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CAPITOLO 4. ASPETTI MORFOLOGICI

4.2. Il pronome

4.2.1. Pronomi soggetto di terza persona

Sono presenti in buon numero i pronomi obliqui lui e lei in funzione di soggetto, ancora a stento accettati dalle grammatiche dell’epoca213; esclusi dal conteggio i casi di

lei in qualità di allocutivo di cortesia (più di 170), le occorrenze estratte dal campione

sono oltre il doppio per il pronome personale soggetto maschile rispetto al femminile (circa 370, contro le meno di 200 attestazioni di lei)214; inoltre, lui soggetto si attesta in tutti i testi del corpus, mentre non si registrano casi di lei con questa funzione in ben cinque opere, ossia quelle di Arrighi, di Donan Coyle, del manzoniano De Marchi, di Scarfoglio e nel primo volume della raccolta di racconti di Banti.

I luoghi attestati sono, relativamente al maschile lui, ARR 5, 37 e passim, BAN1 6 [tre volte], 41, BAN2 66 [due volte], 70, BAS 18, 29 e passim, BEL 30, 47 e passim, DC 23, 26 e passim, DG 377, 388, DM 9, 17 e passim, DR 32, 33, 62, 70, 81, FAR 2, 3 e

passim, GIUS 8, 33 e passim, ILA 22, 23 e passim, INV 10, 19 e passim, JAR 27 e passim,

MAS 109, 131, SCAR 9, SER 7 e passim, SG 78, 117 passim, ZEN 5, 7 e passim; per il femminile lei si registrano: ARR 71, 173, 175, BAN2 10, 15, BAS 28, 29 e passim, BEL

212 Morandi & Cappuccini (1895: 61, §170) inseriscono calcagna nello specchietto dei plurali che

presentano l’alternanza nella desinenza, «ma l’uno e l’altro si adoperano solo in alcune frasi particolari»; nello specifico, calcagna «ne’ modi», calcagni «in tutti gli altri casi».

213 A parte Petrocchi (1887: 135, § 6), per il quale «al nominativo, Lui e Loro, son più familiari che Egli ed Eglino. Anzi Egli, Ella, e peggio ancora Eglino ed Elleno, sarebbero affettazione nel linguaggio

comune», nella Grammatica di Carlo Collodi l’uso viene considerato scorretto; anche Fornaciari e Morandi & Cappuccini accettano l’uso di lui e lei solo nei contesti enfatici (cfr. Patota 1993: 129; Fornara 2018: 285); sulla censura sistematica operata dalle grammatiche a partire dal Bembo, cfr. Palermo (1997: 331- 340).

214 «Il maggior numero delle presenze di lui si spiega anche, naturalmente, con la predominanza dei

SOGG maschili (gli scriventi sono per lo più uomini e parlano di uomini). Tuttavia, il fatto che le attesta- zioni di lei non siano molto frequenti si può collegare alla circostanza che nel parlato ella ed essa hanno resistito a lei più di quanto abbia resistito egli a lui» (D’Achille 1990: 339).

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6, 32 e passim, DG 380, FAR 98, 110 e passim, GIUS 14, 52 e passim, ILA 112, 119 e

passim, INV 5, 29 e passim, JAR 29, 64, MAS 9, 63, 202, 219, SER 11, 23 e passim, SG

71, 85 e passim, ZEN 19, 27, 28, 29.

In relazione al numero esiguo di presenze, l’analisi suggerisce che l’impiego dei pronomi di terza persona obliqui in funzione di soggetto non sarebbe condizionato da necessità di tipo stilistico, per esempio in alternativa a egli o ella in situazioni medio- formali (scelta adottata sistematicamente da Manzoni, com’è noto, nei Promessi

Sposi215), ma dalla veste sintattica e testuale che tali pronomi sono chiamati ad assumere all’interno degli enunciati216; le tipologie d’uso più frequenti possono essere sintetizzate

nel seguente schema:

a) lui e lei come soggetto/rema, con valore fortemente deittico:

LUI

DIEGESI

Ad un tratto sussultai. Era lui, proprio lui, Olivares. BAN2 66

Comunque fosse stato il pensiero del direttore pietoso, ora lui, non altri si confessava, lui non altri... Fritz Neumuller. FAR 110

