L'associazione dei cooperatori salesiani, poi, l'aveva ideata come
59 Prosegue lo studioso nella precisazione dei due ambiti - oggi diremmo ptomozione umana
ed evangelizzazione - letti con le categode della cultuta del tempo. « È la traduzione in una specifica prospettiva individuale e sociale del classico binomio " onesti cittadini " e " buoni ctistiani' con i nessi teciproci già indicati. La sostanza poi è identica sia che si parli di
" fanciulli selvaggi donati al Vangelo ed alla civile Società " sia che ci si dfetisca in piìr
larga scala alla missione di potare il Vangelo e la civiltà - owiamente cristiana - ai
sel-vaggi. Le missioni si dicono " destinate alla civilizzazione ed evangelizzazione degli abitanti in quelle vaste ed incolte tegioni ", a " difiondere la civiltà e la religione " a " civilizzare ed
sono termini ricortenti negli ultimi anni, ancora scanditi dall'inesausta esigenza di ottenete
i più copiosi aiuti. - È quasi superfluo aggiungete che i contenuti e i modi della
civilizza-zione sono quelli che Don Bosco conosce in tegime di " civiltà ctistiana " europea e che
ree)izza proporzionalmente nelle sue opere. Sono esplicitamente richiamati i seguenti elementi:
anzitutto, " etezione di chiese, di case di rbitazione, di scuole pei fanciulli e per le tagaz-ze"
allon-tana dalla prevalente ideologia missionatia tradizionale.,. » (r. anaroo, Il pro*etto, o. c., p.26\
un movimento
di
salesiani nel mondo ele
aveva assegnatola
dottrin-a..Il pdmo.scopo di questi gruppi era sempre u religioso ", .i ti"ìt"oa-di foì-"mi, di perfezionarsi, dj cr_eryere,in santiià;-ma ,n se.oìdo vi siaggiungev", q"ittoìh. rtir.o
evocando. L'articolo di fondo già citato del Bollettitto del gennài'o 1g'78 to ;et;va ìn chiara luce, co.J'mentando in modo Iìlice le disposizioni del priÀò ."pit.to-aèjt. Ò.iiiturìooi r"-lesiane del tempo (senza.citarlo!). Bisogni unirsi tra caitolici, .pì.g"*,-É. "-i-;;rÈ;; " u.
- argine, anzi un muro che arresti e fermi nel loro letto queste acque limacciose ", che mi-nacciano il buon ordine e la religione del popolo... consèguentemÉnte, " iode dlé Òorg..-gazioni che nonostante l'awersità dei tempi, nulla lasciano- d'inìeni"tj p"r .".i.tè."
"i?-sotdirre
.che ir,rompe ed inond_a; Iode alle cbmpagnie, alle societa, ai òo.Àitàti,-ai Òoìgr..ri, alle Unioni di ecclesiastici e laici, costituitesi nel vecchio e nel nuovo mondo'onde pi-ìr effil cacemetrte_promuovere il bene e combattete il male". Ecco infine la Congregazione jalesiana nella sua luce proptia: " La Co\Fregazlone salesiana, piena di ,'n;i*iof;-;;; t-Jt. qu.r,.
