Al
liuellodi
conoscenza, nelTa sfera della culturasi
collocanoi valori
della scienza, petla
scoperta del cosmo e delle sue leggi;i
valori della tecnica,peril
possesso delle cose;i valod
deldiritto,
per la corretta convivenza interpersonale e sociale;i
valori estetici, per la contemplazione e fruizione del bello;i
valori sapienziali, colti nel momento filosofico, teologico-spirituale, peril
rinvenimento delle radici e dei significati.Al
liuello di aolontàdi
essere, nella sfera dell'etica si collocano:a)
ivalori
per essere di più, che sono quelli della propria crescita e formazione permanente, della c:ur.a dell'interiorità, libertà ecrea-tiaità;
quelli dell'equilibrio, sicurezza e pace; quelli della coerenza dell'equilibrio progettato con l'opzione fondamentale, fedeltà, for-tezza, tetlperanza, prudenza come capacitàdi
commisurarei
mezzial fine;
b) i
valori perlar
esseredi
più, che sonoi
valori sociali e pro-mozionalidella
giustizia, de77a collaborazione,della
capacità di creare spazidi
sicurezza,di
pace,di
crescitad'altri,
della lotta contro l'inumano nella storia, della libemà come capacitàdi
allar-garc spazi
di
eserciziodi
quella degli altri;c)
i
valori per concludere I'esserein
più, che sonoi
valori della setietà esistenziale,della
capacitàdi
impreziosirel'istante
della temporalità irreversibile, della responsabilità davanti alla propria coscienza e alla coscienza storica e al rascendente circail
proprio mododi
essere che è essere-per-la-morte(il
« progettare la morte » heideggeriano),e i valori
della capacitàdi
lasciareun
segno nel 109proprio ambito, cioè lasciare
il
proprio mondo miglioredi
quantolo si
sia ffovato, col vivere significativamente e incisivamente.Al liuello di
conunione, nella sfera dell'amoresi
collocanoi
valori
dell'amicizia, della coniugalità, della socialità, della gratuità, dell'afiettività « produttiva »>, che è affettivitàpiù
eIfettività, della religiosità, cioèdel
rapportocol Tu
fondanteogni
rapporto di amore.È a
questolivello di
fondo chesi
coglie l'uomo come <{ cor inquieturn >>,menre
apregli
occhi davantia
Colui chelo ha
ca-ricato
di
questa tensione e che è l'unico che la può colmare: <<Fe-cisti
nos, Doruine, adte
ed inqaietum est cornostrilt
donec re-quiescatin
te >> a. QuestoTu
invocato dalcor
inquietunt, questo Tu, pane pet la fame di fondo, non è altro che la sintesi eil
fonda-mento
di tutti i valori:
verità, bellezza, giustizia, libertà, pace, co-munione,colti
nella totalità, nell'intensità, nella densità personale, nell'infinità della durata, nella perleziorue armonica delloro
essere.Dobbiamo notare che questa inquietudine strutturale
si
identifica con la volontà, tesa al benein
quanto bene. L'irreqttietezza, invece, è la tensione nevrotica versoi
beni non chiaramente né propotzio-nalmente visualizzati.Quale gerarchicità atuibuire ai valori? Essi: a) non sono
uni-formi
nélivellabili;
A)si
presentano gerarchizzati,in
rapporto al gradodi
bene che contengono,e
della dimensione dell'uomo al cuilivello
si collocano; c) non sono indipendenti, data l'unitarietà della struttura antropologica,ma
sono interdipendenti.Il
poten-ziamento dell'uno condiziona, cioè,
a
suo modoe nel
suo grado, la crescita deglialtri; d)
lalorc
orchestrazione misura I'armonicità della persona s.La persona, come entità dinamica, matura
in
personalità nella misurain
cui si rende autonoma da appoggi esterni per elaborare progettipropri,
grazie a questo investimentodi
patrimonioe
in-4 s. Acosrrtto, Coxf. I;1, 1; PL XXXII, 659; tr. it. Le codessioxi, po-" 1936,7, p. 29.
