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al livello di volontà di essere, al livello di comunione

Nel documento DON BOSCO (pagine 109-114)

Al

liuello

di

conoscenza, nelTa sfera della cultura

si

collocano

i valori

della scienza, pet

la

scoperta del cosmo e delle sue leggi;

i

valori della tecnica,per

il

possesso delle cose;

i valod

del

diritto,

per la corretta convivenza interpersonale e sociale;

i

valori estetici, per la contemplazione e fruizione del bello;

i

valori sapienziali, colti nel momento filosofico, teologico-spirituale, per

il

rinvenimento delle radici e dei significati.

Al

liuello di aolontà

di

essere, nella sfera dell'etica si collocano:

a)

ivalori

per essere di più, che sono quelli della propria crescita e formazione permanente, della c:ur.a dell'interiorità, libertà e

crea-tiaità;

quelli dell'equilibrio, sicurezza e pace; quelli della coerenza dell'equilibrio progettato con l'opzione fondamentale, fedeltà, for-tezza, tetlperanza, prudenza come capacità

di

commisurare

i

mezzi

al fine;

b) i

valori per

lar

essere

di

più, che sono

i

valori sociali e pro-mozionali

della

giustizia, de77a collaborazione,

della

capacità di creare spazi

di

sicurezza,

di

pace,

di

crescita

d'altri,

della lotta contro l'inumano nella storia, della libemà come capacità

di

allar-garc spazi

di

esercizio

di

quella degli altri;

c)

i

valori per concludere I'essere

in

più, che sono

i

valori della setietà esistenziale,

della

capacità

di

impreziosire

l'istante

della temporalità irreversibile, della responsabilità davanti alla propria coscienza e alla coscienza storica e al rascendente circa

il

proprio modo

di

essere che è essere-per-la-morte

(il

« progettare la morte » heideggeriano),

e i valori

della capacità

di

lasciare

un

segno nel 109

proprio ambito, cioè lasciare

il

proprio mondo migliore

di

quanto

lo si

sia ffovato, col vivere significativamente e incisivamente.

Al liuello di

conunione, nella sfera dell'amore

si

collocano

i

valori

dell'amicizia, della coniugalità, della socialità, della gratuità, dell'afiettività « produttiva »>, che è affettività

più

eIfettività, della religiosità, cioè

del

rapporto

col Tu

fondante

ogni

rapporto di amore.

È a

questo

livello di

fondo che

si

coglie l'uomo come <{ cor inquieturn >>,

menre

apre

gli

occhi davanti

a

Colui che

lo ha

ca-ricato

di

questa tensione e che è l'unico che la può colmare: <<

Fe-cisti

nos, Doruine, ad

te

ed inqaietum est cor

nostrilt

donec re-quiescat

in

te >> a. Questo

Tu

invocato dal

cor

inquietunt, questo Tu, pane pet la fame di fondo, non è altro che la sintesi e

il

fonda-mento

di tutti i valori:

verità, bellezza, giustizia, libertà, pace, co-munione,

colti

nella totalità, nell'intensità, nella densità personale, nell'infinità della durata, nella perleziorue armonica del

loro

essere.

Dobbiamo notare che questa inquietudine strutturale

si

identifica con la volontà, tesa al bene

in

quanto bene. L'irreqttietezza, invece, è la tensione nevrotica verso

i

beni non chiaramente né propotzio-nalmente visualizzati.

Quale gerarchicità atuibuire ai valori? Essi: a) non sono

uni-formi

livellabili;

A)

si

presentano gerarchizzati,

in

rapporto al grado

di

bene che contengono,

e

della dimensione dell'uomo al cui

livello

si collocano; c) non sono indipendenti, data l'unitarietà della struttura antropologica,

ma

sono interdipendenti.

Il

poten-ziamento dell'uno condiziona, cioè,

a

suo modo

e nel

suo grado, la crescita degli

altri; d)

la

lorc

orchestrazione misura I'armonicità della persona s.

La persona, come entità dinamica, matura

in

personalità nella misura

in

cui si rende autonoma da appoggi esterni per elaborare progetti

propri,

grazie a questo investimento

di

patrimonio

e

in-4 s. Acosrrtto, Coxf. I;1, 1; PL XXXII, 659; tr. it. Le codessioxi, po-" 1936,7, p. 29.

