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Il funzionamento del plea bargaining

GLI INTERVENTI DEL PROCURATORE NEL PRETRIAL E NELL’EVENTUALE

3.6 Il funzionamento del plea bargaining

In molti casi, i soli partecipanti al plea bargaining sono il procuratore e l’avvocato difensore, il quale ovviamente si consulta con

139 Ivi, pp. 10-14.

140 R. GAMBINI MUSSO, op. cit., pp. 56-57. 141 J. I. TURNER, op. cit., pp. 38-39.

120 il proprio cliente. Le trattative si svolgono generalmente durante il

pretrial e sono condotte al telefono, nell’ufficio del prosecutor o in

tribunale. Fatta eccezione per poche giurisdizioni, il pubblico ministero non ha alcun obbligo di informare o consultare la vittima del reato circa l’attività posta in essere.

La dichiarazione di colpevolezza dell’imputato è un elemento essenziale per l’accordo di patteggiamento; la sua validità, verificata opportunamente dal giudice esaminando le prove e rivolgendo domande all’accusato, dipende dal fatto che essa sia resa in modo intelligente, consapevole, volontario e sulla base dei fatti concreti della causa. Tuttavia, il controllo circa la sussistenza di tali elementi non è particolarmente incisivo ed efficiente, in quanto le parti, avendo deciso di stipulare un accordo, difficilmente presenteranno in udienza quei materiali probatori che possano costituire un ostacolo per il raggiungimento dello stesso142.

Molte giurisdizioni prevedono che le corti debbano anche verificare se il plea of guilty rifletta i fatti del caso concreto, in modo da evitare che l’imputato confessi crimini che, in realtà, non ha mai commesso. Non si tratta, comunque, di un accertamento particolarmente stringente e non si richiede una specifica quantità di prove da presentare. Ai fini del requisito in questione, alcuni Stati prevedono che debbano emergere sufficienti materiali probatori, sulla base dei quali il giudice possa ragionevolmente ritenere che l’imputato abbia probabilmente commesso il reato143. A livello federale, invece, si richiede il riscontro

di una rilevante possibilità di condanna, sulla base di tutte le circostanze del caso144.

142 Ivi, pp. 22-23. 143 Ivi, pp. 41-42.

144 L’ordinamento federale prevede anche che, là dove il caso coinvolga più imputati,

il procuratore deve fare in modo che il patteggiamento con uno di essi non incida negativamente sulle indagini o sul procedimento penale riguardanti gli altri accusati (G. GILLIÉRON, op. cit., p. 111).

121 Ad ogni modo, la sede in cui il giudice decide se ratificare o meno il

plea bargaining è l’arraignment145. Se però, come accade meno frequentemente (nelle giurisdizioni che lo permettono), l’accordo viene raggiunto durante o dopo la fase dibattimentale, l’eventuale ufficializzazione dello stesso non può che avvenire successivamente. Di solito, i procuratori preferiscono accordarsi con l’avversario quanto prima possibile, in modo da risparmiare tempo e risorse.

A seguito della ratifica, il giudice emette discrezionalmente la sentenza di condanna, a meno che le parti non avessero già pattuito una pena specifica (cosa che accade raramente, perché i giudici sono particolarmente restii ad accettare questa ulteriore limitazione dei loro poteri)146.

Il perfezionamento del plea bargaining, dunque, preclude la via del processo e vincola le parti a rispettare le promesse reciprocamente scambiate. Se l’imputato dovesse risultare inadempiente rispetto agli obblighi assunti (ad esempio, rifiutandosi di cooperare con la giustizia), la pubblica accusa sarà autorizzata a richiedergli una specifica prestazione, oppure a rescindere il patto; se essa opti per la recessione, può far valere nuovamente quei capi di imputazione che in precedenza, in vista dell’accordo, erano stati accantonati147.

Con il plea bargaining l’imputato rinuncia alle garanzie dibattimentali, permettendo una definizione celere del procedimento penale e facilitando il lavoro del procuratore. Di conseguenza, come

145 L’imputato può ritirare la sua dichiarazione di colpevolezza in ogni momento, ma

prima che il giudice l’abbia accettata. Dopo tale accettazione, l’accusato può ritirare il plea of guilty solo se la corte abbia rigettato l’accordo di patteggiamento stipulato precedentemente dalle parti, oppure se l’imputato dimostri la sussistenza di un’equa e giusta ragione (fair and just reason). Dopo la sentenza di condanna, il destinatario di questa non può ritirare la dichiarazione di colpevolezza, a meno che non provi che il ritiro sia necessario per evitare una manifesta ingiustizia.

146 J. I. TURNER, op. cit., p. 23. 147 Ivi, pp. 44-45.

122 visto precedentemente, quest’ultimo gli ricambia il “favore” in due modi alternativi:

1) chiede al giudice l’irrogazione di una pena sensibilmente contenuta (sentence bargaining);

2) alleggerisce il peso dell’imputazione, riducendo l’oggetto di questa ad un reato meno grave, oppure archiviando certi capi d’accusa (charge bargaining).

