passim, SER 38, 41 e

88 Si noti come Giustina usi scopre e scuopra nella stessa pagina.

89 LIZ [s.c.]: tuono (con questo significato) 43 ess. su 142 al singolare, nessun esempio al plurale.

Nella prima parte dell’Ottocento il predominio del tipo con il dittongo era al contrario schiacciante: SPM documenti 20 esempi di tuono su 21 con il significato di ‘tono della voce’ (l’unico altro caso indica invece il fenomeno metereologico) contro 4 di tono: quest’ultima forma è stata considerata marcata fino a quando non si è generalizzata «la moderna differenziazione semantica tra tuono ‘fenomeno atmosferico’ e tono nelle altre accezioni […]» (Antonelli 2003: 89).

90 LIZ [s.c.]: la variante figliuolo e le relative forme flesse è attestata con ben 3615 risultati. Il tipo

con il dittongo viene usato anche da Manzoni nella seconda edizione dei Promessi Sposi, mentre tutte le altre voci oscillanti vengono monottongate (cfr. Serianni 1989: 146). Anche per le altre voci il fenomeno della riduzione del dittongo dopo consonante palatale stenta ad affermarsi in tutta la prosa coeva (cfr. Mi- gliorini 1960: 702 e Serianni 1990: 110).

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passim, SG 15, 119, 213, 272. Rarissimo invece l’uso della variante monottongata: fi- gliola FAR 98, figlioli ARR 49, figliolo BAS 238, DC 202, ILA 14291.

I monottonghi del tipo gioco e delle voci rizotoniche del verbo giocare92 sono più frequenti rispetto al tipo appena analizzato; ciò nonostante, rimangono nettamente in mi- noranza in relazione alle varianti dittongate: giocano DR 32, giochi ILA 79, gioco BAN1 85, BAS 224, DC 68, 146, FAR 140, ILA 43, MAS 72, ZEN 29; con il dittongo93 invece

giuoca BAS 290, DM 11, 58, 179, MAS 173, SG 6, ZEN 30, giuocano GIUS 154, ILA

152, INV 162, giuochi DM 112, GIUS 247, 313, ILA 152, 224, JAR 180, MAS 34, 172, 173 [due volte], SER 183, SG 53, 151, giuoco ARR 26, 28 e passim, BAN1 63, BAN2 7, 8, 10, 12 BAS 19, 35 e passim, DC 18, 109, 164, DM 9, 10 e passim, DR 56, 74, 81, 89, 95, FAR 29, GIUS 32, 45 e passim, ILA 77, 78 e passim, INV 108, 131, MAS 23, 30 e

passim, SER 48 [tre volte], SG 11 [due volte], 14 e passim, ZEN 26.

Si registrano inoltre circa 40 voci con consonanti o semiconsonanti palatali proto- niche che presentano di norma il dittongo: aiuola DM 95, SER 46, SG 70 e aiuole SER 37, 183; armaiuolo ZEN 16 (ma armaiolo DC 142), asticciuole FAR 235, 236, 245; bar-

caiuoli SER 73 e in altri otto luoghi, barcaiuolo BEL 43 e in altri sette luoghi, SG 39 (a

cui si aggiunge la forma con il grafema <j> per la semiconsonante, barcajuola BAN1 91);

bocciuoli MAS 137 e bocciuolo SER 95; borsaiuoli DC 178 (ma borsaioli ILA 12) e borsaiuolo GIUS 212; bracciuoli ARR 52, BEL 211, ILA 157, JAR 70, MAS 206, SER

116; camiciuola SER 188; campagnuoli ARR 36, MAS 115, 116 e campagnuolo ARR 36, GIUS 11, MAS 117; carriuola ILA 7; cenciaiuola JAR 91; corpicciuolo DG 380, 381, DM 83, ILA 263; corticciuola JAR 12; crogiuolo ZEN 23; donnaiuoli MAS 69 e

donnaiuolo BEL 79; donnicciuola DM 12, ILA 11 e donnicciuole DM 171, MAS 134; fagiuoli DM 43, ILA 21, 92 [due volte] (a cui si contrappongono i dialettali faciolo ILA

325 e il plurale fasciole ILA 93 in «pasta e fasciole»94); famigliuola FAR 222, GIUS 353,

91 LIZ [s.c.]: il tipo figliolo si attesta nel campione di testi con soli 235 esempi. 92 LIZ [s.c.]: le forme con il monottongo sono esemplificate da 410 esempi.

