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GEMELLI: ALLA RICERCA DEL PARTNER SCOMPARSO

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 61-72)

Le due brillanti stelle dei Gemell

“O Muse dagli occhi brillanti, parlateci dei figli di Zeus, i Tindaridi,

i grandi figli di Leda:

Castore, che domava i cavalli,

e Polluce, l’uomo senza macchia” (2)

Inno omerico ai Dioscuri

Elena si trovava sulle mura di Troia e guardava il campo di battaglia dove il fratello di suo marito, Agamennone, aveva raccolto il più grande esercito composto dalle armate di tutta la Grecia. Accanto a lei c’era Priamo, padre di Paride, l’eroe che l’aveva condotta sui lidi stranieri della città. Il patriarca le chiese di descrivere i valorosi guerrieri greci che riusciva a individuare. Elena, “la più splendida tra le donne”, (3) era stata la sposa di Menelao re di Sparta, prima che Paride la reclamasse per portarla a Troia quale premio per aver giu-dicato Afrodite la più bella tra le dee. Perciò, conosceva bene i generali greci accampati. Ma mentre scrutava il campo, elencando i vari eroi a Priamo, non riusciva a scorgere i suoi fratelli gemelli, Castore e Polluce (4)

Era strano che i suoi fratelli non fossero insieme all’esercito greco. Essi l’avevano liberata quando, molto più giovane, era stata rapita da Teseo. Ave-vano anche fatto parte dell’eroico drappello guidato da Giasone alla ricerca del Vello d’Oro (5) e partecipato alla caccia del Verro di Caledonia. Erano fa-mosi per le loro abilità guerriere, perciò Elena era stupita di non vederli insie-me agli altri, che erano venuti per liberarla da Troia e dal suo rapitore Paride. Elena era stata assente da Sparta durante i dieci anni della guerra. Quindi non poteva sapere che una tragedia aveva colpito i suoi fratelli gemelli e che il Fa-to aveva suggellaFa-to il loro destino come stava per fare con il suo.

Castore e Polluce erano amati sia dagli dei sia dai mortali. Erano cono-sciuti come Dioscuri, i figli di Zeus, secondo una più antica versione suggerita dall’inno omerico ai Dioscuri, che li voleva entrambi eroi divini. Tuttavia, se-condo versioni classiche più tarde, avevano avuto origine da una famiglia di ti-po più complesso. Questa, anche se non la più antica, divenne la versione ti- po-polare.

I loro genitori erano Leda e Tindaro, la regina e il re di Sparta. Zeus si era invaghito di Leda e, per sedurla, si era trasformato in cigno. Ermes allora lo inseguì sotto forma di aquila. E in combutta con lui diresse, da vero bric-cone, il cigno verso la salvezza rappresentata dall’abbraccio di Leda. Leda partorì due uova gigantesche dopo essere stata fecondata sia da Zeus sia dal marito Tindaro. Da un uovo emersero Elena e Polluce, la divina progenie di Zeus, e dall’altro Castore e Clitennestra, quella umana di Tindaro. Qui, il dua-lismo geminiano si estende a vari livelli. Una parte dei gemelli è divina, l’altra è mortale. Una parte è di sesso maschile, l’altra femminile. Una parte è insie-me maschio-femmina e divina-mortale, proprio coinsie-me l’altra. Questa duplice

genealogia fa parte integrante del mito che ispira la costellazione dei Gemelli, strutturata intorno alle due stelle splendenti di Castore e Polluce. In apparen-za, Castore e Polluce sono uguali, tuttavia il loro destino è diverso. Essi devo-no imparare a separarsi. Il complesso raggruppamento di ‘altri’ alla nascita e la perdita definitiva del legame diventa il fato che sta alla base dell’esperienza dei Gemelli (6) Inoltre, entrambe le coppie di gemelli portano avanti nella re-lazione da adulti lo stesso coinvolgimento. Elena e Clitennestra sposano due fratelli, Menelao ed Agamennone. Castore e Polluce sposano due sorelle, le loro cugine gemelle. (questo ci ricorda che, spesso, la prima impronta e il primo modello dei nostri rapporti con i fratelli vengono ricreati con partner adulti.)

