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La resilienza applicata al sistema urbano

sistema urbano Alessandra Nguyen Xuan

5. La resilienza applicata al sistema urbano

Il concetto di resilienza, così come la intende Holling, fa riferimento al funzionamento dei sistemi ambientali e il filone di ricerca che si è aperto a partire dal suo lavoro ha analizzato essenzialmente la resilienza di grandi ecosistemi naturali nelle loro relazioni con le dinamiche antropiche (la regione paludosa delle Everglades in Florida, la barriera corallina ai Caraibi, ecc.). Il punto di forza di questi studi è l’approfondita conoscenza del funzionamento degli ecosistemi in esame e la ricerca di modalità di gestione diverse da quelle usuali rivelatesi fallimentari sia per la vitalità e la sopravvivenza del sistema naturale, sia per la sua capacità di sostentare le attività umane.

Assumendo che la resilienza è tanto maggiore quanto minore è la vulnerabilità e quanto maggiore è la capacità di adattamento, se nel caso dei sistemi ecologici quest’ultima capacità dipende esclusivamente dallo stato del sistema stesso (biodiversità animale e vegetale, eterogeneità degli habitat, qualità delle risorse, ecc.) e si traduce automaticamente in un migliore o peggiore adattamento alle mutate condizioni climatiche e agli effetti che ne conseguono, nel caso di sistemi socio-ecologici quali quelli urbani, questi possono anche scegliere “se” e “quando” adattarsi, e la capacità adattiva rappresenta solo un potenziale adattamento, che diventa effettivo allorché il sistema stesso è in grado di riconoscere al suo interno chi (componenti del sistema ambientale, sociale, economico), a che cosa (quale tipologia di rischio e di impatto), e come deve adattarsi (opzioni di adattamento).

In base a quanto detto finora, è possibile delineare tre fasi attraverso le quali le capacità adattive si traducono in adattamento: la definizione della natura delle relazioni tra sistema umano e sistema ambientale, ossia la concettualizzazione di sistema socio-ecologico; l’individuazione dei fattori di vulnerabilità e di resilienza che le caratterizzano; e l’introduzione delle considerazioni risultanti dalle prime due fasi nelle politiche, nella gestione e nella pianificazione del territorio (Figura 1).

Figura 1- Il processo di pianificazione per l’adattamento

Un filone di ricerca relativamente recente è quello della resilienza urbana che si propone di applicare il concetto di resilienza al sistema urbano4

nel suo insieme. Holling (2001) e Alberti et al. (2003) definiscono la resilienza urbana come “il grado in cui le città sono in grado di tollerare alterazioni prima di riorganizzarsi attorno ad un nuovo insieme di strutture e processi, ossia il grado in cui le città sono capaci di bilanciare funzioni umane e funzioni ecosistemiche”.

In base alla teoria della resilienza urbana la resilienza di un sistema urbano dipenderà da quella di un insieme di subsistemi, dalle loro relazioni, e dalle relazioni tra questi ed altri sistemi, cui essi sono legati per il loro funzionamento. Quattro sono le macro componenti che determinano la resilienza urbana (Resilience Alliance , Arizona State University, Stockholm University, 2007):

• i flussi metabolici: l’insieme di risorse e processi (non solo naturali) che, pur generati da sistemi che si trovano ben oltre i confini del sistema stesso, consentendo la produzione di flussi di energia, di beni 4

I sistemi urbani e territoriali sono visti come esempi di complessi sistemi adattivi (CAS)

Le capacità di adattamento delle città rispetto al cambiamento climatico: vulnerabilità e resilienza del sistema urbano

materiali e servizi non materiali, sostengono le funzioni urbane, il benessere umano e la qualità della vita.

• le dinamiche sociali: la popolazione urbana può variare in differenti modi e per diverse ragioni; qualunque sia la causa della variazione, questa, unita al verificarsi di altre tipologie di perturbazione introduce delle modificazioni nelle relazioni che dominano il funzionamento del sistema urbano. • le reti di governance e le strutture istituzionali: influiscono sulla capacità della società di imparare,

adattarsi e riorganizzarsi per affrontare le sfide urbane e da esse dipende il funzionamento della società, lo sviluppo urbano e territoriale, quello economico, la considerazione delle necessità e degli interessi locali, la gestione delle risorse e dei servizi.

• l’ambiente costruito: ossia il modello fisico di forma urbana, l’organizzazione e la struttura dello spazio e le relazioni e interconnessioni che si generano al suo interno.

Nella teoria della resilienza applicata ai sistemi socio-ecologici la formulazione dei legami tra sistemi umani e sistemi naturali si è tradotta nel paradigma della co-gestione adattiva (adaptive co-management), che, alla dimensione dell’apprendimento iterativo, propria della gestione adattiva, unisce la dimensione della gestione collaborativa in cui diritti e responsabilità sono equamente condivisi, incoraggiando in tal modo una governance che tenga conto della complessità e dell’interscalarità delle dinamiche del sistema (Folke, Hahn, Olsson, Norberg, 2005).