93 In LIZ [s.c.] gli esiti con il dittongo sono circa il doppio rispetto a quelli con il monottongo (737). 94 Sarà interessante riportare un passo del testo di Ilari per notare il contrasto tra la forma dittongata

del narrato autoriale e la voce di imitazione marcatamente dialettale: «Uno stalliere abruzzese sta rovistando con il cucchiaio nelle immense profondità della sua scodella. Ad un tratto, fra una cucchiaiata e l'altra di pasta e fagiuoli, estrae solennemente, quasi si trattasse di un trofeo di guerra, una pezza lurida di lana. Indignato, ma non stomacato, si rivolge al bujaccaro: - Sanghe ri nemiche de Die, òggie cu che lu si fatte lu bròre? Il bujaccaro accorre frettoloso: - Che te s'è sciòrto? - Niendo! - Dice solemende si òggie si fatta

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ILA 200, INV 36, MAS 6, 7, 222; fittaiuolo MAS 115, 116 [due volte], 117; fossaiuoli MAS 199; fumaiuolo JAR 172; gragnuola95 (‘grandine’: «Non era ancora a casa che una

tremenda gragnuola ruppe e sparpagliò tutte le sue belle rose» DM 97); italo-spagnuola DM 193, italospagnuole DM 180, oltre a spagnuola ARR 9, 11 e passim INV 11, 23 e

passim, SER 117, spagnuole ARR 18, 25, spagnuoli ARR 7, 14 e passim, DR 60 e spa- gnuolo ARR 15, 34 e passim, DR 44, 60; letticciuolo BAN1 71, GIUS 19, 237, INV 8, 62, MAS 44 [due volte], 81 e passim; merciauolo DM 204 (ma merciaioli DM 111);

nocciuoli DM 142; paiuoli ILA 14 (ma al singolare, si attesta solo la forma con il monot-

tongo paiolo DM 81); porticciuola JAR 19 e passim; romagnuolo ZEN 25; stracciaiuola DM 88; stradicciuola DM 53, ILA 5, DG 378 (stradicciola in alternativa nel testo di Di Giacomo: DG 388); usciuolo MAS 89 (per contro usciolo GIUS 176, 254, ILA 109, 324 [due volte]); vaiuolo ILA 312. Da considerare a parte anche la voce arcaica oriuolo ‘oro- logio’, usata solo da Mastriani: MAS 77, 164 [due volte], 21796 (ma orologio in MAS

104).

Fa quindi eccezione la decina di vocaboli in cui si documenta solo la forma mo- nottongata: acquaioli DM 66, 147 e acquaiolo97 DM 20, 70; furbacchioli98 JAR 115;

guardiolo99 JAR 178; muricciolo100 DM 52; piazzaiola101 ILA 252; studiolo BAS 36 e

pasta e fasciole cu' li còreche cume queste!», ILA 92-93. Per fasciole, cfr. Giammarco (1969, s.v. “fa- sciuólə”).

95 Lemma registrato con doppia variante in Crusca4 (s.v. “gragnuola, e gragnola”) e Crusca5 (s.v.

“gragnola, gragnuola”).

96 In LIZ [s.c.] le forme di orologio sono presenti con 550 esempi; l’allotropo di provenienza libresca

presenta 45 occorrenze totali.

97 Solo in Crusca5 viene registrata la variante monottongata; nelle precedenti la forma inserita a

lemma è acquaiolo.

98 Lemma inserito in Crusca5 senza ess. TB registra invece solo l’allotropo monottongato (s.v. “fur-

bacchiuolo”).

99 Crusca4 registra la doppia entrata (s.v. “guardiolo, e guardiuolo”); in Crusca5 solo la forma monot-

tongata (s.v. “guardiolo”); cfr. anche TB (s.v. “guardiolo, e guardiuolo).

100 TB registra la forma monottongata (s.v. “muricciolo”) ma rimanda all’allotropo dittongato (s.v.

“muricciuolo”).

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passim, DG 392, DM 233, FAR 117, MAS 42; tovagliolo DM 186, ILA 327; vetriolo102

ILA 60 e passim.