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L Venuleius Apronianus Octavius Priscus

Nel documento Antonino Pio e la provincia d'Asia (pagine 115-119)

I. Proconsoli della provincia d’Asia (138-161 d.C.)

1. L Venuleius Apronianus Octavius Priscus

cos. 123 d.C.

Fonti.

a. CIL XI, 1525

Luca

[---n]ep(oti) L(uci) pron(epoti) / [---] Octavio Prisco / [--- div]i Traiani Parthic(i) praef(ecto) / [---] sevir(o) equit(um) Roman(orum) / [IIviro] quinq(uennali) II patron(o) colon(iae) / [plebs urb]ana.

b. CIL VI, 154

Roma

L(ucio) Venuleio Aproniano / Q(uinto) Articuleio Paetino co(n)s(ulibus), / mag(istri) et minis(tri) Fontis, / Ti(berius) Claudius Salvius IIII, Zosimus Aqulli II, / P(ublius) Marcius Tithasus II, Germanus Pactum(a)e I, / M(arcus) Furius Symphor II, Callinicus Claudi I, / C(aius) Iulius Himer(-- -) I, Marinus Eutychi I, / Dedic(ata) V K(alendas) Aug(ustas).

c.CIL XV, 848

Roma

Ex f(iglinis) Q(uinti) A(sini) Mar(celli) op(us) do(liare) Nun(nidi) Fort(unati) / Q(uinto) Ar(ticuleio) Pae(tino) et Ven(uleio) Apro(niano) / co(n)s(ulibus).

d. IEphesos, 21 (HÜTTL,Antoninus Pius, II, p. 351-352; SEG XV, 695; T80)

Ephesos

Decreto del demos e della boulé di Efeso per la celebrazione del compleanno di Antonino Pio, 19 settembre 138 d.C.

[Ἔδ]οξεν τῶν πρώ[των]/τῆς Ἀσίας καὶ δὶ[ς]/νεωκόρων καὶ φι[λοσε]/βάστων Ἐφεσίων τῆ[ι] / βουλῆι καὶ τῷ δήµῳ·/περὶ ὧν ἐνεφάνισ[εν]/ Λούκιος Κερρείνιος, [Λου]/κίου υἱός, Οὐλτινία, Π[αῖτος] /φιλοσέβαστος, ἀποδε[δει]/γµένος γραµµατεὺ[ς τοῦ]/δήµου, παρόντων τ[οῦ] / γραµµατέως τοῦ δή[µου] / Ποπλίου Καρσιδίου Ἐπιφ[ανοῦς] / φιλοσεβάστου καὶ τῶν στρ[ατηγῶν] / τῆς πόλεως / φιλοσεβάστ[ων·] / ἐπειδὴ κατὰ τὰς κοινὰς τῆς οἰ[κουµένης] / εὐχὰς ὁ θειότατος καὶ εὐσε[βέστατος] / αὐτοκράτωρ Τίτος Αἴλιος Ἀντ[ωνεῖνος] / τὴν παρὰ τοῦ θεοῦ πατρὸς / πα[ραδοθεῖσαν] / αὐτῷ βασιλείαν παραλαβὼν π[ᾶν µὲν τὸ τῶν] / ἀνθρώπων ἀνασώζει γένος, ἐξ[αιρέτως δὲ τὴν] / ἡµετέραν πόλιν εἰς ἐπίδοσι[ν τοῦ ἀξιώµατος]/ ἀγείωχεν, γενόµενος ἡµεῖ[ν, καθ’ ὃν τῆς Ἀσίας] / ἡγεµόνευεν χρόνον, πολλῶ[ν καὶ µεγίστων] / ἀγαθῶν αἴτιος, δεδόχθαι κ[ατ’ ἔτος ἕκαστον] / ἑορτάζειν τὴν γενέθλιον αὐ[τοῦ καὶ πᾶσιν] / ἀνθρώποις αἰτίαν ἀγαθῶν ἡµέ[ραν· τὸν δὲ ἑκάσ]/τοτε ἀποδεδειγµένον γρα[µµατέα τοῦ δήµου] / διανέµειν τοῖς πολείταις [πᾶσιν εἰς πέντε]/ ἡµέρας ἐκ τῶν δηµοσίων τ[ῶν εἰς τὰς θυσίας καθ’] /ἑκάστην ἑκάστῳ δηνάριο[ν ἓν καὶ θέας ἐπὶ] / πέντε ἄγειν ἡµέρας· καὶ [ταῦτα µὲν εἰσαεὶ]/ καὶ πάντα γείνεσθαι κατ[ὰ τὰ] ν[ῦν εἰσηγηθέντα]/ ὑπὸ Κερρεινίου Παίτου το[ῦ γ]ραµµατέως, τὸ [δὲ] / ψήφισµα ἐν στήλλαις [․ ἀν]αγεγράφθαι κα[ὶ] / εἰς ἅπαντα εἶναι τ[ὸν χρ]όνον κύριον, / ὅπως ἂν ὁ τῆς πό[λεω]ς τρόπος δῆλος ᾖ / καὶ τοῖς νῦν καὶ τοῖς ὕστ[ερον] ἐσοµένοις καὶ ὅτι, / καθ’ ὅσον ἀνθρώποις δυ[να]τόν ἐστιν τὰς / παρὰ τῶν θεῶν εὐεργε[σία]ς ἀµείβεσθαι, δια/τελοῦµεν προθύµω[ς ἀ]µειβόµενοι. e. RPC IV, n. 231

