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Gli ortofrutticoli

Nel documento Volume Rapporto 2004 (.pdf 1.5mb) (pagine 82-91)

4. LE PRODUZIONI VEGETALI

4.1. Gli ortofrutticoli

Frutta. L’annata 2004 ha manifestato caratteri di estrema regolarità, permettendo alle coltivazioni di portare a compimento, senza sconvolgimen-ti, il ciclo vegetativo. Le condizioni meteorologiche hanno avuto riflessi po-sitivi su alcuni parametri qualitativi importanti per la commercializzazione dei prodotti (grado brix), e non hanno interferito con il raggiungimento di e-levate pezzature. I fattori meteorologici non hanno, inoltre, indotto sostan-ziali anomalie nella diffusione di fitopatogeni e nella gestione degli aspetti fitosanitari. Sulle drupacee sono continuate le operazioni di sensibilizzazione e di monitoraggio nei confronti del virus Sharka, che hanno portato anche ad espianti, indotti dalla formazione di nuovi focolai su impianti appartenenti a terreni attigui a quelli interessati dall’azione del virus. E’ opportuno sottoli-neare che, nonostante la mancanza di elementi di eccezionalità nel quadro fi-tosanitario, alcune arboree presenti in regione sono soggette, da qualche an-no, a fitopatie di rilievo, sulle quali, anche durante l’annata trascorsa, sono continuate le azioni di monitoraggio (tripidi estivi per le nettarine di Roma-gna, gommosi non parassitaria su drupacee, in particolare su pesco).

A tutela delle produzioni di melo e pero, la Regione ha deciso di vietare, per altri tre anni (fino al 2007), la messa a dimora di piante ornamentali ap-partenenti al genere Crataegus, in quanto particolarmente sensibili al “colpo di fuoco batterico” e potenziali vettori di diffusione del batterio Erwinia Amylovora, responsabile di tale patologia. Per la stessa ragione, la Regione ha stabilito limitazioni agli spostamenti degli alveari durante il periodo pri-maverile, per ridurre il rischio di diffusione della batteriosi attraverso le api.

Le favorevoli condizioni meteorologiche e la mancanza di fenomeni fito-sanitari di rilievo hanno favorito la produttività dei fruttiferi, ritornata a livel-li di “normalivel-lità” dopo due annate difficilivel-li. Il confronto con l’annata agricola 2003, disastrosa sotto il profilo quantitativo, rende marcati gli aumenti pro-duttivi (+18,3%).

L’andamento produttivo delle colture da frutto (tab. 4.1), vede un sostan-ziale mantenimento delle superfici. A fronte di una situazione di immobilità negli investimenti colturali, si evidenziano risultati produttivi decisamente positivi, tra i quali spiccano le produzioni di albicocche (+107%) e di netta-rine (+49%), che confermano la buona performance anche nella resa (supe-riore del 50% per le nettarine e più che raddoppiata per le albicocche). Si ri-scontra invece un calo produttivo nel melo (-4,2%) e nelle ciliegie (-10%).

La produzione cerasicola, probabilmente penalizzata dalle piogge cadute ab-bondantemente in fioritura nell’area modenese, si attesta ai minimi storici, anche per effetto di un processo generalizzato di estirpazione e reimpianto, anche se è opportuno ricordare che le varietà medie e medio-tardive hanno dato, in termini di resa e di prezzo spuntato, per via della scarsità del prodot-to sul mercaprodot-to, risultati soddisfacenti (tab. 4.2). Il resprodot-to dei fruttiferi contri-buisce a sostanziare la performance quantitativa, con notevoli incrementi delle rese per ettaro e con un buon livello di pezzatura e di parametri qualita-tivi.

Ortaggi. Anche le orticole hanno beneficiato delle favorevoli condizioni meteoclimatiche, registrando ottimi risultati produttivi. Le produzioni di or-taggi hanno evidenziato marcati incrementi delle quantità prodotte, anche agevolate da una situazione fitosanitaria di relativa tranquillità. Sulle ortico-le, tuttavia, durante l’anno 2004 sono tornate le cavallette, la cui presenza è stata registrata in diverse province, ma non ha creato danni di rilievo.