Quando Paride, sotto la guida di Afrodite, giunse nella patria di Elena per sedurla ed attirarla a Troia, i due fratelli gemelli lo accolsero generosamente come il benvenuto. Subito dopo il suo arrivo, comunque, essi partirono per as-sistere al matrimonio dei loro cugini gemelli Ida e Linceo. Tuttavia, prima che si celebrasse il matrimonio, Castore e Polluce rapirono le promesse spose, an-ch’esse gemelle, proclamandole loro mogli. Nella rappresentazione del ratto su un vaso, sia Afrodite sia Zeus erano presenti quando le due sorelle furono prelevate dal sacro recinto della stessa Afrodite (7) La dea dell’amore/passio-ne sessuale e il dio dell’ordidell’amore/passio-ne sono consapevoli del fatto e, forse, hanno persi-no benedetto tale unione. Il legame tra gemelli, che è anche una metafora per i fratelli e altre simili relazioni, è permeato da un sottofondo di tipo erotico e competitivo. Le due sorelle promesse spose erano figlie del fratellastro di Tin-daro. I temi di confusione e coinvolgimento familiare sono comuni nelle storie di gemelli. Probabilmente, le sorelle erano divinità lunari dato che ognuna di esse era chiamata col nome di una fase lunare: Febe, ‘la pura’ e Ileira, ‘la se-rena’. (8) Così, gli eroi solari gemelli trovano le loro controparti femminili. Al-tri due gemelli, gli olimpici Apollo ed Artemide, reciprocamente devoti, erano anticamente sinonimi dei luminari. Astrologicamente, spesso sottovalutiamo la storia dei gemelli che allude al Sole e alla Luna.

Il mito geminiano si colloca in una complicata situazione di dualismo e abbinamento. Castore e Polluce sono talmente fusi insieme che rendono diffi-cile la separazione. Sposano due gemelle che hanno portato via ai loro cugini, anch’essi gemelli. Le loro storie sono così intrecciate che la separazione viene rimossa. Ognuno dei gemelli viene preso dallo stesso ingranaggio di rapporto intimo oppure di rivalità. Legati in questo stato di simbiosi, non riescono a ve-dere se non il proprio riflesso.

Per ironia, mentre Castore e Polluce rapiscono le fidanzate dei loro cugini viene ‘rubata’ la loro stessa sorella. Il mito dimostra che la conseguenza del loro raggiro è l’arrivo di uno straniero o figura ombra, rappresentata da Paride. La famiglia subisce un cambiamento irreversibile quando uno dei fratelli pren-de una partner poiché, insieme a lui, si congiunge ad un’altra linea ancestrale. In un sistema familiare, i due fratelli devono confrontarsi con la perdita del loro rapporto reciproco, e sono costretti a prendere atto che uno di loro sta la-sciando la casa per entrare nel mondo del rapporto adulto.Un modo di

affron-tare i problemi irrisolti dell’ombra emergente è quella di proiettarli su famiglia e partner dei fratelli, cioè sui cognati.

Un’altra versione suggerisce che le due coppie di gemelli (Castore-Pollu-ce e Ida-Lin(Castore-Pollu-ceo) siano venute in conflitto a causa della divisione di una man-dria. Tutti e quattro avevano razziato con successo nei territori dei vicini ed erano ritornati con una gran quantità di bestiame. La disputa sorge sul tema del possesso (sfera del Toro), che fa presagire l’esperienza geminiana della perdita e della separazione. Entrambe le coppie incominciano a combattere finché una spada trafigge Castore, il gemello mortale, Viene così rivelata la ve-rità sui loro destini. Castore deve morire mentre Polluce, che ha il dono del-l’immortalità a causa del padre divino, no.

Polluce è adesso completamente solo. La visione del fratello ucciso in battaglia evoca la profonda sofferenza della loro irrevocabile separazione. Ca-store è la parte di Polluce che completava il suo senso di interezza; con la sua perdita c’è il vuoto e l’ossessiva sensazione di qualcosa che manca. Il suo do-lore era intenso, talmente intenso che non poteva più vivere senza di lui. Per-ciò supplicò Zeus di permettergli di abbandonare la sua immortalità per essere vicino al fratello. Come dono eccezionale, Zeus concesse al figlio divino l’e-saudimento di tale desiderio. La loro originaria differenza (divino contro mor-tale) verrà eguagliata da una parziale immortalità per entrambi.

