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Lo scenario nazionale

Nel documento Volume Rapporto 2004 (.pdf 1.5mb) (pagine 44-63)

2. LE POLITICHE COMUNITARIE E NAZIONALI

2.2. Lo scenario nazionale

La produzione agricola italiana a prezzi costanti è aumentata nel 2004 dell’8,4%, dopo quattro anni consecutivi di trend decrescente, attestandosi su quasi 43 milioni di euro. Il valore aggiunto a prezzi costanti cresce del 11,5% rispetto all’anno precedente (tab. 2.2).

L’aumento della produzione è dovuto sostanzialmente ad una forte ripre-sa delle produzioni vegetali nel complesso (+17%), e ad un lieve incremento di quelle animali (+1%). Gli incrementi produttivi del 2004 sono essenzial-mente dovuti al confronto con l’annata agricola del 2003 particolaressenzial-mente negativa per l’andamento climatico. Per il 2005 si prevede, invece, secondo l’Ismea, una flessione della produzione di circa -0,6% dovuta all’entrata in vigore della riforma della PAC, con un calo produttivo del -2,7% delle pro-duzioni vegetali e un leggero aumento (+0,6%) di quelle animali.

Al forte aumento delle quantità prodotte nel corso del 2004 ha corrispo-sto un andamento molto negativo dei prezzi dei principali prodotti. Infatti, il valore della produzione agricola a prezzi correnti è aumentata molto meno di quella a prezzi costanti, attestandosi oltre i 46 miliardi di euro (+3,8%). La riduzione dei prezzi ha riguardato in modo particolare le produzioni vegetali (-6,2%) ma anche quelle animali (-3,1%). Anno particolarmente negativo per gli ortaggi con i prezzi in calo del -17% e del vino con un -10,4%. Men-tre il mais vede un aumento dell’8% e il frumento tenero di quasi il 3%.

L’olio d’oliva registra un +4,4%, la frutta, inclusi gli agrumi, perde il 3%.

Nel settore zootecnico si registrano in calo sia i prezzi dei suini con -2,8% e sia degli avicoli con -7,6%. Vi è, invece, una lenta ripresa dei bovini con un +1,3% e degli ovicaprini con un +3,4%. Anche i prezzi del comparto lattiero caseario segnano un calo (-2,3%), dovuto alle forti riduzioni del parmigiano reggiano (-4,8%) e del grana padano (-5,1%).

Le produzioni agricole, valutate ai prezzi di base, che come noto inclu-dono i contributi alle produzioni, mettono in evidenza una evoluzione molto diversa fra i singoli prodotti. Le produzioni cerealicole nel 2004 (dati con-giunturali Istat) mostrano aumenti significativi del +22% per il frumento e del +14%, per l’orzo. Per il forte incremento delle rese aumentano anche Tab. 2.2 - Produzione e valore aggiunto del settore agricolo italiano (anni 2000-2003)

Valori a prezzi correnti (milioni di euro)

Valori a prezzi costanti (milioni di euro, base 1995) 2001 2002 2003 2004 2001 2002 2003 2004 Produzione ai prezzi

di mercato 43.336 43.298 44.511 46.183 41.896 41.028 39.395 42.685 Consumi intermedi 15.191 15.543 15.232 15.976 13.803 14.059 13.446 13.749 Valore aggiunto ai

prezzi di mercato 28.145 27.755 29.279 30.207 28.093 26.969 25.949 28.936 Fonte: Istat (stime per il 2004).

mais e soia di circa il 26%. Aumenti considerevoli si hanno anche per il po-modoro da industria (+ 15%), gli agrumi (+ 13,5%) e per il vino (+20%). La produzione animale fa registrare, invece, lievi incrementi: +1,1% delle carni suine, +1,9% delle carni bovine, +2% delle carni avicole.

Le esportazioni agricole nel 2004 hanno messo in evidenza un calo pre-occupante di poco inferiore al 10% (3.743 milioni di euro contro 4.144 del 2003). L’andamento dell’occupazione, invece, ha fatto registrare nel 2004 un aumento del 3,2%.

Nel corso del 2004 numerosi sono stati i provvedimenti legislativi che hanno interessato l’agricoltura. In particolare, è stata discussa e poi approva-ta nei primi mesi del 2005 una miniriforma del Mipaf, con una organizza-zione per “filiere” e il conseguente cambiamento dei nomi dei Dipartimenti.

