• Non ci sono risultati.

Densificazione delle aree sottoutilizzate Francesco Domenico Moccia

5. Esempi europe

L’arrivo in Europa di questa modalità di trasformazione urbanistica credo che vada riscontrata per la prima volta a Parigi, con Gare Montparnasse. Per la verità, l’attenzione è distratta dalle polemiche del grattacielo, rappresentazione di un americanismo indigesto a molta cultura francese particolarmente orgogliosa delle proprie tradizioni. Sebbene non c’era stata una pregiudiziale opposizione ai fabbricati alti propugnati da architetti che di quella cultura si ritenevano parte come Mallet-Stevens, Perret, Le Corbusier, questi erano stati tollerati nelle periferie, mentre appariva intollerabile che un grattacielo potesse invadere il profilo di una zona così centrale. Osservata sotto il profilo urbanistico, l’operazione era più complessa perché comportava l’arretramento e la costruzione di una nuova stazione, guadagnando in questo modo maggiore spazio per aumentare i binari in testata e avere un edificio con più moderni e vasti servizi. Sul suolo liberato nasce la torre Maine-Montparnasse tanto criticata, accompagnata da un centro commerciale. Come avviene anche nei precedenti statunitensi si tratta di trasformazioni a prevalente investimento privato. Nel 1958 il perimetro ferroviario è ampiamente edificato con alte lamine di circa 15 piani in modo che l’intero complesso costituisca un centro direzionale (Evenson 1979); solo in seguito i binari saranno coperti quel giardino pensile che oggi si può considerare un vero e proprio parco urbano.

Che uno dei primi scopi fosse quello di eliminare l’effetto barriera dei binari è dimostrato dal proseguimento dell’Avenue du Maine del Boulevard Pasteur che non sono più interrotti dalla ferrovia. Inoltre la torre si colloca come sfondo del Boulevard Edgar Quinet, l’ampio viale d’accesso al cimitero. Il proseguimento del Boulevard Pasteur, Rue du Pont des Cinq Martyrs, aprendo un fronte verso i giardini pensili della corte aperta non poteva restare a lungo senza una quinta. Restava da dare una conclusione alla strada, ovvero un raccordo con la rete con indipendenti giaciture e la soluzione è venuta con la rotonda piazza della Catalogna la geometria meglio in grado di realizzare un raccordo tanto difficile, occasione per sfoggiare il postmodernismo di Ricardo Bofill nell’ampia esedra realizzata nel 1985.

Il caso Montparnasse non resta isolato a Parigi, ma lo sviluppo delle aree ferroviarie continua fino al caso di maggior peso dei nostri giorni, ancora in corso di realizzazione, la ZAC Rive Gauche. Come accade per molte delle stazioni ferroviarie, dato il servizio di trasporto merci da loro fornite, estese aree industriali si vanno a formare nei loro pressi, specialmente nelle zone marginali. Con la crescita delle città, queste zone da una parte vengono inglobate in tessuti in estensione, dall’altro diventano obsolete per le attività industriali e sono dismesse. La valorizzazione di tali suoli fa i conti con le aree occupate dai binari le quali funzionano da deterrente ai processi di riqualificazione urbana. Nel caso specifico, interponendosi con la riva del fiume ne impedivano l’accesso detraendo i valori paesaggistici di affaccio e le funzioni ricreative organizzabili lungo il Fiume.

Lo Stato ha incoraggiato la trasformazione urbanistica con l’impegnativo investimento della Biblioteca Nazionale, “ancoraggio monumentale indispensabile,” e di un polo universitario di 210.000 mq.

Lanciata nel 1991, l’area di 2.225.000 mq. è di una tale estensione complessità morfologica da prevedere il completamento solo nel 2015. Per lo stesso motivo è stata frazionata in più parti ed affidata alla progettazione di vari architetti ed urbanisti, ottenendo un varietà stilistica. Si prevede la costruzione di 5.000 appartamenti, metà dei quali d’edilizia sociale. Agli uffici sono destinati 700.000 mq., 405.000 mq. agli alberghi, commercio e servizi privati, mentre i servizi pubblici occuperanno 55.000 mq e 98.000 sarà destinato a spazi verdi (Lapierre, 2005).