MIMESI

– Eccolo, eccolo, è lui, lo vedo, è lui! – ARR 37

– È lui! – esclamò ella, ed un improvviso rossore le corse alle guancie. BAS 18

D'indole ciarliera come sono, tentai d'appiccare discorso. – Oh! sì, giusto lui! – BEL 47 – Ecco, proprio lui! – soggiunse scorrendo coll'occhio il giornale. DM 203

215 «Se beneficio e conchiudere vengono soppressi, dal romanzo e dalle opere successive […], egli e

l’allocutivo ella continuano a vigoreggiare come varianti diafasiche proprie del registro alto» (Serianni 1989: 190); lo stesso si verifica in altre opere narrative, per esempio in quelle di D’Annunzio: se di norma l’autore adotta egli ed ella, oltre a ei (in Il Piacere), «nelle Novelle della Pescara l’ambientazione regionale impone spesso lui e lei come soggetti» (Dardano 2014: 406).

216 Su cui si vedano gli studi di Boström (1972) e D’Achille (1990: 313-341). Anche alcune gramma-

tiche coeve si dimostrano sensibili a tali aspetti: per esempio Fornaciari (1881: 49-50, §6) ammette l’uso «quando la persona operante debba avvertirsi di più e mettersi in rilevo maggiore»; dello stesso avviso Morandi & Cappuccini (1895: 122, § 404): «Quando si voglia richiamar l’attenzione più particolarmente sul soggetto: Lo crede lei […]. Dopo anche, tanto , quanto , più , nemmeno, o simili […]». Sugli aspetti topologici e sugli elementi sintattici marcati, vedi il capitolo successivo.

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– Il commendatore Raffo di Genova. – Proprio lui! – GIUS 68 Egli aveva riconosciuto la voce. – È lui! proprio lui! – JAR 168 – È lui – mormorò Roberto Alimena. SER 54

LEI

DIEGESI

Chi ha detto questo? Non lei, non Irma, la santa, non lei, un'altra. FAR 110

MIMESI

– Mio Dio! È forse lei! – sclamò il povero giovine. ARR 175 – Guardate quella signora vestita di celeste. È lei – BAN2 10

– Sofia di Brissac? La vedova del giovane ufficiale francese morto in seguito a caduta da cavallo? – Proprio lei! – BAS 82

In quel momento scoccarono le ore; e tosto si udì, fortemente, uno squillo di campanello. – È lei – disse il ministro. BEL 6

b) lui e lei con ripresa anaforica e cataforica, accompagnati dal anche, nemmeno ecc. o dal dimostrativo stesso/a:

LUI

DIEGESI

Enrico Vanchiglia s'era volto anche lui a quell'accusa, con la testa in fiamme. BEL 168 E il romanziere non si pentì nemmeno lui di aver scritto un romanzo […]. FAR 2

MIMESI

– Me lo ha detto lui stesso, il direttore. Oh, egli217 ha compassione per voi, come per me. – GIUS 46

– Era un buttero poverissimo. E che perciò? L'amore è cieco... Ed io lo amavo freneticamente... e lui pure in tal modo amava me. – ILA 300

217 Si noti, in questo primo esempio così come in altri più avanti, l’alternanza tra il pronome lui in

posizione marcata, nel primo enunciato, e il pronome soggetto proprio, in questo caso egli, che invece si colloca in posizione preverbale nell’enunciato successivo.

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LEI

DIEGESI

E lei pure era stata una ragazza, poi una donna da far delirare […]. JAR 26

[…] ella s'immerse in profondi pensieri e si distrasse dal momento presente. Quanto tempo tra- scorse così, neppure lei avrebbe potuto dirlo […]. SER 58.

MIMESI

– Non si sa mai! E poi, potrebbe udire anche lei!... tu mi comprendi. – BEL 192

c) lui e lei posposti al sintagma verbale:

LUI

DIEGESI

Per qualche anno il barone, detto «u barone», lesse dei libri e prese la scienza sul serio: ma non sarebbe stato lui, se avesse per amore della scienza rinunciato alle belle donne, al giuoco, al buon vino del Vesuvio, e ai cari amici. DM 9

[…] Irma volle scendere perché in un breve sonno gli si era presentato lui, Flavio suo […], FAR 240

Ah! sì, era poco, assai poco quello che aveva fatto soffrire alla contessa, in confronto di quello che aveva sofferto lui, e soffriva ancora! INV 51