Saranno creati il “Dipartimento delle filiere agricole e agro-alimentari” e un

“Dipartimento delle politiche di sviluppo”. Il provvedimento contiene anche la dotazione organica del Ministero con la creazione di due posti di direttore generale per guidare le due nuove direzioni.

Il decreto (22/11/2004, n.27) sulla coesistenza tra coltivazioni transgeni-che, convenzionali e biologiche è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 28/1/2005. Il decreto ha avuto un iter lungo e travagliato e in sede di conver-sione in legge ha subito diverse modifiche. In particolare è stata eliminata la scadenza del 31 dicembre per la definizione dei piani regionali di coesisten-za; fino a tale data valeva la moratoria di coltivazione di OGM. Un accordo è stato raggiunto il 2 febbraio 2005 tra il ministro delle politiche agricole e gli assessori regionali all’agricoltura: il ministero avrà 6 mesi per la redazio-ne del decreto ministeriale sulle liredazio-nee guida dei piani e quindi le regioni a-vranno 12 mesi per la predisposizione dei piani stessi. Le finalità del decreto sono rivolte a non compromettere la bio diversità dell’ambiente naturale, a garantire la libertà di iniziativa economica, al diritto di scelta dei consumato-ri, e più in generale a tutelare la qualità e tipicità della produzione agro-alimentare italiana. Le diverse colture dovranno essere praticate “senza compromettere lo svolgimento delle altre” evitando ogni presenza anche oc-casionale di OGM. Inoltre, non devono esserci commistioni tra sementi tran-sgeniche e convenzionali. Viene inoltre demandato a regioni e province au-tonome, il compito di adottare un piano che detti le regole tecniche, le buone pratiche agricole, le condizioni e le modalità per assicurare la coesistenza (per le decisioni relative alla regione Emilia-Romagna si veda il paragrafo 11.1). Fino all’adozione dei piani di coesistenza non sono consentite colture OGM a eccezione di quelle autorizzate per fini di ricerca o di sperimenta-zione.

La rintracciabilità diventerà obbligatoria dal 2005 e significherà

introdur-re una vera e propria carta d’identità del prodotto, condizione fondamentale per rendere effettiva la sicurezza alimentare.

Nel decreto sulla competitività varato dal governo nel marzo 2005 è stato inserita la stabilizzazione del regime speciale IVA, fino ad ora in regime di proroga, anche per i produttori con fatturato superiore ai 20.658 euro. Il re-gime agevolato è applicato anche alle cooperative e loro consorzi (Dlgs 228/01). La copertura necessaria, stimata in 240 milioni di euro, verrà assi-curata dall’aumento delle accise sulla birra e prodotti alcolici (220 milioni) e dalla revisione delle percentuali di compensazione (20 milioni).

Continua a livello nazionale la tendenza all’aumento dei valori fondiari che nel 2003 ha fatto registrare un aumento medio del prezzo della terra del 3,3%, anche se con forti differenziazioni territoriali: circa +5% nelle regioni settentrionali e sostanzialmente statico in quelle meridionali. Nei prossimi anni sarà interessante ed importante esaminare gli effetti sul mercato fondia-rio dell’entrata a regime della riforma della PAC.

Le gravi crisi che hanno recentemente interessato importanti gruppi dell’industria alimentare italiana stanno mostrando alcuni segni di risoluzio-ne. La riforma della tutela del risparmio continua ad andare a rilento rispetto alle necessità messe in evidenza dal coinvolgimento di numerosi risparmia-tori privati nelle crisi industriali. Il ministero dell’Economia ha emesso, per la prima volta, una multa di 5 milioni di euro a carico di 200 tra presidenti, consiglieri e alti dirigenti di sette banche per lo scandalo dei bond del gruppo Cragnotti. Si tratta della più grande sanzione effettuata al settore bancario e potrebbe aumentare, se emergesse la responsabilità di altre banche. Le san-zioni non andranno però a beneficio dei risparmiatori (circa 35 mila), rimasti danneggiati nel crac della Cirio.

Il superamento della crisi del gruppo Cragnotti sta avvenendo con la ven-dita delle diverse società. Dopo la venven-dita della Del Monte food, si è costitui-ta la società Conserve Mediterraneo, controllacostitui-ta dall’impresa cooperativa Conserve Italia, che nel novembre 2004, ha acquisito Cirio e De Rica e il re-lativo ramo d’azienda. Conserve Mediterraneo è stata creata per rilanciare i famosi marchi storici dell’industria italiana, delle conserve e dei trasformati ortofrutticoli. Altre società ed immobili del gruppo devono ancora essere vendute.