Associazioni così benemerite della Religione e dela iivile ioaità, riioise ea;il;-ri lono
i suoi deboli sforzi. Quindi per giovare all'umana famiglia e p.oÉuòu..à-iibÀà-i.-o.rr"-maut sottolinea di passaggio questa. intenzione ptimordiale di-compiete un servizio sociale)
ella scese (src) di preferenza a cohivare la povèra gioventù, dalla cui buona o cattiva riu-scita ognun, vede dipendere il tristo o il buono aivenire àela civile ro.ieià. Lrònà. .on l'aiuto dei figli suoi eresse già e va erigendo in Italia, Francia e nell'America del sud molti collegi. per giovani srudenti, laboratorii per artigiani; fondò istituti per fanciulle; aperse
oratorii e scuole festive e setali; intraprese missioni", (Necessita dell'anione tra'i btoni cristiani. u.niorc tra. i cooperatori- salesiani, in BS 2/i tlgTgl 2). In questa impresa i cooperatori. erano gli ausiliari dei salesiani (Ibiden). uautore di questo aiticolo, -- scrito secondo loi sotto l'ispirazione di Don Bosco e certamente redatto sotto i suoi occhi -
svi-luppava felicemente una detle. i4ee madri del suo padre spirituale. r"rairi ait pii.o ."pi-tolo delle sue costituzioni teligiose prova che la srà intenzione fu ..*prÀ ài Ti"igroppÀié;
uomini e di- riunire. enetgie per fini apostolici. Egli lo ripeté quando ireò t'unidiie àéi co-operatori salesiani (vedere l'inizio del Regolamento Cooperatiri Salesiani, ossia st mido
P./a-t!co:;., Albenga 1876). un passaggio molto meno noro-di un discorso da lui pronunciato
il 15 dicembre 1881 davanti a -pellegrini ftancesi di passaggio a Todno satà suftcìente, nella sua Soncisione, .a _dimostrare che era ptoprio questò il suo pensiero ancora all'inizio della vecchiaia: " Sarà la massima delle mie consolazioni il potervi tutti iscdvete fta l'elenco dei nostti salesiani
-Cooperatod e Cooperatrici, per formarè con voi una falange compatta, allo scopo di..esterldere__maggiormente il bene-della Religione, il vantaggio d--ella giòventtr, la salute-delle anime, il benessere eziandio della civile società... ". (La oiiita itei peftegrini iran-c-e1i,
-BS 611 11882') 19). Egli ert polaizzato dal bene di quesia "civile società,,-o ancora
dell'."-umanità.",.di cui espr-jmeva l'augutio che essa " non-sia soltanto una parola, ma una tealtà".-(Conl. d_ei-Coop. Salesiani, §. Benierro Canaoese, 4 giugno l880,-seconào il BS
,/7 t18801 f2).. I. S-a]9sia1u, teligiosi o menò, si lanciavano cosìl come da parte loro lo
-a quellg delle associazioni operaié dell'epoca. Una-prova: nel f886, il paìronato di champhol, nella diocesi di chartres-, era sistemàticamente àato loro a modelo a partire da
un artico-lo aPpqso su di esso nel Bollettino dell'Unione delle Associazioni operaie catto-liche. (BS, ed. fr. [febbraio 1886) 22-24).
Tutte queste società avevano confessato uno scopo moralizzatore: f istruzione, l'insegnamento e, a più.-forte ragione, il catechismo dovevano ù morulizzate " Ia gente. Un éettaglio nell,in-sleme:_.il
-teatro, che occupava un posto importante nelle opere interne di Don Bosco e di cui egli chiadva l'inevitabile chiaroìcuto, aveva una funzione moralizzattice sulla quale egli ha oeduto suo dovere insistere a più riptese durante la sua vita (pdncipio conoscioto -di Don Bosco fcfu. l'Indice detle MB,ì. v. Teaffitto e Teatro, p. 4481.'Òi piacerebbe sapere se
105
I
giovanidi
Don Bosco, grazie allaloro
matutazione umana ecistiana, nel clima della famiglia secondo
il
ptogetto del Maestro,sarebbero stati
i
collaboratori e cosmuttori di un mondo più umanonel
qualeil
binomio persona-comunità avrebbetrovato
spazio e programma.La {amlliarità degli ambienti educativi doveva costituire la pre-messa per una nuova cultura civile, che
E. Biill
ha chiamato nei nostri tempila
<< cultura della tenerezza >>6r.Tutt'altro
cherelitto
romantico,è
invece, questa, una formadi civiltà in cui,
alle violenze private istituzionali,al rionfo
delpiù forte sul più f.ragie, alle asprezze delle lotte di classe, che già nel-l'ottocento si facevano pesantemente sentire, alle oppressioni mor-bide e scoperte, si ofire
in
terminidi
storia l'alternativa della giu-stizia distiibutiva non mistificata,il
rispetto peril
diverso, I'eser-cizio del principiodi
solidarietà edi
sussidiarietà. << L'umanesimo passa per-le stràde della misericordia, diventata normadi
condottaiia
nell'ambito interpersonale chein
quello socialee
politico »> 62'La
cultura della tenerezzaè,
conle
necessarie mediazioni,il
riflesso a
livello
della rnacrosocietà del climadi
famiglia respirato e creato nella microsocietà.È
nella società più ampia che-
come si è detto-
pur vigendoin
termini diversidi
confronto,il
bipolare persona-comunità para' digmaticamente tealizzatoda Don
Bosco deve restare saldo, in ordine ad uno sviluppo non efimero dell'uomo.Don Bosco fu partidario delle associazioni professionali, che Giuseppe _Toniolo tiscoptiva in quegli anni nei suoi studi sul medio evo è sulle quali Stanislao Medofuo incoraggiava le rifleisioni dell'Unione di Ftibutgo. Sembra che non si sia mai vetamente interessato a que-sta questione: il " corporativisÀo ", che si diftuse in Italia alla fine del secolo xrx, non I'aveva raggiunto; nessuìa menzione'delle corporazioni medievali nella sua Storia d'Italia...)-».
