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Eraclidi: tracce di una possibile propaganda oracolare

Le implicazioni politiche dell’oracolo delfico nelle tragedie attiche

2.4 L’oracolo politico nel teatro di Euripide

2.4.1 Eraclidi: tracce di una possibile propaganda oracolare

La prima tragedia che prenderemo in esame è quella degli Eraclidi, rappresentata, probabilmente, nei primi anni della guerra del Peloponneso, durante la primavera del 430 a.C..242 Dal punto di vista della nostra indagine è particolarmente significativo il finale

241 Cfr. A. Lesky, La poesia tragica dei Greci, p. 493.

242 La datazione del 430 a.C. è stata sostenuta da Zuntz e anche da Pohlenz (cfr. G. Zuntz, The political plays of

Euripides, Manchester 1963, p. 81; M. Pohlenz, Die griechische Tragödie, Göttingen, 1954, p. 144). Per la

datazione della tragedia è decisiva la profezia di Euristeo che annunzia il fatto che la sua tomba, a Pallene, sarà una forte difesa contro i nemici invasori. Secondo Eforo (in Diod. XII, 45, 1) gli Spartani durante la seconda invasione dell’Attica (430) risparmiarono la Tetrapoli, in quanto un tempo gli Eraclidi ottennero lì protezione; mentre Tucidide (III, 26, 3) parla di una completa devastazione dell’Attica nel 427. Per questa ragione Wilamowitz (Anal. Eurip. 1875, p. 172) aveva collocato la data dell’opera fra il 430 e il 427 a.C. Zuntz

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dell’opera, nel quale Euripide, rispetto alla tradizione (che offriva già i temi fondamentali per lo sviluppo della trama), inserisce una profezia non altrimenti attestata, mettendo in bocca ad Euristeo, ormai condannato a morte, un antico oracolo di Apollo:

θηεη̃λ', νὐ παξαηηνπ̃καί ζε· ηήλδε δὲ πηόιηλ, ἐπεί κ' ἀθε̃θε θαὶ θαηεηδέζζε θηαλεη̃λ, ρξεζκσ̃η παιαησ̃η Λνμίνπ δσξήζνκαη, ὃο ὠθειήζεη κείδνλ' η̕ δνθεη̃ ρξόλση. ζαλόληα γάξ κε ζάςεζ' νὗ ηὸ κόξζηκνλ, δίαο πάξνηζε παξζέλνπ Παιιελίδνο· θαὶ ζνὶ κὲλ εὔλνπο θαὶ πόιεη ζσηήξηνο κέηνηθνο αἰεὶ θείζνκαη θαηὰ ρζνλόο, ηνη̃ο ησ̃λδε δ' ἐθγόλνηζη πνιεκηώηαηνο, ν ́ηαλ κόισζη δεπ̃ξν ζὺλ πνιιε̃η ρεξὶ ράξηλ πξνδόληεο ηήλδε.243

Alla fine del dramma, Euristeo, dopo aver perseguitato gli Eraclidi, viene catturato vivo da Illo che aveva intenzione di ucciderlo dopo averlo mostrato in ceppi ad Alcmena: i governanti di Atene, tuttavia, si dichiararono contrari all’uccisione di un prigioniero di guerra, nel rispetto del λόκνο dei Greci che ne prevede il riscatto, così Alcmena propone di ucciderlo di sua propria mano. A questo punto, Euristeo cita un antico oracolo del Lossia (ηήλδε δὲ πηόιηλ *<+ ρξεζκῷ παιαηῷ Λνμίνπ δσξήζνκαη) per cui è stabilito dal fato che egli

venga seppellito nei pressi del tempio della vergine Pallenide244: da lì eserciterà per sempre

il suo ruolo di protettore e benefattore del popolo ateniese (ζνὶ κὲλ εὔλνπο θαὶ πόιεη

(op. cit. p. 83) ha invece dimostrato perplessità nei confronti della datazione di Wilamowitz, basandosi soprattutto sul v. 1042 (ἀιιὰ κήηε κνη ρνὰο / κήζ' αἷκ' ἐάζεη' εἰο ἐκὸλ ζηάμαη ηάθνλ./ θαθὸλ γὰξ αὐηνη̃ο λόζηνλ ἀληὶ ησ̃λδ' ἐγὼ / δώζσ· δηπινπ̃λ δε θέξδνο ἕμεη' ἐμ ἐκνπ̃, vv. 1040-1043), nel quale Euristeo promette che preparerà un difficile ritorno per i nemici invasori: egli sostiene che sia difficile pensare che questo sia stato detto dopo la devastazione della terra attica da parte degli Spartani, nell’estate del 430, per cui è molto probabile che la data esatta sia la primavera di quell’anno (cfr. A. Lesky, op. cit., pp. 521-22).