L’analisi del dato produttivo delle orticole (tab. 4.3) evidenzia un notevo-le incremento percentuanotevo-le (+34,2%). Le variazioni relative agli investimenti colturali assumono caratteristiche estremamente diversificate, impedendo di tracciare una tendenza comune tra le coltivazioni.

Tra le orticole di maggiore rilevanza per la Regione Emilia-Romagna, spicca la performance produttiva delle patate (+68,9%), che però, rispetto all’annata 2003, subiscono una flessione in termini di superfici colturali (-4,7%), ampiamente compensata dallo straordinario incremento delle rese (+77%). Decisamente più contenuti sono gli incrementi produttivi delle fra-gole (+12,5%), che hanno goduto di condizioni meteorologiche ottimali ma pagano lo scotto di una riduzione consistente delle superfici (-14,3%). Gli investimenti colturali della fragola segnano da diversi anni una tendenza ne-gativa, dovuta alla frammentazione delle aziende e all’invecchiamento dei conduttori, alla carenza di manodopera e al livello delle remunerazioni, de-presse anche dagli elevati costi di produzione. A tale tendenza il comparto cerca di rispondere con l’introduzione di nuove varietà, di elevata qualità or-ganolettica e maggiormente rispondenti ai gusti del consumatore.

Tab. 4.1 - Superfici e produzioni delle principali colture arboree da frutta fresca in Emilia-Romagna

2003 2004 Variazione % 2004/03

Superficie (ha)

Produzione raccolta

Superficie (ha)

Produzione raccolta totale* in produz. (100 kg) totale* in produz. (100 kg)

sup.

totale*

sup. in produz.

prod.

raccolta

Melo 6.638 5.787 1.693.995 6.660 5.767 1.622.573 0,3 -0,3 -4,2 Pero 27.817 24.214 5.644.160 27.817 24.715 5.838.038 0,0 2,1 3,4 Pesco 14.044 12.567 2.120.647 13.857 12.284 2.714.790 -1,3 -2,3 28,0 Nettarine 16.277 14.286 2.253.475 16.360 14.230 3.363.700 0,5 -0,4 49,3

Susino 5.105 4.208 469.210 5.164 4.161 624.559 1,2 -1,1 33,1

Albicocco 4.789 4.345 337.095 4.783 4.304 698.358 -0,1 -0,9 107,2 Ciliegio 2.504 2.275 130.421 2.486 2.254 116.833 -0,7 -0,9 -10,4

Actinidia 3.397 2.729 487.543 3.431 2.767 557.613 1,0 1,4 14,4

Loto 1.242 1.181 144.926 1.247 1.174 182.337 0,4 -0,6 25,8

TOTALE 81.813 71.592 13.281.472 81.805 71.656 15.718.801 -0,01 0,09 18,35

* Istat - Coltivazioni 2003 e 2004 Regione Emilia-Romagna.

Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile.

Tab. 4.2 - Prezzi di alcuni prodotti ortofrutticoli rilevati in Emilia-Romagna Produzioni 2003

€/Kg

2004

€/Kg

Var. %

2004/03 Produzione 2003

€/Kg

2004

€/Kg

Var. % 2004/03

Pesche a pasta gialla, precoci 0,62 0,45 -27,4 Albicocche: 0,80 0,35 -56,3 a pasta gialla, medie 0,66 0,29 -56,1 Susine: Stanley 0,63 0,45 -28,6

a pasta gialla, tardive 0,59 0,30 -49,2 President 0,73 0,40 -45,2 Nettarine: precoci 0,60 n.d. n.d. Gruppo Black 0,92 0,61 -33,7 medie 0,64 0,32 -50,0 Ciliegie: Durone Nero I 2,85 3,85 35,1

tardive 0,55 0,25 -54,5

Pere: William 0,36 0,29 -19,4 Actinidia: 0,71 0,38 -46,5

Max Red Bartlett 0,40 0,31 -22,5

Abate Fétel 0,57 0,53 -7,0 Meloni: 0,37 0,28 -25,7

Conference 0,44 0,35 -20,5 Cocomeri: 0,20 0,09 -56,5

Decana del Comizio 0,50 0,45 -10,0 Fragole: in cestini 1,54 1,50 -2,6 Mele: gruppo Gala 0,34 0,39 14,7

