come
ogni
personadivina nella
rivelazione cristianaè
relazione sussistente all'altta,L'uomo si
definisce comevero
uomo nella telazione positiva conl'altro,
cioè nell'amore.Si è
quello che si ama. Si è come si ama. Si è perché si ama.Al
cogito ergo sum, si sostituisceil diligo
ergo sarfl.Dimmi chi
ami,dimmi
come ami,ti
dirò cbi sei. L'amore è f identità dell'uomo >> 47.Educare, dunque, significherà e-ducere, estrarre cioè
dal
pro-fondo antropologicole
potenzialità d'amore.Educare
è
liberare l'energeticoindefinito
dell'amoredi
una persona. Ciò comportala
capacitàdi
individuare (autocoscienza),di
capitalizzare (esperienza),di
canalizzare (impegnoetico
comearte
e
disciplinaper la
valor'azazione delle energieinteriori
del-l'amore).Ciò esige, parimenti, apertura
in
alto. Proprio perché l'amore ha come sua faccia complementarcla
pienezza d'essere, cheè il gaudiun oitae,
diventa segnaletica verso l'Essere della pier,ezza.Ogni esperienza d'amote è più una promessa che una rcalizzazione.
È una linea indicativa dell'oltre ogni altro oltre, che è
l'uomo.L'a-45 ;. r. sentnr, L'essere e il ndla, o. c,, p. 495.
q6 lbidem, p. 738.
'o s. petursrew, È possibile essete ilono, Napoli 1979, pp. ll1-112.
more mira al suo punto omega che è la Trascendenza, che traluce,
in
quanto suo fondamento, nell'esperienza della pienezza d'essere cherinvia
alla sua fonte, che è l'Esserein
Pienezza.G.
Marcel, nell'analisi critica alla fenomenologia sartriana del-l'amore, afferma,a
propositodella
trascendenza, circoscritta da Sartte e dall'esistenzialismo immanentistico nelle gabbie dell'auto-trascendimento senza la ffascendenza assoluta: << L'unica edauten-tica
trascendenza (sarebbe megliodire: l'unico ed
autentico tra-scendere) nonè l'atto col
quale, liberandocida
questidati e
daqueste condizioni, sostituiamo
loro dati
e condizioni nuovi?Inol-ffe,
bisogna verosimilmente riconoscere che questoatto
non può essere compiuto coni soli
mezzi del nostro essere abbandonato a se stesso, ma richiede un'assistenzao un
influsso che nonè
alffo chela
grazia. Da questo puntodi
vista, uno deimeriti
principali dell'opeta di Sarffe, e nonil
minore, sta nel dimostrare chiaramente che una metafisica che neghio rifiuti la
grazia finisce inevitabil-menteper
creare l'immaginedi un
mondo atrofizzatonel
qualeil
miglioredi
noi non è più capacedi
riconoscersi »> a8.M.
Blondel così sintetizza: << L'essere è amore. Non si conoscenulla se non
si
ama. Escludersi da sé con l'abnegazioneè
dunque generarela
vita universalein
sé. Solola
caità, ponendosi al cuoredi tutti,
vive aldi
sopra delle apparenze, si comunica soloall'infi-nità
delle sostanzee
risolve interamenteil
problema dellacono-scenza e dell'essere »> a'.
La ragione dunque è funzionale
al
cuore,in
ordine all'attingi-mento dell'enetgetico interiore fondamentale e del campodi
inve-stimento che èil
mondo umano, sia del reticolato dei rapporti chedi
quello strutturalee
cosmico.La religione è
il
fondamento e 1l telos del cuore perché presental'obiettivo
acui
l'amore tende e dacui si
sente fondatoe
conti-48 c. rraencrt, Homo uiator, o. c., p. 210. In stesso Marcel, nella confetenza sulla intei-personalita redatta in Homo uiator, aveva già detto: << Non ve I'abbiate a male se concludo qxesta conferenza con un aforisma di Gustave Thibon, che avete ascoltato proprio qui qual-che giorno fa, e che mi sembra ttadune stupeodamente l'esigenza d'incamiziòne alla quale.
la persona non può sottfarsi senza tradire la sua vera missione, senza smarrirsi nei miraggi dell'astratto, senza tidursi paradossalmente a una poveta determinazione di quell'io che essa pretendeva illusoriamente di superare in ogni senso. " Ti senti alle srette. Sogni l'evasione.
Ma sta' attento ai mitaggi. Per evadere da te, non correre, non fuggirti: scava piuttosto irl questo angusto spazio che t'è dato: vi troverai Dio e tutto. Dio non è un barlume al tuo otizzonte. Dio dorme nel più profondo di te. La vanità core, I'amore scava. Se fuggi fuoti di te, la tua prigione comerà con te e al vento della corsa ti si testringerà sempre più attorno:
se ti immetgi in te stesso, essa si spalancherà e diverrà paradiso " ». (Ibiden, p. 361.
