modo
che,come
si ragiona nel Parmenide, ogni idea siaI Rep. VII, 537 C.
44 TEORIA DELLO SPIRITO
unità di
uno
e di molti. Ora, è chiaro cheuna
dialettica così intesa importa l’immediatezza del pensiero, che è pensiero essendo tutto il pensiero, aun
tratto,ab
eterno.È
chiaro cioè cheuna
dialetticacome
questa è la nega-zione di ogni svolgimento h7.
—
Dialettica del pensiero pensante.Non
questa è la dialettica di cui parliamo noi. Per ren-dersi ragione della radicale differenza delledue
dialet-tiche, si noti che dialettico, in senso platonico, è il pen-siero in quanto identico (il pensiero a cui Aristotele at-tribuiscecome
legge fondamentale il principio di iden-tità o dinon
contraddizione); laddove nel nostro sensoil pensiero è dialettico perchè
non
èmai
identico a se stesso. Nella totalità delle sue relazioni ogni idea, per Platone, è quella che è, nè è possibile chemuti
e si tras-formi; e noi possiamo passareda
un’ idea a un’altra, e integrare via viaun
idea iniziale con la cognizione di rapporti cuidapprima non
si sia pensato;ma
questomovimento
e processo nostrosuppone
la quiete, lafissità e immutabilità dell’ idea in sè.Questa la posizione platonica ed aristotelica,
dove
ilprincipio di
non
contraddizione è condizione imprescindi-bile del pensiero. Per noi inveceil vero pensieronon
è ilpensieropensato, che Platone e tuttal’antica filosofia con-siderano per sè stante, presupposto del pensiero nostro che aspira
ad
adeguarvisi. Pernoiil pensiero pensatosup-pone
il pensiero pensante; e la vita e verità di quello sta nell’atto di questo. Il quale nella sua attuosità, che è divenire o svolgimento,pone
bensìcome
suo proprio og-getto l’identico,ma appunto mercè
il processo del suo svolgimento, chenon
è identità, cioè unità astratta,ma.
1 Vedi Gentile.
La
Riforma della Dialettica hegeliana1, pp.3-5 e 261-3 e Sistema di Logica, part. I, cap. Vili, § 6.LO
come
si è detto, unità e molteplicità insieme, identità e differenza.8.
—
Dialettica e principio di non contraddizione.Concetto paradossale, e addirittura scandaloso, che par violare in maniera flagrante il principio di
non
contraddi-zione, condizione di vita d’ ogni pensiero.E
pure concetto correttissimo, ove si consideri il profondo divario tra ilconcetto di pensiero pensato, per cui il principio di
non
contraddizioneha un
senso, e quello dipensiero pensante, atto dell’ Io trascendentale; al quale il principio dinon
contraddizionenon può
applicarsi, senza cheesso,da
pen-sieropensante,che è attività, discendaa pensiero pensato, che è termine, in sè astratto, dell’attività, e presuppone questa. Ilmondo
pensatonon può
essere senon
com’è pensato: pensato che sia,immutabile
(nel pensiero che lo pensa).Ma
noi,quando
ci siamo affacciati nell’ etàmoderna
allo spiritocome
attività trascendentale pro-duttiva d’ogni oggetto dell’esperienza, ci siamo trovati inun mondo
nuovo, chenon
è materia di esperienza, poichénon
è pensato,ma
ragione e principio di quantosi pensa; e
non può
esser governato esso stesso dalla legge, che è propria del vecchiomondo,
nel qualeriman-gono
chiusi tutti coloro che continuanoad
indicare ilprincipio di
non
contraddizionecome
le colonne d’ Er-cole della filosofìa.9.
—
Fecondità della distinzione delle due dialettiche.La
distinzione posta in luce, tra la dialettica platonica, del pensiero immediato, o pensiero pensato, e la dialet-tica nostra, del pensierocome
processo, o pensiero pen-sante, giova anchead
intendere e a valutare la natura intima di tanti concetti, che colnome
o senza ilnome
di dialettica, s’incontrano nello stesso Platone eprima
e46 teoria dello spirito
dopo
di lui, fino ai nostri giorni, accennanti, anche più della vera e propria dialettica platonica, al nostro con-cetto di svolgimento. Concetti che, sorti sullo stesso ter-reno nel qualeha
le sue radici la dialetticacome
l’ in-tese Platone,devono
essere tenuti rigorosamente distinti dalla dialettica che rende a noi intelligibile la realtà spi-rituale, ed è, a sua volta, intelligibile soltanto rispetto a questa realtà.io.
—
Critica della dialettica platonica.La
dialettica platonica è solouna
apparente dialet-tica: perchè essa è bensì sviluppo dell’unità attraverso la molteplicità, se si considera per rispetto allamente
dell’uomo chenon
possiede il sistema e aspira a posse-derlo, e ne viene indefinitamente realizzando l’unità dia-letticamercè
l’ indaginesempre
più larga dei rapportionde
sono tra loro connesse le idee.Ma,
poiché il valore di questa indaginé presuppone la dialettica eternaim-manente
almondo
ideale (ossia, poiché la realtà che sivuol conoscere dialetticamente, è presupposta dal
pen-siero), la verità dialettica, alla cui stregua è possibile concepire quella della mente,
non
è,come
s’ è detto, la dialettica della mente, bensì quella delle idee.Le
qualinon
realizzano l’unità,ma
sono unità; nè realizzano la molteplicità, perchè sono molteplicità: e nè perun
verso, nè per l’altrohanno
in sè alcun principio dimutazione
e di
movimento.
Perciò la vera dialettica è quella chenon
è più tale. Il che dipende, evidentemente, dal ricon-durre laprima
dialettica, che è sviluppo e processo di formazione, aun
antecedente che la trascende, e in cuisi crede riposto il suo valore: dal risolvere cioè la media-zione propria dello spirito in
quanto
svolgimento,nel-l’immediatezza della realtà che gli si presuppone, e che
non
sipuò
concepire perciò senon come
identica a se47
stessa (almeno rispetto al pensiero che la pensa), giusta le leggi della logica aristotelica.
Questo il carattere fondamentale, e il difetto intrin-seco, della dialettica platonica, cheinvestirà tuttele con-cezioni, per quanto dinamiche e dialettiche vogliano es-sere, le quali si riferiranno a