STATO E ANDAMENTO DEL
ESPERTO PER LA SICUREZZA - PERÙ
La produzione della cocaina, attività rispetto alla quale il Perú vanta il primato di essere il secondo paese al mondo dopo la Colombia, presuppone tre passaggi irrinunciabili:
- la coltivazione della foglia di coca quale materia prima (dato il contenuto di alcaloide ivi presente);
- la costruzione di laboratori clandestini;
- il disvio dei precursori chimici utilizzati nell’articolato processo produttivo.
La principale area in cui si concentrano le coltivazioni illecite di coca, assorbendo il 45% circa del totale delle coltivazioni a livello nazionale, è rappresentata dal VRAEM (Valle de los Rios Apurimac, Ene y Mantaro), zona altamente conflittuale per la presenza del cosiddetto narco-terrorismo.
Accanto a detta area, esistono altre tredici zone (cuencas), che conformano la superficie cocalera del Perú, essendo le stesse ubicate in tredici distinte regioni del Paese, soprattutto nelle province di
Inambari-Tambopata, della Convención-Lares e nella regione di Loreto100. Quest’ultima, con i suoi 7.000 ettari di coltivazioni illecite (concentrate nelle province di Putumayo e Bajo Amazonas, poste al confine con Colombia e Brasile), sta diventando un “secondo VRAEM”.
La tendenza principale, che si è registrata nel corso del 2021, è stata l’aumento delle coltivazioni illecite della coca e il conseguente incremento della produzione. All’aumento della produzione ha corrisposto l’incremento dei sequestri (47 tonnellate circa).
La crescita delle coltivazioni illecite è stata favorita anche dalla drastica riduzione delle eradicazioni nel corso degli ultimi due anni a causa della pandemia101. La riduzione delle eradicazioni, primaria azione di contrasto al narcotraffico, è, in parte, dovuta al vasto movimento politico che sostiene la protesta contro le eradicazioni, portata avanti dalle comunità rurali dei campesinos, la cui sopravvivenza è basata proprio sulla coltivazione della foglia di coca.
Su un totale di quasi 62.000 ettari, complessivamente destinati alla coltivazione della coca102, solo il 10% circa sarebbe riconducibile ad imprese legali registrate presso ENACO (Empresa Nacional de Coca), che coltivano la foglia di coca per un uso tradizionale e commerciale.
Quando si procede ad una campagna di eradicazione, i narcotrafficanti spostano in altre zone le coltivazioni illegali. Il fenomeno della espansione indiscriminata delle coltivazioni si è incrementato in parallelo alla crescente violenza esercitata dai gruppi di cocaleros, dietro ai quali operano narcotrafficanti di origine straniera, nei confronti delle comunità native indigene, che si oppongono all’espropriazione delle proprie terre, causata dall’estensione massiccia delle coltivazioni della coca.
Accanto alle zone dedicate alla coltivazione, vi sono aree destinate alla produzione, segnate dalla presenza di laboratori clandestini ove si realizza il processo chimico di fabbricazione (dalla pasta basica al cloridrato di cocaina)103. Vi sono, poi, aree destinate allo stoccaggio, fase propedeutica alla fuoriuscita della droga dal Paese.
Il trasporto di cocaina all’interno del Perú (traffico regionale) avviene utilizzando mochileros, mezzi di trasporto terrestri ed imbarcazioni fluviali (Lancha Go Fast)104, mentre il traffico di cocaina, che si concretizza nella fase di uscita dal Paese (traffico internazionale), si realizza:
- tramite il “ponte aereo”, verso la Bolivia e dal Brasile con impiego di aerei leggeri monomotore o bimotore (cosiddetti narco-voli);
- per via marittima, con l’impiego di navi portacontainer in partenza dai principali porti del Callao e di Paita e diretti, tra l’altro, in Africa ed Europa (rotta atlantica), nonché con imbarcazioni e semisommergibili per il trasbordo in alto mare;
- avvalendosi del trasporto aereo civile, con impiego di corrieri umani (burriers)105; - tramite spedizioni postali.
In particolare, per quanto attiene al “ponte aereo”, nella fascia amazzonica compresa nelle regioni di Cusco, Huanuco e soprattutto Ucayali, Madre de Dios e Puno, poste al confine con Bolivia e Brasile, i narcos hanno intensificato la messa a punto di piste aeree clandestine in prossimità delle vie
100 Solo l’estensione della regione di Loreto è superiore all’intero territorio italiano. Si consideri che il 60% circa del territorio peruviano è ricoperto dalla foresta amazzonica, con una estensione pari a circa 700.000 km².
101 Nel corso del 2021 le eradicazioni a livello nazionale hanno interessato un’area di 5.802 ettari, considerata estremamente ridotta rispetto alla meta annuale di eradicazione di 25.000 ettari prefissata a livello nazionale.