Il programma di risanamento del gruppo Parmalat prosegue con modalità molto diverse da quelle del gruppo Cragnotti. La ristrutturazione sta avve-nendo con l’avvio di un piano industriale che prevede la concentrazione del-le attività in alcuni settori strategici ed un fatturato che nel 2004 ha superato 3,6 milioni di euro (rispetto ai 7,6 milioni dichiarati all’epoca di Tanzi) ed un margine operativo lordo superiore al 7%. Le possibilità di un ritorno in

borsa della nuova società stanno però allungandosi e incontrano difficoltà superiori al previsto.

2.2.1. L’applicazione della revisione a medio termine in Italia

Il Decreto Ministeriale n.1787 che definisce le modalità applicative e l’entrata in vigore della riforma della PAC in Italia, è stato emanato il 5 ago-sto 2004 dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali.

L’Italia ha seguito la linea più radicale e innovativa, scegliendo il disac-coppiamento totale da subito per tutte le colture, con l’eccezione delle se-menti certificate, che rimangono destinatarie del sostegno accoppiato, e del latte per il quale il disaccoppiamento è previsto, ma soltanto a partire dal 2006 (vedi anche paragrafo 2.1.2 per i premi rimasti accoppiati). I comparti dell’olio d’oliva, del cotone e del tabacco saranno integrati nel sistema nel 2006.

Il primo gennaio 2005 rappresenta la data dell’entrata in vigore della ri-forma della PAC in Italia e in altri nove Stati membri dell’Unione europea.

Gli aiuti comunitari con questo nuovo regime d’intervento non vengono più erogati in base al tipo di coltura praticata o alla produzione, ma in base alla superficie aziendale complessivamente destinata ad attività agricole. Il pa-gamento unico per azienda è comunque condizionato al rispetto di buone condizioni agronomiche ed ambientali, delle norme in materia di ambiente, salute delle piante, benessere degli animali e sicurezza alimentare (condizio-nalità).

Il pagamento unico rappresenta la nuova modalità di sostegno dell’agricoltura dell’UE; disciplinato dal Reg.(CE) n.1782/03 e dai Regola-menti applicativi (CE) n.795/04 e n.796/04, viene calcolato sulla base dei seguenti dati: l’importo di riferimento, il numero di ettari, il numero e il va-lore dei titoli. Il primo equivale alla media degli importi complessivamente percepiti da un agricoltore, nel periodo di riferimento 2000-2002, relativa-mente alle superfici coltivate e/o agli animali allevati. Questo importo com-prende gli eventuali premi per il set aside volontario, mentre non comcom-prende quelli relativi al set aside obbligatorio. Il numero di ettari è pari alla media triennale degli ettari, per cui sono stati incassati i premi nel periodo di rife-rimento, più l’intera superficie foraggiera. Il numero dei titoli è uguale al numero di ettari, il valore dei titoli per ettaro è calcolato rapportando l’importo di riferimento al numero di ettari; l’importo di riferimento sarà suddiviso in titoli di uguale valore per ogni ettaro di superficie calcolata nel triennio. L’Italia ha quindi scelto di non adottare la regionalizzazione.

I titoli possono essere suddivisi in diverse tipologie: storici basati sui dati

del triennio di riferimento, storici vincolati calcolati con media ponderata per gli agricoltori che hanno iniziato l’attività nel periodo di riferimento, titoli da riserva calcolati per le aziende attualmente senza rendita o con una rendita insufficiente rispetto al potenziale (ad es. agricoltori che hanno iniziato l’attività dopo il 2002 o che si trovano in una condizione particolare). I titoli da riserva sono sottoposti a due vincoli: non possono essere trasferiti per un periodo di cinque anni e quelli non utilizzati in ciascun anno del quinquen-nio confluiscono nella riserva nazionale.

Gli agricoltori possono svolgere qualsiasi attività agricola sulle superfici per le quali percepiscono il pagamento unico, ad eccezione delle colture per-manenti, delle patate diverse da quelle da fecola e dei prodotti ortofrutticoli.