5 Questa getatchicità struttutale dell'essere, a partire dal complesso dei bisogni essenziali del-l'uomo, postula la conoscenza, il ticonoscimento e l'incarnazione dei valori. La libertà è la capacità di cogliere i oaloi delT'essete eerutchizzati, di dare a ciascttto di essi una concreta,.

propotzionata, adeguata risposta.

Questo è il ptogetto dell'umanesimo come ctescita dell'uomo. Sia al livello del singolo che

della comunità. Questo, pure, qualifica il passaggio incessante al livello individuale, dalla persona alla petsonalità e, al livello collettivo, dalla società alla com*niù. Questo segna i[

grado dell' esercizio dell' aatentica liberù.

tegtazione

di

energie interiori guidate

e

canalizzate verso

gli

obiet-tivi

contenuti nell'opzione fondamentale.

Così

si

formano

le

personalità ricche

di interiorità,

aTTenate

col titocinio della libertà, con

la

snellezza della creatiaità, nella

per

severanza della

oblatiaità:

nell'attuazione cioè

del

passaggio dal-l' au t o d o rn in ar s

i

all' au t o d o n ar s i.

Se

il

cuore

-

come appare nella tradizione biblica agostiniana

-è il

centro della personalità6, come quelf

io

carico

di

passione e

di

spetanza, spinta costitutiva dell'autoffascendimento

che

con-voglia

il

pensiero,

la

volontà,

le

energie biologiche,

le

ricchezze psichiche verso

un

ffaguardo unitario che è l'amore, si comprende che l'educazione,

in

quanto sviluppo integrale della persona, esige

il

potenziamento

di

questo centro. << L'educazione

è

cosa

di

cuo-t€

tr7, soleva dire Don Bosco.

_ Il

cuore, sorgente del sentimento, momento

di

sintesi del pluri-dimensionale umano, fa

in

modo che la facoltà ruzionùe e

la

ten-sione

volitiva

siano

in

equilibrio con

i valori intuiti e

vissuti 8.

Pertanto

il

trinomio della metodologia educativa

di

Don Bosco va considerato nella prospettil)a

di

sinùsi che vede

il

cuore al

cen-tro

dell'impegno formativo

di

cui e

la

ragione e

la

volontà costi-tuiscono

i

momenti dialettici essenziali.

L'esercizio della ragione non è

infatti

per Don Bosco un movi-mento autocentrico

o

finalizzato

a

se stesso, ma

è

funzionale in definitiva a trovare ragioni di vita. È dunque una ragione che cerca significati per la uita. La stessa istruzionef l'apprendlmento,

il

con-seguimento della cultura,

si

collocano nel

mivimento

esistenziale della persona, relazionalmente così considerata.

La religione stessa non è per Don Bosco una palesta

di

pietà

sganciata dalla

vita o

comunque un'oasi

di rifugiò

dai colpi àella sorte.

È

invece l'espressione

di

una fede incarnata nell'eiistenza e per l'esistenzae.

! C{r. e. GUTLLAUMoNT, Les sens des xoms dz coear, o. d., pp. 4l-81, z MB, XIII, p. 918.

8-Cfr. rrr. scHELER, La posiTione dell'uono nel cosmo, Milano 1970; rD., L'ekno nell'aomo, Milano 1979.

9 Osserva P. Braido, parlando delle opere educative e pastorali di D. Bosco che << diven-tano automaticamente nello stesso tempo caritative e sociali: sono dirette, infatti, al bene petsonale_ dei giovani e, per ciò stesso, al " bene della religione e delia società ". (BS,

1/2 [ottobre 1877) 2), " L'esperienza ci fa persuasi che questo è l'unico mezzo per sostenere

la civile società: aver cura dei poveri fanciulli " (ktt. al dott, Carranza di Buenos Aires,

f0 sett. 1877 - Epistolario, IIl, p. 221) ». (r. oneroo, ll progetto, o. c., p. 2)).

111

2.

NAZTONATTTì\ CONTT RAGIONEVOLEZZA << APERTA »>

Ancora e sempre

il

cuore, simbolo dell'uomo che ha

fatto

sin-tesi nella sua

vita

atffaverso le sue lotte e

le

sue speranze, resta

il

parametro e

il

criterio del personalismo educativo

di Don

Bosco.

L'esercizio della tagione

o

tazionalità ha avuto

il

suo momento

di

esaltazione nell'epoca moderna,

a

pattfue

dal

secolo dei Lumi.

