C APITOLO 2 L' ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO DI SEPARAZIONE IN AMBITO NAZIONALE I L PROCESSO DI RIFORMA DELLE F ERROVIE
2.1 L E F ERROVIE DELLO S TATO QUALE A MMINISTRAZIONE A UTONOMA
In estrema sintesi, e senza alcuna pretesa di esaustività, è possibile riportare le parole di quella parte dottrina secondo cui "gli anni successivi al 1861 non segnarono un immediato rilancio del trasporto ferroviario: in Italia, infatti, erano presenti molte Società private concessionarie, che gestivano tratti di rete ferroviaria in maniera disorganizzata e che, soprattutto a causa della mancanza di un controllo statale, applicavano condizioni economiche estremamente onerose per l'utenza"99.
Con la Legge 22 aprile 1905, n. 137 "Portante provvedimenti per l'esercizio di stato delle ferrovie non concesse ad imprese private"100, successivamente abrogata101, lo Stato italiano assumeva direttamente, e ciò a far data dal 1° luglio 1905, l'esercizio delle ferrovie con riferimento a determinate tratte della rete102.
99 A. CLARONI, I profili pubblicistici del trasporto ferroviario, cit., pag. 37. 100
Pubblicata in Gazz. Uff., 22 aprile 1905, n. 95.
101 Legge abrogata dall'articolo 87 della Legge 7 luglio 1907, n. 429, recante norme di "Ordinamento dell'esercizio di Stato delle ferrovie non concesse ad imprese private" (in Gazz. Uff., 12 luglio 1907, n. 165).
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Si riporta, per completezza, il testo completo dell'art. 1 della Legge n. 137/1905, ai sensi del quale "dal 1 luglio 1905 lo stato assume l'esercizio: A) delle ferrovie di proprietà dello stato
comprese nelle attuali reti mediterranea, adriatica e sicula; B) delle ferrovie Domodossola-Iselle, Domodossola-Arona e Santhià-Borgomanero-Arona, di cui alle leggi 20 luglio 1900, n. 268, e 30 dicembre 1901, n. 530; C) delle ferrovie Alessandria-Piacenza,Novi-Tortona, Vigevano-Milano, Torino-Pinerolo, Pinerolo-Torrepellice, Acqui-Alessandria, Mortara-Vigevano, Chivasso-Ivrea, Torreberretti-Pavia, Pontegalera-Fiumicino, Voghera-Pavia-Brescia, Cremona-Mantova, Mantova-Modena, Palazzolo Paratico e Monza-Calolzio, concesse all'industria privata ed ora
All'articolo 1 il legislatore rendeva noto che "il governo è autorizzato ad assumere per mezzo dell'amministrazione delle ferrovie di stato l'esercizio delle ferrovie".
In particolare, "con la legge 22-4-1905, n. 137 lo Stato assumeva, in via diretta l'esercizio e la gestione delle ferrovie, a mezzo dell'amministrazione autonoma costituita con il successivo r.d. 15-6-1905, n. 259. La stessa legge 137/1905, unitamente con quella 12-7-1906, n. 332 dotavano, poi, tale amministrazione autonoma di un organico ordinamento, mentre la legge 7-7-1907, n. 429 poneva il medesimo in una situazione di definito assestamento, fissando alcuni principi giuridico-operativi destinati a durare nel corso delle successive evoluzioni del sistema nazionale dei trasporti su rotaia"103.
Sia concesso riportare alcune parole della dottrina volta a sottolineare l'importanza dell'Amministrazione delle Ferrovie di Stato come primo esempio storico, in Italia, di amministrazione autonoma, nonché le motivazioni alla base della scelta del legislatore nazionale dell'epoca di adottare detta formula di gestione.