Delicious Rosse 0,31 0,28 -9,7 Cipolle: Bianca 0,21 0,10 -52,4

Golden Delicious 0,29 0,35 20,7 Dorata 0,15 0,07 -53,3

Imperatore 0,24 0,19 -20,8 Patate: in natura 0,21 0,18 -14,3 Fonte: Camere di Commercio dell'Emilia-Romagna.

Fonte per Delicious Rosse 2003: Datima - Ismea.

Fonte per Durone Nero I 2003 e 2004: Datima - Ismea.

Fonte per albicocche, meloni, cocomeri e fragole: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo Sostenibile - PLV anno 2004.

Tab. 4.3 - Superfici e produzioni di ortaggi e legumi freschi in Emilia-Romagna

2003 2004 Var. % 2004/03

superfici (ha)

produzioni raccolte (100 kg)

superfici (ha)

produzioni raccolte (100 kg)

colt. in piena aria

colt. in serra in piena in serra in piena in serra in piena in serra in piena in serra sup. prod. sup. prod.

Coltivazioni

aria aria aria aria

Aglio e scalogno 235 - 20.498 - 254 - 29.588 - 8,1 44,3 -

-Asparago 1.027 12,0 63.241 840 996 12,0 60.574 1.200 -3,0 -4,2 0,0 42,9

Basilico - 12,2 - 2.630 - 13,2 - 2.790 - - 8,2 6,1

Bietola 169 30,5 68.220 14.305 163 26,4 63.320 10.695 -3,6 -7,2 -13,4 -25,2

Carciofo 172 - 6.710 - 165 - 5.677 - -4,1 -15,4 -

-Carota 2.034 - 913.320 - 2.514 - 1.229.340 - 23,6 34,6 -

-Cavolfiore 182 - 47.335 - 181 - 57.820 - -0,5 22,2 -

-Cavolo cappuccio 111 - 42.410 - 119 - 47.820 - 7,2 12,8 -

-Cavolo verza 54 - 16.140 - 59 - 21.570 - 9,3 33,6 -

-Cetriolo da mensa 63 80,5 27.150 69.337 64 81,0 26.110 77.920 1,6 -3,8 0,6 12,4

Cipolla 3.095 - 942.140 - 3.180 - 1.340.310 - 2,7 42,3 -

-Cocomero 1.725 12,2 794.550 4.250 1.788 10,2 840.330 3.470 3,7 5,8 -16,4 -18,4

Fagiolo - Fagiolino 4.305 18,6 299.382 5.148 4.284 19,5 405.273 5.788 -0,5 35,4 4,8 12,4

Fava per legume fresco 26 - 894 - 30 - 1.103 - 15,4 23,4 -

-Finocchio 242 4,0 56.690 1.450 245 0,5 68.950 125 1,2 21,6 -

-Fragola 862 188,3 197.035 51.650 739 197,1 221.580 59.769 -14,3 12,5 4,7 15,7

Indivia 341 70,9 108.260 19.760 291 72,7 107.714 20.310 -14,7 -0,5 2,5 2,8

Tab. 4.3 - Continua

2003 2004 Var. % 2004/03

superfici (ha)

produzioni raccolte (100 kg)

superfici (ha)

produzioni raccolte (100 kg)

colt. in piena aria

colt. in serra in piena in serra in piena in serra in piena in serra in piena in serra sup. prod. sup. prod.