(rn. »rsx]eitaur, L'azioze sociale dei cdftolici, in .r,r.vv., L'impegno della lamiglia sale-siana, o. c., pp. 62-64).
6l n. nòrr-cn. rrNoen, Drei Taee in Màrz,Kòln 1975, p.72.
62 s. pAluunren\Voito, clorel mani deil'aomo, o. c., p.99. « La posta-è -stata sempre alta, coinvolgente il destino 'dell'uomo.
Oggi, poi, nell'epoca nucleare, il fteddo -criterio della
giustizià, che non è mai asetticam"ntJaÉplic"to, ma sempte inlerpte_tato con
le_intermedia-iioni ideologiche, coinvolge la stessa soprawivenza dell'uomo. Le ideologie, poi, con certe dinamiche rèificanti, con il purame6o di dferimento del ptoprio sabato,superiote 4l'uomo, nonostante le " caie " e li dichiarazioni contratie, rassodano blocchi di gruppi di- potete politico ed economico, Oggi più che mai, i tapporti tra forue sono caratterizzati- dall'ege-inània del più violento, da-fl'aÀore delTa fona, nèIl'orizzonte di un mondo sotto eclissi della pietà, A dtesto amore'della lorza, I'unica alternativa è la lorza dell'amore vetso ogni uomo
in tegime'di povertà economica,'afiettiva, spirituale. Oggi si tende - r1-.epg§-a di.viltà e
Ài iiiiò iipào dett,irmzionale,'nei rapporti interpersonali e sociali, _nell'ambito. della
fa-toigilr, a.tt" s*oia, del lruoro, d.i gtuppi spontanei o organizzati, delle istituzioni - ad
essete foni con i deboli e deboli con i Iorti » (Ibiden, pp. 99-100).
Capitolo settino
PERSONALISMO COME METODOLOGIA
1.. uN TRrNoMro coME srrt,E.
r
vALoRr coME sFoNDoLa
solidità del personalisrnodi
stiledi
Don Bosco poggia sul-l'asse metodologico triforme che egli pone a base del suo sistema educativo.In
questo egli traducela
sua visione dell'uomo e condensa le sue indicazioni srategichea
servizio della crescita dell'uomo nel-l'educando. Tutto è articolato nel progetto, che parte dalla persona del maestto-testimone e amiva alla persona del discepolo-coinvolto.L'antropologia integrale
di
Don Bosco, colta nel suo obiettivo supfemo,si
può trovare sintetizzata nelleffe
S,di cui
tantovo-lentieri
parlava sia pure con formule diverse, che erano come mo-dulazionidello
stessotema:
<(Io vi
assicuro chevi
raccomando ogni giorno nella S. Messa, domandando per ognunoi tre soliti
S,che
i
nosmi sagaci giovani sanno interpretare: sanità, sapienza, santità )> r.La sanità attiene alla buona salute del corpo.
La
sapienza allo sviluppo della mente. La santità èil
benessere dello spirito, inteso comel'io
impegnato ariferirsi
ai valori e, nel contesto preciso di Don Bosco,a
rcalizzarcil
progetto divino nella propria vita.Il
credente è fermamente convinto << che tale santità promuove nella stessa società terrenaun
tenoredi vita più
umano »> 2.Ora,
la
metodologiaper
rcalizzare una visione personalistica, nella misurain cui
intenda essere coerente,non può
che esseredello stesso carattere e timbro, cioè anch'essa personalistica. Que-t MB, XI, p. 124.
2 Lumer setttiam, n. 40, in AAS ,7 (1965) 45.
107
sto
comporta che coinvolgail
dimensionale determinante della persona.Don Bosco punttaluza così