1. tprrpna Dr
RrccHEzzA DTALETTTCAOgni situazione storica
si
presenta come struttura sfidante ri-spettoa
ciascun soggetto chel'affronta, la
gestisce,la
subisce.Che, comunque, è chiamato a viverla nella originalità della reazione
e
della inter-azione.Don
Boscosi
presenta con una struttura complessadi
perso-nalità, dalla tempra attiva e contemplativa: imprenditore e mistico, realista e poeta, alacre
e
prudente, malleabilee
tenace.In lui
siarmonizzano
poli
antinomicinella
ricchezzainteriore:
schiettezza e rispetto, precisionee
libertàdi
spirito, tradizionee
modernità, umiltà e magnanimità, gioiae
austerità,intuitività
nel progetto eprudenza nell'esecuzione, audacia fino alla temerità e calcolo
di
cir-cospezione, diplomazia oculatae
ipocrisia rifrutata.Don
Bosco si presenta dialogale sempre con l'avversario,ma
intransigente neiprinc$i di
scelta fondamentale.Abile
neltutto
valotizzate peri
suoi progetti, ma incapace
di
strumentalizzarc personee manipo-lare
coscienze.Attezzato con
dinamica dirompente,ma
sempre compostoe
padronedei suoi atti. Dotato di
sensibilità, atten-zione e adattamento a chiunquegli
si presentava, ma senza rinun-ciare alla sua sicurezza interiore, alle sue convinzioni provenienti dalla sua Iorza d'animo. fnffecciava tenacia volitiva con flessibilità davantia
situazioni cangianti. Sintetizzava ottimismo sfidante erealismo calcolato, astuzia
del
serpentee
p:urezza della colomba.Era un uomo cittadino del cielo coi piedi ben piantati sulla terra.
Questa complessa personalità raccoglie
gli
stimoli positivi, ela-botando risposte del genio che aprono, più sul piano operativo che dottrinale, varchidi
futuro e, nello stesso tempo, comefiglio
della)1
sua epoca, paga
tributi al
suo presente storico. Comunque sia,il
suo leedback
è
carutterizzato daun
processodi
personalizzazione sorprendente.2. nrsposrE
DIVERSTFICATEsul-
pIANo socIALEIn
Europa Ie reazioni al vento nuovo, da parte del mondo cat-tolico, oscillano, prima della Rerum not)arurn, dal moderatismo al conservatorismo.In
Inghiltetra, invece, si leva coraggiosa la voce diH.
E. Mann-ing, cardinale della Chiesa.In
Franciasi
distingue quelladi
Félicité de Lamennais r.In
generele
terapieai mali
socialinuovi
venivano indicate anzituttonello
sgravio delle coscienzeda
responsabilitàdei
pro-fitti,
essendoi
capitali ben provvidenzialmentefruttiferi'. Per il
trattamento dei dipendenti, poi,
le
soluzioni si dispiegavano suli-velli di
paternalismo,di
socialismo,di
corporativismo, nella forma del mutuo soccorso e dell'efficientismo organizzativo, dell'assistenzae
dell'istruzione moralee
professionale degli operai 3.In Italia,
data I'urgenza della rivoluzione risorgimentalee
laconseguente carenza
di
quella industriale confrontata coi fenomeni del nord Europa,si
sviluppapiù
lentamente una risposta artico-lata del cattolicesimo impegnato.fntanto, dagli
inizi del
secolo vanno sorgendo, speciein
Pie-monte e nell'ambito della nobiltà,gruppi
organizzzrti per l'evange-lizzazione, per l'educazione,per
l'assistenzae per la
beneficenza, denominati « An-ricizie »> a. Versogli
anni cinquanta cominciano a1 Cfr. s. ueyon, IAe Cbarcbes and tbe Labou Mouement,l-ondon1967; x. s. rNcr.rs, CÉzr-cbes and the uotkirg Classes in Victoùan Exglaxd, 196), operu Ìaccomandata da Mayor.
2 Cfr. I.-r. DURosELLE, Les débats da catbolicisme social en France, 1822-1870, Paris 1951, pp.37-19.
3 e,. os councy nella sua conclusione ad uno studio attento dei primi volumi di Louis Blarnc, Histoirc de dix axs, 1830-1840, par M. Loais Blanc, in It Correspotdanr, II, Patis 1841, p. 25, si taceva questa domanda: << È forse con l'eccitare le passioni del popolo, le sue gelosie, i suoi rancod e i suoi impeti, che si migliorerà Ia sua sorte? Vi saranno sempte sollerenze sulla tetta, e nessuna forma di governo ha ricevuto il segreto di guarirle. Le teorie
sociali sono impotenti come le tivoluzioni. Solo richiamando gli uomini di tutte le classi al sentimento dei loto doveri, in nome del Cielo, si potranno mitigare gli attriti dolorosi.
L'umile Fratello delle scuole cdstiane che distribuisce l'istruzione religiosa ai fieli dei pro-letati, lavota più efficacemente alla felicità del popolo che tutti i pubblicisti della democrazia ».