MIMESI

– E che può dire lui di me? BEL 259

– Non avete pensato che il sottrattore fosse lui? – domandò Holtes con molta calma. DC 23 – […] è in collera perché non mi potrà condurre a questa rappresentazione, non già perché voglia andarci lui. – DR 32

– Ora debbo vivere di elemosina. Oh, se lo sapesse lui, che è così orgoglioso, così permaloso! – ILA 308

– E come può essere lui, quello che ci segue? – SER 69

– […] dov'era solito tenere la chiave principale della cassaforte nelle ore in cui gli era affidata? – Non lo so: ce lo dirà lui. – Lo dirà lui. – ZEN 15

100

LEI

DIEGESI

Come di consueto Fritz si fece annunziare alla sorellina, la quale gli fece rispondere che sarebbe subito scesa lei abbasso, a leggere la posta, se ve n'era, a scrivere a lui. FAR 177

Forse egli non era morto! Che ne sapeva lei? SER 105

MIMESI

– Quale colpa ne ha lei se un giorno giurai a Giovanni Lampi che avrei unito mia figlia a suo figlio […]. – GIUS 209

d) lui e lei in posizione postverbale dopo un turno dialogico:

LUI

DIEGESI

– Ebbene – disse lui – come stai e che maniera è questa di farci prendere delle paure? DC 74 – Elda – rispose lui in tuono di affettuoso rimprovero. GIUS 81

– Chiudéme la porta – diceva lui. SCAR 9

– Mai, mai – replicò lui, abbassando la testa sul petto. SER 81

LEI

DIEGESI

– Oh! Son pazza, sì, è vero! – esclamò lei, sempre in ginocchio BAS 204

– Di qua, di qua, – mi fece lei, continuando a schermirsi e sorridendo, rossa come una fragola. – DG 380

– Chi mai? – interrogò lei. GIUS 76

– Non lo posso fare – disse lei, tremando. SER 155

d) lui e lei soggetto delle frasi scisse:

LUI

DIEGESI

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Il prete si lasciava sospingere dolcissimamente, come se il suo destino lo chiamasse: ed era lui che sentiva per il primo il desiderio di veder tutto […]. DM 47

Fu lui che propose al suo intimo amico Sandro Devarchi di correre sulle peste della diva, che lo avea ammaliato […]. GIUS 285

Era lui che, entrato nel Ghetto, faceva rumore nella stanzetta illuminata, aperta sull''androne. JAR 122

Rachele non aspettava mai suo padre, per pranzare: era lui che voleva così. SER 21

MIMESI

– Mi vedesse il Direttore Generale! Perché era stato lui, che mi ci aveva mandato, in quel paese! – BAN1 6

– Egli mi accusa?! Ma fu lui con la sua druda che vennero a mendicare il mio aiuto ed a comprare il mio silenzio; fu lui che senza alcun rimorso mi narrò […]. – BEL 263

– Chi per due volte rimase solo nello studio nel periodo sospetto? Il maggiordomo Peracchi; è dunque lui che ha sottratto il testamento. – DC 26

– Non siamo noi che vi accusiamo – ripeté il giudice istruttore, giacché era proprio lui che parlava – […]. ILA 64

LEI DIEGESI

Anche questa volta, l'amica fu lieta di venire in aiuto della contessa. E fu lei, d'accordo col barone, a prendersi cura del piccolo bastardo […]. BAS 312

Era lei che tagliava sempre i panni addosso a tutte le signore e signorine sue conoscenti […]. MAS 9

MIMESI

– Il rimorso, da tanti anni, s'era impossessato di me... Io vedevo sempre quell''ombra... Era lei che tutte le notti veniva al mio capezzale […]. – BEL 261

– Sì, voglio darla a te, perché è lei che ti vuole; ed io, capisci, io voglio e debbo fare quello che desidera quell'angelo. – ILA 188

– È lei, è la signorina Rachele, che ha preso questo nome in religione. – SER 158

Molto rari gli usi di lui e lei in posizione preverbale, dove egli ed ella (o essa) sono pressoché esclusivi. Alcuni esempi tra i pochi ricavabili:

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LUI

DIEGESI

[…] nel 1871, lui non contava che ventitré anni, mentre io ne avevo quasi il doppio. ARR 5 […] lui aveva riguardato sempre la donna come il suo angiolo […]. JAR 29