La

figura

di Don

Bosco

si

colloca cronologicamente

ua la

fase

delle dichiaruzioni esaltanti

la

ragione

e

quella delle rivoluzioni sia politiche che tecnologiche, che applicavano

la

ragione alla sto-ria e al progresso,

L'esetcizio della ragione

o

ruzionalità,

in un

uomo umano e

concreto come

il

Nostto, si chiama rugionevolezza.

Questa

è

anzitutto ordinata

al

rinvenimento dei moventi

pro-fondi e

delle motivazioni

-

ruotus

ad

actionen

-

che sono

im-pulsi

razionali

di

riferimento

ai valori

getarchizzati

in un

certo quadro, stimolanti

il loro

investimento concreto.

La ragionevolezza è razionalità

in

ordine a77a vita e alla prassi.

Il

suo esercizio nel rapporto educativo impegna

il

maestro a << ra-gionare >> con l'allievo le posizioni dei valori e

la

sua collocazione

nei loro

confronti, mostrando che essi sono sempre propulsivi, cioè stimoli a orientamenti verso direzioni nuove

più

impegnative, ma più promozionali.

La posizione intelligente dell'educando

è

quella

di

operare

se-condo ragione, cioè non per impulso ma per ionuinzionè. Questo è l'atteggiamento risultante dai valori propulsivi che awincono nel momento contemplativo interiore,

e nello

stesso tempo liberano

nel

momento

in cui

restano

attuati. Il loro

impulso

si

inserisce nelle pieghe

delle strutture

interne della

libertà

dell'uomo, che così può scegliere quell'insieme

di

valori da cui farsi

attarre.

Così l'eteronotnia assiologica diventa

autononia

inteùorizzata.

Nel

momento educativo

i valori

sono comunicati mediante

i

gesti dell'educatore,

il

clima dell'ambiente,

i

regolamenti generali, le disposizioni particolari e perfino

gli

stessi << castighi >> 10.

l0 Cfr. p. srrtr-t,Don Bosco,lI, o. c.,p.449. P. Braido commenta la lettera di Don Bosco intitolata Dei castiebi da inflieeersi nelle case Salesiane: « A nostro parere la sua importanza tron sta tanto nel1a ptesentazione di una difiusa casistica sui castighi, quanto nei motivi e nelle suggestioni pitr generali che la ispirano. Lo spirito, l'atteggiamento educativo genetale, Ia valutazione positiva dei giovani, I'ottimismo, l'evidente predilezione per una politica pe-dagogica dell'amore, sono certamente di Don Bosco e in armonia con tutto il suo metodo »

tt2

La

ragionevolezza,

in

quest'orizzonte personalista,

è

l'opera-zione

di

svelamento all'altro del meglio

di

sé non ancora rivelato.

È

una conoscenz4

in

ordine alla liberazione del flusso sotterraneo

di

energie sopite della

vita

profonda

del

materiale eterogeneo, caotico, endogeno

o

acquisito, che zavorra

le

forze

dello

spirito.

La ragionevolezza è dunque l'esercizio della ragione ma

in

fun-zione del cuore inteso qui come vita del profondo, abitato da ten-denze

vitali

che, canalizzate

e

frnalizzate,

si

esprimono

in

investi-menti

di

amore.

Ragionevolezza nel personalismo boschiano

è,

dunque, rifiuto del razionalismo, cetebralismo, erudizionismo, volontarismo. La sin-tesi della persona,

in

questo quadro, è

il

cuore a cui sono collegate

-

come si è già rilevato

- le

linee

di

f.orua della ragione e da cui partono quelle religiose della vita. È questa l'autentica unità

di

vita che crea personalità, perché parte da una sintesi vitale.

Ragionevolezza è dunque funzionalità finalizzata della ragione, che non

si

esercita nel suo ambito puro ma che

si

dispiega come illuminazione

del

mondo

del

ptofondo, afinché passi incessante-mente dal regime del caos energetico a quello del cosruos etico.

Si

ttatta

divaloizzare

il

pulsionale diversificato,

l'immaginaio,

l'irrazionale che invece, esercitati, porterebbero

allo

stile dell'im-mediatisnto.

L'esercizio della ragione

in

Don Bosco è continua garanzia

di

mediazione, anzitutto

di tipo

interpretativo,

dei dati

della realtà,

per

superare deformazioni

e

distorsioni

del

reale percepito

e

fa-cili

cristallizzazioni da esercizio pregiudicato della sua lettura.

