STATO E ANDAMENTO DEL
UFFICIALE DI COLLEGAMENTO (MAOC-N) - PORTOGALLO
Il Portogallo è un Paese di destinazione di vari tipi di droghe e, in parallelo, piattaforma di transito di notevoli quantità di cocaina proveniente dal Sud-America e di hashish dal Marocco. Il crescente traffico si rivela attraverso due diversi modelli di business: il primo, interno, finalizzato alla soddisfazione del mercato consumer a livello nazionale e, un secondo, verso l’esterno, che costituisce un anello importante della catena distributiva a livello transnazionale e riguarda grossi traffici regolamentati da organizzazioni criminali estere, la cui finalità è l’introduzione di rilevanti quantitativi in Europa.
Incidono, in modo determinante, la posizione geografica, la morfologia del paesaggio e i rapporti commerciali del Paese. La costa del Portogallo, protesa versa l’Atlantico, con lunghi e distesi litorali, difficilmente controllabili, favorisce l’approdo di lance veloci e di gommoni che scaricano le partite di droga, dopo essersi approvvigionati dalle navi madre al largo. Queste ultime provengono quasi
tutte dal Sud America o dal Marocco. Un’altra variabile è rappresentata dalle storiche relazioni commerciali con i Paesi dell’America Latina e, in modo particolare, con il Brasile, con cui il Portogallo condivide la stessa lingua. Tali rapporti garantiscono celerità ed efficienza nei traffici. Tra l’Atlantico e il Portogallo, insiste l’arcipelago delle Azzorre, luogo di scalo nei lunghi viaggi dall’America Latina, e quello di Madeira, che facilita gli spostamenti con la costa dell’Africa occidentale. Con questa favorevole posizione, è naturale che il Portogallo possa assumere il ruolo di porta d’ingresso della droga nel territorio europeo.
Il Paese è nell'elenco dei 50 Stati caratterizzati da bassa criminalità e alta resilienza nel contrasto ai fenomeni criminali associativi. Secondo il nuovo indicatore dell'iniziativa globale contro la criminalità organizzata transnazionale, è virtuoso e a prima vista impermeabile a tale fenomeno.
La delinquenza è costituita da piccoli gruppi autonomi di disciolte reti criminali, spesso uniti da vincoli familiari, coinvolti nel traffico interno di droga, in particolare di cannabis ed eroina. Tali articolazioni, di stanza nel Paese, stabiliscono spesso rapporti di collaborazione con reti straniere, vere e proprie organizzazioni che si occupano della produzione e del trasporto di droga su larga scala. Il loro compito è di garantire la logistica necessaria, le giuste informazioni, un aiuto efficace ed efficiente per il buon esito dei grossi traffici, che, comunque, vengono sempre gestiti dalle varie mafie, che distaccano luogotenenti nelle zone strategiche del Paese. In Portogallo, è stata registrata la presenza di segmenti di organizzazioni criminali straniere, di sodali provenienti dall’Est Europa, dal Brasile, dall’Africa e dall’Italia. Per ciò che attiene alle organizzazioni criminali italiane, sono stati censiti soggetti della camorra napoletana, nella città di Porto, in Coimbra ed a Cascais, mentre, con riferimento alla ‘ndrangheta, è stata rilevata la presenza di esponenti della stessa a Setúbal, a Faro e nell’Algarve.
La cocaina è attualmente la droga più trafficata nel Paese. La maggior parte di quella sequestrata in Portogallo, proviene dall’America Latina e dai Caraibi, e, come accennato in precedenza, giunge in transito per la successiva distribuzione. Per quanto attiene alla destinazione interna della sostanza stupefacente, le autorità hanno espresso preoccupazione per il maggiore utilizzo della rete (dark web) nelle transazioni commerciali.
Il Portogallo è un Paese di produzione della marijuana, destinata prevalentemente alla esportazione verso altri Paesi europei, il Brasile e la Guinea Bissau. Sebbene la produzione nazionale di marijuana non si sia fermata durante la pandemia di COVID-19, si è verificata, comunque, una diminuzione della disponibilità, con il conseguente aumento del prezzo.
