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Elio Aristide e il Quarto Discorso Sacro

Nel documento Antonino Pio e la provincia d'Asia (pagine 63-66)

I. I NTRODUZIONE

I.2 Status quaestionis e limiti della ricerca

2.2. Il proconsolato d’Asia

2.2.3. Elio Aristide e il Quarto Discorso Sacro

Un episodio analogo a quello che vide come protagonista Polemone, che può fungere da ulteriore guida nei provvedimenti assunti da Antonino soprattutto in materia di immunità ed esenzioni, è ravvisabile nelle vicende vissute da Elio Aristide, che nel suo disordinato diario di malattia, racconta di aver rifiutato, ben quattro volte, incarichi conferitigli dalle autorità cittadine, romane e greche218.

Il racconto, che non segue un ordine cronologico ma gerarchico, procede

218 Fra gli obblighi dei notabili nei confronti delle proprie città, e secondo le disponibilità economiche di

ciascuno, vi era il finanziamento degli spettacoli, l’acquisto di olio o di combustibile per il riscaldamento delle terme-ginnasio, fornitura degli arredi per le processioni e degli animali per i sacrifici, allestimento di banchetti e distribuzioni gratuite, opere edilizie e urbanistiche, costruzione, restauro e abbellimento di teatri e anfiteatri, ginnasi e stadi, fontane monumentali e acquedotti (Erode Attico finanziò la costruzione dell’acquedotto di Alessandria nella Troade) biblioteche e porticati. Solo riguardo alle feste, le iscrizioni restituiscono innumerevoli titolature legate a liturgie, fra i tanti si trovano il presidente dei giochi (agonothétes), accompagnato da tre panegyriárchai (magistrati responsabili della festa, panegyris), da dieci

sebastophóroi (incaricati delle immagini sacre e imperiali), e da venti mastigophóroi (guardie armate dell’ordine

pubblico). Cfr. J. TOBIN, Herodes Attikos and the city of Athens. Patronage and conflict under the Antonines, Amsterdam 1997.

dall’elezione di Aristide a irenarca fino all’acclamazione come sommo sacerdote del koinón d’Asia219, la carica più prestigiosa alla quale un orientale potesse ambire.

Procedendo con ordine, si può collocare la prima designazione di Aristide nel 147 d.C.220, quando, giunto a Smirne dopo due anni di assenza221, i membri dell’Assemblea cittadina lo proposero all’unanimità per la più prestigiosa, ma anche la più dispendiosa, delle cariche civiche: egli sarebbe dovuto essere per un anno asiarca.

Sulla cronologia, a lungo dibattuta a causa della menzione dell’allora governatore tradito dal testo come “il governatore sofista”, non dovrebbero oggi esserci dubbi: l’episodio sarebbe avvenuto nel 147 d.C., al tempo del proconsole Albus222. Aristide in un primo momento riuscì a persuadere i presenti nel dirottare la carica verso qualcun altro e a sottrarsi al sommo sacerdozio del koinón, adducendo come pretesto il mancato consenso del dio223. Ma, seguendo la serrata narrazione di Aristide, “la cosa non era affatto finita lì: il dio (scil. Asclepio) aveva un pugnale nascosto sotto l’ascella224”: nel gennaio del 148 d.C. tre delegati di Smirne all’Assemblea del koinón d’Asia lo indicarono nuovamente come candidato al sommo sacerdozio. Nelle elezioni il sofista risultò “terzo o quarto225”: stando alle ipotesi di Behr, che prende in considerazione un passo di Dione Crisostomo226, in cui ricorrono le stesse circostanze, e di Deininger227, tutti gli eletti avrebbero potuto essere in carica simultaneamente nello stesso anno nei più importanti luoghi di culto della

219 Cfr. C.FRANCO, Elio Aristide e Smirne, Roma 2005, p. 377 scrive: “la strategia narrativa è chiara […] Sicchè

il successo più tormentato (e quindi più bello) apre la serie delle avventure burocratiche, sempre raddrizzate dalla provvida e presaga parola di Asclepio”. Continua a p. 378: “Di fatto le cariche a cui Aristide racconta di essere sfuggito sono collocate nel racconto in ordine crescente (dalla piccola magistratura locale al prestigioso sacerdozio provinciale), ma in ordine inverso alla cronologia […]. Il lettore ha – al contrario di quanto accadde – l’impressione che sulle spalle del povero Aristide fosse finito per gravare un ‘rischio’ sempre maggiore”.

