• Non ci sono risultati.

HOMO LUDEN§: LA FESTA COME CLIMA DELLA VITA

Nel documento DON BOSCO (pagine 139-142)

1. r.e rBstA

NELL'ASSroLocrA TNTEGRALE

- Il

petsonalismo, che considera l'uomo nella sua globalità, foca-lizza

il

suo obiettivo non solo sull'Éomo sornaticusl

sil'homo

ui-uens, sull'homo laborans, sull'boruo sapiens, stt77'homo diligens, sulf'bomo religiosus, ma anche srt17'horno ludens.

A

motivo dell'as-siologia completa di riferimento, che coinvolge

il

livello fisico, psico-afiettivo e spirituale, non solo nel momentoiella reciproca inìerse-cazione

-

come abbiamo visto

-

ma anche in quello della ri-creazione

o

restattazione delle energie

dei vari livelli

logorati.

-

Tommaso d'Aquino,

in virtù

della sua anròpologia personali-stica e unitaria, considera

il

gioco come <( remisiio

inirni a

rebus

agendis per

ludiua

uerba ael lacta >>

':

un necessario momento di

c_rescita, mediante

il

« riposo dell'anima » che è dato dall,esperienza del piacere dell'essere. << L'uomo

-

precisa S. Tommaso

-

èome ha

bisogno del riposo fisico per ritemprare

il

corpo,

il

quale non può lavorare

di

continuo per la limitaziòne delle suè energie, così ne ha bisogno per l'anima le cui forze sono adeguate solo pér determinati impegni. Perciò, quando l'anima

si

occupa

oltre le

sue forze in qu-alche lavoro,,.sente

lo

sforzo

e la

fatlca, specialmente perché nelle attività dell'anima collabora anche

il

corpo

[...]

Ebbene,

co-"

la

fatica fisica

si

smaltisce col riposo del corpo, così

la

fatica del-l'anima deve smaltirsi col riposo deldel-l'anima. Ora

il

riposo dell'ani-ma è il^piacere, come abbiamo detto sopra nel Trattato delle pas-sioni »>2.

t S. Th., II, IIae, s. 168, a.2.

2 Ibidem.

139

Nell'esetcizio ludico della petsona sono chiamate

a

raccolta le dimensioni più diverse, da quella corporale variegata a quella spin-tuale dell'inielligenza, della volontà, della fantasia creattice, a quella della socialità come integrazione

dell'io

col

tu

e con I'intelaiawta più vasta

di

teciprocità.

In

gara

di

abilità, con

lo

stile

di

gratuità e èon l'obiettivo dell'esperienza della libertà, con l'effetto costitutivo del gaudio

e

della soddisfazione.

11 gioco

è

l'esptessione della dimensione ludica della persona,

di

cui è momento

di

armonia proprio perché

le

difierenziate ener-gie convetgono per rinfrancare l'essere intero.

-

Già nel momet

to

estetico

si

sperimenta

la

sintesi

ffa le

sfere

della ragion pura e della ragion pratica, con l'obiettivo al godimento estetico delfarmonia sperimeniata.

Nel

momento

del

gioco, alla gioia del bello contemplato

si

sostituisce

il

piacere

dell'autorealiz-zazione

allo

stato

puro

nel diuertimento.

L'espetienza estetica e quella ludica si avvicinano e, sotto certi aspetti,

-si

fondono, come 1'anuopologia filosofica

e

teologica di Jùrgen Moltmann oggi sottolinea 3.

Nel

suo otizzonte rigidamente inffascendente,

F.

Nietzsche fa approdare alla festa pan-cosmica

il

Superuomo, attraverso la media-zione della consapevole accettazione dell'eterno

ritorno

del mede-simo.

È

questa « la felicità del circolo >> a.

In

questa visione l'horno aesteticus e

l'hono

ludens coincidono.

Nella concezione personalistica, invece, ove l'uomo non è

assor-bito dal

pan-cosmico ma resta

l'unità

originale imiducibile, mai mezzo, sempre fine, la dimensione ludica del gioco non ha obiettivi

di

armonia cosmica

in

esclusiva, ma invece

di

ctescita del singolo, come autorealizzazione allo stato gratuito.

