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CAPITOLO 3. RESA GRAFICA DEI FENOMENI FONOLOGICI

3.1. Fenomeni vocalici

3.1.9 Fenomeni generali

3.1.9.1 Aferesi

Piuttosto modesto il numero di parole che presentano alternanza con le varianti aferetiche, a parte per qualche voce del verbum dicendi esclamare (ARR 46, sclamai DC 286, sclamò ARR 40, 41 e passim, BEL 4, 55 e passim, MAS 91)154. Gli altri casi, raris- simi, sono presenti solo in due testi del campione: Giustina usa la forma ascondea, ‘na- scondeva’ con dileguo della labiodentale (cfr. § 4.5.1.2) («[…] in mezzo a tutta quella poesia incantevole s’ascondea il dolore […], GIUS 433; ma è presente anche la voce piena: «“Tutto mi dice il tuo turbamento” rispose la madre, certa che qualche cosa di grave si nascondea nel cuore della figlia», GIUS 341, a cui sono da aggiungere 3 esempi di nascondeva, GIUS 38, 50, 394); Mastriani utilizza la variante arcaica del gerundio

sendo155 in MAS 200, 202 (ma di essendo si contano sei occorrenze nello stesso testo e 65 in tutto il corpus) e 3 voci aferetiche del verbo inabissare (nabissato MAS 67,

152 LIZ [s.c.]: carnovale 8 occorrenze, più un carnovaleschi in Dossi (La desinenza in A); carnevale

e derivati si attestano con 167 occorrenze. TB (s.v. “carnovale”) indica come più comune la variante con e.

153 MIDIA, per il periodo 1841-1947, registra solo 3 occorrenze dell’aggettivo, due in poesia (in Car-

ducci e in Prati) e solo una in prosa (nell’opera Mefistofele di Arrigo Boito). Non si riscontrano, per lo stesso periodo temporale, altri derivati come per esempio debilità, attestato D’Annunzio (Trionfo della

morte; cfr. LIZ [s.c.], che registra anche un ulteriore caso di debile in Faldella, Donna Folgore). Del pas-

saggio da debile a debole danno notizia Morandi & Cappuccini (1895: 18, § 53). Debole e debile presenti sia in Crusca5 sia in TB.

154 Più di 600 attestazioni riferibili al lemma esclamare e alle relative forme.

155 Considerato poetico dal Bembo, sebbene fosse alternativa minoritaria anche nei versi del Petrarca,

è discretamente presente in poesia fino al Leopardi dei Paralipomeni, «ma non è eccezionale nemmeno nella prosa di poco anteriore, come nel Goldoni o nella Vita alfieriana […]» (Serianni 2009: 232).

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nabissano MAS 172, nabissando MAS 172); la forma piena ha tuttavia solo 4 esempi in

tutto il corpus: inabissa FAR 72, inabissata BAN1 92 e inabissato INV 98, inabissava SER 57. Questi ultimi esempi trovano limitato riscontro anche nell’uso prosastico coevo156.

3.1.9.2 Mancata sincope

La mancata sincope si verifica in alcune forme del futuro di andare157 (anderà SG 78, anderai INV 29, 67, 83, anderanno INV 119, SG 83, anderebbero INV 162, ande-

remo DC 231, JAR 31, SG 88, anderò INV 10, 42, 75, 79) e per alcuni voci nella coniu-

gazione di comperare158 (compera DC 219, comperai DC 94, comperar DR 8 e compe-

rare DC 70, 152, 223, DM 32, 62, 76, 122, GIUS 32, 225, 443, SCAR 39, SER 17, 23,

195, SG 134, comperarti GIUS 225, comperasse ARR 83, GIUS 277, comperasti GIUS 254, comperata GIUS 263, 271, ILA 77, comperate DC 191 e comperati DC 170, GIUS 144, 247, comperato DC 26, 92 e passim, DM 150, 156, SCAR 24, SER 20, 35, 174, SG 190, comperava DM 147, comperò DC 85, 93).

Il mantenimento della forma originaria si riscontra inoltre nella forma sostantivale

realità (DG 385, a fronte di circa 50 occorrenze di realtà nel resto del campione)159.

156 LIZ [s.c.]: il tipo ascondere presenta 4 occorrenze, più 5 di asconditore, tutte in D’Annunzio (Il fuoco); sendo attestato due volte, ma in entrambi i casi sono citazioni dichiarate di opere cinquecentesche:

in L’umorismo di Pirandello, da Machiavelli (Lettere) e in Le vergini delle rocce di D’Annunzio, da Leo- nardo (?); nabissare e derivati 3 volte in Faldella (Le figurine), una in Dossi (L’altrieri).

