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La forza fisica data da Dio e finalizzata alla liberazione del popolo: la figura emblematica di Sansone

L’unico modello positivo di forza fisica, messa però al servizio della causa religiosa del popolo d’Israele, che ritroviamo nella Bibbia è il caso del giudice Sansone, le cui vicende sono narrate, non senza compiaciute esagerazioni, in Giudici 13-16. L’eccezionale forza di cui Sansone è dotato non è ovviamente una dote individuale umana, ma gli è data dal fatto che il Signore lo ha scelto ed è mantenuta mediante determinate pratiche igienico-alimentari. La forza fisica e il coraggio servono per compiere memorabili imprese contro le popolazioni filistee che si opponevano al consolidamento delle genti ebraiche in Palestina61: di questi episodi scegliamo quelli relativi alla vocazione di Sansone e alla strage dei Filistei con la mascella d’asino.

60 La pratica di fare sempre una selezione delle forze a disposizione si trova spesso nel testo biblico (cfr. Giudici 20, 8;

Primo libro di Samuele, 13,2; Secondo libro di Samuele 20, 1; Primo libro dei Re 8, 66 e 12, 16).

61 Ricordiamo la lotta contro il leone (Giudici 14, 5-6), la distruzione dei raccolti filistei mediante le volpi con le torce

sulle code (Gdc 15, 4-5), la vendetta per l’uccisione della sua sposa e di suo padre (Gdc 15, 7-8), la battaglia a colpi di mascella d’asino (Gdc 15, 9-20), lo scardinamento della porta della roccaforte filistea di Gaza (Gdc 16, 1-3), la distruzione dell’edificio sacro dei Filistei a Gaza, evento nel quale Sansone stesso, reso cieco dopo il tradimento di Dalila, trova la morte (Gdc 16, 23-31).

L’angelo del Signore apparve alla donna62 e le disse:

“Tu finora non hai potuto avere figli. Ma ora resterai incinta ed avrai un figlio maschio. Ma dovrai fare come ti dico: non bere vino e liquori, e non toccare cibi impuri, perché resterai incinta e darai alla luce un figlio. I suoi capelli non dovranno mai essere tagliati, perché sarà consacrato a Dio come nazireo63, fin dal seno di sua madre. Egli comincerà a liberare Israele dai Filistei64”.

I Filistei andarono ad accamparsi in Giudea e attaccarono la città di Lechi. Gli uomini della tribù di Giuda dissero:

“Perché ci attaccate?”. Essi risposero:

“Siamo venuti a prendere Sansone, legarlo e fargli così pagare quello che ci ha fatto1”.

Allora tremila uomini della tribù di Giuda andarono nella caverna della roccia di Etam65 e dissero a Sansone:

“Lo sai che i Filistei fan da padroni nel nostro territorio? Guarda in che guai ci hai messi!”. Sansone rispose::

“Io ho trattato loro come loro hanno trattato me”66. Gli uomini di Giuda replicarono:

“Siamo venuti a legarti, e ti consegneremo ai Filistei”. Sansone disse loro:

“Datemi la vostra parola che non mi ucciderete voi stessi”.

“D’accordo – risposero – Noi vogliamo solo legarti e consegnarti ai Filistei. Non ti uccideremo”. Così lo legarono con due corde nuove, e lo fecero uscire dalla caverna.

Quando Sansone arrivò a Lechi, i Filistei gli vennero incontro con grida di trionfo. Ma all’improvviso lo spirito del Signore agì con potenza in Sansone: le corde attorno alle sue braccia si ruppero, come dei fili bruciati, e tutti i legami gli caddero dalle mani. Sansone trovò la mascella di un asino morto da poco. Allungò il braccio e l’afferrò, e con essa uccise mille uomini. Alla fine disse:

“Con la mascella di un asino li ho strigliati come asini, con la mascella di un asino ho ucciso mille uomini”.

Sansone gettò via la mascella e chiamò quella località Ramat – Lechi (“Collina della Mascella”). Poi Sansone ebbe sete e invocò il Signore: “Tu mi hai dato questa grande vittoria. Ma ora io rischio di morire di sete o di finire prigioniero di questi Filistei, che sono incirconcisi67”.

Allora Dio fece sgorgare dal suolo una sorgente d’acqua. Sansone bevve e riprese forza. Quella sorgente fu chiamata En – Koré (“Sorgente di Colui che Invoca”): si trova a Lechi, e c’è ancora. Sansone fu giudice, capo d’Israele, per vent’anni, al tempo delle lotte con i Filistei.

62 La madre di Sansone non è indicata nel testo biblico con il suo nome proprio: di lei si dice solo che è la moglie di Manoach,

appartenente alla tribù di Dan ed abitante a Zorea, una cittadina a circa venti chilometri da Gerusalemme.

63 “Nazireo” è colui che viene consacrato a Dio ed è contraddistinto da una serie di rinunce, tra cui appunto l’astenersi da certi

cibi e dal taglio dei capelli (si veda Numeri 6, 1-8).

64 Popolazione di stirpe indo-europea, proveniente presumibilmente dall’isola di Creta, i Filistei nel XII secolo a. C. tentarono

di penetrare in Egitto: sconfitti da Ramesse III, diventarono suoi vassalli e si stanziarono sulle coste della Palestina dove fondarono cinque importanti città (Gaza, Ashdod, Ascalona, Gat ed Ecron). In perenne contesa con gli israeliti, li vinsero e li assoggettarono nel 1050 a. C. circa, ma successivamente furono definitivamente sconfitti dal re Davide, perdendo ogni forma di autonomia e seguendo le vicende dei regni ebraici.

65 Sansone, dopo avere fatto strage dei Filistei che gli avevano ucciso la moglie e il suocero, si era rifugiato in questo luogo

difficilmente accessibile, situato nel territorio della tribù di Giuda, proprio per questo motivo ora attaccato dai Filistei.

66 La scena è rappresentata in un modo che conosce come unica forma di giustizia la legge del taglione, per cui questa si

realizza punendo chi ha commesso una colpa facendogli subire un crimine analogo.

67 Come è noto, per gli Ebrei la circoncisione, l’escissione chirurgica (totale o parziale) del prepuzio dei neonati, è il segno

dell’appartenenza al popolo di Abramo, nel quale per primo fu segno dell’alleanza con Dio. La pratica, giustificata da ragioni igieniche o da necessità mediche, presso molti popoli assume significati religiosi.

(Giudici 13, 3-5; 15, 9-20; in Parola del Signore. La Bibbia. Traduzione interconfessionale in lingua

corrente, Elle Di Ci, Leumann (TO) – Alleanza Biblica Universale, Roma, 1985, pp. 303 e 306)

COMMENTO

La figura di Sansone è una figura paradossale, nella quale la smisurata forza fisica, capace di produrre effetti devastanti, è sempre associata ad una elementare fede nel Signore, che si esprime, come nel secondo brano riportato, in richieste immediate e precise.

La vicenda è narrata non senza un tocco di humour, come è denotato dalla scelta di un’arma così inconsueta come la mascella di un asino, fatto che permette a Sansone, a strage conclusa, anche di irridere il nemico.

Sia in questa narrazione sia nelle altre riguardanti Sansone, l’accento non è posto tanto sulla forza fisica in sé, dal momento che mancano ad esempio descrizioni precise della sua fisionomia, quanto sul suo effetto prodigioso, una volta che questa è riconosciuta come promanante da Dio.

TESTO 20. Femminilità e spirito bellico in un’eroina del popolo di Israele:

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