È proprio

di

qui che si dipartono specificazioni

ulteriori

del di-vertimento

in

un'àntropologia plenaria, quali

il

carattere del

disin-teresse e non del guadagno: finirebbe altrimenti per essere vissuto come

un

lavorol e quello

di

ritmicità e posizione dialettica con la laboriosità: se

tutttla vita

fosse gioco, mancherebbe

la

soddisfa-zione dell'alteff:.rlnza dei

ritmi; il

carattere

di

gratuità

di

obiettivo, sì da non confondersi con

ahe

attività che mirano pure alle soddi-sfazioni ma non del

tipo

dell'autorealizzazione pura,

Anche

infatti il

lavoro può portare alla soddisf azione, ma

que-3 Cfr. ,. MoLTMANN, Il eioco, Brescia 1971.

4 rn, NrerzscHr, La gaia scienza, it Opere, Y,2, p. )41

sta è

in

combinazione col guadagno.

Lo

specifico della gratuità fa anticipare l'esperienza

del

regno della

libertà e

della socialità ar-monica, nella quale persona e comunità restano polaizzate

e

pur atticolate nel rispetto e nel riconoscimento del valore, nello stimolo al

più

essere, per fare

piìt

essere.

Jùrgen

Moltmann

sottolinea

il fatto

che

i

grandi fondatori religiosi, come anche

gli autori di

scienze mistiche

e

ascetiche,

hanno considerato

il

gioco,

la

festa,

ra gli

archetipi privilegiati, per poter parlare dell'obiettivo del regno perfetto, a cui

in

defini-tiva l'uomo anela.

Parlando nell'orizzonte dell'escatologia cristiana, la

vita

futura

è

stata considerata come un << movimento a girotondo dei redenti, nella pienezza

trinitaria di Dio e

come un'armonia completa tra I'anima

e il

corpo. Essa non ha sperato

un

cielo senza terra per delle anime senza corpo, bensì

un

nuovo corpo spiritualizzato e

liberato dalle repressioni della legge

e

della morte.

Le

immagini della

vita futura non

provengono

dal

mondo della

lotta e

della

vittoria,

del lavoro e del successo, della legge e della sua applica-zione, bensì dal mondo della fiducia primordiale propria del bam-bino r> s.

La f.esta è la percezione

di

pienezza che si gusta, durante

l'atti-vità

ludica, come meta proletticamente vissuta. Essa raggiunge

il

suo culmine secondo

il

grado

in cui si

sperimenta

la

sua riuscita

in

anticipo.

Festa è clima sia nella fase della preparazione che nel momento della rcalizzazione e del suo successo.

È

ovvio che

la

festa, come ogni altra espressione

di

autotra-scendimento, si risolve

in

un'incessante prornàssa dell'ulteriore.

Quanto

più

radicati sono

i motivi da cui

nasce

la

festa nel centro della persona, tanto

più il

suo vissuto sarà profondo e du-raturo.

5 y. uoltnaexw, ll gioco, o. c., pp. 55-56.

t4t

Nella visione del personalismo teocenmico

di

Don Bosco, la di-mensione ludica

-

sia come atttazione del gioco che come clima

di

festa, che come spirito

di

allegria

-

occupa una centralità indi-scussa e cafattefistica.

Osserva

A.

Caviglia che l'originalità del Nostro << sta

nel

va-lore salesiano della ricreazione, nel valore dato alla giocondità, alle-gria, serenità lieta della educazione »> 6.

Più

avanti

la

chiama « la trionfante novità »> 7 in Don Bosco. E alttove: << L'allegtia è l'unde-cimo comandamento. Chi entta in una casa sua non può non veder subito che

è

nel regno della gaiezza e

la

nota dominante è l'alle-gtia >> 8.

<< Sua divisa

-

afietma

il

Ballesio, ex-allievo

di

Don Bosco

- fu il

" Seraite Dornino

in laetitia"

>>e.

I1 biografo precisa che questo << Seruite

Domito in

laetitia eru

il

suo

motto di

intercalare

tra i

suoi

più diletti; e

questa santa

Nel documento DON BOSCO (pagine 139-142)