5 Questa getatchicità struttutale dell'essere, a partire dal complesso dei bisogni essenziali del-l'uomo, postula la conoscenza, il ticonoscimento e l'incarnazione dei valori. La libertà è la capacità di cogliere i oaloi delT'essete eerutchizzati, di dare a ciascttto di essi una concreta,.
propotzionata, adeguata risposta.
Questo è il ptogetto dell'umanesimo come ctescita dell'uomo. Sia al livello del singolo che
della comunità. Questo, pure, qualifica il passaggio incessante al livello individuale, dalla persona alla petsonalità e, al livello collettivo, dalla società alla com*niù. Questo segna i[
grado dell' esercizio dell' aatentica liberù.
tegtazione
di
energie interiori guidatee
canalizzate versogli
obiet-tivi
contenuti nell'opzione fondamentale.Così
si
formanole
personalità ricchedi interiorità,
aTTenatecol titocinio della libertà, con
la
snellezza della creatiaità, nellaper
severanza della
oblatiaità:
nell'attuazione cioèdel
passaggio dal-l' au t o d o rn in ar si
all' au t o d o n ar s i.Se
il
cuore-
come appare nella tradizione biblica agostiniana-è il
centro della personalità6, come quelfio
caricodi
passione edi
spetanza, spinta costitutiva dell'autoffascendimentoche
con-vogliail
pensiero,la
volontà,le
energie biologiche,le
ricchezze psichiche versoun
ffaguardo unitario che è l'amore, si comprende che l'educazione,in
quanto sviluppo integrale della persona, esigeil
potenziamentodi
questo centro. << L'educazioneè
cosadi
cuo-t€
tr7, soleva dire Don Bosco._ Il
cuore, sorgente del sentimento, momentodi
sintesi del pluri-dimensionale umano, fain
modo che la facoltà ruzionùe ela
ten-sionevolitiva
sianoin
equilibrio coni valori intuiti e
vissuti 8.Pertanto
il
trinomio della metodologia educativadi
Don Bosco va considerato nella prospettil)adi
sinùsi che vedeil
cuore alcen-tro
dell'impegno formativodi
cui ela
ragione ela
volontà costi-tuisconoi
momenti dialettici essenziali.L'esercizio della ragione non è
infatti
per Don Bosco un movi-mento autocentricoo
finalizzatoa
se stesso, maè
funzionale in definitiva a trovare ragioni di vita. È dunque una ragione che cerca significati per la uita. La stessa istruzionef l'apprendlmento,il
con-seguimento della cultura,
si
collocano nelmivimento
esistenziale della persona, relazionalmente così considerata.La religione stessa non è per Don Bosco una palesta
di
pietàsganciata dalla
vita o
comunque un'oasidi rifugiò
dai colpi àella sorte.È
invece l'espressionedi
una fede incarnata nell'eiistenza e per l'esistenzae.! C{r. e. GUTLLAUMoNT, Les sens des xoms dz coear, o. d., pp. 4l-81, z MB, XIII, p. 918.
8-Cfr. rrr. scHELER, La posiTione dell'uono nel cosmo, Milano 1970; rD., L'ekno nell'aomo, Milano 1979.
9 Osserva P. Braido, parlando delle opere educative e pastorali di D. Bosco che << diven-tano automaticamente nello stesso tempo caritative e sociali: sono dirette, infatti, al bene petsonale_ dei giovani e, per ciò stesso, al " bene della religione e delia società ". (BS,
1/2 [ottobre 1877) 2), " L'esperienza ci fa persuasi che questo è l'unico mezzo per sostenere
la civile società: aver cura dei poveri fanciulli " (ktt. al dott, Carranza di Buenos Aires,
f0 sett. 1877 - Epistolario, IIl, p. 221) ». (r. oneroo, ll progetto, o. c., p. 2)).
111
2.