4 Cfr. c. noNe, Ie << Amicizie >>. Società segtete e rittascita religiosa, 1770-1830, Totino 1962.
penetrare
in
Piemonte,da
oltralpe,le
già collaudate Conferenzedi
S. Vincenzo s.Questo pullulare
di
iniziativesi
esplicava prevalentemente sul piano della formazione etico-religiosae
sociale, seflza mai toccare le soglie dell'ambito suutturale e istituzionale, a motivo dell'impe-dimento del Noa expedit.Tutto
questo veniva lasciatoal
riformismo sindacale,difidato
peraltro dall' atteggiamento conservatore-astensionistadi
una note-vole parte del mondo cattolicoe
considerato come fotzadi lotta
e polo di aggressione conffo l'altro polo del padronato intransigente e custode dei suoi << sacri
diritti
» 6.Don Bosco visualizzò l'uomo come essenzialmente segnato dal bisogno, minacciato da insidie antiche e nuove.
Temperamento sensibile
e
pratico, come abbiamodetto,
egli colse I'uomo nella sua espressionedi
indigenza del bene dellasa-lute,
della fede, della pace.E in
questo orizzontesi
mosseper i
suoi interventi, che recano
il
marchio della socialità, senza indul-gere né alle spinte rivoluzionariedei
movimenti storici proletari, néai
riformismi del primo sindacalismo europeo.Ma
altresì col-locandosiin
posizionedi non
allineamento conle
iniziative dei gruppi cattolici protesial
servizio degli indigenti, perun
suo pe-culiare discernimentoai
segni dei tempi delle rivoluzioni, che sul piano sociale già erano scoppiatein
Europa.Giovanni Battista Lemoyne, biografo
di
Don Bosco, nelIV
vo-lume delle sue Memorie, così dichiarain
merito parlandodi
lui:«
Egli fi
tra quei pochi che avevano capitofin
da principio,e
lo disse mille volte, cheil
movimento rivoluzionario non eraun
tur-5 Le C,onferenze di S. Vincenzo de' Paoli si davano ad opere di vatio genere, di catatere teligioso e sociale. cABRIELE DE RosA, nella sua riflessione Storia del mo»imento cattolico in Italia, Bati 1972, indtca alcune attività come emergono dal Congresso di Venezia del 1874:
<< La divisione delle sezioni di lavoro del congresso dà un'idea della vastità dei compiti a cui
si accingevano i clericali: 1. opere religiose e sociali; 2. catitìt; 3. istruzione ed educazione;
4. stampa; 5. arte cristiana, Questo programma con le sue distinzioni, aIlermò l'Acquaderni,
'è per così dire tutto l'uomo che crede e vive cattolicamente e che come tale prega,
soc-core il prossimo nel corpo e nell'anima, assume la sua parte di apostolato ". Il compito
più importante era l'educazione della gioventr). Su questo compito lo stesso cardinale Tre-visanato, alla cui ptesenza il congtesso si svolgeva, aveva richiamato l'attenzione dei cattolici militanti nel discorso inaugurale. Delf istruzione e dell'educazione dei giovani parlò anche Vi_to d'Ondes Reggio, il più lucido degli oratori, uomo di grande prestigio, che nel marzo
del 1870 in piena Camera aveva difeso il Concilio Vaticano... » (p. 71).
o Cfr. lbidem, pp. 90-91. Si veda pure G. spADoLrNr, L'opposiTione caitolica da Porta Pia
al '98, Firenze 1954, pp. J-43; a. cerun.tsrN, Il mooimento sociale nell'opera dei congressi (1874-1904). Contribato per la storia del cattolicesino sociale in ltalia, Roma 1958.
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2. Don Bosco e l'ilon o,
bine passeggero, perché non tutte le promesse latte al popolo erano disoneste,
e molte
rispondevanoalle
aspirazioni universali, vive dei proletati. Desideravano d'ottenere eguaglianza comune atutti,
senza distinzione
di
classi, maggiore giustizia e migliotamento delle propriesorti.
Per altra parte, egli vedeva come Ie ricchezze inco-minciasseroa
diventare monopoliodi
capitalisti senza viscere di pietà,e i
padroni, all'operaio isolatoe
senza difesa, imponesseropatti
ingiusti sia tiguardoal
salario sia rispetto alla durata della-voro;
ela
santificazione delle feste sovente fosse brutalmente im-pedita,e
come queste cause dovessero produrretristi efletti:
la perdita della fede degli operai, la misetia delle loro famiglie e l'a-desione alle massime sowersive »> 7.La
metodologiadel
rinnovamento sociale indilazionabile la uoviamoin
uno schemadi
nuova società, ma sullo sfondodi
in-tegrazionismo socialetra
ricchie
poveri, ovei primi
elargiscono ai secondi. << Perlui
la salvezza dei poveri- in
campo temporale ein
campo spirituale-
eta nella tascadei ricchi,
che potevano e dovevano sowenire ai loro " bisogni".