Perché? E perché lui era venuto a portare quella mano al freddo scienziato, che di nulla si poteva commuovere? SER 40

MIMESI

– […] se lui arriva... noi andremo lontano... Oh allora starò bene... – GIUS 52 – Cosicché, secondo voi, in questo delitto lui non ci ha a che vedere? – ILA 27 – Sissignore, perché il babbo è francese; lui però non vuol bene che a Nara. – INV 72

LEI

DIEGESI

[…] lei vorrà essere sepolta accanto a lui e per le spese lascerà un po' di denaro. FAR 235 Edvige e lei avevano un giorno fatta vita comune, ed ora si rivedevano in una differente condi- zione […]. GIUS 224

[…] lei gli stringeva la testa fra le sue mani febbricitanti […]. JAR 64

MIMESI

– Non basta la vostra asserzione: è d'uopo che io lo sappia da lei. – Da lei?... Ma se lei non potesse più parlarvi? Se lei fosse andata lontano, molto lontano... e non vi rivedesse più?! – BEL 60 – […] quando lei sarà in campagna, diverrò la padrona di questa casa, come lo sono del tuo cuore. – INV 101

Alternati a lui e lei soggetto, i pronomi di terza persona egli ed ella sono presenti nel campione in numero elevatissimo (circa 5000 occorrenze, un dato peraltro non sor- prendente218); ella viene anche costantemente impiegato come allocutivo di cortesia, 218 Secondo i dati riportati da Serianni (1989: 191-192), in SPM l’89,7% dei casi del maschile è co-

perto da egli, a cui si contrappone il 10,1% di ei, mentre lui è presente solo nello 0,2% dei casi (cfr. anche Antonelli 2003: 130); fra Otto e Novecento egli e ella non solo vigoreggiano nella prosa ragionativa e letteraria (cfr. Boström 1972: 130-153; Colussi 2007: 81-83; Dardano 2014: 406), ma abbondano sia nella stampa (cfr. Masini 1977: 51-53 e Scavuzzo 1988: 47-48), sia nei generi paraletterari (cfr. Ricci 2013 e

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configurandosi come prima scelta rispetto a lei219; inoltre, ai consueti usi di egli ed ella come pronomi soggetto delle frasi SVO (qualche ess.: «Egli aveva accompagnato in Ispa- gna il fratello del nostro Re […]», ARR 6; «Egli scosse la testa energicamente […]», BAS 5; «Il giorno fissato ella si trovava ad attenderli […]», BEL 37; «Ella ora s’accostava a una parete […]», DG 383), si affiancano diversi utilizzi dei due pronomi nei contesti marcati riservati a lui e lei (cfr. supra); per esempio, egli si ritrova accompagnato da an-

che, pure, stesso ecc.: «Si appressò anch’egli al telefono e pose l'orecchio in ascolto»,

BEL 132; «Queste cose rivolgeva egli stesso nella mente la mattina del famoso giovedì […], DM 34; «[…] seguì egli pure il metodo dello Zola […]», FAR 3; oppure, si rintrac- ciano facilmente esempi di egli in posizione postverbale: «Del Duca attuale il vecchio Duca fece egli parola?», DC 20; o ancora, come soggetto di frasi scisse: «Era egli stesso,

il professor Schüner, quegli che mi scriveva!», DG 386.

Ulteriori esempi riscontrati nel corpus di egli in contesti marcati sono: «[…] l'as- salitore non è egli giudicato innocentissimo da tutte le leggi vigenti?», ARR 32; «Se an-

che egli non avesse idolatrata la vittima e sperato di vendicarla», DR 79; «Ma perché

l'accusato non spiega egli medesimo questo suo caso?», FAR 73; «[…] a quanti processi

non ha egli assistito!», GIUS 4; «E un giovinotto e dovrà pur egli amare un bel giorno,

avendo un cuore che gli batte in petto», ILA 270; «L'Ispettore, udito il rumore, venne ad aprire egli stesso la porta del gabinetto, JAR 20»; «Come avrebbe egli fatto a nutrire la famigliuola […]», MAS 6; «E seguitarono, ella incalzando nell'esortazione, egli cocciuto in una negativa seminata di piccoli sorrisi furbeschi e di occhiate maliziose», SCAR 8; «Egli stesso ne era innamorato un poco, di quella mano», SER 36; «[…] pensate a vostro figlio, baronessa, pensate che un giorno anch'egli saprà...», SG 99; «Egli stesso, irremo- vibile, nel negarvi l'autorizzazione e i mezzi di fuggire […]», ZEN 7.