Smyrna, regno di Antonino Pio (138-139 d.C.).

Nummo proveniente da Smirne (Ionia), battuto durante e per Antonino Pio. Il magistrato sotto il quale viene battuta la moneta è il proconsole L. Venuleius Apronianus Octavius Priscus.

Sulla moneta è rappresentata Cibele turrita seduta, con in mano una patera sopra un leone, con delle armi su un timpano.

Leggende:

r/ ΑV ΚΑΙ ΤΙ ΑΙΛΙΟС ΑΝΤΩΝΕΙΝΟС

v/ ƐΠΙ ΑΝΘVΠΑΤΟV ΑΠΡΩΝΙΑΝΟV СΜVΡ

Commentario. Origine.

Il gentilizio Venuleius veniva collegato da Schulze422 alla località etrusca di Venate, area in cui è possibile rintracciare dei personaggi con tale gentilizio.

I Venuleii sono originari dell’Italia centrale; i membri noti sono un Sex. Venuleius, attestato in CIL XI, 7411, originario di Viterbo, così comeVenuleius Legitimus e Venuleia, provenienti dalla località di Volosinii 423, per i quali bisogna ipotizzare dei legami famigliari con i Venuleii dell’iscrizione CIL XI, 2803. Da Pisa proviene inoltre un buon numero di evidenze, che attestano un’origine pisana per i Venuleii di I e II sec. d.C.424

Ciampoltrini425, nelle sue ricerche archeologiche e nei successivi studi sull’area di Massacciuoli, aveva già individuato gli esponenti più in vista della famiglia dei Venuleii, provenienti tutti da Lucca, in particolare:

L. Venuleius Montanus, marito di Letilia, proconsole di Bitinia durante il regno di Nerone426;

L. Venuleius Montanus Apronianus, figlio di L. Venuleius Montanus, marito di Celerina e cos. ord. nel 92 d.C.427;

Lucius Venuleius Apronianus Octavius Priscus, cos. ord. nel 123 d.C. insieme al collega Q(uintus) Articuleius Paetinus (CIL VI, 154), figlio del console del 92 d.C.;

L. Venuleius Apronianus [Priscus (?)] console nel 145 d.C. e cos. iterum nel 168 d.C., proveniente da Lucca, che restaurò gli impianti idrici e i bagni di Pisa, città di cui fu patronus428;

C. Novius Rusticus Venul(eius?) Apronianus429, figlio di una Venuleia, fu proconsole d’Asia fra il 181 e il 183 d.C. (cos. suff. intorno al 166-168 d.C.).

423 CIL XI, 2802.

424 CIL XI, 1432, 1433, 1433a; una Venuleia Pyralla (CIL XI, 1498) e una Venuleia Pelagia sono ricordate nel loro

epitaffio (CIL XI, 1436a), in particolare nell’iscrizione è menzionata la tribù Galeria e il coll(egium) fabr(um)

naval(ium) Pis(anorum), fattori importanti per decretare l’origine pisana.

425 G. CIAMPOLTRINI, CIL XI, 1734 e 1735 "ritrovate", Epigrafica 42 (1980), pp. 161-163; cfr. inoltre G.

CIAMPOLTRINI, Gli ozi dei Venulei. Considerazioni sulle Terme di Massacciuoli, Prospettiva 73-74 (1994), pp. 119-

130; E. LO CASCIO, A. STORCHI MARINO, Modalità insediative e strutture agrarie nell’Italia meridionale in età

romana, Bari 2001, pp. 206.