E' stato, infatti, rilevato che mediante l'Amministrazione Autonoma, lo Stato decideva di "istituire delle gestioni speciali — con ordinamento distinto da quello degli apparati ministeriali classici — cui affidare la conduzione dei servizi
comprese nelle reti mediterranea ed adriatica; D) della ferrovia Lecco-Colico, agli effetti dell'art. 15 della convenzione 20 giugno 1888 approvata con la legge 20 luglio 1888, n. 5550 (serie 3/a); E) della ferrovia Napoli-Eboli, agli effetti dell'art. 31 della convenzione 28 novembre 1864 approvato con regio decreto 28 giugno 1865, n. 2401. Il governo è autorizzato ad assumere per mezzo dell'amministrazione delle ferrovie di stato l'esercizio delle ferrovie Torre Annunziata- Castellammare di Stabbia, Roma Viterbo e diramazioni e Varese-Porto Ceresio in base ad accordi da prendersi coi concessionari, nonché l'esercizio delle ferrovie da Alessandria ad Ovada, fra la stazione di Desenzano e il Lago di Garda e da Livorno e Vada, ai sensi e per gli effetti delle rispettive convenzioni approvate coi regi decreti 23 aprile 1903, n. 186, 23 aprile 1903, n. 211, e 8 settembre 1904, n. 566. È pure autorizzato a stipulare con società o ditte private contratti per l'esercizio delle linee Brescia-Iseo, Ascoli-San Benedetto del Tronto, Teramo Giulianova, Foggia-Lucera, Foggia-Manfredonia e Zollino-Gallipoli. Il contratto per l'esercizio della linea Zollino-Gallipoli dovrà comprendere una clausola risolutiva coordinata al riscatto della linea Francavilla-Nardò. Il governo potrà altresì assumere l'esercizio di nuove linee in prolungamento di altre di sua proprietà o da esso esercitate quando le condizioni delle nuove linee lo consigliano. Gli accordi e I contratti stessi saranno approvati, sentito il consiglio di stato, per decreto reale che sarà presentato al parlamento per essere convertito in legge".
103 Cfr. G. M. SARACCO, (voce) Ferrovie, in Digesto delle Discipline Pubblicistiche, VI, Torino, 1991, pag. 307. Sul tema delle ferrovie nazionali e sulla relativa evoluzione cfr., altresì, i contributi di A. ANGIULI, (voce) Ferrovie e tramvie (demanio e patrimonio pubblico), in Digesto
delle discipline pubblicistiche, VI, pag. 328; M. CENTRA (a cura di), Ferrovia e società, Il
centenario delle Ferrovie dello Stato, Bologna, 2006; G. E. CHELLI, Le nostre Ferrovie (1889),
Whitefish, 2010; S. MAGGI, La storia delle Ferrovie, Bologna, 2012; E. OTTOLENGHI, Lo Stato e il
contratto di trasporto ferroviario, Firenze, 2011; C. RIBOLZI (voce), Ferrovie concesse, in
Enciclopedia del Diritto, Milano, XVII, pag. 269; G. VICICONTE, (voce) Ferrovie in concessione, in Digesto delle Discipline Pubblicistiche, VI, Torino, 1991, pag. 337; R. SAVIANE, La
pianificazione gestionale dello sviluppo delle Ferrovie dello Stato, in E. FANARA (a cura di), Il
trasporto ferroviario nell'Europa del 2000, cit., pag. 485; D. SCICOLONE, I trasporti ferroviari in
pubblici che lo Stato stesso riteneva di dover esercitare in prima persona. I servizi pubblici, cioè, non dati in concessione. A tali gestioni fu dato in taluni casi il nome di Amministrazioni autonome (e due di esse, quella delle poste, e quella dei monopoli, lo mantengono tuttora), ed in altri casi invece la denominazione di Aziende autonome. Nella pratica le due denominazioni non si contrappongono; connotano anzi realtà sostanzialmente simili"104.
La medesima dottrina ha poi individuato i tratti caratteristici dell'Amministrazione autonoma, precisando "a) che si tratta di organismi giuridici appartenenti all'area del diritto pubblico; b) che la loro funzione consiste nella gestione di attività e nella produzione di beni e/o servizi aventi carattere di pubblico servizio; c) che amministrativamente essi sono caratterizzati da un quoziente di autonomia volta a volta diverso"105.
Tornando ai contenuti della Legge n. 137/1905, la prima parte dell'articolo 4, primo comma, precisava che "l'amministrazione delle ferrovie di stato esercita le
104 Con queste parole si è espresso A. BARDUSCO, (voce) Azienda autonoma, in Digesto delle
Discipline Pubblicistiche, II, Torino, 1987, pag. 116.
105 Circa i contenuti degli elementi costitutivi dell'amministrazione autonoma, A. BARDUSCO, (voce) Azienda autonoma, cit., pagg. 116-117 precisa che "I. Definire le Aziende autonome
organismi giuridici non è improprio. Una struttura ed un organismo sono il necessario presupposto per l'assolvimento da parte dell'Azienda dei compiti assegnatile: compiti che — anche quando l'Azienda non ha natura di impresa pubblica — comprendono pur sempre la produzione e l'offerta di beni, servizi e prestazioni. Le Aziende autonome sono sempre delle organizzazioni con capacità produttive e gestionali. E ciò anche quando, marginalmente, possa rientrare nei loro compiti un'attività di mera erogazione.