220 Sulla cronologia della vita di Elio Aristide si segue l’autorevole studio di BEHR, Studies, pp. 1140-1233. 221 Aristid. Or., L. 100-101 (T18; T19).

222 PIR2 A 810; per la cronologia del governatorato di Albus in Asia cfr. infra, Cap. 3, proconsole n. 6. 223 Aristid., Or. L. 101-102 (T18); Paus. II. 27.9; VII. 5. 9; cfr. CADOUX, Ancient Smyrna, pp. 181ss. e 204 ss. 224 Aristid., Or. L. 102: ὁ δὲ θεὸς οὔ τί που εἴα πέρας τοῦτο ἔχειν, ὁ δ' ἐγχειρίδιον ἔχει ὑπὸ µάλης. Si evince

che il testo (vd. nell’edizione Keil) è alquanto corrotto.

225 Aristid., L. 103 (T20): καὶ συµβαίνει µετὰ τοῦτο συνέδρους µὲν ἐξιέναι Σµυρναίων εἰς Φρυγίαν ἄνω

καὶ µέλλειν φέρειν τοὐµὸν ὄνοµα ἐν τῷ συνεδρίῳ τῷ κοινῷ, προαισθέσθαι δέ µε καὶ πέµψαι τὸν τροφέα τὸν Ζώσιµον· καὶ γίγνοµαι τρίτος ἢ τέταρτος τῇ χειροτονίᾳ. Il passo è indicativo dello svolgimento delle assemblee comuni d’Asia, che si riunivano periodicamente nei maggiori centri della provincia. I koina, le cui attività sono principalmente legate al culto imperiale, potevano essere anche organi di ratifica di decisioni prese di comune accordo dalle rappresentanze delle singole città. Per una più vasta visione d’insieme cfr.

GUERBER, Les cités greques, pp. 80-213. Lo studio, attraverso un taglio prima regionale, coglie la specificità dei

koina delle zone dell’Oriente greco e permette, attraverso un lavoro di sintesi globale, una visione d’insieme

del koinón come istituzione.

226 Dio Chrys., Or. 35.10.

227 cfr. J.DEININGER, Die Provinziallandtage der römischen Kaiserzeit, Vestigia 6, Munchen 1965; BEHR 1994,

provincia. Dopo l’elezione Aristide fece appello al proconsole Albus228 e alle assise di Pergamo, durante le quali gli venne concessa l’immunità, dal momento che egli risiedeva nel recinto sacro di Asclepio229.

Mutatis mutandis, alla fine del 152 d.C., durante il proconsolato di Severus230, i membri della boulé di Hadrianoi predisposero una lista di dieci candidati per l’incarico di irenarca231. Aristide non potè in questo caso formulare un appello al governatore, come aveva in precedenza fatto, poiché proprio quest’ultimo lo aveva nominato irenarca, trasmettendo ai magistrati e alla boulé di Hadrianoi la ratifica dell’elezione e ad Aristide una lettera formale di nomina. Il sofista fece appello all’imperatore e ricevette una lettera di esonero direttamente da Antonino Pio e da suo figlio adottivo Marco Aurelio232. Si apprende genericamente il contenuto della missiva dalle righe del Discorso Sacro che ad Aristide venne confermata l’immunità, a patto che esercitasse realmente l’attività di insegnante233, non necessariamente in una scuola pubblica. Contestualmente gli giunsero lettere di raccomandazione “assai lusinghiere e generose234” da parte di Elio Eliodoro235, Albo, Pollione, Pardala236 e Rufino237.

Alle assise giudiziarie di febbraio, che si svolsero a Efeso, il proconsole Severus convocò in udienza, come era prerogativa del governatore, Elio Aristide ma, non facendo alcun cenno all’irenarchia e riconoscendogli anzi il primato nella retorica e l’immunità

228 Aristid., L 104: κλῆσις ἡγεµόνος, κλῆσις τοῦ σωτῆρος εἰς Πέργαµον.

229 Aristid., L. 104: ἀφείθην γὰρ πάντων πραγµάτων ἐν περιόδῳ τῶν ναῶν τῶν ἐν Ἀσκληπιοῦ. οὕτω πρὸς

ἡµᾶς ἔσχεν ὁ ἡγεµών· οἶµαι δ' οὐκ ἐκεῖνος µᾶλλόν τι ἢ ὁ τῷ ὄντι καὶ καθάπαξ ἡγεµών.

