• Non ci sono risultati.

fu tributario alla sua cultura , matcata, per quel che attiene alla

Nel documento DON BOSCO (pagine 61-65)

visione antropologica, dallapresentazione del composto anima-corpo.

Egli

aggiunge

un

terzo elemento:

il

cuore.

Le

sue formule sono quasi sempre

in

funzione catechetica. Dichiara Pietto Stella: << Per Don Bosco uomo non

è

equivalente ad anima, anche se

a

questa pensi

di

pretercnza e con predilezione. L'uomo nel complesso del creato è visto come la più perfetta delle creature

visibili';

seconda,

quindi,

in

perfezione dopo

gli

angeli, che sono

puri spiriti.

Qr"-sta gradualità è posta

in

evidenza dal racconto della creazione, che

parte dalle creature

inferiori,

arriva

agli uomini e agli

angeli e

ridiscende poi, nella descrizione del peccato, dagli angeli all'uomo e a tutte le creature 2. L'uomo è un composto

di

anima e

di

corpo.

Don Bosco talvolta

lo

afierma 3; ma

più

spesso, sia nei suoi scritti apologetici che

in

quelli spirituali,

si

esprime

in

termini alquanto

diversi:

l'uomo

è

dotato

di

un'anima

e di un

corpo >> u.

È l'anima

in

questa visione a far in modo che l'uomo sia imma-gine

di Dio.

« Quando

Iddio

creò l'anima, soffiò sopra dell'uomo I c. nosco, Il Eioaane prouoeduto, pt. 1 [sez. l-J, art. l, Torino 1847, p. 9. ro., Storia sacra, epoc 1, cp. 1, Torino 1847, p. 13.

2 Spiega ulteriormente p. srErLA: « Non è solo lo schema della Storia sacra e della Manieru lacìle per impararc la Storia sacru: lo si rova anche abbastanza abbozzato in Esercizio di diuozione alla misericordia d.i Dio, nel Mese di maggio e nel Compendio di ciò cbe an cristiano deue saperc, uedere e pruticare prcmesso a La cbiaue del paradiso » (r. stnlr-e, Don Bosco, o. c., Il, p. ,3, n. 2).

3 <<L'uomo è formato da due sostanze...»: predica sulla morte, incipit: << Se io potessi...»

tl842l, AS 112 Prediche A 2, f. 7v.

4 n. ster,rl, Don Bosco, o. c., lI, p. 1).

6t

e diedegli lo spirito della vita >> 5. Questo sofio divino rende l'uomo spirituale.

Il

corpo resta escluso

o non

esplicitamente incluso in questa realtà iconica.

È

l'anima I'elemento privilegiato,

in

quanto fattore teonorfo.

È

l'anima che rende l'uomo, a sua volta, essere

Il

corpo è presentato nella visione positiva, come dono

di

Dio strutturato

di

eccellenti

doti:

<<

Dio

creò

il

corpo

-

scrive Don petciò anche la natura superiore dell'uomo rispetto alle altte creature visibili. L'anima è immortale. L'immagine e somiglianza di Dio " sarebbe impedetta se non avesse del Cteatore

la pretogativa principale, che è I'immottalità". llbideml. L'anima è libera: u Dio diede natuta umana: concetto che Don Bosco esprime, ad esempio, in una predica giovanile:

u L'uomo è fotmato di due sostanze, una spirituale, la quale perché pensa, giudica e ta-giona, necessatiamente nolr ha parti in cui possa essere disciolta; onde è di sua propria

natura immortale. Questa spirituale sostanza, che anima si chiama, trovasi unita ad un'alra

sostanza materiale 1...1" llbidem, nota 31. Sicché davanti a noi che meditiamo, si presentano idealmente anima e corpo, uniti, fino a quando interviene la morte, cioe il fatto o il momento della " separazione dell'anima dal corpo " [c. sosco, Il siouane prouoedùo, Sette considera-zioni, la morte, o. c,, p. 16: " La morte è una separazione dell'anima dal cotpo con un totale

ciò il

cotpo

merita

attenzione premurosa

per il

suo sviluppo e

vigore. <<

Ti

raccomando

-

scrive

il

Nostto a un suo collaboratore

-di

fare stare allegri

i tuoi

giovanetti

e

affinché facciano

un

evviva a Don Bosco, procura

di

darne

loro

l'occasione con

un

festino a

pratzo.

Ma

{.a'

loro

notare che

io li

voglio

tutti

sani, robusti e

allegri e che

si

chiuda l'infermeria

e

che

si

spalanchino

le

porte del refettorio >> 10.