243 Eur., Heraclid., vv. 1026 - 1036.

244 Il tempio di Atena Pallenide si trovava all’interno della Tetrapoli attica: la protezione che Euristeo

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ζσηήξηνο κέηνηθνο αἰεὶ) e si mostrerà ‚inimicissimo‛ (πνιεκηώηαηνο) degli Eraclidi quando questi invaderanno l’Attica, tradendo il favore ricevuto, quando la regione aveva accolto e difeso i loro antenati.

Questo antico oracolo di Apollo, come si affermava in precedenza, appare un’invenzione euripidea: la tradizione, infatti, offriva al drammaturgo i temi fondamentali

per la trama degli Eraclidi.245 Nel mito tradizionale Euristeo veniva ucciso nel corso della

battaglia: il fatto che Euripide abbia ampliato la parte finale aggiungedovi l’elemento dell’oracolo deve dunque trovare una giustificazione.

Lesky ritiene che collocando la tomba di Euristeo come protezione contro l’infedeltà degli Eraclidi e dei loro discendenti, gli Spartani, Euripide volesse alludere alla situazione politica dei suoi tempi. Se accettiamo l’ipotesi per cui la tragedia sarebbe stata rappresentata nel 430 a.C., allora si potrebbe ipotizzare che da parte di Euripide ci fosse l’intenzione di riscattare il valore dell’oracolo attraverso un responso volto ad equilibrare il peso del pronunciamento delfico del 432, quello che sanciva il sostanziale sostegno di

Delfi a fianco degli Spartani246: sarebbe dunque possibile ravvisare nella versione

euripidea indizi di una contemporanea propaganda oracolare.247

Credo sia eccessivo considerare i vv. 1037-1040 (πξνύζηεηε. πσ̃ο νὖλ ηαπ̃η' ἐγὼ πεππζκέλνο / δεπ̃ξ' η̙ιζνλ ἀιι' νὐ ρξεζκὸλ ἡδόκελ ζενπ̃;/ Ἥξαλ λνκίδσλ ζεζθάησλ θξείζζσ πνιὺ / θνὐθ α̕λ πξνδνπ̃λαί κε), nei quali Euristeo si dà la colpa di non avere dato retta agli oracoli, come allusivi al suddetto responso del 432, ma sicuramente è rilevante considerare la fiducia che tali versi sembrano riporre nel linguaggio oracolare.248 Mi sembra invece più

convincente l’idea di ritrovare un legame fra i due versi conclusivi della tragedia (vv. 1054-1055) e le accuse mosse a Pericle a proposito del sacrilegio alcmeonide e

245 Eschilo aveva scritto un dramma con questo stesso titolo e con un nucleo centrale corrispondente a quello

euripideo: nel fr. 361N = 111M si nota come già nel dramma eschileo avveniva il ‚miracolo‛ per cui Iolao veniva ringiovanito, mentre in Pindaro (Pyth. 9, 81) è riportato il dato della sua vittoria su Euristeo.

246 Cfr. supra, Cap. 2.1, Le relazioni fra Atene e l’oracolo di Delfi ai tempi della tragedia attica. 247 Cfr. A. Giuliani, op. cit., pp. 154-155.

248 A. Giuliani (op. cit., p. 155 n. 31) ritiene che tale allusione non vada sottovalutata, soprattutto perché

Apollo, nel suo oracolo del 432, aveva promesso agli Spartani non tanto la certezza assoluta della vittoria quanto quella del suo aiuto.

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dell’evacuazione strategica dell’Attica: il coro degli Ateniesi afferma che per l’uccisione di Euristeo non peserà sui βαζηιεη̃ο di Atene alcuna accusa di empietà o contaminazione (ηὰ γὰξ ἐμ ἡκσ̃λ / θαζαξσ̃ο ἔζηαη βαζηιεπ̃ζηλ). L’oracolo di Apollo si sarebbe reso garante anche di questo: in Euripide, infatti, la monarchia di Atene è figura scoperta della democrazia di età classica e, dunque, è possibile considerare l’affermazione del coro come un tentativo di scagionare Pericle (lo stesso intento che aveva perseguito Tucidide nella sua interpretazione del decreto sul Pelargico).249

L’ipotesi che Euripide abbia inserito all’interno del mito ereditato dalla tradizione l’elemento dell’oracolo apollineo sembrerebbe avere dunque una finalità prettamente politica, ma poiché quest’elemento resta privo di un concreto riscontro strutturale all’interno del contesto drammatico, tale interpretazione non può essere definita con certezza.250