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Nuove forme dell’abitare sostenibile

New strategies Land stocks for sustainable development Maddalena Ferrett

3. Nuove Strategie

3.4 Nuove forme dell’abitare sostenibile

Una quarta strategia di trasformazione dei land stocks è quella legata alle nuove forme dell’abitare sostenibile. Non solo nel senso di applicare le tecnologie bioclimatiche agli edifici nuovi ed esistenti, ma, in maniera più radicale e determinante, in quello di cambiare la tipologia dell’insediamento e quindi dello stile di vita degli abitanti.

Si tratta di una trasformazione che ha riguardato diversi progetti di quartieri sostenibili in Europa negli ultimi anni. Se guardiamo a Stoccolma, con il quartiere di Hammarby Sjostad, a Friburgo, con la Solarsiedlung, al quartiere Bed-Zed (Beddington Zero fossil Emissions Development), realizzato recentemente vicino Londra, allo Z-squared project di Norman Foster, al quartiere di Kronsberg ad Hannover, ai numerosi progetti sviluppati dalla Comunità Europea nell’ambito del Concerto initiative project che ha coinvolto diverse città soprattutto in Scandinavia e in Spagna, ma anche ai recenti progetti delle ‘archistar’ al di fuori dell’Europa come quello per Ras Al Khaimah negli Emirati Arabi di Rem Koolhaas, o il progetto per la città di Masdar di Norman Foster o il progetto per la città cinese di Dongtan, sviluppato da ARUP, o infine osserviamo i risultati della consultazione internazionale per la Parigi del futuro, in cui 10 gruppi di fama internazionale si sono confrontati sul tema della metropoli sostenibile del XXI sec, ci rendiamo facilmente conto di come il tema dell’abitare, e soprattutto quello della città, stanno cambiando rapidamente in funzione del nuovo paradigma ambientale.

Accanto alle esperienze dei quartieri ecologici, si delineano nuovi modi dell’abitare sostenibile come ci dimostrano studi e ricerche recenti sulle trasformazioni urbane nel Nord Italia. Ci si riferisce ad esempio alle ipotesi di ridensificazione sviluppate da Metrogramma per Bolzano o agli studi sulla ridensificazione della città diffusa veneta sviluppati da Bernardo Secchi.

Nel 2001 la città di Bolzano affida a Metrogramma un meta progetto che ipotizza scenari di ridensificazione del tessuto edilizio come possibile alternativa alla dissipazione della risorsa territoriale. Nella prima fase del progetto si analizza la composizione urbana e si individuano 4 diverse tipologie insediative che caratterizzano la struttura della conca bolzanina, definite le 4 ecologie: agro_city; poly_city; border_city; city_in (Hoelzl, Metrogramma, Tischer, 2001; p. 67). Non a caso il nome scelto per definire le diverse città è ecologia, nel senso di scienza che studia le relazioni, tra edificato e campagna, tra montagna e conca, tra tessuto urbano e compagine territoriale ampia, tra città e paesaggio. Ognuna delle 4 ecologie regola in maniera diversa le relazioni tra questi elementi.

Ecologico vs Metropolitano. New strategies. Land stocks for sustainable development

Qui ci interessa in particolare sottolineare l’ecologia dell’agro_city (fig.6), che rappresenta un modo nuovo di vivere la città ai margini del tessuto consolidato e di sfruttare il territorio integrandosi nel paesaggio. Nell’agro_city lo spazio aperto è caratterizzato da superfici agricole parcellizzate costituite da colture differenti che disegnano un puzzle complesso di territorio produttivo. Le case sono diffuse sul territorio e la densità è bassa. Un modo di vivere e di sfruttare il territorio che assomiglia alla campagna periurbana di cui parla Donadieu e che ritroviamo anche nelle nostre campagne nel sud d’Italia, in Puglia ad esempio. Un’ecologia in cui l’uomo ha trovato un proprio equilibrio con la natura, un modo di abitare che non solo deve essere riadattato alle moderne esigenze di risparmio energetico, senza stravolgerne la natura, ma anzi deve essere considerato come un modello di insediamento da applicare in altre parti della città. E’ quello che sta avvenendo a Lecce, dove si inserisce nel nuovo piano regolatore la possibilità di parcellizzare il territorio agricolo ai bordi della città per affittarlo a privati che lo mantengano ed evitino il problema della gestione comunale di vasti terreni incolti (land stocks).

Figura 6 (Agro_City, METROGRAMMA)

4. Conclusioni

Le strategie individuate in questa ipotesi di ricerca mettono in luce come in maniere differenti la compagine urbana europea sta adattando la sua struttura di città diffusa alle nuove esigenze legate al paradigma ambientale. Gli esempi citati dimostrano come la risorsa principale di questo tipo di città sia rappresentata dalla rete dei land

stocks, brani di città che, ancora al di fuori delle dinamiche di sviluppo urbano, oggi più che mai devono essere

reintegrati in questo processo per creare i presupposti necessari alla trasformazione della città in eco-city. I land

stocks rappresentano l’alternativa concreta al consumo di territorio che oggi come mai deve essere preservato e

utilizzato con una diversa e più consapevole sensibilità.

Bibliografia

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Articoli

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Da rischio a risorsa: la gestione delle acque per il progetto dei paesaggi della dispersione della pianura del basso Veneto, nello scenario dei cambiamenti climatici.

Atti della XIII Conferenza Società Italiana degli Urbanisti

Città e crisi globale: clima, sviluppo e convivenza

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Planum - The European Journal of Planning on-line

ISSN 1723-0993

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