Gli agricoltori assoggettati al set aside obbligatorio nel periodo di riferi-mento 2000-2002 riceveranno due titoli: quelli standard calcolati sui terreni coltivati a seminativi, foraggiere e interessati dal set aside volontario, e quel-li specifici di ritiro calcolati in base al numero medio di ettari lasciati a ripo-so obbligatorio nel periodo base e applicando il valore dell’aiuto valido nell’anno 2002.

La riforma della PAC zootecnica genera invece due sole tipologie di tito-li: quelli standard legati alla superficie e quelli speciali provenienti da attività zootecnica senza terra di riferimento. Nel caso di titoli standard gli importi di riferimento vengono calcolati sulla media del triennio 2000-2002 ed ela-borati utilizzando il valore dei premi concessi nel 2002; il meccanismo con-sente all’allevatore di fissare e utilizzare i titoli solo sulla base della titolarità del terreno che deve essere posseduta dall’11 novembre all’11 settembre di ogni anno (per questo primo anno di applicazione della riforma a medio ter-mine dal 11/11/2004 al 11/09/2005).

I regolamenti comunitari presentano, come visto numerose sfaccettature e pertanto l’assegnazione dei titoli agli agricoltori non è un’operazione facile ed immediata. Ogni situazione va analizzata nello specifico ed è opportuno operare con estrema cautela, non basandosi solo sulla regola che i pagamenti disaccoppiati vengono calcolati in base agli aiuti storici percepiti nel triennio di riferimento 2000-2002 (ad es. il caso di agricoltori che hanno iniziato un’attività agricola dopo il 2002, oppure hanno ereditato un’azienda agricola da un conduttore per successione anticipata).

L’attuazione in Italia della revisione a medio termine della PAC, prevede una serie di tappe fondamentali. Il 10 dicembre 2004 si è conclusa la fase di ricognizione preventiva effettuata da Agea, iniziata nell’agosto 2004.

L’obiettivo di tale fase è stato quello di determinare gli agricoltori ammissi-bili e di attribuire correttamente i titoli disaccoppiati. Entro il 31 marzo 2005 Agea ha assegnato i titoli provvisori in base ai dati sui pagamenti storici e

sulle risposte che i beneficiari hanno dato nelle schede di ricognizione. Una scadenza fondamentale è quella del 15 maggio 2005, termine entro il quale gli agricoltori dovranno presentare la domanda di fissazione definitiva dei ti-toli all’aiuto, di ammissione al regime unico di pagamento e la richiesta di accesso ai titoli della riserva. Entro il 15 agosto 2005 l’Agea assegnerà agli agricoltori i titoli all’aiuto definitivi; tali contributi verranno erogati nel pe-riodo compreso tra l’1 dicembre 2005 e il 30 giugno 2006.

L’Italia ha deciso che applicherà il regime di aiuti supplementari accop-piati alla produzione, per i prodotti previsti dal Reg.(CE) n.1973/04, indi-pendenti dai titoli disaccoppiati e destinati agli agricoltori che decidono di coltivare determinati prodotti. Per una dettagliata descrizione degli aiuti pre-visti per i prodotti rimasti accoppiati si veda il paragrafo 2.1.2.

L’Italia applicherà, per il 2005, anche la misura contenuta nell’articolo 69 del Reg.(CE) n.1782/03 che prevede l’erogazione di pagamenti accoppiati alla produzione per migliorare la qualità, sostenere l’ambiente e ottimizzare la commercializzazione dei prodotti agricoli; tale misura si basa sul mecca-nismo delle trattenute dei pagamenti disaccoppiati per i seminativi con una trattenuta dell’8% e dotazione finanziaria di 138 milioni di euro, per la carne bovina (trattenuta del 7% con dotazione finanziaria di 31 milioni di euro), per gli ovini e caprini (trattenuta del 5%, con una dotazione finanziaria di 9 milioni di euro).

Gli aiuti supplementari per i seminativi possono essere richiesti dagli a-gricoltori che seminano grano duro, frumento tenero o mais seguendo le condizioni stabilite nel decreto, oppure da coloro che seguono la pratica dell’avvicendamento. Per la carne bovina, gli aiuti vengono concessi agli al-levatori che possiedono vacche nutrici, bovini maschi la cui carne è etichet-tata e vacche a duplice attitudine appartenenti a razze specificate in allegato al provvedimento. Per gli ovini e i caprini gli aiuti sono concessi agli alleva-tori che possiedono oltre 50 capi e che conducono gli animali al pascolo per almeno 120 giorni.