Non bisogna però dimenticare che, nell’ambito delle trattative per il patteggiamento, più sono forti le prove a disposizione del prosecutor, meno ampie sono le concessioni che quest’ultimo sarà disposto ad elargire all’accusato (e maggiormente difficoltoso sarà per costui resistervi). Capita addirittura che la pubblica accusa, approfittando della vulnerabilità dell’imputato sottoposto a custodia cautelare, lo convinca ad accettare proposte per lui non proprio favorevoli.

Diverse norme etiche sono finalizzate ad evitare che i poteri discrezionali del procuratore sfocino in abusi, violando i diritti dell’imputato. Pur non essendo giuridicamente vincolanti, esse aiutano il giudice a valutare i comportamenti della pubblica accusa148. Se ne veda qualcuna.

 Un procuratore non dovrebbe intraprendere trattative

finalizzate al patteggiamento direttamente con un imputato che è rappresentato dall’avvocato difensore, a meno che non vi sia l’approvazione del legale stesso. Là dove l’imputato abbia rinunciato correttamente al difensore, il procuratore può impegnarsi con lui in discussioni di patteggiamento, anche se, ove possibile, una registrazione di tali discussioni dovrebbe essere fatta e conservata149.

148 G. GILLIÉRON, op. cit., p. 126.

149 ABA, Standards for Criminal Justice Relating to the Prosecution Function,

123  Un procuratore non deve fare consapevolmente false

dichiarazioni o rappresentazioni, di fatto o di diritto, nel corso delle discussioni di patteggiamento con il difensore o con l'imputato150.

 Un procuratore non dovrebbe fare alcuna promessa od

impegnarsi per assicurare ad un imputato o al suo avvocato difensore che un tribunale imporrà una specifica condanna od una sospensione della pena; un procuratore può correttamente informare la difesa sulla posizione che sarà adottata per quanto riguarda la disposizione della causa151.

 Un procuratore dovrebbe rispettare un accordo di

patteggiamento, a meno che anche l’imputato non lo rispetti o siano presenti altre circostanze attenuanti152.

Si considerino ora alcune previsioni dell’U.S. Attorneys’ Manual, poste a garanzia di un intervento del procuratore federale, nel plea

bargaining, caratterizzato da: correttezza, giustizia, imparzialità e

assenza di discriminazioni153.

La regola 11 delle Federal Rules of Criminal Procedure riconosce e codifica il concetto di accordo di patteggiamento. Questo dovrebbe riflettere onestamente la totalità e la gravità della condotta dell’imputato, nonché ogni direzione per la quale il procuratore si sta accordando, e deve essere realizzato rispettando le opportune previsioni delle linee guida relative alle sentenze di condanna. ...La

150 Ivi, Standard 3-4.1, punto c). 151 Ivi, Standard 3-4.2, punto a). 152 Ivi, Standard 3-4.2, punto c).

153 Le procure federali elaborano spesso, nel rispetto dell’U.S. Attorneys’Manual e di

altre fonti, politiche scritte per disciplinare il plea bargaining. Le procure statali, invece, raramente mettono per iscritto simili politiche (G. GILLIÉRON, op. cit., p. 112).

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politica del Dipartimento è quella di accordarsi solo sui fatti che rappresentano accuratamente la condotta dell’imputato154.

Nel determinare se sia opportuno stipulare un accordo di patteggiamento, il procuratore federale dovrebbe fare tutte le valutazioni rilevanti, tra cui quelle concernenti:

 la disponibilità dell’imputato a cooperare nelle indagini o

nei procedimenti penali nei confronti di terzi;

 la storia dell’imputato con riferimento ad attività criminali;  la natura e la gravità del reato o dei reati oggetto

dell’imputazione;

 il rimorso o la contrizione dell’imputato e la sua

disponibilità ad assumersi la responsabilità della propria condotta;

 l’opportunità di una disposizione del caso pronta e certa;  le probabilità di ottenere una condanna al processo;  i probabili effetti sui testimoni;

 la probabile sentenza o altre conseguenze se l’imputato

dovesse essere condannato;

 il pubblico interesse al processo o alla dichiarazione di

colpevolezza;

 le spese del processo e dell’appello;

 la necessità di evitare ritardi nella disposizione di altre

cause pendenti;

 gli effetti sul diritto della vittima alla riparazione155.

154 Cfr. U.S. Attorneys’ Manual, 9-16.300, United States Department of Justice, sito

web, consultato in data 02/12/2016,

https://www.justice.gov/usam/usam-9-16000-pleas-federal-rule-criminal-procedure- 11#9-16.300.

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Il procuratore federale non dovrebbe, tranne nel caso in cui abbia l’autorizzazione dell’Assistente del Procuratore Generale con la responsabilità di supervisione in materia, stipulare un accordo di patteggiamento se l’imputato affermi la sua innocenza con riferimento all’accusa o alle accuse per cui offre la dichiarazione di colpevolezza. Nel caso in cui l’imputato offra una dichiarazione di colpevolezza ma neghi di aver commesso il reato oggetto della sua offerta, il procuratore federale dovrebbe proporgli di provare al governo tutti i fatti conosciuti, per supportare la conclusione che l’imputato sia di fatto colpevole156.