questo contesto, superando le facili schizofrenie ffa fede e impegno,
i
due restano momenti espressivi dell'unico assedi
esistenza cri-stiana: la religiosità matura come alleanzae
come irnpegno storico che ne consegue. L'espressionedi
Don Bosco potrebbe cosìffadur-si:
autenticamentebuoni
cristianie
perciò impegnatiad
essereprobi
cittadini. Inequivocabilmente onesti cittadini, come contro-prova storica dell'autenticità della fede.Oggi
tutto
questo va visto nonpiù -
come era possibile nel-l'ottocento-
in funzione di una Societas cbristiana, ancora peraltro ipotizzabie nell'altra epoca, ma nel ruolodi
animazione del mondo come coscienza ctiticae
presenza costruttivanella
storia, quale fermento evangelico dellesrutture
temporali indicato dal Concilio VaticanoII
come imperativo categorico perrutti i
battezzati laici $.Il
rapporto tral'appafiefienza alla cittàdi Dio
e alla città del-l'uomo-
che Don Bosco indicava conla
sua nota formula-
puòessere oggi riletto nella categotia dell'urnanesirno plenario a cui con-duce la ragione funzionante e aperta alla trascendenza. Non
ci
può essere promozione umana completa se non attraverso 1o sviluppo della dimensione religiosa dell'uomo, cioè della sua costitutiva ten-sione all'assoluto che nella rivelazione cristianaè
comunione conDio,
alla quale ogni uomo anche inconsapevolmente aspira con i suoi dinamismidi
fondopuntati alla totalità
dellaverità,
della bellezza, della giustizia, dell'amore.Promozione umana
è
attuazione dell'umanesimo plenario, che occorre rcalizzarcal livello di
singolie di
comunità. << Che vuoldite ciò
se non 1o sviluppodi
ogni uomoe di tutti gli
uomini?L'umanesimo esclusivo è
un
umanesimo inumano.Non vi è
dun-que un umanesimo vero, se non aperto verso l'assoluto [...] L'uomo non realuza se stesso se non trascendendosi »> 31. Ora,il
trascendersi2e BS 2 (1878) 7.
fi Lumen gentiut?r, nr,. 35-16, in AAS 57 (1965) 40-42.
3r pruto vt, Popaloram progressio, n. 42, in AAS ,9 (1967) 278.
159
dell'uomo non significa evadere dai suoi confini cioè dagli impegni della sua storia, dalla << fedeltà alla telta »>, dai compiti della co-sttuzione della sua
città. La
presenza nel cantiere del tempo che volge va vis,talizzata con le sue diseguaglianze, conle
sue esigenzedi
solidarietà, con l'ansiadi
equilibrare eticae
poterepolitico
e scientifico esetcitato sulfuturo
dell'uomo, col gap semprepiù
pro-fondotra i
popoli del benessere ela
geografra onnipresente della fame,con
le nuove minacce e le nuove prospettive, con rinnovate angosce e rilanciate speranze. PaoloVI
chiarisce, con sintesi rara,il
nesso sffetto tra fede coerente e impegno civile epolitico:
<< ffa evangelizzazionee
promozione umana-
sviluppo, libetazione-ci
sono dei legami profondi. Legamidi
ordine anuopologico, per-ché I'uomo da evangelizzate non è un essete astratto, ma è condi-zionato dalle questioni socialied
economiche. Legamidi
ordine teologico, perché non si può dissociareil
piano della creazione da quello della redenzione, che arrivafino
alle situazioni molto con-crete dell'ingiustizia da combattere e della giustizia da restaurare.Legami dellbrdine eminentemente evangelico, quale è quello della carità: come
infatti
proclamareil
comandamento nuovo senza pro-muovere nella giustiziae
nella pacela vefa,
l'autentica crescita dell'uomo? Sarebbe dimenticare la lezione che ci viene dal Vangelo sull'amoredel
prossimo sofierentee
bisognoso »> 32.La via teologica, poi, per salvare
i
duepoli
e visualizzarli comei
due versantidi
uno stesso monte, è la categoria del regno, che ègloria
di Dio e
pienezza dell'uomo,in
quanto « la gloriadi Dio
èl'uomo vivente »> 33.
Il
regno,in
quanto attuazione progtessiva del mistero eterno rivelato,è la
piena umanizzazione dell'uomo, cioèlo
spazio della giustizia, della solidarietà, dellalibertà,
della comunione. Poichéinoltre il
regno iniziato è l'impegno della comunità storicaper il
regno definitivo, la lotta per
la
giustizia,l'esercizio della solidarietà e della libertà, l'esperienza della comunione come serviziodi
amore rientrano quali componenti essenziali della sua costruzione.E
que-sto esercizio della costruzione del regno
è
garunziadi
purificazionee di
potenziamentodei
progetti umani.Il
vangelofa
discernere,infatti, il
granodal loglio nel
campo della storia.Fa
scoprire le ambiguitàlatenti. Fa
smascheraree
denunciare conlibertà
inte-32 pAuto w, Euaxgelii nantiandi, n. 31, in AAS 68 (1976) 26-27 33 s. nrxro, Adoersus haereses, IY, 20,7; PG VII, 1017.
tiote le alienazioni subdole, riconducendole alla radice dell'idolaria, dell'orgoglio, dell'avidità
di
potere edi
avere. Nessuna vera pro-mozione deivalori
umani è possibile, se non previa purificazionein
ordine alla loro elevazione e completezza nel Cristo,in
cui tutto viene ricapitolatos.