NAZTONATTTì\ CONTT RAGIONEVOLEZZA << APERTA »>Ancora e sempre
il
cuore, simbolo dell'uomo che hafatto
sin-tesi nella suavita
atffaverso le sue lotte ele
sue speranze, restail
parametro e
il
criterio del personalismo educativodi Don
Bosco.L'esercizio della tagione
o
tazionalità ha avutoil
suo momentodi
esaltazione nell'epoca moderna,a
pattfuedal
secolo dei Lumi.La
figuradi Don
Boscosi
colloca cronologicamenteua la
fasedelle dichiaruzioni esaltanti
la
ragionee
quella delle rivoluzioni sia politiche che tecnologiche, che applicavanola
ragione alla sto-ria e al progresso,L'esetcizio della ragione
o
ruzionalità,in un
uomo umano econcreto come
il
Nostto, si chiama rugionevolezza.Questa
è
anzitutto ordinataal
rinvenimento dei moventipro-fondi e
delle motivazioni-
ruotusad
actionen-
che sonoim-pulsi
razionalidi
riferimentoai valori
getarchizzatiin un
certo quadro, stimolantiil loro
investimento concreto.La ragionevolezza è razionalità
in
ordine a77a vita e alla prassi.Il
suo esercizio nel rapporto educativo impegnail
maestro a << ra-gionare >> con l'allievo le posizioni dei valori ela
sua collocazionenei loro
confronti, mostrando che essi sono sempre propulsivi, cioè stimoli a orientamenti verso direzioni nuovepiù
impegnative, ma più promozionali.La posizione intelligente dell'educando
è
quelladi
operarese-condo ragione, cioè non per impulso ma per ionuinzionè. Questo è l'atteggiamento risultante dai valori propulsivi che awincono nel momento contemplativo interiore,
e nello
stesso tempo liberanonel
momentoin cui
restanoattuati. Il loro
impulsosi
inserisce nelle pieghedelle strutture
interne dellalibertà
dell'uomo, che così può scegliere quell'insiemedi
valori da cui farsiattarre.
Così l'eteronotnia assiologica diventaautononia
inteùorizzata.Nel
momento educativoi valori
sono comunicati mediantei
gesti dell'educatore,
il
clima dell'ambiente,i
regolamenti generali, le disposizioni particolari e perfinogli
stessi << castighi >> 10.l0 Cfr. p. srrtr-t,Don Bosco,lI, o. c.,p.449. P. Braido commenta la lettera di Don Bosco intitolata Dei castiebi da inflieeersi nelle case Salesiane: « A nostro parere la sua importanza tron sta tanto nel1a ptesentazione di una difiusa casistica sui castighi, quanto nei motivi e nelle suggestioni pitr generali che la ispirano. Lo spirito, l'atteggiamento educativo genetale, Ia valutazione positiva dei giovani, I'ottimismo, l'evidente predilezione per una politica pe-dagogica dell'amore, sono certamente di Don Bosco e in armonia con tutto il suo metodo »
tt2
La
ragionevolezza,in
quest'orizzonte personalista,è
l'opera-zionedi
svelamento all'altro del megliodi
sé non ancora rivelato.È
una conoscenz4in
ordine alla liberazione del flusso sotterraneodi
energie sopite dellavita
profondadel
materiale eterogeneo, caotico, endogenoo
acquisito, che zavorrale
forzedello
spirito.La ragionevolezza è dunque l'esercizio della ragione ma
in
fun-zione del cuore inteso qui come vita del profondo, abitato da ten-denzevitali
che, canalizzatee
frnalizzate,si
esprimonoin
investi-mentidi
amore.Ragionevolezza nel personalismo boschiano
è,
dunque, rifiuto del razionalismo, cetebralismo, erudizionismo, volontarismo. La sin-tesi della persona,in
questo quadro, èil
cuore a cui sono collegate-
come si è già rilevato- le
lineedi
f.orua della ragione e da cui partono quelle religiose della vita. È questa l'autentica unitàdi
vita che crea personalità, perché parte da una sintesi vitale.Ragionevolezza è dunque funzionalità finalizzata della ragione, che non
si
esercita nel suo ambito puro ma chesi
dispiega come illuminazionedel
mondodel
ptofondo, afinché passi incessante-mente dal regime del caos energetico a quello del cosruos etico.Si
ttatta
divaloizzareil
pulsionale diversificato,l'immaginaio,
l'irrazionale che invece, esercitati, porterebberoallo
stile dell'im-mediatisnto.L'esercizio della ragione
in
Don Bosco è continua garanziadi
mediazione, anzituttodi tipo
interpretativo,dei dati
della realtà,per
superare deformazionie
distorsionidel
reale percepitoe
fa-cili
cristallizzazioni da esercizio pregiudicato della sua lettura.Don Bosco ebbe a lottare con un mondo di pregiudizi derivanti da un'ampia ermeneutica
del
reale,relativi
ad una culturaa
do-minanzarurale,
sacrale,talora
autoritativa, dislivellata, inibita.Esercizio della razionalità motivata
fu per lui
approntarefonda-(Cfr. MB, XVI, pp. $9-447). (p. sRAroo, ll sistema educatiuo di Don Bosco, Toino
1961, pp. 94-101). Ecco i titoli principali della letteta di cui si parla: 1. Non punite mai se non dopo avete esauriti tutti gli altri mezzi, 2. Procurate di scegliere nelle correzioni il
momento favorevole. 3. Togliete ogni idea che possa far credere che si oped per passione.
