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là dal quale l’oggetto cessa di esser tale pel soggetto:

88 TEORIA DELLO SPIRITO

termine della coscienza, qualche cosa di relativo all’Io.

Spogliare 1 oggetto di questa relazione assoluta, ond’egli è avvinto al soggetto, è distruggerlo quale oggetto che possa valere

come

tale. Sicché l’individuo positivo

non può

esser concepito altrimenti che relativo al soggetto.

2

L’ intuizione dell'estrasoggettivo.

da Kant

in poi, s’insiste molto sul valore

del-1 intuizione

come

antecedente necessario del pensiero e tramite ond’essa entra in rapporto col reale.

E

Aristo-tele egualmente insistette sullanecessità della sensazione, che è questa stessa intuizione dei moderni,

— come

presenza

immediata

dell’oggetto,

non

in conseguenza di

un

atto soggettivo, e

non

perciò per proporzione e con-gruenza che il soggetto abbia generata nell’oggetto, tra

1 oggetto stesso e se

medesimo. Ma

questa intuizione o sensazione, eliminando dal rapporto tra i

due

termini del conoscere (soggetto ed oggetto) tutto ciò che si

può

ritenere secondario e derivato dall’azion del soggetto,

non può

infine distruggere il rapporto stesso, per porre in-nanzi al soggetto

un

oggetto tutto puro, in quella estra-soggettività, che fantasticamente si

può immaginare

in

origine gli competa.

L

oggetto irrelativo al soggetto è

un

nonsenso.

E non

c’è quindi originarietà e

immediatezza

d’intuizione che possa svestire l’individuo della sua

ve-ramente immanente

relazione al soggetto.

3-

Relazione.

Ora, che significa relazione ? Chi dice relazione, dice differenza;

ma

dice anche identità di termini.

Due

ter-mini differenti, e soltanto differenti, si penserebbero in

modo

che,

pensando

l’uno,

non

si penserebbe l’altro;ossia, il pensiero dell’uno escluderebbe assolutamente l’altro.

Questa pura differenza

può

intercedere, dunque, soltanto tra

due

termini irrelativi. Per quanto diversi, questi ter-mini dellarelazione son tuttaviatali che,

pensando

l’uno, si pensa l’altro; e il concetto dell’uno contiene pure in qualche maniera l’altro.

4.

Assurdo del 'positivo estrasoggettivo.

Il soggetto

adunque

dell’intuizione è, sì, differente dal-l’oggetto,

ma non

tanto che qualcosa di esso

non

sia in questo:

non

tanto cioè, che l’oggetto sia concepibile senza qualche cosa che gli appartenga in virtù dell’ intuizione per cui è in rapporto col soggetto.

La

relazione pertanto dell’oggetto col soggetto, per cui il

primo

è posto pel secondo, implica di necessità il concetto che l’oggetto sia posto dal soggetto.

E

così il concetto del positivo

non

posto dal soggetto si chiarisce intrinsecamente con-tradditorio.

5.

Vanità dell’assunto nominalistico.

Con

ciò, per altro,

non

ci siamo sottratti alla esigenza della ragione, di integrare il pensiero universale, per cui

s’ intende il particolare, col positivo dell’ individuo. Sol-tanto si è dimostrato che, contrapposto l’individuo al-l’universale, fatto dell’universale

un

sinonimo disoggei-tivo, ossia di ciòche èposto dal soggetto,l’individuo,

co-me

ciòcheèposto bensì pel soggetto

ma non

dalsoggetto, sfugge alla intuizione stessa e

non

si

può

attingere se

non sopprimendone

la estrasoggettività in cui cons'ste-rebbe la sua schietta individualità. Tutti i tentativi che

si farannoin questo senso, sulla via del nominalismo, sa-ranno

sempre

destinati a fallire.

9° TEORIA DELLO SPIRITO

6.

— Nuova

posizione del problema dellindividuo.

Ma

noiche vogliamo contrapporrel’individuo all’

univer-sale, e

non

riusciamo a raggiungere l’individuo,

abbiamo

forse fissato e possediamo l’universale, che si vorrebbe integrare?

0 mentre

ci affanniamo a inseguire l’ombra

vana

dell’ individuo che ci servirà a dare saldezza di

realtà effettiva all’ idea universale, questa ci s’ è

dile-guata alle spalle?

Ecco

il

punto

a cui bisogna attentamente guardare per vedere se

non

fosse il caso di

non

correre avanti a noi, nè di tornare indietro,

ma

di fermarci, e abbracciarci al vero individuo che è in noi.

y.

L’universale come categoria.

L’universale è il predicato con cui s’investe il soggetto del giudizio, termine della nostra conoscenza, in quella sintesi a priori che è ogni nostro atto conoscitivo.

La

stessa intuizione, secondo che

abbiamo

visto,

non

è in-telligibile se

non come

rapporto necessario, che è sintesi a priori tra l’elemento ideale

onde

il soggetto illumina a sè il termine intuito, e questo termine stesso che è il

soggetto del giudizio in cui si

può

esplicare.

Ebbene,

il

vero universale, o categoria, è

appunto

l’universale che

può

fare soltanto

da

predicato; l’ individuo, quel soggetto che

può

fare soltanto

da

soggetto.

La

categoria poi

(se-condo quanto dimostrò Kant) è funzione del soggetto del conoscere, lostesso soggettoattuale;

come

l’individuo è il

contenuto dell’intuizione per cui il soggetto del conoscere uscirebbe

da

sè.

Ma

è possibile fissare il soggetto del conoscere, la categoria, l’universalità ? Fissare

una

cate-goria significa definirla, pensarla:

ma

la categoria pensata

è la categoria fatta soggetto di

un

giudizio, e quindi

non

più predicato,

non

più atto del soggetto. Tant’ è vero

l’ individuo

come

che

prima

di

Kant

nessuno

aveva mai

pensato a quelle categorie, che tutti usavano, e di cui tanti, anche

dopo

Kant,

non

riescono a rendersi conto chiaramente 1.

E

prendiamo

pure la categoria nel suo significato primi-tivo, aristotelico, di predicato universalissimo, che,

come

tale,

non può

essere

mai

soggetto2: e sia l’universalissimo concetto dell’ «essere ».

Può

questo esser pensato, voglio dire semplicemente affisato dal pensiero, nella sua posi-zione di universale che

non

funge

da

soggetto ?

Ma

af-fisarlo significa dire a se stesso: 1 essere è essere, affer-marlo, sdoppiarlo internamente nell’ essere soggetto e

nel-1’ essere predicato; rispetto al quale 1 essere soggetto, che è quello che solo realmente si possa dir d’affisare,

non

è

punto

universale,

ma

particolarissimo, e precisamente individuale: giacché, se ogni cosa è essere (universale

comprendente

sotto di sé tuttele cose), 1essere

non

è ogni cosa: esso è soltanto se stesso, distinguendosi

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