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nalità aperta alla trascendenza

Nel documento DON BOSCO (pagine 152-156)

Ma proprio

perché

la

ragione

è

funzione della mente c,è

il

pericolo della deformazione dell'obiettivo che essa si propone, che

può essere

il

complesso delle cose anziché

lo

sviluppò

dil,uomo.

13 Cfr..». DrDE_Ror, Etciclopedia, Bari 1968, p,473; c. H. DE RouvRoy »n slrNr-suraox, Noa-ueaa cbristiaxisme, Patis 1825.

Si ha così

la

ragione t'unzionale, che si esetcita

in

funzione dei

si-stemi ideologici e del potere economico e politico.

La

scuola

di

Francoforte

-

con Horkheimer, Adorno

e

Mar-cuse

- ha

tematizzato

e

analizzato sistematicamente questa

razio-nalità funzionale, come abbiamo già rilevato.

Razionalità autenticarnente lunzionante

o

ideologicaruente fun-zionale? Ecco

il

vero dilemma shakespeariano

di

oggi.

La rilettura

del

primo

termine del personalismo educativo di

Don

Bosco implica una scelta corretta davanti

a

questo dilemma che dice

vita o

morte dell'uomo, e che non poteva

ieri

essere vi-stalizzato nella

cultura

dell'ottocento

nei termini

drammatici di oggi. Quella era caratterizzata dall'euforia naturale della prima

ap

plicazione planetaria della scienza sul piano tecno-indusriale. Oggi

la

scienza, che con

le

sue ramificazioni tecnologiche ingenera

an-gosce

di

nuovo conio, pone problematiche diverse.

Non si

può

salvare

il

futuro prossimo dell'uomo senza fare

i

conti con la ricol-locazione della razionalità dall'ambito luruzionale

a

quello funzio-nante dell' amane sitno inte grale ta.

Il

primo passo che l'uomo, sconfitto nella razionalità, deve

ope-tate, è

quello

di

risalire

la

china dell'abisso dell'irrazionale

plu-tiforme.

Senza l'esercizio della ragione l'uomo non

è libero,

non

è responsabile, perché non è animal rationale. << Una delle più grandi ttagedie dell'uomo moderno

-

puntualizza Paulo Freire

-

per non

dite la maggiore, consiste nel fatto che egli è dominato dalla f.orza

dei miti,

guidato dalla pubblicità organizzata, sia essa ideologica

o no, per cui

sta rinunciando sempre

più e

senza accorgersene

alla

sua capacità

di

decidete.

L'uomo viene

espulso dall'orbita delle decisioni. L'uomo semplice non coglie

i

compiti che

gli

spet-terebbero, perché una élite

glieli

presenta già interpretati

e

glieli consegna, come si fa con una ricetta prescritta dal medico, per es-sere soltanto applicata » 15.

Nel

quadro della formazione permanente, questo segnale di-venta

di

urgefiza non

più

dilazionabile a causa

di

gravi regressioni

di

masse intere

di

adulti, che dovrebbero proporre se stessi ai gio-vani come modelli

di vita

e

di

azione. Si presentano invece molte

volte

segnati dall'incapacità della lettura mitica della storia,

ane-stetizzati

da

manipolazioni dell'occulta

e

interessata persuasione

14 Cfu, !. MARrrArN, Umanesimo integrale, o. c.

15 p. rnprnr, L'edacazione come esperielza della libertA, Milano 1971, p. 51.

15)

con

i

suoi tentacoli perfezionati

e

pressoché

inevitabili e,

perciò, pesantemente condizionanti l'eserciiio della

libertà

degli ubmini.

La

razionalità inceppata blocca

i

dinamismi delle altre dimen-sioni umane,

quali

quella dell'amore

e

della religione.

La

prima può essere esercitata al

livello

del puro

istinto

e senza mediazioni

e, quindi,

rischia

di

essere confusa con l'emozione ttanseunte e

con

il

mezzo dialogico naturale, che

è il

sesso, ma assunto

e

vis-suto come fine.

La

religione

può

essere surrogata dalla supersti zione e dal pullulare di forme esoteriche e fondamentalistiche, che si registrano

in un

ambito

reattivo

alla razionalità funzionale, tecni-cistica e unidimensionale.

Il

recupero dell'uomo passa attraverso quello della razionalità, che riscatta dai rischi della degradazione dell'esercizio

le

altre due componenti

del trinomio

personalistico

di Don

Bosco: religione

e

amorcvolezza.

La

ragione deve tornare ad essere logos, cioè attitudine arti-colata che tinviene sì le ragioni delle diverse funzioni, ma che non perda

di

vista la possibilità

di

approdare

o

quanto meno intrawe-dere la ragione delle ragioni.

Il

nibilisrno e

il

relatiaismo come superamento delle categorie dell'assoluto

e

dell'oggettivo decretano oggi

la

liquidazione delle

certezze e additano all'uomo le rotte di piccolo cabotaggio del post-nzoderno, lontane dalle traversate dei grandi approdi delle

rivolu-zioni

illuministiche

e di quelli

escatologici delle religioni.

In

questo ambito

di

pensiero debole 16, risultano

disuutte

le tavole

di

riferimento

dei valori

tradizionali

e si

accettano fram-menti

di

verità.

I

significati sono

indotti,

secondo queste visioni, da metafisiche ideologizzanti.

Da

Stirner a Nietzsche, da Severino, a Vattimo, colpi

duri

vengono

inferti

alla stabilità dei

valori e

al-l'anelito dei significati.

