visione antropologica, dallapresentazione del composto anima-corpo.
Egli
aggiungeun
terzo elemento:il
cuore.Le
sue formule sono quasi semprein
funzione catechetica. Dichiara Pietto Stella: << Per Don Bosco uomo nonè
equivalente ad anima, anche sea
questa pensidi
pretercnza e con predilezione. L'uomo nel complesso del creato è visto come la più perfetta delle creaturevisibili';
seconda,quindi,
in
perfezione dopogli
angeli, che sonopuri spiriti.
Qr"-sta gradualità è posta
in
evidenza dal racconto della creazione, cheparte dalle creature
inferiori,
arrivaagli uomini e agli
angeli eridiscende poi, nella descrizione del peccato, dagli angeli all'uomo e a tutte le creature 2. L'uomo è un composto
di
anima edi
corpo.Don Bosco talvolta
lo
afierma 3; mapiù
spesso, sia nei suoi scritti apologetici chein
quelli spirituali,si
esprimein
termini alquantodiversi:
l'uomoè
dotatodi
un'animae di un
corpo >> u.È l'anima
in
questa visione a far in modo che l'uomo sia imma-ginedi Dio.
« QuandoIddio
creò l'anima, soffiò sopra dell'uomo I c. nosco, Il Eioaane prouoeduto, pt. 1 [sez. l-J, art. l, Torino 1847, p. 9. ro., Storia sacra, epoc 1, cp. 1, Torino 1847, p. 13.2 Spiega ulteriormente p. srErLA: « Non è solo lo schema della Storia sacra e della Manieru lacìle per impararc la Storia sacru: lo si rova anche abbastanza abbozzato in Esercizio di diuozione alla misericordia d.i Dio, nel Mese di maggio e nel Compendio di ciò cbe an cristiano deue saperc, uedere e pruticare prcmesso a La cbiaue del paradiso » (r. stnlr-e, Don Bosco, o. c., Il, p. ,3, n. 2).
3 <<L'uomo è formato da due sostanze...»: predica sulla morte, incipit: << Se io potessi...»
tl842l, AS 112 Prediche A 2, f. 7v.
4 n. ster,rl, Don Bosco, o. c., lI, p. 1).
6t
e diedegli lo spirito della vita >> 5. Questo sofio divino rende l'uomo spirituale.
Il
corpo resta esclusoo non
esplicitamente incluso in questa realtà iconica.È
l'anima I'elemento privilegiato,in
quanto fattore teonorfo.È
l'anima che rende l'uomo, a sua volta, essereIl
corpo è presentato nella visione positiva, come donodi
Dio strutturatodi
eccellentidoti:
<<Dio
creòil
corpo-
scrive Don petciò anche la natura superiore dell'uomo rispetto alle altte creature visibili. L'anima è immortale. L'immagine e somiglianza di Dio " sarebbe impedetta se non avesse del Cteatorela pretogativa principale, che è I'immottalità". llbideml. L'anima è libera: u Dio diede natuta umana: concetto che Don Bosco esprime, ad esempio, in una predica giovanile:
u L'uomo è fotmato di due sostanze, una spirituale, la quale perché pensa, giudica e ta-giona, necessatiamente nolr ha parti in cui possa essere disciolta; onde è di sua propria
natura immortale. Questa spirituale sostanza, che anima si chiama, trovasi unita ad un'alra
sostanza materiale 1...1" llbidem, nota 31. Sicché davanti a noi che meditiamo, si presentano idealmente anima e corpo, uniti, fino a quando interviene la morte, cioe il fatto o il momento della " separazione dell'anima dal corpo " [c. sosco, Il siouane prouoedùo, Sette considera-zioni, la morte, o. c,, p. 16: " La morte è una separazione dell'anima dal cotpo con un totale
ciò il
cotpomerita
attenzione premurosaper il
suo sviluppo evigore. <<
Ti
raccomando-
scriveil
Nostto a un suo collaboratore-di
fare stare allegrii tuoi
giovanettie
affinché faccianoun
evviva a Don Bosco, procuradi
darneloro
l'occasione conun
festino apratzo.