Meno frequente l’uso in situazioni analoghe di ella, anche a causa della minore presenza nel campione, similmente a quanto osservato per lei (cfr. supra), del pronome soggetto femminile (secondo i calcoli, sulle circa 5244 occorrenze totali di egli e ella, meno della metà, 2075, sono di ella, centinaia delle quali riferite all’allocutivo di corte- sia): «La donna nell'incontrare gli occhi di suo marito pieni di quella stessa idea, da cui

2014; sulla paraletteratura femminile, cfr. Fresu 2016); egli, ella, assieme a essa vengono sistematicamente mantenuti anche nella scrittura diaristica di Sita Camperio (cfr. Cappai & Fresu 2018: 65).

219 Ella compare regolarmente come allocutivo di cortesia anche nelle lettere manzoniane (cfr. Se-

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si sentiva invasa ella stessa, arrossì e abbassò lo sguardo a terra», ARR 40; «Sapeva ella chi era il suo seduttore?», BAS 114; «Certo la morta gl'ispirava molta pietà; ma se ella

stessa aveva voluto uscir di vita, il biasimo contrastava al compatimento», DR 10; «Non m’avrebbe ella maledetta, rinnegata?», ILA 167; «La ragazza credette a un capriccio di

artista, e promise che ella stessa vi avrebbe un poco alla volta recato i mobili e le suppel- lettili […]», JAR 150; «[…] quantunque in fondo ci provasse ella pure una secreta dilet- tazione in quelle sparlatine […]», MAS 9; «E seguitarono, ella incalzando nell'esorta- zione, egli cocciuto in una negativa seminata di piccoli sorrisi furbeschi e di occhiate maliziose», SCAR 8; «Chi ti ha detto questo, ella stessa?», SER 158; «Poteva ella accet- tare?», SG 61; «[…] ora inferocita dal pericolo non sapendo ella stessa se ha più paura di perdere l'amante o d'essere travolta con lui […], ZEN 30.

Un altro pronome di terza persona che compare nel corpus è ei, osteggiato da alcune grammatiche dell’epoca220, da altre invece ancora accettato nell’uso221; ei è testi-

moniato da un centinaio di casi, a cui se ne aggiungono due di ei pleonastico, di cui ci si occuperà più avanti (cfr. § 4.2.4);l’impiego del pronome si verifica in 5 opere all’interno del campione, in particolar modo nei testi di De Marchi e di Mastriani (più qualche esem- pio in Donan Coyle, Giustina e Serao): DC 142, 223, DM 20, 27 e passim, GIUS 251, 267, 338, MAS 11 e passim, SER 151. Risulta significativo il fatto che si traggono solo due esempi da situazioni di dialogo ( – Ignorava ella, quando lo incontrò, gli scopi ch'ei persegue? – DM 156; – Se per questa ora ei non sarà venuto, vuol dire che sarà qui do- mattina –, MAS 14).

Jarro è l’unico nella raccolta a usare la variante apocopata e’222 in 3 contesti sin- tatticamente equivalenti, ovvero come pronome soggetto di frasi relative: «[…]

220 Morandi & Cappuccini (1895: 115, § 170) considerano ei letterario, prescrivendone l’uso in alcuni

contesti specifici, ossia «innanzi a parole che comincino per consonante semplice».

221 Fornaciari (1882: 118) inserisce ei nello specchietto dei pronomi di terza persona, senza dare al-

cuna indicazione sulla marcatezza della forma, come fa per esempio per elli ed ello, ritenute «forme anti- quate». Il tipo viene usato anche da Verga (cfr. Migliorini 1960: 705), da D’Annunzio in Il Piacere (cfr. Dardano 2014: 406); con parsimonia, ei viene impiegato nella prosa saggistica da De Sanctis, Carducci e Labriola (cfr. Colussi 2007: 83).

222 Il manzoniano Petrocchi, nonostante suggerisca per l’uso comune lui e lei come pronomi personali

soggetto (cfr. supra), scrive che «si adopra spesso anche per Egli anche E’, che ne è il troncamento» (Pe- trocchi 1887: 135, §8); eppure, e’ scarseggia nella prosa letteraria coeva (cfr. Boström 1972: 140-141) e nella stampa (cfr. Scavuzzo 1988: 50; già in SPM gli esempi di e’ sono soltanto 11).