4e v. ntoNorl, L'azione, II, Firenze 1932, p. )10.
t27
nuamente sometto.
Il
personalismo contemporaneo, nelle sue lucie
ombre sulla dimensione dell'amore nell'uomo, ratificail
nessostrettissimo fra
i
coefficienti del uinomio educativodi
Don Bosco.In lui il
primum axiologicurn, l'amore, diventa ancheil
primunt metbodologicum n.L'amorevolezza non è altro che l'amore ffadotto ne1
della persona amata.
È
I'amore esercitato nella misuraL'amorevolezza è la derivazione coerente dell'aspetto ex-statico dell'amore, che comporta
lo
spostamento del baricentroe si
pre-senta essenzialmente allocentrico.E
su questo polo misuraintet-venti,
progetti, metodi.Non
basta amare. Bisogna arnare come.Cioè nella misura
dell'altro
che,per
definizione, nell'amoreè il
centro afiettivo ed eflettivo della persona che ama.
Balzano così
le
caratteristiche esigite dall'amore:la
gratuità,I'universalità,la
totalitàdi
donazione ela
durata. Fromm assegna oggi a questo amoreil
compito della salvezzae
della speranza fon-data: <<La
soprawivenza fisica della specie umana dipende dalla radicale trasformazione del cuore dell'uomo r> 5'. Ora, latrasforma-s0 C(r. p. nn.Ltoo, Doz Bosco, o. c., pp. 57-58, tL, r1,62,90,9); r»., ll sistema edacati"^o
I'assicu-rerà? La struttura mutata? Ma proprio per mutarla {lessibilrnente sulle esigenze dell'uomo-bisogno integmle, occorre un cuore trasformato. Ci si aggita nel cerchio di ferro. Il emancipa-zione della natuta circostante che scade a sfruttamento della natura stessa; una emancipa-zione sessuale che degenera in pomografia; la ricerca di una società libera da ogni forma di
zione del cuore dell'ug-mo
è
garuntita solo dal dono dello Spirito, che proviene dall'alto s2.Su questo {ondamento Don Bosco può afiermare, parlando del suo sistema, che ha come fulcro l'amore così caratterlzzato:
,rLa
pratica di _questo sistemaè tutta
appoggiata soprale
parole diS. Paolo, che dice: Cbaritas benigna eit, patiens
,it; o*oia
suffert, omnia sperat, onnia sustinet.La
carità, è benigna e paziente, soflretutto,
ma speratutto e
sostiene qualunque disturbo. Perciò sol-tantoil
cristiano può con successo applicàreil
sistema preventivo.Ragione e religione sono
gli
strumentidi cui
deve costantemente far uso l'educatore, insegnadi, egli stesso praticadi, se vuol essereubbidito ed ottenere
il
suo fine » t'.Solo un educatore così rtotiualo può riuscire un educatore così eficace. Parlando una sera Don Bosco ai suoi nella tradizionale, quo-tidiana << buona notte », così si confidava: « Miei cari figliuoii,-voi sapete quanto
io vi
amo nel Signore e comeio mi
siatutto
consa-cratc afarvi
quel bene maggiore che pomò. Quel pocodi
scienza,quel poco
di
esperienza cheho
acquiitato, quanro sonoe
quanto posseggo, preghiere, fatiche, sanità,la
miavita
stessa,tutto
desi-dero impiegare a vostro servizio.
In
qualunque giorno e per qua-lu!-que cosa, fate pure conto sudi
me, ma specialm"rrt"nè[. .or.
dell'anima. Per parte mia, per stfenna
vi
dotutto
me stesso; sarà cosa meschina, ma quandoio vi do tutto, vuol
dire chenulla
ri-serbo per me »> 54.A
questo puntoil
personalismo educativo raggiungeil
suo pun-to più alto, ponendo la persona nella condizionedi
oEir. il
mìssi-mo donodi
sé,la vita:
<< Nessun amore èpiù
grandedi
questo:darela vita per
i
propri amici >> 5s.Questo amore è per Don Bosco una scelta totalizzante, e
i
desti-natari del suo messaggiodi
amore sonogli
abitatori della sua vita profonda, sonoil
centro del suo dinamisìno affettivo ed effettivo:«
Miei cari, io vi
amotutti di
cuore,e
basta che siate giovani perchéio vi
ami assai;vi
posso accertare che troverete lib"ri pro-postivi da personedi
gran lungapiù
virtuosee più
dottedi
me,52 53 54 55
Cfu, Rom
G. BOSCO,
lvIB, VI,'p.
Gu, 15, B.
5,
il
5.sist.ema preuentioo, in SSP, p. 294.5. Don Bosco e I'aomo-