La resina di cannabis, invece, viene importata da altri Paesi, in particolare dal Marocco. In merito, sono stati individuati e sequestrati motoscafi, utilizzati da organizzazioni criminali spagnole, che effettuavano il trasferimento dell’hashish dal Marocco verso il Portogallo, dove il suo consumo è molto diffuso.
Nel Paese sta acquistando importanza il traffico di eroina, sostanza che, sinora, non aveva goduto di particolare appeal fra i consumatori. Per questo tipo di droga, il Portogallo rappresenta un luogo di transito e di consumo interno. La maggior parte dell'eroina sequestrata in Portogallo proviene dalla Spagna e dal Mozambico e viene venduta sul mercato clandestino nazionale, dove la distribuzione è effettuata da piccoli gruppi criminali e composti da persone legate da vincoli familiari.
In questi ultimi tempi, sta avendo larga diffusione l'MDMA/ecstasy, considerata oramai la seconda droga più utilizzata in Portogallo, importata principalmente dai Paesi Bassi, dalla Spagna, dal Belgio e dalla Francia. Anche in questo settore, la Pandemia ha portato ad una parziale sostituzione delle
Portogallo, sequestro di droga
piazze di spaccio su strada con quelle “virtuali”, attraverso l’uso dei social media, per le attività di acquisto e approvvigionamento.
In tema di Cooperazione Internazionale di Polizia, si segnala il Memorandum of Understanding siglato tra Italia e Portogallo, che si prefigge l’obiettivo di migliorare la sicurezza dei cittadini italiani e portoghesi nelle zone di maggiore interesse turistico. La Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri, da parte Italiana, e la Polícia de Seguranca Publica e Guardia Nacional Republicana, per il Portogallo, hanno contribuito alla formazione di pattuglie congiunte nei due Paesi, nei mesi di maggiore afflusso turistico, con compiti di primo approccio e mediazione verso i propri cittadini. L’esperimento, riuscito, sarà replicato.
Quando si parla di traffici di droga, in Portogallo, l’attenzione è principalmente rivolta a Lisbona, sede del Centro di Analisi Marittima e Operazioni per il contrasto al Narcotraffico.
Il Portogallo partecipa al MAOC(N) - Maritime Analysis and Operations Centre (Narcotics) - iniziativa di 6 Paesi Membri dell’UE (Francia, Irlanda, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo) e del Regno Unito, cofinanziata dal Fondo per la Sicurezza Interna dell'Unione europea. Il Centro, ufficialmente aperto il 30 settembre 2007, a seguito della firma di un Accordo Internazionale da parte dei Ministri dell'Interno di ciascuno dei Paesi partner, si avvale della partecipazione permanente anche degli USA, con Ufficiali di collegamento della DEA e del Joint Interagency Task Force Sud. In tale ambito, sono stati attivati contatti di Cooperazione con i Paesi di produzione dell’America Latina e con i Paesi africani.
Il MAOC(N) si articola in una piattaforma operativa di cooperazione internazionale, finalizzata al contrasto dei traffici illeciti di stupefacenti, che avvengono soprattutto in mare e per via aerea lungo le rotte Atlantiche e Mediterranee. Negli ultimi tempi, il Centro sta assumendo sempre più un ruolo determinante per la lotta al narcotraffico, anche in virtù del peculiare modello organizzativo, caratterizzato da un metodo di lavoro moderno e agile, a vantaggio della rapidità di informazione e di esecuzione operativa. Si tratta, in sintesi, di notizie derivanti da varie profilazioni di rischio, che, scambiate e messe in comune, facilitano l’individuazione dei target da parte degli assetti, anche militari, pronti per l’interdizione.
La circolarità informativa e le operazioni coordinate in mare hanno permesso di ottenere notevoli risultati operativi con la scoperta e il sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, a bordo di barche a vela, navi mercantili, pescherecci, yacht e rimorchiatori.