Ancorail
Concilio è chiaro nell'agganciare 1'u-manesimo alla sequela dell'Uomo perfetto. « Chi segue fedelmente Cristo cerca anzituttoil
regnodi Dio
e assume cosìpiù
valido epufo amore per aiutare
i
suoifratelli e
rcalizzare, con I'ispirazione della carità,le
opere della giustizia >>s.Del resto promuovere la giustizia, proprio per f inffinseca
aper-tuta
di
questa a qualcosadi
più alto, postulala
carità.Nikolai Berdiaev ha osservato che
in
Marxla
primarietàasso-luta
della giustiziain termini
puramente economici,è un
tradi-mento della stessa giustizia. Che, proprio in quanto si esprime come dare anicuique suufn,è ofirire
all'uomola
risposta alle esigenzepiù
profonde. Berdiaev aveva afiermato,pur
dando atto dellava-lida lotta
conffo l'inumano sffutturale nellastoria:
<<Marx
però non è andato al fondo del problema » s.L'anelito basilare
di tutti
è quellodi
comunione, telos e signifi-cato coagulantedi tutti i
dinamismi dello spirito. Dare a ciascunoil
su-o è dunque dare a ogni uomo la risposia alla richiestadi
spa-zio di comunione.
Parimenti,
oflrire
all'uomoe
cosffuire conlui
solo speranze,in
ordine alla società, significa mutilare l'uomo.Egli è nìn
solo un animal sociale, ma un anirnal communionale. La società è tanto per l'uomo. Nonè il tutto
dell'uomo.È la
comunione che fonda l'autentica comunità, sua estrinsecazione dinamica,e la
distingue dalla società, a cui conferisceil
significatopiù
profondo.M.
Buz-zonie A.
Rigobello l'hanno evidenziatoin unò
studio chiaro in merito 3?.3 Cfr. El 1, 10.
35. Gaudium et spes, n.72, in AAS 58 (1966) 1094.
36 N. nenor,rrv, Cinque neditazioni sall'esistenza, Todno-Leumann 1982, p. 161. Cfr. s.
P^-LUMBIERIT Berdiaeu e Marx: quale uomo e quale lotta, 'n << Cronache e commenti di studi teligiosi », IllEssere cistiani dopo Maru. Coxiribati a an dialoeo difrcile, ll (1984) 81-101.
37 u. ruzzoNr-l. RrcoBELLo, Sòcietà, comanità, comanioxe, in ee.w.,'Lessìco della per-sott4 at drra, Roma 1986, pp. 2Ll-251. << La comunione. comé " concetto-limite " della
comu-nità, comporta un dificile problema di delimitazione reciproca delle due nozioni... Se per un vetso essa serve a distinguere la comunità dalla società, non deve tuttavia condume a perdere di vista il tratto distintivo della comunità rispetto alla comunione, che consiste per così dire, nella sua natuta « mista ", cioè nel fatto -di instaurare un rapporto che è, nel
r6t
6. Don Bosco e l'aomo.
È
vero che è mistificatorio I'amore che non ha come punto diplrtenz la
giustizia-
<< siano anzitutto adempiutigli
obblighi di ginstizia, afr.ermail
Concilio, perché non si ofira come donodi
ca-iità
ciò che è dovuto atitolo
di giustizia »> s-
tuttavia è aluettanto vero cheè
l'amoreil
coefficiente determinante l'esercizio umano della giustizia, tiscattandoladal
pericolodei
formalismie dei
le-galismi che sempre la insidiano. Parimenti è l'amore che dà la {.orzadi
colpire al cuòredi
ogni ingiustizia, che è I'egoismo del singolo eil
còrporativismo del gruppo.È
l'amore chefa
assumereil
gta'tuito
impegno della difesa degli indifesi negli ambitipiù
diversi, da quello sindacale a quello politico,a
quello sociale.È
l'amore,infinè,
che pomaa
pienezzala
spinta propulsivadella
giustizia vetsoil
suo autotrascendimento, I1 compimento della giustizia èl'amore
e. E
I'amoredi
quest'ampiezzaè il
dono gratuitodi
al-leanza comunicato nella fede.
: La
religiosità maturain un
mondo che cambiaè
quella chefa sintesi tra fede e storia.