II. Per tradizione le Aziende autonome sono sempre state create per assicurare lo svolgimento di attività rientranti nel genere «servizio pubblico». Non sempre le prestazioni in cui il servizio consiste sono anche prestazioni rivolte al pubblico. Più spesso esse sono destinate a particolari categorie di utilizzatori. E non sempre l'Azienda riscuote una tariffa per la prestazione del servizio. Riscuote una tariffa, ad es., l'Azienda di assistenza al volo per il traffico aereo; ma non riscuotono tariffe (salvo situazioni particolari) l'A.N.A.S. per le strade ordinarie, o l'A.I.M.A. per il ritiro dei prodotti agricoli eccedentari. Tradizionalmente le Aziende autonome vengono costituite ed impiegate per l'assolvimento di attività alle quali lo Stato annette un'importanza ed un interesse tutt'affatto speciali. Attività il cui svolgimento si vuole garantire in quanto ritenuto necessario per le esigenze della collettività, o comunque per il buon funzionamento dell'amministrazione. Ma che, al contempo, non si prestano ad essere gestite dagli apparati amministrativi tradizionali dei Ministeri. Lo scopo primo dell'affidamento di determinati servizi ad una Azienda autonoma generalmente non si identifica con fini di lucro. Talora, però, di prelievo fiscale.
III. Le Aziende autonome sono organismi che si distinguono dall'Amministrazione statale proprio per il fatto di possedere una loro individualità sul piano strutturale (organi amministrativi, organi di controllo, personale), nonché sul piano finanziario, contabile e di bilancio. Talora esse possiedono anche un patrimonio proprio.L'attributo dell'autonomia ha il suo referente necessario nell'organizzazione burocratica (ministero, uffici periferici) dello Stato; organizzazione rispetto alla quale — appunto — le Aziende si qualificano come autonome, ma non libere da ogni legame. Il senso dell'autonomia va trovato nello sviluppo storico dell'amministrazione pubblica, che avendo assunto via via sempre maggiori impegni nel settore economico, con iniziative di tipo gestionale-produttivo, ha dovuto staccare dal proprio tronco centrale alcune branche organizzative le cui esigenze di azione e funzionamento si presentavano diverse da quelle dell'amministrazione burocratica di tipo classico". Per un'attenta lettura circa gli elementi
costitutivi dell'istituto dell'Amministrazione autonoma, questa volta con specifico riferimento alle Ferrovie dello Stato, si rinvia a G. M. SARACCO, (voce) Ferrovie, cit., pag. 307.
sue funzioni sotto la responsabilità del ministro dei lavori pubblici" e disciplinava nel dettaglio le modalità circa la composizione ed il procedimento di nomina degli organi dell'Amministrazione medesima.
Il tratto distintivo del rapporto tra il Ministero dei Lavori Pubblici e la suddetta Amministrazione era individuabile nel disposto di cui all'articolo 5, secondo comma, a mente del quale "il direttore generale e il comitato di amministrazione sono responsabili verso il ministro dei lavori pubblici".
L'assunzione diretta del servizio di trasporto nazionale da parte dello Stato e, segnatamente, per il tramite dell'Amministrazione Ferrovie dello Stato, risultava essere ribadito anche nell'ambito della successiva Legge 7 luglio 1907, n. 429, recante nome sull'"Ordinamento dell'esercizio di Stato delle ferrovie non concesse ad imprese private"106, abrogativa della precedente Legge n. 137/1905.
Come ricordato dalla dottrina, tuttavia, "la scarsa autonomia operativa dell'Azienda Autonoma delle Ferrovie dello Stato si rivelò uno dei motivi dell'incapacità della stessa di porre in essere scelte strategiche in grado di rivitalizzare il settore ferroviario soprattutto a seguito della costante perdita di competitività dovuta al crescente sviluppo del trasporto su gomma (...)". Ecco che "in un quadro in cui le linee ferroviarie versavano in cattivo stato e l'Azienda Autonoma, in costante deficit, si era dimostrata incapace di offrire agli utenti servizi efficienti e regolari, nella seconda metà degli anni ottanta del novecento si decise di abbandonare il modello dell'impresa organo per passare a quello dell'impresa ente"107.