230 Sulla carriera di Iulius Severus si è ampiamente pronunciato ALFÖLDY, Konsulat und Senatorenstand, pp.

137-138; cfr. per completezza HÜTTL, Antoninus Pius, vol. II p. 51; MAGIE, Roman Rule in Asia Minor, II p. 1497;

infra Capitolo 3, proconsole n. 11.

231 Aristid., L. 72-74 (T8; T9).

232 V.MAROTTA, Le strutture dell’amministrazione provinciale nel quarto libro dei Discorsi Sacri, in P.DESIDERI,F.

FONTANELLA (a cura di), Elio Aristide e la legittimazione greca dell’impero di Roma, Bologna 2013, p. 163, n. 51.

La letteratura moderna sul tema dell’amministrazione della giustizia nelle province ha dato importanti contributi, fra tutti cfr. J.E. LENDON, Empire of Honour. The Art of Government in Roman World, Oxford, Clarendon Press, 1997; E. MEYER Zwiffelhoffer, Πολιτικῶς ἄρχειν. Zum Rehierungsstil der senatorischen

Statthalter in den kaiserzeitlichen griechischen Provinzen, Stuttgard 2002; E. MEYER, The justice of the Roman

governor and the performance of prestige, A. Kolb (a cura di), Herrschaftsstrukturen und Herrschaftspraxis: Konzepte, Prinzipien und Strategien der Administration im römischen Kaiserreich: Akten der Tagung an der Universität Zürich 18-20/10/2004, Berlin 2006, pp. 167-180.

233 Dig. XXVII.1. parr. 2, 4 in cui si parla di impegno pieno. In linea con le misure imperiali in materia di

immunità.

234 Aristid., Or. L. 75 (T10).

235 Ex prefetto d’Egitto e padre di quell’Avidio Cassio, famoso per il tentativo di usurpazione del potere di

Marco Aurelio; cfr. PIR2 A, 1405.

236 L. Claudius Pardala, membro di un’importante famiglia di Sardi; PIR2 C 951.

237 Aristid., Or. L. 84: ἔδοξα δίκαια λέγειν τῷ Ῥουφίνῳ καί µοι δίδωσι πρὸς αὐτὸν ἐπιστολὴν τῇ αὑτοῦ

φωνῇ γράψας ὡς δυνατὸν προθυµότατα, ἐν ᾗ τά τε ἄλλα ἐπεξῄει, τὰ µὲν ὡς συνιστὰς, τὰ δ' ὡς συµβουλεύων, καὶ περὶ µὲν τοῦ µέλλοντος ᾐνίττετο ὁποῖόν τι ἔσοιτο, εἰ µή µε ἑκὼν ἀφίοι.

perpetua, gli chiese, sotto forma di invito, di collaborare all’amministrazione della provincia. Nonostante le lettere di raccomandazione Severus, non solo non tornò sui suoi passi ma rimandò alla boulé di Smirne la decisione238. Alla fine della vicenda il consiglio della città, del tutto inaspettatamente, propose Aristide alla pritania facendo sì che egli dovesse ricorrere non più contro la sola nomina a irenarca ma anche contro la nomina a pritano. Finalmente alle assise giudiziarie di Pergamo239 e Philadephia Aristide veniva nuovamente rinviato alla Boulé di Smirne, ma questa volta per essere esonerato definitivamente dalle cariche.

Marotta tenta di giustificare l’ostinazione del proconsole Severus col fatto che quest’ultimo, conoscitore della realtà asianica per esservi stato legatus venti anni prima ed essendo probabilmente anche a conoscenza delle stravaganze del sofista, avrebbe appositamente voluto che Aristide fosse investito di una carica240.

La vicenda, nel suo pletorico andirivieni di designazioni e rifiuti, si configura, insieme agli episodi narrati da Filostrato, come “la migliore introduzione241” al frammento di Modestino contenuto nel Digesto242, secondo il quale può ottenere l’immunità soltanto chi sia in possesso un decreto della Boulé e compia i propri doveri di insegnante. Solo il Consiglio poteva concedere l’immunità e non il proconsole, così come si evince sempre dalle vicissitudini aristidee e come conferma Dig. 50.9.1243.

Nel documento Antonino Pio e la provincia d'Asia (pagine 63-66)