Ma
{.a'loro
notare cheio li
vogliotutti
sani, robusti eallegri e che
si
chiuda l'infermeriae
chesi
spalanchinole
porte del refettorio >> 10.Tuttavia
in
questa visionepur
positiva della corporeità,e
si-gnificativa
per la
culturadel
tempo, non mancano traccedi
pla-tonismo, con
la
conseguente tesi classica della subordinazione del corpo all'animain
ragionedi
strumento a soggetto.2.
UN TERZO ASSUNTO:IL
CUORENell'antropologia boschiana compare
un
terzo elemento.È il
cuore.
E non
solo come sede degliafietti,
maproprio
come di-mensione cenffale dell'essere.È un
concettopiù
accennato che esplicitato. Si avvicina a quello del << cor inquietum» di
Agostino edi
Pascal.È
comunque nell'alveo della tradizione cristiana rr.abbandono delle cose di questo mondo ". Vi si riassume la ptedica sopra citata: " È un totale assoluto separamento dalle cose di questo mondo.,. L'anima ha da lasciare il corpo con un totale abbandono del mondo "]. In tutte queste esplessioni sono trasparenti le vestigia di un qualche platonismo, che aveva compenetrato il linguaggio specialmente della letteratuta
spi-rituale ctistiana, tesistendo, nonostante i secoli, alle suggestioai del linguaggio aristotelico, che invece si dilatava neile trattazioni tmlogico-scolastiche. L'anima non è detta una
scin-tilla dello spirito tacchiusa nella prigione corporea; ma, sotto I'ispirazione cristiana, è chiamata soffo divino, essere creato con una natura che la Bibbia aiutava a definire im-magine e somiglianza di Dio. Il platonismo tuttavia interveniva a far precisare i termini di tale somiglianzal I'uomo somiglia a Dio non tanto per iI corpo, e nemmeno petché è un composto di due princìpi, ma piuttosto per il fatto che uno di questi ptincìpi è spirito im-mortale, capace di pensare e di volere ». (r. srelr,e, Don Bosco, Il, o. c., Dp, 15-36).
t0 Epistolario,ll, p. 74; I, p. L7; lY, p. 256. Cfr. Epistolario, I, pp. 11, 14, 19, 556, 601;
lI, pp. 364, $7, 517; III, pp. 440, 447,510; IV, pp. 82,99, 165, 217l' cfr. OE, III, p. 493; YI, pp. 5-6, 71, 1$; XV, pp. 379, 408; XXVII, pp. 149-152; lvlB, lI, p. 322;
IV, p. 340; Y, p.34; VII, pp. 501,524; X, pp. D6,248,2$; XVIII, p. 314; rn.
»es-RAMAUT, Dor Bosco e la uita spirituale, Totino 1969, pp. 727-80, 150; e. rreNcrNr, Il
si-stefia preoefitioo di Don Bosco, Bologna L929, p, )6. c. spALLA, Dor Bosco e il sto ambiente sociopolitico, Totirto 1975, pp. 40-50. p. srELLA, Dott Bosco, Il, o. c., pp. 427, 470, 33-17.
ll Tutta la tradizione ctistiana, rimanendo srettamente legata a\ linguaggio biblico sia ve-terotestamentario che neotestamentario, da Agostino a Gregorio Magno, a Bernardo, a Ftan-cesco di Sales, a Teresa d'Avila, a Bérulle, a Lacordaire, a tutta la letteratura sul Sacro Cuore di Gesù e di Maria, attribuisce al cuore i movimenti della volontà e del desiderio e
soprarutto dell'intuizione e della comprensione. Si ttatta di un pensiero carico di afietto e
di sensibilità. È significativo al dguardo ciò che Don Bosco fa chiedere ai giovani nella pte-ghieta a S. Luigi: << Fate che il mio cuore pet l'awenire nor, pensi piìr ad altto se non alle cose del cielo » [c. nosco, ll Eiooane proauedato, o. c., p. 62]. È molto utile tenete
63
Va
notato cheper
S. Agostinola
categoria antropologica di cuore è moltopiù
ampiadi
quelladi
anima ela
include.In
Don Boscole
due accezioni si giustappongono spesso, specialmente nel contesto della tematica circa 7a purificazione del cuore".