Più nel dettaglio, il Centro, con le informazioni ottenute, registra i vettori, li segnala e segue le varie fasi dell’operazione di controllo, in totale accordo con le Forze di Polizia o marine militari dei vari Paesi. Il coordinamento serve a garantire la sorveglianza discreta sino all’interdizione dello stesso natante, che deve avvenire nel momento di "massimizzazione" del risultato, cioè prima che veloci gommoni o lance determinino il frazionamento dello stupefacente e, quindi, la possibile dispersione a vantaggio delle organizzazioni criminali.
Nel 2021, il MAOC-N ha contribuito attivamente al coordinamento di numerose operazioni, permettendo il sequestro di 164 tonnellate di droga fra cocaina e hashish, con un trend in netto aumento rispetto agli anni precedenti.
Da questo osservatorio privilegiato, si sono potute analizzare le rotte principali della cocaina e dell’hashish. Per la cocaina, quasi tutte le imbarcazioni intercettate hanno avuto come scalo di partenza la Guyana, il Suriname e il Brasile, attraverso tre specifiche direttrici: l’Europa, la Highway 10 (Guinea) e il Golfo di Guinea. Una nuova interessante rotta avrebbe, come approdo, la Namibia e il Sudafrica.
Portogallo, sequestro di 5,2 tonnellate di cocaina Operazione "MARÉ BRANCA"
coordinata dal MAOC-N - ottobre 2021
Per ciò che concerne l’hashish, lo stupefacente proviene dal Marocco e viaggia in direzione principalmente del Portogallo, della Spagna e, attraverso il Canale di Sicilia, verso i Paesi che affacciano sul Mediterraneo. Una nuova rotta dell’hashish, sempre in partenza dal Marocco, è stata tracciata verso il Sud America e verso Golfo di Guinea, supportando un’ipotesi investigativa che vedrebbe lo scambio di grosse partite di cocaina con l’hashish, ad opera di Organizzazioni Criminali in grado di valutare in anticipo la richiesta di stupefacente proveniente dai mercati.
Asia
Nella complessa vastità del continente asiatico, si concentrano i maggiori produttori mondiali di oppio e quindi di eroina: nel Medio Oriente (Afghanistan e Pakistan) si trova la nota Mezzaluna d’Oro, che è anche un importante produttore di hashish, mentre nel Sud-Est Asiatico insiste la regione denominata “Triangolo d’Oro”, che include vasti territori lungo il confine meridionale della Cina, dove si snodano le frontiere tra Myanmar, Laos e Tailandia.
Occorre segnalare, inoltre, che nel nord del Myanmar, in Afghanistan, nonché in Giappone e nella penisola coreana, sono sorti numerosi laboratori clandestini di metamfetamina, alimentanti un vasto mercato che arriva fino all’Australia208. Sud-Ovest Asiatico
L’Asia centrale è il cuore dello scenario mondiale della produzione e del traffico di oppiacei.
L’Afghanistan209, nel 2020, ha registrato circa l’85% della produzione mondiale di oppio.
208 Per una analisi più dettagliata relativa all’Afghanistan si rinvia al paragrafo “FOCUS: recenti sviluppi in Afghanistan e l’impatto sul fenomeno del traffico di droga”.
209 Per una analisi più dettagliata relativa all’Afghanistan si rinvia al paragrafo “FOCUS: recenti sviluppi in Afghanistan e l’impatto sul fenomeno del traffico di droga”.
PRINCIPALI ROTTE DI TRAFFICO DEGLI OPPIACEI, 2015-2019
Fonte:UNODC, WDR 2021 booklet 3, pag. 92
Rotte globali del traffico di eroina per quantitativo sequestrato stimato sulla base dei sequestri segnalati, 2015-2019
Distribuzione geografica delle quantità di eroina e morfina sequestrate a livello mondiale nel 2019
Fonte: UNODC, WDR 2021 booklet 3, pag. 89
Dati UNODC, di novembre 2021, indicano che, sempre in Afghanistan, il raccolto di papavero da oppio, conclusosi nel mese di luglio, ha segnato, per il quinto anno consecutivo, un livello di produzione ai massimi storici, cioè sopra le 6.000 tonnellate (circa 6.800 t), con una resa potenziale fino a 320 tonnellate di eroina pura210 da introdurre sui mercati illeciti di tutto il mondo, nonostante la diminuzione del 21% rispetto al 2020 (-47.000 ettari) dell’area sottoposta a coltivazione da papavero da oppio (177.000 ettari). Questi alti livelli di produzione avrebbero saturato il mercato dell’oppio e i prezzi medi alla produzione, nel 2021, sono rimasti molto bassi. Ad agosto dello stesso anno, i prezzi dell’oppio hanno fatto registrare un drastico picco, con un raddoppio rispetto al precedente mese di maggio, quale conseguenza più immediata dei noti cambiamenti politici211.
