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La formazione della giuria

GLI INTERVENTI DEL PROCURATORE NEL PRETRIAL E NELL’EVENTUALE

3.12 La formazione della giuria

L’attività preliminare al jury trial coincide con la selezione della giuria. Tale procedimento ha luogo pubblicamente, è suddiviso in due fasi e può richiedere anche alcuni mesi.

La prima fase consiste nella formazione del venire: il gruppo dei potenziali giurati che i funzionari della corte, nell’ambito del distretto giurisdizionale di questa, estraggono a sorte da apposite liste, quali i registri elettorali o gli elenchi dei possessori della patente di guida. I cittadini così selezionati possono rifiutare l’incarico solo per giustificate ragioni. Il venire è assegnato al tribunale del territorio in cui si è formato, per un determinato periodo di tempo.

In passato, solo gli adulti maschi, bianchi e che detenessero una certa ricchezza potevano far parte del venire. Col passare del tempo,

183 Y. Kamisar et al., op. cit., p. 15.

146 grazie soprattutto agli interventi della Corte Suprema degli Stati Uniti, la selezione si è estesa anche ad altri soggetti; dapprima, nei confronti dei maschi bianchi senza proprietà, fino ad arrivare, infine, a tutti gli adulti. In questo modo sono state eliminate le discriminazioni e i giurati rappresentano al meglio, dal punto di vista demografico, la comunità.

Sulla base del VI Emendamento, che prevede l’imparzialità della giuria, la Corte Suprema ha riconosciuto il diritto dell’imputato a contestare il procedimento di formazione del venire. L’accusato, ai fini dell’accoglimento di tale sua denuncia, non deve provare l’intento discriminatorio dei funzionari che hanno partecipato alla procedura. Deve, invece, dimostrare che:

1) un gruppo di cittadini, distinto e riconoscibile, sia stato escluso dal venire;

2) per diverso tempo, il suddetto gruppo sia stato sottorappresentato nei venires che via via si sono formati presso la giurisdizione in cui è pendente la causa;

3) tale sottorappresentazione è il risultato di discriminazioni. La seconda fase del procedimento in esame è finalizzata alla formazione della giuria per la singola controversia. Alcuni membri del

venire, scelti a caso, vengono interrogati dal giudice, dal procuratore e

dall’avvocato difensore, in modo da sondare le loro esperienze, attitudini ed opinioni sui più disparati argomenti (questioni attinti a politica, religione, razza, orientamento sessuale, ecc.). In questo modo, il giudice e le parti hanno la possibilità di capire quali siano i giurati “inadatti” e di licenziarli, impedendone così la partecipazione al processo.

In particolare, il giudice rimuove chi non ritenga in grado di approcciarsi ai fatti di causa in modo imparziale. I contendenti, invece, ricusano coloro che potrebbero danneggiare i rispettivi interessi, senza

147 essere obbligati, tra l’altro, a fornire alcuna motivazione185. Spesso, in passato, il prosecutor si è servito dello strumento della ricusazione (peremptory challenge) in modo occulto e discriminatorio, proprio facendosi scudo dell’insussistenza del dovere di giustificarne l’utilizzo. Al riguardo, nel caso Swain v. Alabama del 1965, la Corte Suprema federale aveva dapprima ribadito che la peremptory challenge proveniente dal procuratore fosse assistita da una presunzione di correttezza. Spettava dunque al ricorrente (e cioè al giurato estromesso) dimostrare la violazione del principio di uguaglianza, di cui al XIV Emendamento. Egli, cioè, aveva l’onere di provare che:

«…in una sistematicità di casi, a prescindere dalle circostanze, dal reato oggetto del giudizio e dalla persona dell’imputato e/o della vittima, l’organo dell’accusa risulta responsabile per l’estromissione di Neri selezionati per prestare servizio come giurati…, avendosi come conseguenza che nessun individuo di colore abbia mai fatto parte di una giuria».