Coltivazioni

aria aria aria aria

Melone 1.557 255,8 469.300 70.190 1.591 277,5 485.230 90.690 2,2 3,4 8,5 29,2

Patata comune 7.150 - 1.387.500 - 6.816 - 2.343.350 - -4,7 68,9 -

-Peperone 82 29,4 22.360 17.084 75 28,9 21.150 18.170 -8,5 -5,4 -1,7 6,4

Pisello fresco 3.815 - 201.348 - 4.002 - 293.090 - 4,9 45,6 -

-Pomodoro 526 75,5 315.300 65.090 529 69,3 382.575 64.680 0,6 21,3 -8,2 -0,6

Pomodoro da industria 31.534 - 16.967.355 - 33.266 - 22.796.430 - 5,5 34,4 -

-Prezzemolo 30 3,2 6.900 1.228 26 3,7 6.500 1.393 -13,3 -5,8 15,6 13,4

Radicchio 730 8,7 130.806 2.810 784 9,7 150.910 3.620 7,4 15,4 11,6 28,8

Ravanello 35 17,5 9.100 10.215 33 18,0 9.240 10.600 -5,7 1,5 2,9 3,8

Sedano 152 10,8 84.435 10.725 132 10,5 68.690 10.625 -13,2 -18,6 -2,3 -0,9

Spinacio 602 - 123.120 - 854 - 130.807 - 41,9 6,2 -

-Valeriana - 15,0 - 3.520 - 16,0 - 3.600 - - 6,7 2,3

Zucche e zucchine 1.066 66,3 256.571 28.028 1.069 69,3 245.535 29.946 0,3 -4,3 4,5 6,8

Altre in serra - 82,0 - 26.800 - 41,0 - 9.800 - - -50,0 -63,4

Nel comparto orticolo, per effetto dei risultati conseguiti risultano trai-nanti cipolle e pomodori da industria. Le prime amplificano l’effetto dell’aumento degli investimenti colturali (+2,7%) con un incremento della produzione decisamente marcato (+42,3%), a cui corrisponde una significa-tiva variazione della resa (+39%).

Il pomodoro da industria ha beneficiato delle favorevoli condizioni me-teorologiche, oltre che di un incremento degli investimenti colturali (+5,5%), ed ha ottenuto rese produttive fuori norma (+27,4%). Il perdurare, per tutti i cicli, di temperature favorevoli, la ridotta umidità relativa e la buona distri-buzione delle piogge estive hanno consentito un’allegagione e una matura-zione uniformi e regolari, e l’assenza di fenomeni fitosanitari di rilievo (si sono resi necessari alcuni interventi sugli impianti medio tardivi per arginare gli attacchi di Nottua gialla). Rispetto all’annata precedente, dunque, le quantità di prodotto raccolto risultano superiori del 34%, anche se la produ-zione è stata decurtata per effetto della grandine che ha colpito il Parmense verso la fine di Giugno, provocando la perdita di circa 2 milioni di quintali di prodotto. Il risultato quantitativo è accompagnato, per il 2004, da una buona performance qualitativa, che evidenzia comunque una riduzione (-0,15%) del grado brix.

I ritardi di maturazione degli impianti precoci, ai quali hanno contribuito le posticipazioni di semina e le condizioni di temperatura, hanno modificato la logistica dei conferimenti, imponendo consegne fino ai primi di ottobre e inducendo i produttori, già spinti dalle elevate rese, a effettuare raccolte su prodotto sovra maturato durante tutto il periodo dei conferimenti.

Se l’annata 2004 ha riservato alle produzioni ortofrutticole, come abbia-mo già detto, risultati positivi sotto il profilo strettamente agronomico, tutto il comparto risente del crollo delle quotazioni (tab. 4.2), crollo che ha esenta-to soltanesenta-to pochi prodotti (piselli freschi, asparagi, mele e ciliegie), mentre si è abbattuto in modo marcato sul resto delle produzioni, inficiando le ottime performances ottenute.

Le contrazioni delle quotazioni hanno colpito in modo consistente netta-rine (-64,9%), pesche (-58,2%) e albicocche (-56,3%), e, tra gli ortaggi, ci-polle (-62,5%) e cocomeri (-56,5%); di conseguenza, a fronte di ottimi risul-tati produttivi, l’andamento dei prezzi ha condizionato negativamente il va-lore delle produzioni, e ha determinato, per gli ortaggi e per i fruttiferi, ap-porti negativi alla PLV regionale (rispettivamente, -5,8% e -18,9%).

