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Prospettive di lavoro: tra water management and urban planning

Veneto, nello scenario dei cambiamenti climatici Elena Giss

3. Prospettive di lavoro: tra water management and urban planning

3.1 Ruimte voor de rivier: la politica olandese sulle acque

Gli orientamenti e le pratiche europee più avanzate che assumono le indicazioni della Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE, lavorano sul creare ruimte voor de rivier (spazio per il fiume), come testimonia il programma nazionale olandese che porta tale titolo. Non si tratta di una politica settoriale di gestione delle acque, ma di una politica strategica di pianificazione territoriale adottata dal Governo Olandese (2006). Il pacchetto di misure proposte consiste nel favorire il fluire naturale delle acque, secondo la logica di assecondare i fenomeni naturali, riducendo gli ostacoli negli invasi, allargando i letti fluviali, spostando o rimuovendo dighe e, in alcuni casi5, restituendo i terreni alle acque secondo operazioni di de-poldering.

L'Olanda sta quindi affrontando la questione di “accomodare le acque” in termini di mitigazione ed adattamento, piuttosto che di “lotta contro le acque”, come attinente al campo delle politiche urbane, coniugando la gestione delle acque e l'urban planning (Wiering & Immik, 2006). Già con il documento di indirizzo del Governo Olandese (2000), viene introdotto un nuovo strumento di valutazione di impatto sul ciclo delle acque chiamato “Test delle Acque” (Watertoets), (Ministry of TPW, 2000, 43), cui deve essere sottoposto ogni strumento urbanistico (regionale o locale) e ogni progetto. Il “Test delle Acque” valuta sia questioni di tipo quantitativo nonché questioni di tipo qualitativo. In caso di effetti negativi per il sistema delle acque, devono essere individuate misure di compensazione e mitigazione di tali effetti sin dalle prime fasi di progettazione, integrandole nel disegno complessivo del piano o progetto.

Il documento di indirizzo definisce inoltre che alla base delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici del disegno urbano debba essere posto il principio di riduzione degli scarichi di acqua piovana nelle reti drenanti. La priorità riguarda la raccolta e la ritenzione delle acque di pioggia, quindi il deposito delle stesse, ed infine il drenaggio delle acque in eccesso, in modo da gestire i flussi sia in periodo di picco di pioggia che in caso di siccità prolungate.

Tra gli esempi, può essere riportato il caso dell'urbanizzazione di Leidsche Rijn, collaborazione tra la municipalità di Utrecht e l'autorità di controllo delle acque, che ha riguardato la messa in campo di un sistema di raccolta differenziata delle acque piovane, che vengono filtrate in appositi bacini e smaltite nel terreno per infiltrazione, mentre la rete fognaria raccoglie solo gli scarichi domestici (Bierens de Haan, Schaeffer, 2008). Gli aspetti innovativi del progetto riguardano la prospettiva di lungo termine e la scala dell'intervento6, che riguarda

la nuova area urbanizzata di Utrecht che arriverà ad ospitare circa 100.000 nuovi abitanti, con 10.000 nuove unità abitative già costruite e altre 30.000 previste nei prossimi 20 anni.

3.2 Inerzie ed innovazione nei territori tra Padova e Venezia

In Italia, per decenni, la risorsa acqua era considerata come un semplice fattore per la produzione e per i fabbisogni umani, in obbedienza ad una visione delle politiche idriche come politiche di infrastrutture (Rainaldi, 2009) tanto che la gestione di bacino ha significato un'unica cosa: difesa del suolo.

Rispetto ai territori della bonifica, l'approccio tenuto dagli enti competenti è stato quello di evacuare il più velocemente possibile le acque verso il mare. Complici le politiche per il disinquinamento del bacino drenante della Laguna di Venezia, con il “Piano Direttore 2000” (PD2000), questa filosofia “separatrice” si ammorbidisce, prendendo in considerazione gli effetti di depurazione ottenibili per laminazione con il potenziamento di aree umide, nonché la questione di efficacia idraulica degli stessi. A tale cambio di approccio non ha ancora saputo convertirsi la pianificazione urbanistica.

La nuova programmazione regionale7 produrrà un irrigidimento che non si confronta con il paesaggio delle

acque, prevedendo l'infrastrutturazione del territorio retro-portuale di Porto Marghera e dell'ampliamento a Sud

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Si vedano ad esempio i progetti per i Polder Noordwaard, Overdiepse Polder, e per il Zuiderklip, http://www.ruimtevoorderivier.nl.