Mentre si è portati a definire il comportamento geminiano come dispersi-vo, nervoso o disimpegnato, ciò che in realtà si nasconde dietro di esso, sep-pure inconsciamente, è la ricerca frenetica dell’altro. In questo mito, è il lega-me spezzato con il fratello gelega-mello che perlega-mette all’altro di oltrepassare la so-glia verso il mondo ultraterreno, il terreno psicologico in cui incontriamo ‘l’ombra’. Castore, il mortale, diventa lo psicopompo, colui che guida il fratello oltre la morte. Nei gemelli, la separazione risveglia la consapevolezza, e la consapevolezza di essere separati è penosa. Nell’oroscopo, il Gemelli spesso proietta la memoria più antica della separazione e della ricerca per ciò che manca ‘sull’altro’ nelle vesti di un fratello, un amico o un partner.

Quello dei Gemelli è il primo segno nella triplicità di aria, mutabile e dua-le. Essenzialmente è la prima rappresentazione zodiacale della separazione e degli opposti. Considerando lo zodiaco come una metafora dell’evoluzione psi-cologica, l’esperienza geminiana avviene molto presto, prima che la capacità di comprendere, riflettere o analizzare si sia sviluppata, e prima che l’esperien-za dell’attaccamento emotivo alla sicurezl’esperien-za, rappresentato dal Cancro, sia sta-ta interiorizzasta-ta. All’interno del processo evolutivo, il Gemelli è troppo giovane per sostenere l’impatto di una perdita profonda come quella vissuta da Pollu-ce. I sentimenti costellati da questa perdita vengono consapevolmente dimen-ticati, fluendo verso il Lete, il fiume sotterraneo dell’oblio. I forti sentimenti di dolore risvegliati dalla separazione con l’altro sono sepolti e viene loro negato l’accesso alla coscienza, diventando ombre di sentimenti; si percepisce un senso di vuoto, di qualcosa che si è perduto o che manca, di incompletezza. Molto comunemente, questo sentimento di ‘mancanza’ viene proiettato fuori, nel mondo degli altri uguali, giacché questo è il mondo compatibile con quello

dei Gemelli. La parte mancante, allora, viene idealizzata come anima gemella (segno della Bilancia) o come un legame di amore fraterno (segno dell’Aqua-rio). Spesso, la sensazione di profonda perdita non ha alcuna spiegazione ra-zionale. Tuttavia, questi sentimenti vengono assorbiti dal sistema nervoso tra-sformandosi in ansietà o mancanza di concentrazione. Poiché la memoria in-conscia della separazione viene risvegliata dalla vicinanza condivisa nel rap-porto adulto o amicizia intima, un impegno elusivo diventa l’effettiva difesa contro la perdita.

I gemelli e la cultura della copia

“Finalmente ho saputo chi ero quando stamattina mi sono alzato, ma penso di essere cambiato diverse volte da quel momento”

Lewis Carrol

Il mito dei gemelli viene espresso in modi diversi nelle varie culture, tutta-via l’immagine del dualismo è una costante. Elementi opposti come luce ed oscurità, cielo e terra, giorno (Sole) e notte (Luna), bene e male sono facili da accoppiare, per cui molti miti rappresentano i gemelli come polarità di ener-gie.(10) Il dualismo è rappresentato dai gemelli rivali che guidano forze antite-tiche o dai gemelli che cooperano, come i Dioscuri e gli Asvin (i Gemelli vedi-ci).

Lo studio comparativo di questo mito di Levi Stauss fa notare che “ci so-no differenze so-notevoli sulla tipologia dei gemelli tra la cultura europea e quella nord-americana”. I miti europei mettono l’accento sulla somiglianza, che porta alla cancellazione delle differenze (ideologia dell’identità); i miti nord-america-ni fanno risaltare le differenze dove ognuno dei due gemelli deve coesistere con le proprie diversità (ideologia degli opposti) (11) Un altro modo di osser-vare questa dicotomia consiste nel mettere a confronto le culture tribali che descrivono l’uccisione di uno o di entrambi i gemelli e le culture letterate che parlano di unione dei gemelli. Mentre in tutte le culture esistono motivi comuni sui gemelli, le differenze ideologiche sembrano ridursi alla possibilità che il ge-mello-altro sia assorbito e integrato, simboleggiando una natura olistica/an-drogina, oppure che sia allontanato ed ucciso suggerendo un’eterna polarità ed opposizione. Psicologicamente, il compito dei Gemelli oscilla tra il bisogno istintivo di eliminare e quello sociale di assimilare il suo opposto. Ad ogni buon conto, il suo destino è quello di incontrare l’altro gemello.