Negli ultimi anni, si evidenzia un aumento della produzione di metamfetamina che aggiunge un’altra opportunità di arricchimento alla già complessa e poliedrica economia illecita del Paese e un’ulteriore minaccia globale. Si nota, infatti, un netto incremento di sequestri di metamfetamina afgana, specialmente nei Paesi limitrofi, a significare che i trafficanti afgani sono riusciti ad acquisire importanti quote di mercato della metamfetamina. Nel 2020, i sequestri di questa sostanza in Afghanistan hanno costituito una quota parte notevole sul totale dei quantitativi di droga intercettata.
Nella maggior parte dei Paesi asiatici, la produzione di metamfetamina si basa essenzialmente su precursori sintetici, quali la pseudo-efedrina e l’efedrina. Dal 2018, in Afghanistan, si è passati ad utilizzare la pianta di efedra che cresce in maniera spontanea in quella regione, determinando un vero e proprio boom produttivo212 di queste sostanze, concentrato nelle zone occidentali del
210 UNODC, Afghanistan Opium Survey 2021 - Cultivation and production, pag. 21.
211 UNODC, Drug situation in Afghanistan 2021, Latest findings and emerging threats, novembre 2021, pag 9.
212 UNODC, Drug situation in Afghanistan 2021, pag. 11, cit.
Metamfetamina dall’Afghanistan:
l’insorgenza di una minaccia globale – sequestri di metamfetamina in Afghanistan, 2012-2020
Fonte: Drug situation in Afghanistan, 2021 I principali flussi di traffico dell’eroina come da sequestri segnalati, 2015-2019
Fonte: UNODC, Drug situation in Afghanistan, 2021, pag. 4
Rotte globali del traffico di eroina per quantitativo sequestrato stimato sulla base dei sequestri segnalati, 2015-2019
Paese, con una minima sovrapposizione con le coltivazioni di papavero da oppio. Risulta che, spesso, una stessa organizzazione criminale è in grado di gestire sia il traffico di eroina, sia quello di metamfetamina. Sono stati effettuati sequestri delle due droghe, sia in Afghanistan meridionale (Kandahar), sia nella parte orientale (Nangarhar). La circostanza sottolinea la possibilità che la metamfetamina diventi una vera e propria alternativa rispetto gli oppiacei, a seconda delle variazioni di mercato213.
L’Afghanistan è un importante Paese di produzione di hashish. Risulta, infatti, il secondo Paese più frequentemente indicato a livello mondiale, quale luogo di provenienza di hashish sequestrato, pari al 18% di tutte le segnalazioni pervenute all'UNODC, nel periodo 2015-2019. Si ricorda, inoltre, come più volte sottolineato, che la marijuana è ampiamente coltivata e venduta un po’ in tutto il mondo, mentre la produzione di hashish resta più concentrata in pochi Paesi214.
Secondo l’INCB, come già accennato in precedenza, sono tre le rotte principali del traffico di sostanze stupefacenti che interessano questo Paese:
- la tradizionale rotta balcanica, che si sviluppa prevalentemente su direttrici terrestri attraverso le quali vengono movimentate le maggiori quantità di eroina; passa attraverso l’Iran, la Turchia e i Paesi dei Balcani per arrivare ai mercati di destinazione finale in Europa Centrale e Occidentale.
Negli ultimi anni, hanno assunto particolare importanza alcune ramificazioni della rotta principale, che attraversano la Siria, l’Iraq e i Paesi del Caucaso215;
- la rotta settentrionale, che dall’Afghanistan si snoda verso l’Asia centrale e la Russia;
- la rotta meridionale, che parte dall’Afghanistan, dopo aver attraversato l’Iran e il Pakistan ed arriva in Europa, via mare o via aerea, o attraverso l’Asia meridionale, l’Africa e/o i Paesi del Golfo216.