Le carenze di prodotto hanno permesso alle ciliegie di spuntare prezzi rialzati rispetto allo scorso anno (la varietà Durone Nero I ha beneficiato di un apprezzamento pari al 35%); è importante specificare che il comprensorio vignolese costituisce un punto di riferimento per la formazione del prezzo e

soprattutto per la qualità del prodotto, che si connota e si differenzia per le sue caratteristiche d’élite, riuscendo a spuntare buone quotazioni e contra-stando la crescita di concorrenti (Spagna, Turchia) in grado di realizzare un prodotto di eccellenza, omogeneo e standardizzato, collocandolo all’interno di mercati recettivi.

Per i prodotti ortofrutticoli, l’annata 2004, durante la quale è continuata la discussione sulla semplificazione dell’OCM ortofrutta e sull’applicazione del Reg.(CE) n.2200/96, si è contraddistinta per i numerosi problemi di ca-rattere commerciale. La domanda, estremamente fiacca, e l’offerta sovradi-mensionata hanno creato scompensi economici e corresponsioni di prezzo ai produttori a volte inferiori agli stessi costi di produzione. Indotta dal clima e dalla perdita del potere d’acquisto delle famiglie, la riduzione dei consumi di prodotti ortofrutticoli in alcune nazioni, bacino di sbocco delle esportazioni del settore, rappresenta una delle cause della caduta della domanda e del col-lasso dei prezzi. A questo quadro, già pesantemente compromesso, si deve aggiungere la strategia di molte catene distributive, che puntano su politiche aggressive e riescono a corrispondere ai produttori di materia prima prezzi estremamente bassi.

L’enorme forbice esistente tra il prezzo alla produzione e il prezzo al consumo evidenzia come, nel comparto ortofrutticolo, l’agricoltura rappre-senti l’anello debole di una filiera eccessivamente allungata, all’interno della quale il potere contrattuale e decisionale della grande distribuzione non sempre orienta le proprie scelte verso politiche di prezzo differenziate e campagne promozionali mirate, tese a sostenere il prodotto nazionale.

La crisi del 2004, sfociata nell’abbattimento di 5 milioni di alberi da frut-to da parte dei produtfrut-tori, incapaci, alla luce dei prezzi loro corrisposti, di ri-pagare l’investimento effettuato e di conseguire una remunerazione suffi-ciente, ha riaperto con urgenza la necessità di realizzare interventi di soste-gno al settore.

L’offerta ortofrutticola è ancora estremamente frammentata, e le organiz-zazioni di produttori, per le quali, durante il 2004, è stato emanato il decreto contenente le disposizioni per il riconoscimento delle Op e per il prericono-scimento delle Aop, non riescono ad aggregarla e a potenziare il ruolo dei produttori in fase di commercializzazione. Inoltre, il valore aggiunto dei prodotti, apportato dal rispetto di procedure igieniche, dalla garanzia dell’origine, dall’adozione di procedure che rendono possibile la rintraccia-bilità, dal rispetto della normativa sull’etichettatura, assicurati a partire dalle prime fasi della filiera, si traduce in valore economico soltanto per gli ultimi attori della filiera, che spesso appongono sui prodotti i propri marchi e as-sumono funzione di “garanti”, assicurandosi quasi totalmente il valore

ag-giunto del prodotto.

Il comparto avverte anche la concorrenza dei competitori stranieri, spesso fortemente competitivi per organizzazione e costi di produzione. Le fragole risentono della pressione delle migliori organizzazioni di Spagna e Marocco;

il kiwi, la cui produzione ha fatto registrare miglioramenti in termini di cali-bro e di caratteristiche gustative, deve difendersi dall’agguerrita concorrenza dei prodotti neozelandesi, cileni e cinesi, questi ultimi agevolati dai costi ir-risori della manodopera. Il mercato delle mele inizia ad essere invaso dal prodotto cinese, che, pur presentando standard qualitativi carenti, è importa-to in Italia in quantità ingenti (import quadruplicaimporta-to in un anno).