I gemelli, come duplicati o copie, rappresentano naturalmente la consa-pevolezza “dell’altro”. Sia che rivestano il ruolo di imbroglioni, psicopompi, eroi, fondatori di città, guerrieri, o dei, essi attivano comunque la consapevo-lezza. Nascita e cultura costellano l’immagine dei gemelli. Il loro archetipo, in termini attuali, simboleggia la coscienza ‘dell’ombra, la personificazione del-l’alter ego o uno specchio che riflette ciò che manca. Il gemello può essere un

rivale, la parte ‘oscura’ o non eroica che deve essere sopraffatta; oppure un fratello, un partner che fondamentalmente agisce da controparte o anima. L’e-mergente consapevolezza dell’altro e il tentativo di co-esistere o di eliminare spesso richiede un sacrificio per poter crescere. Questo è un tema che ricorre in tutti i miti. A me sembra che il sacrificio avvenga quando incominciano a svilupparsi il linguaggio e la mobilità. Con questo processo evolutivo si risve-gliano la consapevolezza e la separazione. Il gemello viene abbandonato.

Bruce Lincoln ipotizzava che nella cosmogonia proto-indo-europea il mondo emergesse “da un atto primordiale di sacrificio dove il primo sacerdo-te, Manu (da man = uomo), sacrificava il suo gemello, il primo re, il cui nome era Yemo (= gemello) (12) Da qui hanno origine molte cosmogonie occidenta-li, tra cui quella vedica. Manu (13) fu il primo uomo a venerare gli dei attraver-so il sacrificio del suo gemello Yama, che divenne in seguito il responsabile del mondo sotterraneo accompagnando i morti nel regno degli antenati. “Yama fu la vittima sacrificale indispensabile per la creazione cui presiedeva Manu.” (14) Riscontriamo lo stesso motivo nei miti di certe tribù africane dove uno dei gemelli esce prematuramente dall’uovo cosmico mentre l’altro viene sacrifica-to per assicurare un mondo migliore. (15)

È lo stesso motivo che appare nella fondazione di una città (16) (la fon-dazione di una città rappresenta il movimento verso la civiltà e lo sviluppo consapevole), come nel caso dei due gemelli Romolo e Remo, dove Romolo uccide il suo gemello e dà il proprio nome alla città eterna. Così l’impero ro-mano viene fondato sul sangue di Remo. È abbastanza interessante che que-sto motivo arcaico sia apparso in una cultura più tarda. (17) Anche la mitolo-gia greca descrive i gemelli come fondatori di città, ma diversamente dal mito romano, il gemello non sempre viene apertamente sacrificato

I gemelli greci, Anfione e Zeto, sono fondatori di città ma, invece di ucci-dere il partner, essi collaborano nella costruzione delle mura di Tebe. Altri e numerosi motivi si intrecciano con la loro storia: la madre scandalosa o esilia-ta costretesilia-ta ad esporre i figli appena nati, l’essere allevati da un pastore, la li-berazione finale della madre da parte loro, la paternità divina e le notevoli dif-ferenze che li contraddistinguono. (18) Sono motivi che fanno parte anche del mito romano ma, a differenza di questo, il tema del sacrificio come preannun-cio di civiltà e consapevolezza viene qui rimpiazzato da quello dell’integrazio-ne. I due gemelli preannunciano la rinascita di Tebe, destinata a diventare una grande città, e la ricostruiscono utilizzando i loro talenti considerevolmente di-versi. Anfione è un dotato musicista la cui lira induce la natura a cooperare nella costruzione delle mura; Zeto ha un’enorme forza che gli permette di sol-levare pesanti massi e collocarli al posto giusto Il primo esprime la parte poe-tica, musicale e culturale mentre l’altro si allinea con la forza e la determina-zione dello spirito selvaggio. Essi preannunciano una nascita, ma invece del sacrificio danno luogo ad una assimilazione. Il risultato finale, come si vede, oscilla sempre tra l’annientamento e la simbiosi.