426 B.RÉMY, Les carrières sénatoriales dans les provinces romaines d'Anatolie au Haut-Empire (31 av. J.-C. - 284 ap. J.-

C.) (Pont-Bithynie, Galatie, Cappadoce, Lycie-Pamphylie et Cilicie), Varia Anatolica 2 (1989), p. 30.

427 Entrambi attestati in CIL XI, 1433a (AE 1983, 383).

428 Cfr. CIL XI, 1525; CIL XI, 1433 (InscrIt 7, 1, 17): [L(ucius) Venuleius L(uci) f(ilius) ApronianusIIIvir a(ere)

a(rgento) a(uro) f(lando) f(eriundo) praef(ecto) ur(bis) feriar(um) Lat(inarum)[au]gur q[uaestor praetor leg(atus)

leg(ionis) primae]Italicae [co(n)s(ul) sodalis comes Augustalis?]Hadriana[lis leg(atus) Aug(usti) pr(o) pr(aetore)

prov(inciae) Hispaniae] citeriori[s praetor Etruriae? - - -]cum Venu[leiis - - -] et propriis et redemp[tis finitimis agris?

- - -] et opere usque in alv[eum Auseris producto? - - -]thermas p(ecunica) s(ua) [ampliavit?. Per l’intricata

questione sulla cronologia del primo consolato di L. Venuleius Apronianus Octavius [Priscus] si vedano le riflessioni di ALFÖLDY,Konsulat und Senatorenstand, p. 150 e i recentissimi studi di ECK,Die Fasti Consulares, pp. 89-90. Eck, nella cosapevolezza dei limiti del metodo prosopografico che, nonostante tenti di tendere alla verità, è immerso in un’aura di approssimazione (“dass Regeln bei prosopographischen Arbeiten fast immer nur

Aussagen über Wahrscheinlichkeiten sind, die jedoch nicht generell zutreffen müssen” leggiamo inECK,Die Fasti Consulares,p. 89), ha ben presente la relazione cronologica, fra il primo consolato di L. Venuleius Apronianus

Originario di Antiochia di Pisidia, presenterebbe, secondo Migliorati, elementi onomastici che lo ricollegherebbero ai Venuleii Aproniani; i legami risalirebbero al tempo di L. Venuleius Apronianus Octavius Priscus (cos. nel 123 d.C.)430.

Come già evidenziato, Venuleius Montanus Apronianus, cos. suff. nel 92 d.C., è padre di L. Venuleius Apronianus Octavius Priscus, cos. nel 123 d.C.431

Gli Octavii erano numerosissimi in Liburnia già durante il I sec. d.C., moltissimi in posizioni locali dirigenziali, come, ad esempio, a Nedinum, ad Arba, a Iader, ad Aenona, a Salona. I nomi Tidius e Iavolenus indicherebbero quale regio di provenienza l’Umbria e precisamente la civitas di Iguvium, in quanto attestati soltanto in quella zona; contatti tra Umbria e Liburnia effettivamente non sono stati sporadici, come mostra Alföldy432.

Migliorati433, attraverso un accurato censimento di tutte le evidenze attestanti il gentilizio Venuleius, ha messo in luce l’origine tutta etrusca della famiglia; confrontando l’epitaffio di Venuleia Pelagia con l’iscrizione proveniente da Pisa CIL XI, 1474 e con CIL XI, 1436b ha confermato l’appartenenza dei Venulei alla tribù Galeria di Pisa. Un ulteriore indizio era stato, fra l’altro, già individuato da Ciampoltrini in un bollo laterizio proveniente dalle strutture produttive di Lucca, impiantate sui praedia della famiglia434.

Provenienti dunque dall’Etruria, i Venuleii dovevano appartenere già ai primordi del I sec. d.C. all’élite senatoriale romana; una Venuleia fu infatti moglie di P. Licinio Crasso, padre del futuro triumviro P. Licinio Crasso, console nel 97 a.C.435. La gens dovette entrare a far parte dell’ordine senatorio già dall’età giulio-claudia, mentre al patriziato furono

429 PIR2 N 191.

430 “Tanto più che risulta significativa l’assenza nel formulario onomastico di costui di ogni riferimento ai

Venuleii Aproniani, riferimento che appare invece nel formulario del figlio. […] Confronto con il caso di L.