6 Progetto pilota LIFE ENV/NL/000467, 2003 – 2006, www.zuiveringsfilter.nl.

7 Regione Veneto, Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, 2009, progetti strategici.

Da rischio a risorsa: la gestione delle acque per il progetto dei paesaggi della dispersione della pianura del basso Veneto, nello scenario dei cambiamenti climatici.

del Porto croceristico, tanto da entrare in conflitto con le linee guida del PD2000, che prevede la ricostituzione di zone umide di gronda, già in parte avviata8.

Inoltre, l'unitarietà di governo di distretto richiesta dalla Direttiva Acque e acquisita a livello nazionale con il D.lgs 152/2006, è inficiata dal complesso quadro di strumenti di pianificazione che evidenzia la coesistenza di cinque livelli territoriali9da cui possono emergere conflittualità tra amministrazioni centrali e regionali (Rinaldi,

2009), sollevando questioni riguardo a meccanismi di coordinamento orizzontale e di coerenza.

L'inefficacia di tale sistema regolativo trova inoltre una conferma nella nomina del “Commissario alle alluvioni”. Per natura giuridica, il commissario agisce in deroga alle norme vigenti per superare le inerzie del sistema, in situazione di emergenza, cioè quando l'ordinarietà non garantisce l'efficacia degli interventi. Visto il ripetersi degli eventi calamitosi, il commissario è stato prorogato10 fino al 30 settembre 2010.

Alcune operazioni innovative sono state predisposte all'interno di un generale lavoro di studio promosso dal Commissario alle Alluvioni. Tra questi, si riporta lo studio di fattibilità per la realizzazione di una fascia di protezione passiva dagli allagamenti prodotti da precipitazioni meteoriche critiche denominata “green belt” da realizzarsi nella cintura periurbana di Mestre e comuni limitrofi avendo riguardo delle indicazioni derivanti dallo studio degli eventi meteorologici, compatibilmente con le previsioni urbanistiche (Figura 3). Al fine di alleggerire le forti pressioni cui le zone urbane sono sottoposte da ovest verso la Laguna di Venezia in caso di precipitazioni intense, si sono individuati dei bacini di laminazione lungo il territorio indicato dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Venezia11 come corridoio di collegamento ecologico-funzionale.

Figura 3.: Planimetria del Progetto del Fiume Cimetto. Fonte: Commissario alle alluvioni, 2009

8 Progetto Parco delle Giare, finanziato con fondi del Piano Direttore 2000, e PRUSST Riviera del Brenta, Sesto Progetto, “Riqualificazione

dell'ultimo tratto dell'Idrovia Padova-Venezia”.

9 Nel caso specifico dei territori tra Padova e Venezia: Distretto idrografico e sotto bacini idrografici, nonché Ambiti Territoriali Ottimali in

base al D.lgs 152/2006; gli strumenti di governo derivanti dalla Legge Speciale per la salvaguardia della Laguna (bacino scolante della Laguna per il Piano Direttore 2000; Laguna e comuni di Gronda per il Piano d'area della Laguna di Venezia; conterminazione lagunare per il Piano Morfologico della Laguna di Venezia); strumenti di governo del territorio su base regionale provinciale e comunale (L.R. 11/2004). Bisogna inoltre considerare i consorzi di bonifica ed irrigazione, soggetti ad una recentissima riorganizzazione secondo la L.R. 12/2009 “Nuove norme per la Bonifica e il governo del territorio”.

10 D.P.C.M. 18 settembre 2009.

11 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, PTCP di Venezia, NTA art. 28 reti ecologiche.

Da rischio a risorsa: la gestione delle acque per il progetto dei paesaggi della dispersione della pianura del basso Veneto, nello scenario dei cambiamenti climatici.

E' di fondamentale importanza puntualizzare che questo tipo di attività può essere predisposto tramite strumenti contrattuali che coinvolgano i proprietari delle aree secondo diverse forme di incentivazione (come ad esempio contributi alla forestazione, rivendita dei materiali di scavo nel caso siano pregiati, crediti edilizi, etc).

Ma ancora più importante è rinforzare il processo di informazione della cittadinanza in modo da educarla non solo alla convivenza con il rischio, inestinguibile, ma ad una rinnovata cultura di valorizzazione del paesaggio e della risorsa acqua. In tal senso segnali positivi di partecipazione derivano dalla formazione di diversi comitati e associazioni (Comitato allagati Favaro Veneto, associazione socio-culturale, gruppo lavoro S. Barbara G.V., comitato allagati Catene-Valleselle, solo per citarne alcuni) nati per rispondere e per promuovere un'azione sociale riguardo alle problematiche delle acque. I comitati hanno dialogato con il Commissario alle alluvioni nell'interesse comune di dar voce alla fondazione di un nuovo rapporto con le acque.