6. Conclusioni

L’approccio delle vulnerabilità nell’analisi dei sistemi urbani rispetto al cambiamento climatico, sebbene porti ad una interpretazione più rigida e convenzionale all’adattamento, tenendo in considerazione le condizioni e le esigenze delle categorie più deboli, si fa carico di garantire un’equa distribuzione delle risorse. Tale approccio, inoltre, promuove, nonostante l’incertezza dei cambiamenti climatici futuri, una comprensione del funzionamento del sistema tale da contribuire alla definizione delle priorità dell’adattamento.

L’approccio della resilienza invece, più trasformativo e aperto al cambiamento, si propone di affrontare l’interazione tra le diverse scale spaziali e la questione dell’incertezza, andando alla ricerca delle opportunità di sperimentazione e di gestione adattiva che si presentano (Leach, M., 2008).

I tradizionali approcci alla gestione dei sistemi, specie quelli per la gestione dell’ambiente, sono basati sull’ottimizzazione di specifiche componenti del sistema in isolamento dal resto al fine di giungere ad uno stato ottimale in cui mantenerlo, trascurando però che tale stato ottimale varia costantemente con il variare degli elementi che lo determinano e che il sistema è in continua evoluzione e adattamento a perturbazioni e sollecitazioni di natura climatica e non. L’obiettivo non può essere, dunque, quello di giungere ad un equilibrio stabile (che non esiste), ma avere una flessibilità tale da riuscire a gestire il cambiamento, adattarsi ad esso inglobando la variazione di alcuni elementi al fine di riuscire a mantenerne altri costanti o a migliorarli.

Si tratta quindi di stabilire, tramite un’approfondita conoscenza delle dinamiche del sistema e del contesto culturale, politico ed economico, quali variabili, funzioni, strutture, ecc., debbano essere preservate e quali, invece, si è disposti a rendere flessibili.

Se, come sottolinea Adger (2006), gli studi fatti nel campo della vulnerabilità dei sistemi socio-ecologici hanno evidenziato che la vulnerabilità è influenzata dall’incremento e dall’erosione degli elementi che rendono il sistema resiliente, allora per incrementare le capacità di adattamento di un sistema urbano e renderlo più resiliente e flessibile di fronte agli effetti del cambiamento climatico è necessario che i due approcci, quello della vulnerabilità e quello della resilienza, vengano presi in considerazione contemporaneamente.

In base alle considerazioni sin qui fatte sembra quindi necessario, a partire dalla concettualizzazione di sistema socio-ecologico urbano, costruire una metodologia di analisi dei fattori di vulnerabilità e resilienza urbana al cambiamento climatico, ed interrogarsi sul modo in cui i risultati emersi da tale analisi possano essere utilizzati per implementare strategie di adattamento nell’ambito della pianificazione territoriale.

Le capacità di adattamento delle città rispetto al cambiamento climatico: vulnerabilità e resilienza del sistema urbano

Bibliografia

Libri

Berkes, F. & Folke, C., (1998), Linking social and ecological systems for resilience and sustainability, Cambridge, Cambridge University Press, pp. 1–25.

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Assessment Report, Cambridge, Cambridge University Press

Walker, B., & Salt. D. (2006), Resilience Thinking. Sustaining Ecosystems and People in a Changing World, Washington D.C., Island Press

Articoli:

Adger, W.N. (2006). Vulnerability. Global Environmental Change, 16, 268-281

Alberti, M., Marzluff, J.M., Shulenberger, E., Bradley, G., Ryan, C. and Zumbrunnen, C. (2003). Integrating Humans into Ecology: Opportunities and Challenges for Studying Urban Ecosystems. BioScience, 53, 1169- 1179.

Folke, C., Hahn, T., Olsson, P., Norberg, J. (2005). Adaptive governance of social-ecological systems. The

Annual Review of Environment and Resources, 30, 8.1-8.33.

Füssel, H.-M. (2007). Vulnerability: A generally applicable conceptual framework for climate change research.

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Holling, C.S. (1973). Resilience and stability of ecological systems. Annual Review of Ecology and Systematics, 4, 1-23

Holling, C.S. (2001). Understanding the complexity of economic, ecological and social systems. Ecosystems, 4, 390-405.

O'Brien, K., Sygna, L., Haugen, J.E. (2004). Vulnerable or resilient? Multi-scale assessments of the impacts of climate change in Norway, Climatic Change, 64 (1-2), 193-225.

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Siti web:

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Melissa Leach (ed.), (2008). Re-framing Resilience: a Symposium Report, STEPS Working Paper 13, Brighton: STEPS Centre. Disponibile su: http://www.steps-centre.org/

Resilience Alliance, CSIRO, Arizona State University, Stockholm University (2007). Urban Resilience, research prospectus. Disponibile su: http://www.resalliance.org/

Emma Tompkins & Neil Adger, (2003). Building resilience to climate change through adaptive management of natural resources, Working Paper 27,Tyndall Centre for Climate Change Research, Disponibile su:

http://www.tyndall.ac.uk/

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