Il Pakistan è interessato da un intenso flusso in transito di sostanze stupefacenti. Si tratta in primis di oppiacei (in particolare eroina) e di hashish provenienti dall’Afghanistan e dall’Iran217, destinati ad alimentare la domanda dei mercati della regione e dei Paesi europei, del Golfo Arabico, dell’Africa e del Nord America (soprattutto Canada). Il Paese è attraversato, in senso opposto, dai precursori chimici diretti in Afghanistan per la produzione di eroina e di metamfetamina. Transitano nell'area, infine, le droghe di sintesi (in particolare amfetamina) di produzione del Vicino e Medio Oriente, destinate ai mercati della regione.
Gli oppiacei entrano nel Paese attraverso le frontiere, estremamente permeabili, in comune con l’Iran e l’Afghanistan, e vengono movimentati sfruttando porti, aeroporti, servizi postali e zone costiere non sorvegliate218. Per quanto attiene alle rotte dell'eroina in uscita dal Paese, si segnala quella che circumnaviga la Penisola Arabica, per entrare nel bacino orientale del Mediterraneo e proseguire attraverso lo stretto dei Dardanelli verso il Mar Nero, per raggiungere, via terra, la rotta balcanica (e le sue varianti) ed i mercati dell'UE. In alternativa, la droga viene veicolata lungo la rotta meridionale, per giungere in India ed altri Paesi dell’Asia Meridionale, prima del successivo inoltro in Europa e Nord America219.
213 UNODC, Drug situation in Afghanistan 2021, pag. 11, cit.
214 UNODC, WDR 2021, booklet 3, cit.
215 NCB, Annual Report 2019-2020, Chapter III Asia, cit. ; UNODC, WDR 2021, booklet 3, pag. 93, cit.
216 INCB, Annual Report 2020, Chapter III Asia, cit.; UNODC, WDR 2021, booklet 3, pag. 94, cit.
217 United States Department of State, International Narcotics Control Strategy Report (INCSR), Vol. I, marzo 2021.
218 INCSR 2021, cit.
219 United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), World Drug Report (WDR) 2020, booklet 3.
Principali Paesi di provenienza di hashish sequestrato, come segnalato dagli Stati Membri, 2015-2019
Fonte: Drug situation in Afghanistan, 2021
Nel Paese sono presenti modeste colture di papavero da oppio220, concentrate soprattutto nella provincia del Khyber Pakhtunkhwa e nelle zone un tempo note come FATA (Federally Administered Tribal Areas), aree penalizzate da scarsi livelli di sviluppo economico e di sicurezza221. Il governo degli Stati Uniti ha stimato che, nel 2016, tali coltivazioni illecite si aggiravano intorno ai 1.400 ettari222.
Relativamente ai derivati della cannabis, il Pakistan è uno dei primi cinque Paesi produttori a livello mondiale, il cui smercio oltre a soddisfare la domanda interna, è destinato ai mercati dei Paesi limitrofi, nonché del Vicino e Medio Oriente. Come si può vedere nel grafico elaborato da UNODC, che mostra la provenienza dell’hashish, nel periodo 2015-2019, i più rilevanti sequestri sono stati registrati proprio in Marocco, Afghanistan e Pakistan223.