157 Nella grammatica di Morandi & Cappuccini (1895: 44, § 52) si avverte che, rispetto ad alternative

verbali come averò e vederò, «anderò e andrò, morirò e morrò, sono tutti vivi […]»; poco più tardi Mala- goli (1905: 95, § 87) indica andrò come variante «più comune» rispetto a anderò. La diffusione di tali forme potrebbe essere stata incentivata dalla preferenza accordata da Manzoni nella Quarantana, nonostante che il tipo fosse «già marcato come toscanismo o arcaismo» (Antonelli 2003: 124).

158 La relativa frequenza di queste forme non sorprende: il TB registra a parte il lemma comperare,

sebbene segnali la variante come meno comune rispetto a comprare.

159 LIZ [s.c.]: vespero/i 48 occ.; realità 34 occ., 33 delle quali in varie opere di D’Annunzio, una in Soggettivismo e oggettivismo di Pirandello.

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3.1.9.3 Sincope

I vocaboli che presentano sincope sono perlopiù voci verbali: per esempio le due forme dell’imperativo con clitici tienlo («Tienlo stretto e appena sarai diventata sua mo- glie e sua erede...», BAS 153, «Tienlo caro allora!», GIUS 224) e tienti («Spegni il lume, mi disse, armati e tienti pronto con me a correre in difesa di Evelina», DC 180; «Tienti il tuo Alfonso, io mi tengo il mio Guido, e guai se me lo tocchi!», INV 100)160. Più corposa la presenza della sincope nel condizionale e nel futuro di morire: morrà ARR 53, BAS 67, DC 89, GIUS 38, 281, INV 112, SER 26 e passim, morrai BEL 142, DR 92, GIUS 202, 385, SER 62, morrebbe ARR 133, SER 18, 26, morrei GIUS 327, 347, INV 44, 101, MAS 5, 133, morremo INV 65, SER 137, morresti ILA 132, morrete SER 80, 139, morrò GIUS 14, 39 e passim; esiti con il mantenimento della vocale solo in morirà ILA 109, SER 77, 137, 139, 202, morirei SER 85, morirò GIUS 132, ILA 344, INV 62, SER 12, 80 e passim.

Anche per udire si nota una frequenza delle forme sincopate del futuro161: udrà ILA 199, udrai BAS 134, GIUS 358, udrete BEL 173, DR 85, ILA 347; per contro i casi di forme non apocopate sono solo 3: udiremo BAS 57 e udirete BAN1 32, 62.

3.1.9.4 Prostesi della <i> con <s> complicata

Risulta diffuso nel corpus l’impiego della i prostetica di fronte a s complicata, per quanto non si tratti di una regola generale162, visto che sono centinaia i casi in cui il feno- meno non si verifica nonostante si presentino le condizioni necessarie: «Ora è chiaro che io non potevo andar a Siviglia per scrivere la Mano Nera e studiar i caratteri sul luogo»,

160 Per tienlo sono presenti in LIZ [s.c.] solo 3 esempi tratti da 3 opere diverse (Collodi, Le avventure di Pinocchio, De Roberto, I Viceré, Tozzi, L’amore); di tienti l’archivio documenta 12 occorrenze, la metà

delle quali in Verga, due nelle novelle di Vagabondaggio, 4 in I Malavoglia (da cui si ricaviamo il seguente esempio: «Tienti forte! tienti forte! gli gridava il nonno […]»).

161 In Morandi & Cappuccini (1895: 169, § 514) vengono registrate senza preferenza le forme udrò e udirò per il futuro.

162 Migliorini (1960: 702) osserva che la regola nella letteratura del periodo «si fa meno rigorosa: il

Martini scrive per istrozzarlo, non ispregievole, ma nel Carducci si legge in specie»; anche negli stessi scrittori toscani, osserva Malagoli (1905: 102, § 116), la prostesi era ormai piuttosto rara; tuttavia Fresu (2016: 100) rileva una certa vitalità del tratto nella paraletteratura femminile tra Otto e Novecento.