Tuttavia

in

questa visione

pur

positiva della corporeità,

e

si-gnificativa

per la

cultura

del

tempo, non mancano tracce

di

pla-tonismo, con

la

conseguente tesi classica della subordinazione del corpo all'anima

in

ragione

di

strumento a soggetto.

2.

UN TERZO ASSUNTO:

IL

CUORE

Nell'antropologia boschiana compare

un

terzo elemento.

È il

cuore.

E non

solo come sede degli

afietti,

ma

proprio

come di-mensione cenffale dell'essere.

È un

concetto

più

accennato che esplicitato. Si avvicina a quello del << cor inquietum

» di

Agostino e

di

Pascal.

È

comunque nell'alveo della tradizione cristiana rr.

abbandono delle cose di questo mondo ". Vi si riassume la ptedica sopra citata: " È un totale assoluto separamento dalle cose di questo mondo.,. L'anima ha da lasciare il corpo con un totale abbandono del mondo "]. In tutte queste esplessioni sono trasparenti le vestigia di un qualche platonismo, che aveva compenetrato il linguaggio specialmente della letteratuta

spi-rituale ctistiana, tesistendo, nonostante i secoli, alle suggestioai del linguaggio aristotelico, che invece si dilatava neile trattazioni tmlogico-scolastiche. L'anima non è detta una

scin-tilla dello spirito tacchiusa nella prigione corporea; ma, sotto I'ispirazione cristiana, è chiamata soffo divino, essere creato con una natura che la Bibbia aiutava a definire im-magine e somiglianza di Dio. Il platonismo tuttavia interveniva a far precisare i termini di tale somiglianzal I'uomo somiglia a Dio non tanto per iI corpo, e nemmeno petché è un composto di due princìpi, ma piuttosto per il fatto che uno di questi ptincìpi è spirito im-mortale, capace di pensare e di volere ». (r. srelr,e, Don Bosco, Il, o. c., Dp, 15-36).

t0 Epistolario,ll, p. 74; I, p. L7; lY, p. 256. Cfr. Epistolario, I, pp. 11, 14, 19, 556, 601;

lI, pp. 364, $7, 517; III, pp. 440, 447,510; IV, pp. 82,99, 165, 217l' cfr. OE, III, p. 493; YI, pp. 5-6, 71, 1$; XV, pp. 379, 408; XXVII, pp. 149-152; lvlB, lI, p. 322;

IV, p. 340; Y, p.34; VII, pp. 501,524; X, pp. D6,248,2$; XVIII, p. 314; rn.

»es-RAMAUT, Dor Bosco e la uita spirituale, Totino 1969, pp. 727-80, 150; e. rreNcrNr, Il

si-stefia preoefitioo di Don Bosco, Bologna L929, p, )6. c. spALLA, Dor Bosco e il sto ambiente sociopolitico, Totirto 1975, pp. 40-50. p. srELLA, Dott Bosco, Il, o. c., pp. 427, 470, 33-17.

ll Tutta la tradizione ctistiana, rimanendo srettamente legata a\ linguaggio biblico sia ve-terotestamentario che neotestamentario, da Agostino a Gregorio Magno, a Bernardo, a Ftan-cesco di Sales, a Teresa d'Avila, a Bérulle, a Lacordaire, a tutta la letteratura sul Sacro Cuore di Gesù e di Maria, attribuisce al cuore i movimenti della volontà e del desiderio e

soprarutto dell'intuizione e della comprensione. Si ttatta di un pensiero carico di afietto e

di sensibilità. È significativo al dguardo ciò che Don Bosco fa chiedere ai giovani nella pte-ghieta a S. Luigi: << Fate che il mio cuore pet l'awenire nor, pensi piìr ad altto se non alle cose del cielo » [c. nosco, ll Eiooane proauedato, o. c., p. 62]. È molto utile tenete

63

Va

notato che

per

S. Agostino

la

categoria antropologica di cuore è molto

più

ampia

di

quella

di

anima e

la

include.

In

Don Bosco

le

due accezioni si giustappongono spesso, specialmente nel contesto della tematica circa 7a purificazione del cuore

".

Possiamo afiermare che

la

distinzione resta

in Don

Bosco

ra

cuore e anima. Anche al cuore è attribuito

il

pensiero,

il

desiderio, la capacità

di

ascolto, di volere e

di

capire.

Il

cuore, possiamo dire, è considerato come

il

subiecturn

quod

della sapientia, che corona l'operato dell'anima, subiectum

quod

della scientia.