Possiamo afiermare che
la
distinzione restain Don
Boscora
cuore e anima. Anche al cuore è attribuito
il
pensiero,il
desiderio, la capacitàdi
ascolto, di volere edi
capire.Il
cuore, possiamo dire, è considerato comeil
subiecturnquod
della sapientia, che corona l'operato dell'anima, subiectumquod
della scientia.I1
cuore è,insomma, l'elemento culminante e
il
puntodi
sintesi della icchezza della persona umana.Il
cuoreè il
centroin cui
convergono le tensionidi tutte le
potenze dell'uomo, anzituttodi
quellespiti
tuali. È chiaroil
rapporto della funzionalità dell'anirna alla mente, nella dichiarazione cheDon
Boscofa
nella prefazione scritta perla
sua Storia Sacra: <<In
ogni pagina ebbi sempre fisso quelprin-cipio:
illuminarela
menteper
rendere buonoil
cuore >> t3.Senza pretendere
di
operare acculturazioni elaborate, mette conto vedereal di là dello
schema culturale quale messaggio ècontenuto nel privilegiamento dell'anima, che ha costituito
per il
Nostro un'incessante sottolineatura, espressionedi una
dichiaruta passione di vita.Salva l'unitarietà indiscutibile della persona umana nella visione boschiana,
il
primato dell'anima non è la ricercadi
un bene disin-cafnato ed esclusivamente metatemporale.La
costante preoccupa-zione della sua sensibilità paterna perle
esigenze del lavoro, dello studio, della professionefutura per i
suoi giovani, nonché tutta f impostazionedel
suo sistema educativo, chedà
spazio allai-creazione fisica col divertimento, all'arte con la cura delle filodram-matiche, alla cultura del corpo con
i
vari sport, lo escludono. << Uno solo èil
mio desiderio-
scrive spesso esplicitamente ai giovani-quello
di
vedervi felici nel tempo e nell'eternità »>ro.presenti anche questi studi: A. curLLAUMoNT, Le sens des noms du coeur dans l'antiquité, in Le coeur. << Études carmélitaines » 13 (1950) 41-81. Una bibliografia puntuale la uoviamo
in e. uonruerqo, Teologia del coruzén. Estudio sobre la metodologia teolòeico alectiuo-préctica oista a traués Vicente Contensoa, Madrid 1957, pp. ll4-117.
12 Cft. c. rosco, 1l gioaane proateduto, o. c., p, 62.
I MB, XVII, p.429. Cft. MB, II, p. )29; IY, pp. 500, 418; X, pp. 1029,1041, to49 XIV, p. 63; XVII, p. 260. a. vrsMARA, Don Bosco educatore, Milano 19J1, pp. 323). c.
R. zIrARosA, La pedagogia di Giooanni Bosco, NapoliRoma 7934, p. 14. e. eurrnev, Ia
pedacoeia di San Giouanni Bosco, Totino 1947, p. 62.
la Epistolaio, IY, p.261. Cft. SSP, pp. 362, 553; OE, VIII, p. 495 X, pp. 461-462;
P. BRArDo, Don Bosco, Brescia 1969, pp. 59, 124, 116; n. rlscrE, Del netod.o edtcatioo di
Anima, dunque,
in
questa visione designa l'uomo nel suo mo-mentodi
opzione dei valori e del fondamento supremoe
assolutodi
essi. Indicail
termine dell'orientamento fondamentale, che èDio.
3. rr,
pnruATo DELLo sprRrruAlEIl
privilegiamento dell'<< anima»,
pertanto, poffebbe essereawicinato al
<< primatodello
spirituale >>del
personalismo mou-nieriano.I valori
sono intrinsecamente segnati da una collocazionege-rarchica. E Mounier, che ha esaltato
il
momento della incarnazione nella sua visione antropologica, dà al << primato dello spirito »> l'ac-cezione della gerarchicitàsrutturale
deivalori
cheallo spirito
si riferiscono.Anzitutto al livello
delle singole persone. << Secondonoi
que-sta è la scala dei oalori: primato del vitale sul materiale, dei valoridi
cultura sui valorivitali;
ma primato sututti
questidi
queiva-lori
accessibilia tutti
nella gioia, nella sofierenza, nell'amore di ogni giorno e che, a seconda dei vocabolari, chiameremo-
dandoalle parole una forua che mantenga integro
il loro
significato-:
valori
d'amore,di
bontà,di
carità. Pertaluni di noi
questa scala dipenderà intinsecamente dall'esistenzadi un Dio
trascendente e dai valori cristiani e sarebbeun erore
pensare che possa avere un limite »> rs.Allargando