si-cuta educazione della gioventù »> r0.
Erede
di
una lunga tradizionedi
educazione cristiana 1', con-trappuntata dai messaggi di F. Neri, S. A. Burzio, Fr. di Sales, diede a questo progetto un'afiicolazionedi
programma e un'impostazione educativa originale.Già a livello di
progetto, l'allegriaè
segnodi
buona salute spirituale. << PerDon
Boscola
vivacità giocondae
rumorosa era senz'altroil
segno della buona condizione delle anime, sintomo ed esptessione della pace della coscienza...Il
giovinetto chesi
sentein
graziadi Dio
prova naturalmentela
gioia, sicurodel
possessodi
un bene che ètutto in
suo potere, e 1o statodi
piacere si tra-duce perlui in
allegria»>12.Anz|
alTa scuoladi
Don Bosco, allegria6 A. cAvrcr.lA, Conletenze, o. c., pp.9r-94, 7 lbiden.
8 tn., Don Bosco, o. c., p. 29.
c OEI, V, p. 149.
to MB, VI, p. 4.
ll << La sua esperienza - nota P. Stella - era segnata già negli anni della giovinezza a Chieri,
dalle imprese della Società dell'Allegria, il cui motto poté benissimo essere stato l'esptessione Sentite Donrino in laetitia (Sal. 99, 1), che si legge nel prologo del Giooatte ptoooedato e che, per testimonianza di Don Bosco, era abituale a Luigi Comollo proptio negli anni ua-scotsi a Chieri come studente del Collegio ». (r. srrr.r..t, Don Bosco, o. c., lI, p. 189).
12 OEI, VI, pp. 160, 169; Y, p. 149.
2.
ooN Bosco,uoMo
DELLA FESTAsi identifica tout-court con santità, cioe perfezione dell'amote e riu-scita totale dell'uomo, come si raccoglie dalla risposta
di
Domenico Savio, che aveva assimilato la lezione del maestro 13.Il
gioco è congeniale alla personalità del Nostro. Dotatodi
torza fisica, f.antasia creatrice, esuberanzadi
inventiva, acrttezzadi
intui-zione, ptontezzadi
furbizia, sin da piccolo aveva partecipato alle feste dei paesi viciniori, incantato da saltimbanchi e giocolieri, e 1ì aveva avuto coscienza della sua spiccata attitudine mimetica ta.Lui
stesso, poi, preparava spettacoli diversi per
i
suoi coetanei e per la gente adulta rs.Qualche anno
più
tardi, a Chieri, rivelala
sua capacitàeduca-tiva
all'internodi
questa sua passione.La
sua originalitàsi
staglia anchesullo
sfondo dell'austerità dell'uomo religioso del suo tempo, segnatamente dell'ecclesiastico, preoccupatodi
non scadere daun
certo standarddi
dignitàe
di buona educazione. Come da ragazzo aveva sentenziato «Vi
è tempo pertutto:
tempo per andare in chiesa e tempo per ricrearsi »> 16, così più tardi da educatore preciserà <<Ho
sempre fattodi tutto
per far vedere che uno si può divertire salvala
leggedi
Dio »> 17.Nella prima adolescenza aveva fondato
la
Società dell'Allegria.Aveva, cioè formato un gruppo
di
amici impegnati a promuovere, nel loro ambito e nel loro ambiente più largo, attività ricreative fina-lazate. Così egli ne parla: << Ciascuno era obbligato a cercare queilibri,
inttodurre quei discorsie ffastulli
che avessero potutocon-tribuire a stare allegri; per contrario era proibita ogni cosa che ca-gionasse melanconia
e
specialmente checché non fosse secondo la legge del Signore »>18.Appena individua, poi,
il
suo campo specificodi attività,
apre ampi spazi alla ricreazione con salti, corse, esercizi ginnici. Ofire anche spettacoli teatrali, giochidi
prestigio, apprendimentodi
mu-sica coralee
strumentale, organizzazionedi
carnevali chiassosi esereni. Si parlerà petsino
a Torino
della polkadi Don
Bosco.A
13 SSP, pp. 186-187; OEI, pp. 35, 48; MB, VI, p. 697 la Cfr. MB, I, pp. 104 ss.
rs Cfr. lvIB, l, p. 139.
lr MB, I, p. 186.
tz MB, IX, p. 534.
18 MB, I, p. 261.
t4)
tutta
quest'attività egli prende partein
prima persona.Si
esibirà nei giochidi
prestigio finoal
1860 re.L'impegno educativo come crescita costante dell'uomo
fa
dasfondo
a
questo complessodi attività
ricreative. << Sì, ricreatevi pufe, ma sia ricreazione onesta, siano divertimentiutili,
che ser-vano a ristorare le forze del corpo ed a ringiovanire lo spirito: guar-datevi chelo
spasso chevi
prendete non sia oziosità e tempo inu-tilmente perduto >> m.E
semprein
contesto educativo, suggerendo uno dei sette segreti per riuscire nell'opera suprema della forma-zione dell'uomo, indica: « Allegria, canto, musica e libertà grande nei divertimenti »> 21. Nel pressanteinvito
che rivolge agli educatori a ricondutsi allo stile dell'incarnazione, ribadiscelo
stesso segnale:<<
Amino ciò
che piaceai
giovanie i
giovani amerannociò
chepiace ai superiori »>». L'allegria
-
come Don Boscola
chiamava-è
il
termomeuo della buona salute dell'uomo integrale e dellaso-cietà pacificata nella misura
in cui è
autenticitàdi
esseree
non surrogatodi
avere, che porta a nevrosi ossessive.La
gioia è la radice profonda dell'allegria, è alla confluenza del rinvenimento dei significati radicali dell'esistenza e della pace come equilibrio interiore proiettato siain
alto chein
avanti.Per Don Bosco, uomo credente, tutto questo poggiava, in ultima analisi, sulla presenza permanente
e
provvidente delDio
dell'eso-do, della promessae
dell'alleanza. Questa fede nella paternità diDio lo
abllitava all'esercizio della sua paternità, carutterizzata dal-l'amorevolezza, espressione della gioia ricevuta e donata. Essa per-sisteva comeun
diamante inintaccabiledai
corrosivi delle prove molteplici. Solo così si può spiegare la resistenza alla tristezza, che carutterizzò la vitadi
Don Bosco elo
rese imperturbabile nella suaallegria. << Quando era maggiore la deficienza
di
mezzi o più grandi le difficoltà o tribolazioni,lo
si vedevapiù
allegro del solito, tanto che nel vederlopiù
frequentemente spiritosonel dire
facezie di-cevamo: bisogna che Don Bosco sia bene nei fastidi, giacché si mo-stra così somidente »> a.Era
statala
grande lezione, questa, impa-ruta da quella donnadi
sapienza chefu
sua madrela
quale,nono-fi4; IY, pp.270,461.
p. 430.
222.
, p. 111.
251.
le MB, IX, p.
M MB, XIII, 2t MB, XI, p.
22 MB, XVII,
23 MB, IV, p.
r44
stante la vedovanza e le ristrettezze
di
ogni tipo, come ebbe a testi-moniarepiù
tardiil
figlio, <( era sempredi
buon umore »> 2a.L'allegria era insomma dsultante
e
sintesidi tutte le
compo-nentidel
personalismo teocentrico e, insieme, segno sicuro della sua incisività testimoniale 6.zc MO, p. 110.
5 Soleva tipetete: <<
corpo senza oIlendere
Facciamo vedere al mondo quanto si possa stare allegti di anima e di , il Signore ». (SSP, p. 345).
r45
Capitolo rcno