Giustificava cosìi
suoicon-tinui
appelli alla beneficenza, che cogliamo dalle circolarie
dalle sue conferenzeai
Cooperatori dopoil
1375.A
costodi
sfumarlo all'occasione,egli
ptofessavaun
certo patefnalismo sociale, sullostile di
quellodel
suo contemporaneo FrédéricLe Play
(1806-1882) » 8.3.
uxroNn DELLE FoRzELa
sollecitazione a questa attitudinedi
apertura veniva conse-gnata anzitutto all'azione educatricedel
cleroe, poi,
all'associa-zionismo e agli strumentidi
comunicazione.L'associazionismo era
per Don
Bosco un'esigenza costitutiva del progettodi
rinnovamento.Il
male perlui si
può vincere con l'unione delle buone volontà degliuomini. Per
questo fondò la congregazionedei
Salesiani(1859),
quella delleFiglie di
Maria Ausiliatrice(1872),laPia
Unione dei Cooperatori salesiani (1876).z lvIB, IV, p. 80.
8 rn. »rsnelteur, L'azione sociale dei cattolici del secolo xrx e
r,tt.w., L'impegno delld lamiglia salesiana per la giustizia, Torino quella r976,
di Don Bosco, in pp. 55-56.
Per questo aveva già
istituito la
Societàdi
mutuo soccorsoe
le Compagnie dei giovani, specialmente quella dell'Immacolata Con-cezione (1854) '.Parlando a S. Benigno Canavese ai cooperatori salesiani (o
sale-siani
viventi
nel secolo), dichiarava che era protesoal
bene della<<
civile
società >>e
dell'<< umanità». Si
augurava che essa <( nonfosse solo una parola, ma una realtà »> r0.
Nell'unione delle forze sia degli educatori che degli educandi, Don Bosco rinveniva
il
segreto per educare, cioè rinnòuare dall'in-terno la società.Uno
strumento intrinsecamente strutturatoper
questa perma-nenteattività
educativa, eta perlui
dato dalla scuola.Il Nosto, sin
daiprimordi,
dettemolto rilievo
all'istruzione religiosa e morale. << La domenicaio
riunivo cinqueo
seicento ra-gazzi del popolo.Li
intrattenevo con giochi, canti, musica e pas-seggiate,e
parlavoloro del
Padre celeste. Eccouno dei piimi
vantaggi per questa povefa gioventù: questi giovani
si
mettevanoa
pruticarcla virtù
»> 1r.Queste istruzioni
si
allargarono agli spazi delle materie lette-tarie, scientifichee
alle applicazioni tècniChe, quando egli rawisò la necessitàdi
raccogliere nei collegi, corredaiiài
scuole"edi
labo-ratori, _i giovani economicamente meno proweduti.Dal-1860
in poi,
andarono moltiplicàndosii
collegi12.Il
clima era intensamente familiarc.Il
lavoro inèssante era animato da educatori dediti a tempo pieno.Le
ficreazioni e leeser-citazioni artistiche ritmavano
i
tempi quotidianie
settimanali del lavoro. L'obiettivo era triplice; prer.rvaie, morulizzarc, preparare ,3.Il
raggio d'azione della scuola, tuttavia, è per necessìtàiimitato.9 ,Circa la Società di fiùtilo soccorso, va sottolineato l'interesse che suscita la dicitura
com-pleta: società di Mutuo soccorso ai ac"ni individui a.tù còmp"!"à-ai §""-i"lgi-...tt.
nell'oratorio di san Francesco di sales, Totino 1850. ra nrma pàstl i" irt." .tt-,Afrìrt.n
"
è di Don Giovanni Bosco.
lo.§oaferenza ai cooperatori salesiani a s. Benigno canavese il 4 giugno lgg0, secondo il
«.Bollettino Salesiano'r, 4/7 (luelio 1880) 12.
tt Le passage de.-Don Boico à Nice, in o Buuetin salésien » (avril 1879) 5. conviene anche tenere presente il testo storico di c. nosco, L'oratorio di s. Francesio di sales, ospizio di beneficenza, Torino 1879, pp. 3-5.
r2_C^fr. p. srrrr.t, Don Boicò-nella storia della religiosità cattolica, IlVita e opere, Roma 7979, p. 124.
t3 cfr..c. sosco, A!§iee. cooperatori e alle siee. cooperatrici della pia società di s. Fran-cesco di sales, in BS 5/1 (gennaio 1881) 2. Va tenutà Dresente anche il riassunto-di una conferenza di Don Bosco ai cooperatori, casale Monferrato, 17 novembre 1881, in BS i/12 (dicembre 1881) 5.
35
Don Bosco, uomo
di
azione praticae
coraggiosa,lo
espande con la forma della comunicazione iociale più usata all'epoca, che risulta la stampa siadi
periodici chedi libri.
Appassionato della penna per temperamento versatile e comu-nicativò, 1o