Mentre a Londra i programmi di valorizzazione delle aree ferroviarie si sono arenati – si ricordi le ambizioni del progetto per le stazioni confinanti di S. Pancreas e Kings Cross sono state oggetto di polemiche e di lunghi processi di pianificazione (Edwards, 2008) – sembrano avere successo invece in Francia, dove si sono legate allo sviluppo dell’alta velocità e stanno investendo la provincia il lungo ed in largo. Né la cosa è lasciata al caso perché le SNCF hanno sempre considerato gli impatti urbanistici dell’evoluzione tecnologica dei trasporti innescata col TGV, provando a promuovere la pianificazione in rapporto a tali effetti attesi. La portata degli studi e delle iniziative urbanistiche, nonostante il prioritario interesse a valorizzare le proprietà immobiliari della società, ha sempre avuto un respiro più vasto ed ambizioso ponendosi nell’ottica che innovare la stazione ed il suo contesto urbano quale punto d’innesco di un più vasto processo d’aggiornamento delle città.

Partendo da Lyon-Part-Dieu, immediatamente diventato polo di servizi in quella che si presentava come una zona periferica della città, promuovendo una trasformazione urbanistica proprio di fronte al piazzale della stazione, si arriva anche a città di minore importanza e dimensione quali Nancy dove il recinto ferroviario è oggetto di un grande progetto di centro congressuale misto ad appartamenti, uffici e servizi, il progetto urbano più ambizioso che la municipalità è stata in grado di avviare (Gras et al.2009).

6. Conclusioni

In Italia l’utilizzo delle aree ferroviarie e stato condotto prevalentemente come operazione immobiliare per migliorare il bilancio dell’azienda di Stato oppure come operazione d’immagine per accompagnare il lancio dell’alta velocità con stazioni “opere d’arte”. Tranne rarissimi casi quale quello di Milano Porta Garibaldi, questi programmi non sono mai riusciti a raggiungere la portata di trasformazioni urbanistiche d’ampio respiro;

Densificazione delle aree sottoutilizzate.

né hanno mai assunto finalità di sostenibilità. Queste potenzialità restano ancora tutte da esplorare e promettono di offrire un contributo fondamentale alla trasformazione delle città in termini ecologici.

Bibliografia

Apreda, I. (2009), “Il sistema insediativo”, Urbanistica, a. LXI, n. 138, p. 55-57

Bacon, E. N. (1978), Design of Cities, Harmondsworth, Middlesex, England, Penguin Books Castelnovi, P (2009), “Il tema del paesaggio nel piano”, Urbanistica, a. LXI, n. 138, p. 49-51 Dal Piaz, A. (2009), “La normativa del piano”, Urbanistica, a. LXI, n. 138, p. 46-48

De Seta, C. e Buccaro, A. (curatori), (2009) I centri storici della provincia di Napoli. Struttura, forma, identità

urbana, Napoli, ESI

Edwards, M (2008) “The struggle against the development plan in the King's Cross area”, Planning and human

rights, civil society and the state (ed) Shuli Hartman. Jerusalem, Bimkom and the Arab Centre for Alternative

Planning

Evenson, N. (1979), Paris: A century of Change, 1878-1978, New Haven and London, Yale University Press Gambino, R. (2009), “Un patrimonio da difendere e valorizzare”, Urbanistica, a. LXI, n. 138, p. 43-45

Gras, P. et Dancy, O. (2009), Grand Nancy, l'ambition urbaine. Le grands projects qui métamorphosent

l'agglomération, Vaux, Serge Domini, editeur

Lapierre, E. (curatore) (2005), Aménager Paris, Paris, Edition du Pavillion de l'Arsenal

Moccia, F. D. (2009a), “L’urbanistica nella fase dei cambiamenti climatici”, Urbanistica, n. 140 Moccia, F. D. (2009b), “Edilizia abusiva” ad Afragola: una via d’uscita politica nella legalita’,

Moccia, F. D. (2009c), “Aporie ed Ostacoli nella Gestione degli Scopi”, Urbanistica, a. LXI, n. 138, p. 38-42

Dodicipagine, a. IX, n. 17 (5 dicembre), p. 6

Provincia di Napoli, (2008), Piano Territoriale di Coordinamento, novembre 2007, Proposta di Piano, Castellamare di Stabia, New Grafica Somma

The City of New York, A Greener, Greater New York, www.nyc.gov/htlm/planyc2030

White, N. (1987), New York - A Phisical History, New York, Atheneum

Le capacità di adattamento delle città rispetto al cambiamento climatico: vulnerabilità e resilienza del sistema urbano

Atti della XIII Conferenza Società Italiana degli Urbanisti

Città e crisi globale: clima, sviluppo e convivenza

Roma, 25-27 febbraio 2010

Planum - The European Journal of Planning on-line

ISSN 1723-0993

Le capacità di adattamento delle città rispetto al