102 Fonte: Commissione Nazionale sullo Sviluppo e la Vita senza Droga-DEVIDA 2021. Tuttavia, secondo l’Ufficio di Politica Nazionale di Controllo delle Droghe degli Stati Uniti, le coltivazioni di coca in Perú nel 2020 ammonterebbero a circa 88.000 ettari e si stima che, nel corso del 2021, le aree destinate alla coltivazione avrebbero raggiunto i 100.000 ettari.
103 Nel corso del 2021 sono stati individuati e distrutti 284 laboratori clandestini attivi.
104 Nel trasporto fluviale di legname la cocaina viene occultata all’interno dei tronchi.
105 Negli ultimi cinque anni (2017-2021), con 51 interventi, l’Italia è risultata essere il terzo paese di destino (dopo Spagna e Messico) per
Cocaina sequestrata dalla DIRANDRO, occultata in un pacco postale con destinazione Italia
fluviali e in zone difficilmente accessibili e, comunque, notevolmente distanti dalle basi di manovra della Polizia Nazionale peruviana106. La modalità di trasporto con avionetas (ogni volo è in grado di trasportare fino a 400 kg di cocaina base) è considerata anche la più speditiva ed economica, stante la significativa riduzione dei tempi di percorrenza (dagli iniziali quindici giorni, impiegati attraverso le vie fluviali, alle otto ore di volo). La logistica (aerei, carburante e piloti) è di provenienza boliviana e brasiliana (il combustibile venduto in Bolivia è tra i più economici di tutto il Sudamerica). Si stima che lo spazio aereo venga quotidianamente violato da tre o quattro narco-voli, per cui si presume che, ogni giorno, fuoriesca dal Paese, attraverso il confine orientale amazzonico, circa una tonnellata di cocaina.
Attraverso il “ponte aereo”, gran parte della droga prodotta in Perú viene “esportata” verso oriente, in Brasile, da dove viene spedita in Europa, soprattutto per via marittima. A tal proposito, è stata riscontrata, in Perú, la pericolosa presenza dei noti gruppi brasiliani Comando Vermelho e Primer Comando Capital, fortemente integrati con la criminalità colombiana e peruviana.
Il “ponte aereo” costituisce la principale modalità con cui viene assicurata la fuoriuscita della droga dal Perú. Tale modalità è quella maggiormente riscontrata anche nei sequestri eseguiti. Per avere un’idea della rilevanza del fenomeno, si può asserire che dell’intera quantità della droga sequestrata dalla DIRANDRO nel 2021 solo il 16,7% è stata intercettata in porti ed aeroporti, mentre l’83,3%
del totale è stato sequestrato individuato in spazi extra-doganali all’interno del territorio nazionale, in occasione dei numerosi interventi eseguiti lungo le direttrici interne del Paese e soprattutto in prossimità delle piste aeree clandestine.
Sempre per quanto attiene al “ponte aereo”, le rotte principali sono due:
- la “rotta campesina” (Peru-Bolivia-Paraguay-Brasile);
- la “rotta amazzonica” che interessa il cosiddetto “trapezio amazzonico” (triplice frontiera Perù-Colombia-Brasile). Quest'ultima area si è da ultimo trasformata in un "campo di battaglia" tra le organizzazioni criminali peruviane, colombiane e brasiliane, per il conseguimento della leadership ed il controllo del narcotraffico.
Accanto alla criminalità sudamericana, si annovera anche la presenza della criminalità di matrice europea (soprattutto serbo-croata ed albanese, ma anche italiana), rappresentata da broker locali, emissari delle organizzazioni criminali di origine, che svolgono attività di mediazione nell’acquisto di ingenti partite di cocaina destinate Europa.
In conclusione, l’articolata catena di produzione della cocaina in Perú, nel suo complesso, oltre a costituire un anello essenziale nel traffico internazionale di droga, arricchendo le organizzazioni criminali internazionali, attenta agli interessi della collettività, colpendo al "cuore" anche l’intero ecosistema mondiale. In particolare:
- le coltivazioni illecite della foglia di coca, unitamente alla realizzazione delle piste aeree clandestine, determinano l’abbattimento di alberi primari e la deforestazione di vaste aree naturali;
- la costruzione di laboratori clandestini, destinati alla produzione delle droghe cocainiche, con il conseguente ampio uso dei precursori chimici, causa il drastico inquinamento dei fiumi e del territorio ove insistono.
106 Nel corso del 2021 sono state distrutte 70 piste clandestine. La drastica riduzione del numero di piste clandestine distrutte a partire dall’anno 2016 (rispetto al record storico di 277 piste distrutte nel 2015) è la diretta conseguenza della strategia adottata dalle organizzazioni criminali di spostare in zone sempre più remote le basi di partenza dei narco-voli.
Perù, sequestro di 420 kg di pasta basica di cocaina trasportata in una narco--avionetas con destinazione Bolivia
Perù, sequestro di 2.257,690 kg di cocaina eseguito dalla Divisione portuaria della DIRANDRO con destinazione Anversa