Venuleio Patecio; noto grazie alla sola iscrizione di Troia AE 1936, 1 […], non è da escludere che egli fosse figlio di un cliens di L. Venuleio Montano, proconsole di Bitinia sotto Nerone e proavo di L. Venuleio Aproniano [Prisco?]” (MIGLIORATI, Iscrizioni per la ricostruzione dell’impero romano, p. 406).

431 Si ricorda C. Octavius Tidius Tossianus L. Iavolenus Priscus (PIR2 I 14) attestato in CIL III, 9960 (CIL III, 2864; ILS 1015, proveniente da Nedinum, nella Liburnia meridionale. Gli Octavii di Nedinum, importante famiglia di

epoca flavio-traianea, sono testimoniati nella città da due pietre tombali, una che ricorda Sex. Octavius Sex. f.

Cla. Constans (CIL III, 2869) IIvir e pontifex, mentre l’altra (CIL III, 2870) dimostra che membri di tre

generazioni della famiglia furono magistrati, e poi che nel matrimonio della prima generazione un Q.

Octavius ... aed., IIvir III, pontifex sposò una indigena, Quintia Voltisia, mentre i due matrimoni successivi

dovettero probabilmente verificarsi tra cugini. Un Octavius, C. Octavius Montanus, fu IIvir e pontifex a Iader (CIL III, 2927), ed un altro fu decurione ad Arba, P. Octavius [.] f. Serg. Cirtus (CIL III, 13292). Anche altrove sono testimoniati alcuni Octavii: a Salona una Octavia Rufina risulta sposata con un L. Appuleius Montanus ex

centurione, decurione e IIvir (CIL III, 8721: D. M. | L. Apuleio Montano | vet. ex ordinato dec.| et IIviro col. Aequens-| ium homini bono Octa|via Rufina marito inco|mparabili et sibi posuit). L’Octavius veterano della legio VIII Augusta (CIL III, 2865) venne probabilmente reclutato a Nedinum nel tardo I sec. d.C.

432 G. ALFÖLDY, Senatoren in der Römischen Provinz Dalmatia, Epigraphische Studien V (1968), p. 151, n. 91.

433 MIGLIORATI, Iscrizioni per la ricostruzione dell’impero romano, p. 403.

434 AE 1983, 384.

435 Cic. ad Att. 12.24.2; Oros. 5.21.6; cfr. T.R.S.BROUGHTON, The Magistrates of Roman Republic II, New York

ascritti il nostro L. Venuleius Apronianus Octavius Priscus, console nel 123 d.C. e proconsole d’Asia nel 138 d.C., al debutto del principato di Antonino, e l’omonimo figlio, console ordinario iterum nel 168 d.C.

In conclusione, è possibile affermare che L. Venuleius Apronianus Octavius Priscus dovette essere fra i più nobiles nel corpo dell’élite romana proveniente dall’Etruria.

Carriera.

Di recente Migliorati436 ha individuato L. Venuleius Apronianus Octavius Priscus (cos. ord. 123 d.C.) in una frammentaria iscrizione proveniente da Lucca (CIL XI, 1525). Purtroppo l’iscrizione non permette di delineare il cursus completo del nostro proconsole. Egli sarebbe stato onorato dalla plebs urbana di Pisa, oltre ad essere patrono e duorivo della colonia; fu seviro di una turma di equites Romani, prefetto delle Ferie Latine sotto Traiano e probabilmente quaestor candidatus di Traiano stesso.

Rivestì il consolato nel 123 a.C. e il proconsolato d’Asia nel 138 d.C.

È possibile datare con esattezza il proconsolato di L. Venuleius Aproniuanus Priscus grazie al decreto efesino IEphesos, 21 (T80). L’iscrizione si configura come un'ambasceria degli efesini all'imperatore sulle onoreficenze da tributare in onore della sua persona; nella lettera del proconsole, che si colloca in calce al decreto, si ricordano altri segni di lealtà degli Efesini nei confronti del neo-imperatore Antonino437.

Altra testimonianza del proconsolato è il nummo proveniente dal conventus di Smirne (Ionia), battuto durante e per Antonino Pio, sotto il proconsolato di L. Venuleius Apronianus Octavius Priscus (ƐΠΙ ΑΝΘYΠΑΤΟY ΑΠΡΩΝΙΑΝΟY СΜVΡ).

Referenze.

PIR2 V374;LPp. 226, n. 26:124.

Nel documento Antonino Pio e la provincia d'Asia (pagine 115-119)