Tale complicatissimo onere probatorio per il ricorrente è stato finalmente eliminato nel 1986, con la sentenza Batson v. Kentucky della Corte Suprema statunitense. Questa ha stabilito, nello specifico, che il ricorrente non debba più dimostrare le continue discriminazioni razziali causate, con le ricusazioni, dal prosecutor. Deve invece provare:

1) di appartenere ad un gruppo razziale riconoscibile;

2) l’intento discriminatorio del prosecutor quando ha escluso il ricorrente stesso186.

Come risultato dei licenziamenti compiuti dal giudice e dalle parti, si ha la formazione della giuria per la singola controversia (petit jury), composta solitamente da 12 membri (di fatto, 6 scelti dall’accusa e 6

185 Ivi, pp. 457-458.

148 dalla difesa), più alcune riserve. Essa dovrà restare in isolamento per tutta la durata del processo, in modo da evitare condizionamenti di ogni tipo.

Come noto, al momento della composizione della petit jury, il

prosecutor e l’avvocato difensore dispongono spesso di numerose

informazioni sui membri del venire, acquisite in modo non trasparente. Infatti, i loro studi legali tendono a collaborare, durante il pretrial, con società che indagano sulla vita dei potenziali giurati, le quali ricorrono anche a metodi illegali, come intercettazioni telefoniche ed appostamenti187.

3.13 L’appello

Le corti d’appello sono presenti sia nella Federazione che nella maggior parte degli Stati. Nei pochi Stati in cui sono assenti (solo nove188), la decisione del tribunale di primo grado va impugnata

direttamente davanti alla Corte Suprema locale.

La Costituzione degli Stati Uniti non prevede un diritto all’appello. Della revisione automatica del processo beneficiano soltanto i condannati a morte. In generale, dunque, l’imputato soccombente rispetto ad una pronuncia giurisdizionale (sentenza o verdetto) può solo avanzare una richiesta d’appello al giudice di grado superiore. Serve l’autorizzazione di quest’ultimo (ipotesi poco frequente)

187 Cfr. La giuria negli Stati Uniti, John Grishman Italia, sito web, consultato in data

27/11/2016,

https://johngrishamitalia.wordpress.com/2016/01/25/la-giuria-negli-stati-uniti/.

188 Gli Stati della federazione privi di una corte d’appello sono i seguenti: Delaware,

Maine, Montana, New Hampshire, Rhode Island, South Dakota, Vermont, West Virginia e Wyoming (Cfr. Wikipedia, sito web, consultato in data 05/12/2016, https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_state_intermediate_appellate_courts).

149 affinché si apra il giudizio di revisione, in cui si ricontrollano i fatti di causa, senza la ripetizione del dibattimento. In molte giurisdizioni l’imputato può però ottenere un nuovo processo, là dove dimostri la sussistenza di gravi e numerosi errori giudiziali.

I motivi che il condannato può far valere con l’impugnazione sono: a) la sproporzione della pena;

b) la grave violazione di norme costituzionali nel processo di merito189.

L’appello dell’imputato che sia stato condannato dopo aver reso una dichiarazione di colpevolezza è ancora più limitato, potendo egli contestare meno elementi rispetto a quelli denunciabili dopo una condanna processuale.

Il capovolgimento della pronuncia di condanna nel giudizio di secondo grado avviene, in media, nel 5-10 % dei casi. La percentuale è poco più alta per le modifiche parziali, che non rovesciano appunto l’intera statuizione.

Il procuratore non ha la possibilità di impugnare la sentenza (o il verdetto) di assoluzione. Infatti, secondo il principio costituzionale del

double jeopardy, è vietato perseguire due volte una stessa persona per

il medesimo reato.

Il prosecutor può impugnare, invece, certe altre tipologie di provvedimenti per lui sfavorevoli, emessi dal giudice prima o durante il trial. Si tratta comunque di statuizioni alquanto rare, perché quasi mai l’organo giudicante ostacola l’azione penale della pubblica accusa190.