Don Bosco ebbe a lottare con un mondo di pregiudizi derivanti da un'ampia ermeneutica

del

reale,

relativi

ad una cultura

a

do-minanza

rurale,

sacrale,

talora

autoritativa, dislivellata, inibita.

Esercizio della razionalità motivata

fu per lui

approntare

fonda-(Cfr. MB, XVI, pp. $9-447). (p. sRAroo, ll sistema educatiuo di Don Bosco, Toino

1961, pp. 94-101). Ecco i titoli principali della letteta di cui si parla: 1. Non punite mai se non dopo avete esauriti tutti gli altri mezzi, 2. Procurate di scegliere nelle correzioni il

momento favorevole. 3. Togliete ogni idea che possa far credere che si oped per passione.

4. Regolatevi in modo da lasciare la spetanza al colpevole che possa essere petdonato.

Nella visione educativa boschiana si presentano con precisione le condizioni perché il

ca-stigo, in casi particolati, sia educativo cioe aiuti la persona a crescere. Tutte le condizioni di cui si ttatta nella letteta, si possono ilasstmere nella ragioneuolezza da parte dell'educa-toÌe, percepitc cone tale e drnttessd da paue dell'educando. Così diuexta axa comunicaziore da persond ragioneaole d pefiond ragioneaole. Lo stile è sempre quello del caore. Yi si

insiste che il castigo sia umiliante né inflitto con freddezza e drrezza, ma sia I'espres-sione del cuote. Ancora una volta, la ragionevolezza boschiana è una ragione riscaldata dal cuore e ditetta al cuore dell'altto petché « ragioni meglio ».

ttl

menti per l'alternativa

di

una nuova visione del mondo, della

sto-ria,

dei rapporti educativi.

Ragionevolezza significò per

lui

decodificare le formule vigenti per cogliere

la

realtà al

di là di

quei segni cultutali

in cui si

ten-deva a c_istallizzarla, sotto forma della intolletanza e della chiusuta.

Una nuova qualità

di

aita sorge solo da una nuova qualità

di

uisione,

in

ordine ad una nuova qualità

di

azione.

Una

razionalità come

puro

cerebralismo può anche esercitarsi sul piano dei soli princìpi

o

del culto delle idee.

La ragionevolezza, invece, impregna

di

esperienza

i

princìpi.

Li

riscalda al calore del cuore, cioè

li

inserisce nei dinamismi della

li

bertà come scelta che proviene dalla

vita

ed è

diretta

alla

vita

in un clima

di

ofierta e

di

proposta ideale, e così

li

uasforma

in

con-uinzioni che, orientate all'azione, diventano appunto motiaazioni.

I-a ragionevolezza, in quest'orizzonte del personalismo integrale, ha la sua sede nell'autocoscienza, intesa come

l'io

impegnato a tro-vare ragioni

di

vita, modelli

di

oeatività, varchi

di futuro

nuovo.

L'uso

della ragione

in

funzione della

vita

profonda

è

afina-mento della facoltà umana dell'intas-legere, cioè

fare il

viaggio

profondo nel cuore delle cose per coglierne, auscultandole, l'essen-ziale assiologico e vitale operativo.

Pertanto esige e, ancor più, potenzia queste disposizioni la ret-titudine nella ricerca della verità, l'educazione alla semplicità, l'eser-cizio del buon senso

e

dell'autenticità,

la

chiarczza delle idee in-carnate nella

vita al di là

dei cerebralismi, I'attitudine

di

criticità e

di

discernimento,

il

collegamento

tra i vari

ambiti antropologici

delf in-s é, per- s é, per-al t

ri,

della corporeità, dell'autocoscienza, della relazionalità.

Tale razionalità risulta, insomma, sintesi

ra

l'attitudine

di

sa-per pensare come aotto di azione e quella di saper agire come uomo

di

pensiero.

La

ragionevolezza consisteva

per Don

Bosco nell'acquisire l'babitus dell'essere in ragionevoli, nel sapersi dominare

in

tiferi-mento ai valori, per comportarsi in modo ragionevole e per autore-golarsi nell'investimento dei medesimi nel campo della prassi.

Questo è compito oggi tanto più urgente

in

quanto collocato in uno spazio storico

di

<< eclissi della ragione »> 11

Nel documento DON BOSCO (pagine 109-114)