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prendendo un oggetto, che e' gli porgeva […]», JAR 45; «[…] soffocato dalla rabbia, che lo sforzo, ch'e' faceva per contenersi e non alzar la voce, rendeva sempre maggiore», JAR 141; formalmente identico al primo l’ultimo esempio, collocato con lo stesso verbo: «[…] gli aveva teso la mano e aveva stretto con vera effusione quella ch'e' gli porgeva», JAR 163); in tutti gli altri luoghi del romanzo, i pronomi soggetto maschili di terza persona sono egli, lui, e esso (cfr. infra).

Si registrano inoltre, tra i più di 700 totali, diversi esempi di esso e essa con rife- rimento a persona223; più frequente il femminile, impiegato nella maggior parte dei testi del corpus (ne rimangono esclusi soltanto De Roberto, Olivieri Sangiacomo e Serao): «Essa è la sorella d'un certo Vargas […]», ARR 100; «[…] Essa cerca di trascinare gli uomini in una sua villa […]», BAN2 7; «Con un tremito che non poté reprimere, essa

guardò l'uomo al quale il destino l'aveva legata», BAS 16; «[…] essa era la vedova di un banchiere morto a Chicago, due anni dopo d'averla sposata», BEL 3; «Poi donna Carla, mia futura suocera, mi disse che anch' essa aveva pensato con Amalia a regalarmi un anello […]», DC 63; «Ora essa non aveva più nulla […]», DM 22; «La contessa Rina Lampi. Essa non dimentica il nome che porta... Essa ha perdonato, o conte, i vostri tra- scorsi... essa avrebbe voluto che...», GIUS 21; «[…] le erbe che essa andava a raccogliere tutti i giorni in campagna […]», ILA 37; «Ma non vedete che la signora contessa non si muove... essa è proprio morta, e voi siete vittima di un'allucinazione!?», INV 14; «Essa non rispose, la commozione, la paura la soffocavano», JAR 7; «Essa avea recato seco cinque piastre per darle al figliuolo detenuto in prefettura; ma due di quelle piastre essa dové sacrificare alla ingordigia de' custodi e de' birri della prefettura […]», MAS 83; in un caso il pronome si ritrova persino in posizione enfatica: «E allora la signora Caterina si alzò essa pure assai invitando il numero 800 a venire qualche volta quando nessuno potesse sospettare di nulla», FAR 99.

Per il maschile esso si hanno in assoluto meno attestazioni (160; per essa se ne registrano 510), ma ben 66 riguardano un soggetto animato; l’autore che più utilizza il pronome con tale funzione è Giustina: su 59 occorrenze, 39 sono soggetti riferiti a persona

223 Esso ed essa erano le alternative di egli ed ella in tutta la prosa del Settecento (cfr. Patota 1987:

68-70; Antonelli 1996: 138-139); ancora nel primo Ottocento l’uso di tali pronomi era del tutto privo di marcatezza, anche con riferimento a soggetto animato (cfr. Antonelli 2003: 130-131); Petrocchi (1887: 145, §41) segnala l’uso di esso ed essa «anche per Lui e Lei o Egli, Ella».

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(p.e. «Il vecchio notaio non vi si trova già più – esso è volato nelle braccia della figlia», GIUS 17; «Esso non è più il conte Lampi...», GIUS 35; «Esso è venuto prima di voi ed è già al posto di scrivanello […]», GIUS 43; «[…] giacché esso lo trattava con molta fami- gliarità, osò rivolgergli questa interrogazione […]», GIUS 56). Degli altri 17 casi riscon- trati nel campione testuale, 8 sono nel testo di Donan Coyle («[…] esso se ne andò, ed io salii lo scalone», DC 65; «Esso lo copi tal quale […]», DC 99; «Anch'esso, negativo, fu rimesso in libertà, a norma del desiderio di Holtes», DC 118; altri luoghi: DC 143, 148, 191, 220, 251); i 9 rimanenti sono i seguenti: «[…] esso fu messo nella sua culla […], BAS 312; «Pare ch'esso sia più scaltro del vostro, dal momento ch'io sono in questa casa e vi tengo le mani nei capelli», BEL 142; «Quel morto era un pianista eccellente, moldo-