I1

cuore è,

insomma, l'elemento culminante e

il

punto

di

sintesi della icchezza della persona umana.

Il

cuore

è il

centro

in cui

convergono le tensioni

di tutte le

potenze dell'uomo, anzitutto

di

quelle

spiti

tuali. È chiaro

il

rapporto della funzionalità dell'anirna alla mente, nella dichiarazione che

Don

Bosco

fa

nella prefazione scritta per

la

sua Storia Sacra: <<

In

ogni pagina ebbi sempre fisso quel

prin-cipio:

illuminare

la

mente

per

rendere buono

il

cuore >> t3.

Senza pretendere

di

operare acculturazioni elaborate, mette conto vedere

al di là dello

schema culturale quale messaggio è

contenuto nel privilegiamento dell'anima, che ha costituito

per il

Nostro un'incessante sottolineatura, espressione

di una

dichiaruta passione di vita.

Salva l'unitarietà indiscutibile della persona umana nella visione boschiana,

il

primato dell'anima non è la ricerca

di

un bene disin-cafnato ed esclusivamente metatemporale.

La

costante preoccupa-zione della sua sensibilità paterna per

le

esigenze del lavoro, dello studio, della professione

futura per i

suoi giovani, nonché tutta f impostazione

del

suo sistema educativo, che

spazio alla

i-creazione fisica col divertimento, all'arte con la cura delle filodram-matiche, alla cultura del corpo con

i

vari sport, lo escludono. << Uno solo è

il

mio desiderio

-

scrive spesso esplicitamente ai giovani

-quello

di

vedervi felici nel tempo e nell'eternità »>ro.

presenti anche questi studi: A. curLLAUMoNT, Le sens des noms du coeur dans l'antiquité, in Le coeur. << Études carmélitaines » 13 (1950) 41-81. Una bibliografia puntuale la uoviamo

in e. uonruerqo, Teologia del coruzén. Estudio sobre la metodologia teolòeico alectiuo-préctica oista a traués Vicente Contensoa, Madrid 1957, pp. ll4-117.

12 Cft. c. rosco, 1l gioaane proateduto, o. c., p, 62.

I MB, XVII, p.429. Cft. MB, II, p. )29; IY, pp. 500, 418; X, pp. 1029,1041, to49 XIV, p. 63; XVII, p. 260. a. vrsMARA, Don Bosco educatore, Milano 19J1, pp. 323). c.

R. zIrARosA, La pedagogia di Giooanni Bosco, NapoliRoma 7934, p. 14. e. eurrnev, Ia

pedacoeia di San Giouanni Bosco, Totino 1947, p. 62.

la Epistolaio, IY, p.261. Cft. SSP, pp. 362, 553; OE, VIII, p. 495 X, pp. 461-462;

P. BRArDo, Don Bosco, Brescia 1969, pp. 59, 124, 116; n. rlscrE, Del netod.o edtcatioo di

Anima, dunque,

in

questa visione designa l'uomo nel suo mo-mento

di

opzione dei valori e del fondamento supremo

e

assoluto

di

essi. Indica

il

termine dell'orientamento fondamentale, che è

Dio.

3. rr,

pnruATo DELLo sprRrruAlE

Il

privilegiamento dell'<< anima

»,

pertanto, poffebbe essere

awicinato al

<< primato

dello

spirituale >>

del

personalismo mou-nieriano.

I valori

sono intrinsecamente segnati da una collocazione

ge-rarchica. E Mounier, che ha esaltato

il

momento della incarnazione nella sua visione antropologica, dà al << primato dello spirito »> l'ac-cezione della gerarchicità

srutturale

dei

valori

che

allo spirito

si riferiscono.

Anzitutto al livello

delle singole persone. << Secondo

noi

que-sta è la scala dei oalori: primato del vitale sul materiale, dei valori

di

cultura sui valori

vitali;

ma primato su

tutti

questi

di

quei

va-lori

accessibili

a tutti

nella gioia, nella sofierenza, nell'amore di ogni giorno e che, a seconda dei vocabolari, chiameremo

-

dando

alle parole una forua che mantenga integro

il loro

significato

-:

valori

d'amore,

di

bontà,

di

carità. Per

taluni di noi

questa scala dipenderà intinsecamente dall'esistenza

di un Dio

trascendente e dai valori cristiani e sarebbe

un erore

pensare che possa avere un limite »> rs.

Allargando

poi la

prospettiva

al livello di

ambiti comunitari,

il

« primato dello spirito >> consiste nell'afiermazione degli

Nel documento DON BOSCO (pagine 61-65)