I

problemi del significato non possono es-sere

risolti

perché sono, secondo

il

positivismo logico, dissolti in se stessi r7. Queste operazioni

di

iconoclastia del significato

denun-16 Cfr. r. sEvERrNo, Essexza del nihilisno,Btescia 1972; to., Gli abitatori del tempo, Rom*

1978; ro., Tecbne. Le rudici della oiolenza, Milano 1979; ro., Legge e caso, Milar,o L979;

r»., Il destino della necessità, Milano 1980; c. vArrrMo, Introdazione ad Heideeser, B^ri

l97l; r»., Ipotesi su Nietzsche, Milano 1974; ro., Il soggetto e la moscberu, Milano 1974;

ro., Le aaoenturc della diferenza, Milano 1980; ro., La frtte della modernilA, Milano 1985.

l7 Cfr. ru. scHLrcK, Sul londamento della coroscenw, Brescia 1961; r»., Probleui di eticc

ed. alorismi, Bologna 1970; r».,Tra realismo e teopositit)ittto, Bologoa 1974; n. cenr.rep, Sintassi logica d.el liflguaeeio, Milano 1961; ro., La costruzione logica del mondo e pseudo-problemi in filosofia, Milano 1966; tt., Analiticita, significanTa e indazione, Bologna 1971;

ro., Significato e necessità,Flrcnze1976i o. NEuR rH, ll circolo diVienna e l'auoenire

del-ciano, per contrasto, che l'uomo è

un

anelito

al

significato poiché

la

frantumazione del senso deve

pur

avere

un

senso.

P.

Ricoeut, che accentua

la

ruzionalità etmeneutica partendo dalla storia degli uomini che è piena,

in

ogni civiltà,

di

simboli

-quali ad

es"mpio monumenti, manoscritti,

gtafrti -

distingue

il

duplice piano àella ricerca

di

senso: quello sertiologic-o

-

fo-nolo-gia, lessiio, sintassi

-

e quello semantico, circa

il

significato ultimo

di

questi significati penultimi 18.

È

h pr&a,

q.resia, che I'uomo vive in un orizzonte a cui confe-risce un ^senso, §razie al quale,

in

definitiva,

lo

rende intelligibile.

Il

significato è

cÀì

costitutivo dell'uomo che, mentre Sartre ha iden-tificàto I'uomo stesso con

la

libertà, Merleau-Ponty

di

rimando lo ha definito come I'anelito del senso, a tal punto da essere quasi la sua ossessione e

la

sua condanna t'.

Il

significato è

il

coagulante dei piccoli segmenti dell'esistenza.

La

vita dell'uomo è dinamismo sia cronologico che teleologico: è

rnoto uerso. Questo è determinato da una realtà che passa da un punto

all'altro

della traiettoria senza fermarsi

ai punti

intermedi, orientato com'è ad un punto definitivo. Senza

il

telos o punto finale d'approdo,

il

moto non è più direzione uerso, ma è solo agitazione sincopata e ripetitiva. Se dunque

il

fine è necessario

al

moto per-ché sia moto, se ne

può

concludere che

il fine è ciò

che

al moto

il

significato suo. Cioè

il

significato

di

una realtà

in

moto, come I'esistenza

lo è

costitutivamente,

è dato dal

suo

fine.

La

vita

globale, come

moto

aerso, esige

un fine

globale.

E

siccome

il

significato

fa

che quella realtà

in

ruoto sia oalore, alTota senza

il

significato globale

lavita

non ha valore, cioè non è vita. F. Nietz-sche diceva: « Chi ha un perché nella vita è

in

gtado

di

sopportare

ogni cone, ogni situazione disagiata

e

angosciante >> m.

Non si può vivere senza sapere perché. Non si può vivere senza

sapere per chi.

La

ruzionalità funzionante, propdo nel punto

di

innesto con la sua modalità

più

profonda

di

rinvenimento delle ragioni

di

tutte

I'empirismo logico, Roma 1977; r. vEIsMANN, Analisi lineaistica e filosofid, Roma 1970' c. MoRRA, ll problema morule ilel neoposititsismo, Manduria 1972.

18 « Un senso diretto, primario, letteraiio, designa pute un altro senso inditetto, secondario, Égurato, che non può issere appreso se non aitravirso il ptimo ». (r. ntconun, Il conflitto

.d.elle interpretazioni, Mrlano 1977 ).

iq Cfr. ra.'r'aEuirlu-rotrr, Senso'e non senso, Milano l9§2; t»., Le arttsentarc della dialet' tica, Mila;no 1965; n., Feromenologia ilella Percezione, Milano 1965.

20 r. Nrrrzscru, éit. É v. r. rnexrl, Logoteiapia e analisi esistenziale, Btescia 1977, p.92' L55

le

funzioni, propone interrogativi

ineludibili, posti da E.

Bloch sul frontone dell'architettura del prirucipio-speranza: <<

Chi

siamo noi? Da dove veniamo? Verso che cosa andiamo? Che cosa aspet-tiamo? Che cosa ci attende? >> 2r.

Sono domande privilegiate,

per

quello che

V. Ftankl

chiama

<<un fenomeno fondamentalmente antropologico: 1'auto-trascen-denza dell'esistenza umana »> e spiega: ., Inten-do

riferirmi

al f.atto che essere-uomo

vuol dire

andare verso qualcosa

al di là di

se stesso, qualcosa che non è se stesso, qualcosa

o

qualcuno:

un

si-gnificato da rcalizzate,

o un

altro essere umano da inconffare nel-l'amore. L'uomo realizza se stesso nel servire una cosa o nell'amare una persona. Quanto

più

adempie

il

suo compito, quanto

più

si

dona

al

suo

partner, tanto più è

uomo,

tanto più diventa

se

Nel documento DON BOSCO (pagine 152-156)