La peschicoltura romagnola, leader a livello nazionale ed europeo per la qualità delle produzioni e per l’organizzazione della filiera commerciale e industriale, registra una forte crisi, strutturale, accentuata nel 2004 da una notevole contrazione di paesi importatori (Germania) e dall’azzeramento dei prezzi corrisposti ai produttori. Nonostante la campagna di promozione delle Pesche e Nettarine di Romagna IGP abbia dato esiti positivi, per effetto della sinergia tra catene distributive e Consorzio, la peschicoltura manifesta se-gnali di forte sofferenza, esplicitatisi in alcuni eloquenti casi di espianto.

Numerose sono le proposte formulate al fine di sostenere e rilanciare il settore. Accanto ad alcune richieste di modifica dell’OCM (aumento dell’aiuto comunitario dal 4% al 6%), l’automatismo normativo di definizio-ne della crisi di mercato, la flessibilità definizio-nella gestiodefinizio-ne dei ritiri, il fondo di re-sistenza, per integrare il prezzo di prodotti in crisi, maggiori controlli sui prodotti importati da paesi terzi, soprattutto per le caratteristiche qualitative e igienico-sanitarie. Gli operatori del settore ritengono fondamentale conferi-re immediata utilità pratica ed operativa a strumenti, varati nel nostro paese, quali gli Osservatori dei prezzi, di emanazione ministeriale, e l’organismo interprofessionale dell’ortofrutta. Deve essere comunque promossa la con-certazione tra le associazioni del mondo agricolo, della trasformazione, della cooperazione e della distribuzione organizzata, sulla formazione e il control-lo dei prezzi; si deve potenziare e spingere la vacontrol-lorizzazione del prodotto a-gricolo nazionale di qualità, con conseguente equa remunerazione dei prota-gonisti della catena alimentare, al fine di controllare le spinte speculative e le posizioni di mercato dominanti.

La differenziazione delle produzioni diventa quindi fondamentale, per il rilancio e la sopravvivenza del settore; è perciò importante sottolineare le i-niziative, sorte in Regione, finalizzate alla promozione e alla diffusione della certificazione dei prodotti agricoli e dei sistemi di produzione (Marchio di Qualità dei prodotti ortofrutticoli, con la certificazione di Caab Mercati e della società Sgs, contributi a fondo perduto per l’attuazione di progetti

fina-lizzati all’introduzione di sistemi di gestione per la qualità e per l’ambiente nel settore agro-alimentare, elargiti dalla Regione). Assumono rilievo anche i progetti di certificazione IGP per il cocomero tipico ferrarese e il melone, e l’ottenimento, previsto per il 2005, della Denominazione d’origine protetta per la patata tipica di Bologna, che già si collocava sul mercato perseguendo strategie di differenziazione, attraverso il marchio Selenella, certificato QC.

A livello comunitario, la protezione dell’origine e della tipicità, nonché della qualità dei prodotti ha trovato riscontro in alcuni pronunciamenti dell’UE in merito alla tutela delle indicazioni geografiche tipiche e all’etichettatura dei prodotti. I riflessi delle deliberazioni relative all’etichet-tatura dei prodotti ricadono indubbiamente sulla produzione di pomodoro, quest’anno particolarmente abbondante. Contrassegnata dalla vicenda del fal-limento Cirio, acquisita successivamente da Conserve Italia, la campagna 2004 è stata molto positiva, anche se le quotazioni hanno subito ribassi (-7,6%); tuttavia, per effetto della chiusura di alcuni stabilimenti di trasfor-mazione in regione e per difendere il reddito agricolo, impedendo il taglio dell’aiuto comunitario, si rende necessaria, per l’anno 2005, una riduzione delle superfici di semina, per una coltura che nel 2004 ha raggiunto livelli da record. La produzione regionale di pomodoro trova nella Cina un concorrente agguerrito, per i minori costi di produzione e per la minore restrittività dei re-quisiti qualitativi richiesti. Tuttavia, le disposizioni formulate a livello comu-nitario (si ricordano quelle sull’etichettatura e l’indicazione della provenienza della materia prima) costituiscono una tutela per i consumatori e per la pro-duzione italiana stessa.

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