Gli appelli di quest’ultima sono disciplinati dalle leggi dei vari ordinamenti statunitensi. A livello nazionale, è vigente il Federal

189 Cfr. Note sul sistema giudiziario americano, Agli incroci dei venti, sito web,

consultato in data 06/12/2016,

http://www.agliincrocideiventi.it/2009/note-sul-sistema-giudiziario-americano/.

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Criminal Appeals Act del 1970. Spesso tali normative permettono, per

due ordini di motivi, l’utilizzo del gravame avverso il provvedimento con cui il giudice, su richiesta dell’imputato, ordina l’eliminazione di certe prove. La prima ragione deriva dal fatto che la rimozione di alcuni materiali probatori è un’attività molto delicata: potrebbe far decadere le condizioni necessarie per portare avanti la causa, costringendo il pubblico ministero all’archiviazione. La seconda motivazione è che spesso le regole sull’invalidità degli atti investigativi della polizia sono incerte; è indispensabile, pertanto, che la definitiva legittimazione od invalidazione dell’operato delle forze dell’ordine provenga da una corte superiore.

Alcune giurisdizioni permettono al procuratore di utilizzare la suddetta tipologia di impugnazione in modo limitato. Ad esempio, solo se il prosecutor dichiari che l’ordine giudiziale di soppressione delle prove eliminerà ogni “ragionevole possibilità” di intraprendere un’azione penale di successo. Oppure, solo nelle ipotesi in cui l’invalidazione dei materiali probatori sia stata disposta a causa dell’acquisizione illegale degli stessi. Il Federal Criminal Appeals Act, invece, non prevede simili limitazioni, ma si riferisce, in modo generico, ai provvedimenti che “sopprimono o escludono prove”.

Là dove la pubblica accusa ritenga che sia difficile ottenere il riconoscimento di certe prove decisive, è suo interesse chiedere al giudice di pronunciarsi subito (nel pretrial) sull’ammissibilità delle stesse, in modo da poter impugnare un’eventuale decisione sfavorevole191.

È riportato di seguito il testo (tradotto in italiano) della normativa federale sull’appello della pubblica accusa.

In un procedimento penale, l’impugnazione da parte degli Stati Uniti va rivolta ad una corte d'appello per contestare la decisione, il

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giudizio o l’ordine di un tribunale distrettuale che abbia respinto un rinvio a giudizio o concesso un nuovo processo dopo il verdetto o la sentenza, con riferimento ad uno o più capi d’accusa, o parte degli stessi; eccezionalmente, nessun appello è consentito là dove la clausola del “double jeopardy” della Costituzione degli Stati Uniti vieti un’ulteriore accusa.

L’impugnazione da parte degli Stati Uniti va rivolta ad una corte d'appello per contestare la decisione o l’ordine di un tribunale distrettuale che abbia soppresso od escluso prove, o che abbia disposto la restituzione di beni sequestrati nel procedimento penale, fatta non dopo che l’imputato sia stato messo sotto processo e prima del verdetto o del rinvio a giudizio, se il procuratore federale certifica al tribunale distrettuale che il ricorso non ha lo scopo di perdere tempo e che la prova attiene ad un fatto rilevante.

L’impugnazione da parte degli Stati Uniti va rivolta ad una corte d'appello per contestare la decisione o l’ordine, emessi da un tribunale distrettuale degli Stati Uniti, di rilasciare una persona accusata o condannata per un reato, o che abbia respinto una richiesta di revoca delle predette statuizioni o di modifica delle condizioni delle stesse.

L'appello, in tutti questi casi, deve avvenire entro trenta giorni dalla pronuncia della decisione, della sentenza o dell’ordinanza e deve essere portato avanti diligentemente.

Le disposizioni della presente sezione devono essere liberamente interpretate per raggiungere gli scopi della stessa192.

192 Cfr. Legal Information Institute, United States Code, titolo 18 > parte II > capitolo

235 > sezione 3731, sito web, consultato in data 07/12/2016, https://www.law.cornell.edu/uscode/text/18/3731.

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Conclusione

BREVE CONFRONTO TRA IL PUBBLICO