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CAPITOLO 5. ASPETTI SINTATTICI E TESTUALI

5.10. Uso comunicativo della punteggiatura

Si è deciso di affrontare in questo spazio lo spoglio relativo all’uso della punteg- giatura, in virtù delle accentuate caratteristiche stilistico-testuali riscontrate nella rac- colta373; gli usi più interessanti riguardano da un lato il tentativo di incrementare il tasso di espressività degli enunciati, dall’altro lo sforzo di ricalcare nei dialoghi la frammenta- zione del discorso orale. I segni che concretizzano tali strategie sono i punti esclamativo e interrogativo e i puntini di sospensione, il cui utilizzo diveniva sempre più intenso nella prosa coeva374.

Per quanto riguarda la prima tipologia, nei dialoghi in cui traspare un alto livello di emotività si registra l’uso iterato del punto esclamativo375:

– Non apra quella porta! Glielo dico nel suo interesse!! – esclamò il barone. BAS 150

– Anziché perire miseramente nelle galere... molti, redenti dalla società... benedirebbero alla vita!!! – BEL 205

– Anch’io ti ringraziavo: ti ringraziavo dormendo perché ti sognavo... – Per tutta risposta Enrico la baciò sulle belle labbra porporine dal sorriso inestinguibile. – Cara!! cara! cara!... – SG 80

Più raramente, l’enfasi si origina tramite l’iterazione del punto interrogativo: – Sei contenta ora??? – domandò sorridendo il suo complice. – BAS 152

– D'altronde, vi è un'altra prova della morte. – Un'altra?? – SER 42

La ricerca dell’espressività però non avviene tanto mediante la ripetizione di uno stesso segno, quanto più nella combinazione del punto interrogativo con il punto

373 Gli studi più recenti sull’argomento (Ferrari 2003; Lala 2011; Ferrari et al. 2017; Ferrari et al.

2018; Ferrari et al. 2019) hanno posto l’accento sulla necessità di riconsiderare l’interpunzione nei testi italiani contemporanei in prospettiva pragmatica: è emerso dai contributi che il valore testuale della pun- teggiatura è preponderante rispetto alle motivazioni sintattiche e prosodiche, seppur correlate.

374 Cfr. Antonelli (2008: 178-210).

375 Le frasi esclamative ricorrevano abbondantemente negli epistolari ottocenteschi proprio in corri-

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esclamativo, da Moise (1878: 91) definito «punto misto», poiché, spiega, è da usarsi quando l’espressione «né è tutta esclamativa, né tutta interrogativa»; tale strategia è utile a fornire al lettore i sentimenti provati dai personaggi, come sorpresa, agitazione, indi- gnazione ecc.:

– Che!? che intendete dire con ciò?! – esclamò Margherita spalancando gli occhi. – BAS 93 – Avvelenato?! Ma e da chi e perché? Come? Quando? – E il giovinotto ci rivolse sguardi inter- rogativi, manifestando insieme meraviglia, rammarico e sdegno. DC 75

– Dunque, – sclamai – ella rifiuterà la mano del Conte? – Rifiutare..., rifiutare!? – DC 286 Analogamente espressivo è l’uso combinato del punto esclamativo con i puntini di sospensione, come avviene nella seguente invettiva di Mastriani, in cui l’autore rimarca sulla solennità della sua affermazione con l’enfasi interpuntiva, da una parte, e dall’altra con l’impiego di altri elementi stilisticamente colti, come la sistematica anticipazione dell’epiteto376 (funebre corteo, inverecondo ludibrio, umane vanità, alta pietà) e l’accu- mulo aggettivale377 stolida e beffarda costumanza:

Nessuna carrozza seguiva il funebre corteo, stolida e beffarda costumanza, per non dire, invere- condo ludibrio, di cui lo spirito del difunto dee mestamente affliggersi di alta pietà per le umane vanità!!... Il funebre corteo378 giunse al cimitero […]. MAS 146

Altri esempi tratti dal narrato autoriale confermano l’uso della combinazione in- terpuntiva nei luoghi in cui sopraggiunge l’intervento del narratore, che si realizza nel commento di quanto appena descritto:

Il Croato, se pure era Croato, capì la celia impertinente e gli bastò uno sguardo a fare ammutolire il cattivo burlone. Ma Dio, quale sguardo!... fatto di pietà, fatto di sprezzo […]. FAR 40

Fino a quel giorno gli interrogatori erano sempre avvenuti in Castello, nella stanza messa a dispo- sizione dell'Avvocato Fiscale. E quel giorno avevano incomodato due ufficiali superiori!!... SG 278

376 Cfr. § 5.3. 377 Cfr. § 5.3.1.

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L’utilizzo della combinazione avviene anche nei contesti mimetici in cui, anche grazie a un’altra strategia di produzione di enfasi come la ripetizione379, si ottiene la me- desima progressione climatica:

– Aiuto!.. Assassinio!... Assassinio!... – BAS 13 – Ecco!... È così!... Proprio così!... – DR 6

– Clara è morta, me l'ha detto quell'uomo, è morta!... - E ruppe in strazianti singhiozzi. – INV 8

Più complesso il discorso relativo ai puntini di sospensione, recentemente riesa- minati soprattutto in relazione allo scritto contemporaneo, sia per il loro valore prosodico, sia per le loro fondamentali funzioni pragmatico-comunicative380.

Dal punto di vista prosodico, come osserva Pecorari (2017a: 183-191), i puntini di sospensione vengono usati per riprodurre nello scritto alcuni dei fenomeni di frammen- tazione del parlato, nello specifico false partenze, interruzioni ed esitazioni; e già prece- dentemente, prendendo come riferimento I Promessi Sposi, Testa (1997: 33-37) aveva riconosciuto nei dialoghi usi «oralizzanti» costruiti mediante l’uso dei puntini sospensivi, quali interruzioni, cambi di progetto, ellissi e reticenze.