4. Regolatevi in modo da lasciare la spetanza al colpevole che possa essere petdonato.
Nella visione educativa boschiana si presentano con precisione le condizioni perché il
ca-stigo, in casi particolati, sia educativo cioe aiuti la persona a crescere. Tutte le condizioni di cui si ttatta nella letteta, si possono ilasstmere nella ragioneuolezza da parte dell'educa-toÌe, percepitc cone tale e drnttessd da paue dell'educando. Così diuexta axa comunicaziore da persond ragioneaole d pefiond ragioneaole. Lo stile è sempre quello del caore. Yi si
insiste che né il castigo sia umiliante né inflitto con freddezza e drrezza, ma sia I'espres-sione del cuote. Ancora una volta, la ragionevolezza boschiana è una ragione riscaldata dal cuore e ditetta al cuore dell'altto petché « ragioni meglio ».
ttl
menti per l'alternativa
di
una nuova visione del mondo, dellasto-ria,
dei rapporti educativi.Ragionevolezza significò per
lui
decodificare le formule vigenti per coglierela
realtà aldi là di
quei segni cultutaliin cui si
ten-deva a c_istallizzarla, sotto forma della intolletanza e della chiusuta.Una nuova qualità
di
aita sorge solo da una nuova qualitàdi
uisione,in
ordine ad una nuova qualitàdi
azione.Una
razionalità comepuro
cerebralismo può anche esercitarsi sul piano dei soli princìpio
del culto delle idee.La ragionevolezza, invece, impregna
di
esperienzai
princìpi.Li
riscalda al calore del cuore, cioè
li
inserisce nei dinamismi dellali
bertà come scelta che proviene dalla
vita
ed èdiretta
allavita
in un climadi
ofierta edi
proposta ideale, e cosìli
uasformain
con-uinzioni che, orientate all'azione, diventano appunto motiaazioni.
I-a ragionevolezza, in quest'orizzonte del personalismo integrale, ha la sua sede nell'autocoscienza, intesa come
l'io
impegnato a tro-vare ragionidi
vita, modellidi
oeatività, varchidi futuro
nuovo.L'uso
della ragionein
funzione dellavita
profondaè
afina-mento della facoltà umana dell'intas-legere, cioèfare il
viaggioprofondo nel cuore delle cose per coglierne, auscultandole, l'essen-ziale assiologico e vitale operativo.
Pertanto esige e, ancor più, potenzia queste disposizioni la ret-titudine nella ricerca della verità, l'educazione alla semplicità, l'eser-cizio del buon senso
e
dell'autenticità,la
chiarczza delle idee in-carnate nellavita al di là
dei cerebralismi, I'attitudinedi
criticità edi
discernimento,il
collegamentotra i vari
ambiti antropologicidelf in-s é, per- s é, per-al t
ri,
della corporeità, dell'autocoscienza, della relazionalità.Tale razionalità risulta, insomma, sintesi
ra
l'attitudinedi
sa-per pensare come aotto di azione e quella di saper agire come uomo
di
pensiero.La
ragionevolezza consistevaper Don
Bosco nell'acquisire l'babitus dell'essere in sé ragionevoli, nel sapersi dominarein
tiferi-mento ai valori, per comportarsi in modo ragionevole e per autore-golarsi nell'investimento dei medesimi nel campo della prassi.Questo è compito oggi tanto più urgente