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ARR 8; «Ma i vecchi arrivati in strada parve non sentissero né il vento, né il freddo intenso», JAR 32; «[…] avevamo un avversario che non scherzava», SER 170; «[…] quell'uomo non poteva essere venuto che con scopo di male», BAS 235. Di seguito gli esempi della presenza di i prostetica suddivisi per preposizione reggente:

CON: isforzo DM 65; istrazio MAS 81; istudio DM 24; istupore ARR 189; IN: iscena GIUS 287, 289; ischerzo [sost.] ARR 22; isciopero ILA 182; iscompi- glio GIUS 319; Iscozia DR 18, 38; iscritto GIUS 440; isfigurare MAS 69; ispalla DM

140, 194, ILA 286; ispecial DC 51, 52; ispecie BAS 58, 288, DC 179, 214, 277, ILA 78, ZEN 6; ispettacolo FAR 67; ispirito INV 47; isposa GIUS 262, 285, 395, ILA 278, SG 156; istato ARR 72, 88, BAN2 71, BEL 238, 256, DC 241, MAS 158; istile DC 59; istrada BAN1 25, BEL 93, DC 58, DM 26, 203, GIUS 423, ILA 36, 62, 117, 333, 348, MAS 198,

SER 13, 170; istretto SG 278; istudio DC 25, 217; Isvizzera ARR 189, DR 65, 94, FAR 200, GIUS 203;

PER: iscacciarla GIUS 306, iscacciarne ILA 64; iscambio SER 211; iscansare

ILA 275; iscarso SCAR 35; ischerzo [sost.] JAR 117, SG 147, 213; iscombussolare SER 148; iscoprire DR 60, 72, GIUS 338, 438 (iscovrire MAS 215, iscuoprire JAR 27);

iscritto GIUS 255, JAR 163; iscrivere DC 19; iscusa GIUS 246; isfogo MAS 50; isfuggire

DM 92; isgomento MAS 108; ispaventarli GIUS 422; isposo GIUS 270, MAS 51; isten-

dere JAR 86; istrada BAS 37, 150, DC 113, 180, 218; istrapparmi GIUS 448; isvolgersi

SER 55.

L’utilizzo della i prostetica avviene anche di fronte all’avverbio NON: iscevra

MAS 32; ischerzava GIUS 256, ischerzavo SER 107, ischerziamo GIUS 326, ischerzo [verbo] DC 164; iscomparire GIUS 380; iscontrare JAR 81; iscoppiare ILA 257; iscor-

rono MAS 87; isfuggì BEL 243; isguinzaglierò MAS 34; ismentì GIUS 418; ispaventarti

GIUS 354; ispendeva MAS 67; isposare MAS 151; isposi [verbo] GIUS 313; ispostabile SER 14; istarò MAS 86; istringe MAS 166; istupirà GIUS 269

Parallelamente, sono presenti anche casi di i in posizione iniziale, non dovuti però a prostesi ma a mancata aferesi della vocale etimologica. Gli esempi documentati sono

istoria (GIUS 217, 225 e passim, ILA 267, INV 4, MAS 7, 16 e passim, SER 36, 108 e passim) e il plurale istorie (DC 251); istrumenti (BAN2 39, SG 55, ZEN 16 [tre volte]) e

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Potrebbero rientrare nei casi su base etimologica anche: iscacco163 DC 198, SG 238; ismanie164 DR 55, 76, ILA 76, 340; Ispagna ARR 6, 122, DM 202, INV 5, 135, SER

143. Tuttavia, tali esiti sono tutti postconsonatici165, mentre si registra nel campione un caso isolato di iperestensione: «Aveva in testa una ispecie di turbante ed un abito bianco e lungo di sottilissimo panno lo copriva tutto», BAS 200; al contrario, i pronomi dimo- strativi di provenienza libresca istessa (ARR 60, DM 206, SER 149, 171 e in altri cinque luoghi) e istesso (ARR 180, BEL 107, DM 202, SER 143, 148 e in altri quattro luoghi, SG 133, 200), sono per la maggior parte preceduti da vocale166.

163 Verosimilmente dal provenzale escac o antico francese eschac, secondo le più diffuse ipotesi eti-

mologiche (v. DEI e NDELI, s.v. “scacco”).

164 Da exmaniare (v. DEI e NDELI, s.v. “smania”).

165 Scacco e scacchi sono sempre preceduti da vocale, mentre iscacco è in tutti e due i casi nella

locuzione (tenere) in iscacco. Il tipo ismania è presente in sfogare in ismanie (DR 55) e dare in ismanie negli altri luoghi; le altre 22 occorrenze di smania e forme flesse, tranne una (con smania, JAR 26) sono precedute da vocale. Anche per Ispagna l’ipotesi più probabile è l’aggiunta della vocale d’appoggio, dato che questa forma è preceduta sempre dalla preposizione in. Il solo Cletto Arrighi usa in alternativa il tipo

in Spagna (9 occ.: ARR 6, 8, 10, 19, 68, 84, 88, 123, 146, sulle circa novanta totali).

166 Però 6 casi su 18 seguono la preposizione articolata: all’istessa ARR 60; coll’istessa DM 206; dell’istesso DM 202; nell’istesso BEL 107, SER 197. Per TB (s.v. “istesso”) la forma etimologica vale il

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