Nel seguente esempio, i puntini di sospensione vengono usati per rappresentare l’eloquio esitante e frammentario del personaggio, il suo «brontolare tra i singhiozzi»: Mariantonia, poiché lo sgomento già sfogava col pianto, non poté parlare speditamente; ma s'ap- poggiò all'uscio dell'armadio, col grembiale alla faccia e prese a brontolare tra i singhiozzi: – Mammaaa... mammaaa... O Die me! o Giasù Criste me! o Madonna mea!381 SCAR 14

In quest’altro passo invece si evidenzia con i puntini il procedere affannoso del discorso contraddistinto dalla «voce rotta», come precisato dall’autore:

– Quante volte, poveretta; quante volte pregò Dio di farla morire!... E s'è uccisa!... – ripeté con voce più rotta, quasi avesse potuto fino a quel momento dubitare e sperare, ma ricevesse a un tratto l'irrecusabile conferma della sciagura. DR 7

379 Cfr. § 5.7.

380 Cfr. al riguardo Pecorari (2017a); Pecorari (2017b). 381 Il corsivo è d’autore.

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L’andamento sconnesso e disorganico, efficacemente reso dall’impiego dei pun- tini, si unisce inoltre a un sovrabbondante impiego dei costrutti iterativi (cfr. supra). Si affida abbondantemente a questa tecnica Carolina Invernizio382:

– Eccoli…. eccoli! – esclamò vivamente Ines […] – Guardami.… guardami, amor mio.... sono io, la tua Ines.

[…] – Ines.... mia Ines.... sei tu? Dove siamo? – INV 7-8

Inoltre, i puntini sono usati, in sostituzione della virgola, nelle enumerazioni383 («La corruzione sociale... il problema dell'analfabetismo... il proletariato gemente… la plutocrazia borghese... la polizzottaglia... […]», BAN1 24) e, più in generale, in lunghe

serie di enunciati frammentari giustapposti:

– In città, a pagar delle note... a comperar delle cose... Io non so più... Pareva che volesse venire con me, quando si levò... poi mutò opinione, mi mandò via... – DR 8

– Lei ha visto il morto?... Sicuro che l’ha visto... ne abbiamo fatto la fotografia... e non sa proprio dire se sia quello che ha scritto nel libro dei forestieri? – FAR 13

– Grazie... grazie, avvocato; ella ha fatto più di quanto si avrebbe potuto esigere da un fratello... Perdoni queste lagrime!... Se ne sono viste tante a questo mondo... ne furono condannati tanti innocenti, che ella vorrà compatire questa mia disperazione. – GIUS 14

Un altro fenomeno interessante, che rientra appieno nelle funzioni dei puntini, è quello delle preterizioni e delle autocensure da parte dei personaggi:

– La contessa non avrebbe passati tanti mesi al manicomio per una... se lui non avesse tenuto mano al marito. – GIUS 8

– Ma, per Dio...gene! una scolara di Brinda dovrebbe capire che non sono agilità!... […] che non ha un ca...volo bisogno che i cantanti co...lendissimi vengano oggi a insegnargli come si deve scriver la musica! – JAR 74-75

In alternativa, la censura è dovuta all’intervento diretto del narratore (anche se a livello di dialogo riportato):

382 Si vedano anche gli esempi in § 5.7. 383 Cfr. § 5.8.2.

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– Voi fareste bestemmiare un eremita, don Cirillo. S'era detto quarantamila in principio, poi trenta, ora dite venti, per il sangue di... – «U barone» cominciò a sfilare bestemmie. DM 14

Altre funzioni più strettamente testuali si ricollegano all’intenzione dello scrivente di inviare al lettore una richiesta di partecipazione «alla costruzione del significato comu- nicativo del testo, elaborando inferenze che siano coerenti con le sue intenzioni comuni- cative» (Pecorari 2017b: 79); per esempio nel passo seguente il narratore, interrompendo volontariamente una lunga descrizione, suscita con i puntini un intenzionale effetto so- spensivo prima della frase conclusiva:

Anche a lui era toccato di vedere un bel giorno, una stupenda creatura sui vent’anni, alta e diritta come una palma, bruna, con due occhi pieni di dolcezza, luccicanti e umidi, con una capigliatura ondulata e con una rosa fra le treccie... per la quale capì che avrebbe dato volentieri la vita […]. – ARR 68

Tali sospensioni si ritrovano nel testo di Arrighi anche sul piano dialogico:

– Io sento una enorme ripugnanza a... trattare confidenzialmente con un uomo che non amo. – ARR 134

Intensità espressiva e valore pragmatico hanno infine i puntini isolati, con cui «il parlante segnala di non essere in grado di dire nulla, di non voler dire nulla, di essere obbligato a non dire nulla, ecc. A seconda dell’atteggiamento proposizionale veicolato dal silenzio nel contesto in cui è prodotto, si potranno poi elaborare ulteriori inferenze di natura psicologica (fastidio, stupore, disagio, ecc.)» (Pecorari 2017b: 87-88); in questo passo dall’andamento scenico i puntini segnalano prima la forte sensazione di disagio provata dal personaggio poi, inseriti isolatamente nella battuta, restituiscono al lettore il sopraggiungere dello svenimento:

– ... Il medico... se avesse una goccia di morfina... ma non l’avrà... non ne hanno mai i medici quando in nome di Dio gliela chiedete per calmare lo spasimo!...

– Si assopisce. – ...

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