Il tema antico del gemello sacrificato ha una sua controparte moderna. La tecnologia degli ultrasuoni ha rivelato che molte gravidanze di gemelli danno

come risultato una singola nascita e che uno dei gemelli viene assorbito dal corpo dell’altro o espulso senza che la madre se ne accorga. Le più recenti statistiche suggeriscono che un concepimento su sei è un gemello sebbene soltanto uno su sessanta nascite risulti tale. Il fenomeno è generalmente cono-sciuto come la sindrome del “gemello che scompare”. (19) Il gemello sacrifi-cato che preannuncia una nascita non è soltanto un motivo mitico ma anche una realtà biologica: “Siamo concepiti come gemelli ma la maggior parte di noi nasce singolo. Sin dal principio ci immaginiamo gemelli, poi uno sparisce. Insieme, i Primi Gemelli lottano con le forze primordiali, aprendo per noi uno spazio in questo mondo per domare cavalli, arare la terra, sopravvivere ai ful-mini; poi uno divora l’altro. Il gemello scomparso lascia dietro di sé un corpo arido e sottile come un frammento di papiro”. (20)

Il sacrificio è un tema ricorrente nella cosmogonia. Quando vi appare l’immagine insieme a quella dei gemelli essa presagisce sempre una nascita: la fondazione di città o di imperi, l’eroica impresa dell’individuazione, o la na-scita biologica. Forse i gemelli rappresentano un simbolo più differenziato per il sorgere della coscienza poiché costituiscono la perfetta immagine del duali-smo, dell’eguaglianza e della consapevole realizzazione di un altro al di fuori di sé: “i gemelli incarnano l’ideale di una perfezione ontologica”. (21)

La personificazione dell’archetipo: le due metà STEPHEN Carta natale 5 luglio 1948 8.20 AM AEST 10:00 30S59 150E15 Geocentrical

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La madre di Stephen aveva avuto almeno due aborti tra la sua nascita e quella della sorella maggiore, perciò il suo arrivo era stato salutato con grande sollievo. Tale gioia, però, era stata incrinata dalla memoria dei figli perduti, in-tensificando l’ansia materna per il nuovo arrivato. Tale perdita impregnava l’atmosfera familiare e contribuiva a rendere eccessivo il senso di protezione e servizio di Stephen verso la madre, che non poteva né osava abbandonare.

La sensazione di essere legato alla madre, insieme ai continui litigi dei ge-nitori facevano parte dei ricordi che Stephen aveva della sua triste infanzia. Durante le consultazioni, egli continuava a dire che c’era qualcosa di sbagliato nella sua famiglia. L’aria che vi si respirava contribuiva a farlo sentire depres-so. Era proprio quel lato oscuro che non veniva mai accettato a livello di rap-porti personali, così che si sentiva respinto ogni qualvolta esso faceva capoli-no. Si sentiva amato solo quando dava il suo sostegno, o si preoccupava e nu-triva psicologicamente la partner.

fratello Gregorio. Il primo ricordo risale all’arrivo di questi dall’ospedale. Sape-va che era accaduto qualcosa di speciale e ne era affascinato e incuriosito. Lo accettò come compagno di giochi ed amico. Crescendo, i due svilupparono interessi diversi, e tali differenze erano evidenti. Greg era bravo negli sport, popolare tra le ragazze mentre Stephen amava l’arte, era timido e goffo. Suo fratello era attraente, più affascinante, più amabile, ed era il preferito (un con-trasto impressionante che Stephen vedeva ora riapparire nei suoi due figli).

C’erano delle aspettative su Stephen, che fece sue le aspirazioni al suc-cesso da parte del padre e le speranze di maestria nell’arte da parte della ma-dre. Lasciò la famiglia per continuare gli studi all’università nella parte oppo-sta del continente. La differenza tra i due fratelli divenne ancora più evidente. Stephen aveva un nuovo obiettivo, ma Greg si sentì perso e senza alcuna dire-zione. Con la partenza di Stephen, non aveva più alcuno che gli facesse da cu-scinetto per proteggerlo dall’oscura atmosfera familiare. Tuttavia, la separazio-ne incoraggiò i fratelli a scriversi. Essi riuscirono, così, ad esprimere i loro sen-timenti, sogni e timori. Si sviluppò tra di essi un legame come non c’era mai stato prima, fatto di intimità, solidarietà, senso di amore fraterno. Quando Greg si sentì pronto andò a vivere con Stephen.

La prima cosa che mi colpì nel leggere l’oroscopo di Stephen fu lo

Nel documento LINGUAGGIO ASTRALE (pagine 61-72)