Il contrasto al traffico di stupefacenti in Pakistan viene effettuato principalmente dall’Anti Narcotics Force, organo federale di polizia composto anche da ufficiali dell’Esercito, con competenza su tutto il territorio del Paese, ad eccezione delle aree tribali (ex-FATA)224. Nel 2020, le Forze di Polizia pakistane hanno comunicato di aver smantellato 8 organizzazioni criminali dedite al narcotraffico, sia nazionale sia internazionale, e di aver sequestrato, durante i primi 9 mesi del 2020, 14,04 t di morfina, 11,5 t di eroina, 33,7 t di oppio, 730 kg di cocaina e 130,3 t di hashish,
nonché intercettato 926 kg di metamfetamina, 302 kg di amfetamina e 93 kg di chetamina225. È stata registrata, inoltre, una diminuzione del traffico di stupefacenti presso gli aeroporti del Paese ed un aumento delle spedizioni occultate all’interno di container via mare. In particolare, il 25 giugno 2021, l’ANF ha effettuato un’operazione antidroga, che ha portato, tra l’altro, al sequestro in ambito aeroportuale di circa 8 kg di droghe sintetiche, intrise nel tessuto di 12 lenzuola e occultate all’interno di un bagaglio, con asserita destinazione finale l'Italia226. Secondo i più recenti dati forniti dall’UNODC e dalle suddette Autorità di Polizia pakistane, nel 2020, si è verificato un aumento dei sequestri di quasi tutte le sostanze stupefacenti rispetto al 2019, così come evidenziato nella tabella.
La Repubblica Islamica dell’Iran è, anch'essa, un significativo hub
di transito e destinazione degli oppiacei e dell’hashish prodotti prevalentemente in Afghanistan e veicolati all’interno del Paese attraverso la frontiera terrestre con lo stesso Afghanistan e il Pakistan, nonché un importante crocevia di rotte di traffico, che si diramano verso Ovest (Paesi occidentali) e verso l’Asia Centrale (inclusa la Federazione Russa). L’attività di contrasto al traffico di stupefacenti in Iran, infatti, continua ad essere esercitata soprattutto attraverso il rafforzamento dei dispositivi di sicurezza e di sbarramento, posizionati lungo i circa 1.900 km di frontiere con l’Afghanistan ed il Pakistan227. Secondo i più recenti dati forniti dalle Autorità di Polizia iraniane, nel
220 In virtù di tale presenza residuale delle colture di papavero da oppio, dal 2001 il Pakistan è considerato un Paese “poppy free”. Fonte:
Esperto per la Sicurezza a Tashkent (Uzbekistan) - Nota n. 130/TASH/V-05/05/2019 del 30 settembre 2019.
221 INCSR 2021, cit.
222 INCSR 2021, cit.
223 WDR 2021, cit.
224 INCSR 2021, cit.
225 INCSR 2021, cit.
226 Fonte: Comunicazione dell’Esperto per l’Immigrazione, Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, Islamabad del 23.8.2021.
227 Focus E.S. a Teheran - Repubblica Islamica dell’Iran, febbraio 2020.
Pakistan - Sequestri di sostanze stupefacenti e precursori (kg) 2016-2020
Fonte: UNODC, Paris Pact Initiative,Country Fact Sheet Pakistan, settembre 2021
2020, si è registrato un aumento dei sequestri di tutte le sostanze stupefacenti rispetto al 2019, così come riportato nella tabella sottostante.
Secondo recenti fonti UNODC228, anche per i primi 9 mesi del 2021, si evidenzia un aumento, rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, dei sequestri di morfina (+71%) e di metamfetamina (+27%), mentre si registra un calo del 5% con riferimento all’eroina. L’Iran ha sequestrato, nel primo semestre del 2020, 600 t complessive di sostanze stupefacenti, con un aumento del 36% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; ciò evidenzia che il traffico di droga, effettuato attraverso la frontiera orientale, non è in diminuzione.
Al contrario, il numero delle operazioni condotte, finalizzate al sequestro di sostanze stupefacenti, è diminuito del 16%, accentuando, quindi, la presenza di carichi più consistenti rispetto al periodo precedente alla pandemia229.
Le rotte utilizzate sono la rotta del nord, ai confini con il Turkmenistan; la rotta del sud, una delle più impiegate, che si snoda attraverso le province orientali del Paese, in direzione del mare di Oman, nonché la rotta di Hormozgan, il cui centro nevralgico è rappresentato dal porto di Bandar Abbas
Le rotte utilizzate sono la rotta del nord, ai confini con il Turkmenistan; la rotta del sud, una delle più impiegate, che si snoda attraverso le province orientali del Paese, in direzione del mare di Oman, nonché la rotta di Hormozgan, il cui centro nevralgico è rappresentato dal porto di Bandar Abbas