L’introduzione del pagamento unico per azienda indipendente dalla pro-duzione potrebbe spingere l’agricoltore a non produrre; per questo motivo si è deciso di mantenere una serie di aiuti accoppiati alla produzione.

I produttori italiani di latte incassano, per il 2004, primo anno di applica-zione della revisione a medio termine della PAC, aiuti comunitari per quasi 115 milioni di euro; i beneficiari (coloro risultanti titolari di quota al 31/03/2004) sono in totale 51.752. La maggior parte degli aiuti viene erogata alla Lombardia, al secondo posto nella classifica si trova l’Emilia-Romagna a cui vengono destinati circa 19 milioni di euro a favore di quasi 6 mila be-neficiari.

Il Decreto Ministeriale del 13 gennaio 2004, che definisce le norme rela-tive alla condizionalità previste dal Reg.(CE) n.1782/03, composto da otto articoli e da due allegati tecnici, stabilisce l’avvio del regime di condizionali-tà a decorrere dal primo gennaio 2005. La condizionalicondizionali-tà è l’insieme delle norme comunitarie in materia di sanità pubblica, ambiente, benessere degli animali e delle piante, che consentono l’accesso al premio unico disaccop-piato; in caso di inosservanza delle normative si avrà la riduzione o l’esclusione dai pagamenti degli aiuti.

Il sistema di controlli a campione attraverso i quali si verificheranno il ri-spetto delle norme in tutte le attività agricole e per tutte le superfici, verrà ef-fettuato dall’Agea e dalle Opr (Organismi pagatori regionali). L’allegato tecnico 1 contiene le norme obbligatorie che riguardano: la preservazione degli uccelli selvatici, la protezione delle acque sotterranee dall’inquina-mento, dell’ambiente nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricol-tura, delle acque dall’inquinamento dai nitrati provenienti da fonti agricole, la conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, l’identificazione e registrazione degli animali, le regole ap-plicative per marchi auricolari, per il registro delle aziende, per il passaporto per il trasporto degli animali, per l’istituzione di un sistema di identificazio-ne e per la registrazioidentificazio-ne dei bovini ed etichettatura delle carni.

L’applicazione delle norme obbligatorie è semplice, più complessa appa-re quella delle sette norme volontarie, appa-relative al mantenimento dei terappa-reni in buone condizioni agronomiche e ambientali, contenute all’interno dell’alle-gato tecnico 2. Tali norme riguardano: interventi di regimazione temporanea delle acque superficiali di terreni in pendio, il mantenimento dei livelli di so-stanza organica del suolo attraverso la gestione delle stoppie e dei residui vegetali, la difesa della struttura del suolo attraverso il mantenimento in effi-cienza della rete di sgrondo delle acque superficiali, la protezione del pasco-lo permanente, la gestione delle superfici ritirate dalla produzione, la manu-tenzione degli uliveti e il mantenimento degli elementi caratteristici del pae-saggio.

Le violazioni delle norme comportano la riduzione o l’esclusione dagli aiuti. Tali riduzioni devono essere calcolate sull’importo complessivo dei pagamenti diretti. In caso di negligenza la riduzione base minima è pari all’1%, quella intermedia al 3% e quella massima al 5% dell’importo com-plessivo dei pagamenti diretti, in caso di ripetizione della negligenza la ridu-zione base viene triplicata. Nel caso di un’infraridu-zione intenzionale delle nor-me la riduzione minima è del 20% salvo riduzione motivata del 15% o au-mento motivato fino al 100%; in questo caso è prevista anche la riduzione interdittiva.

La revisione intermedia della PAC stabilisce il trasferimento di risorse dal primo al secondo pilastro attraverso il meccanismo della modulazione obbligatoria, che prevede una riduzione di tutti i pagamenti diretti del 3% nel 2005, del 4% nel 2006 e del 5% dal 2007 al 2013. Gli agricoltori europei che percepiscono sovvenzioni comunitarie per un importo non superiore ai 5.000 euro saranno esentati. I fondi derivanti dalla modulazione, che dovrebbero ammontare a 1.234 milioni di euro annui, verranno distribuiti tra gli Stati membri in base alla superficie agricola, all’occupazione e ad un criterio di prosperità; in Italia i fondi verranno ripartiti tra le regioni per l’attuazione delle misure dei Piani regionali di sviluppo rurale in base a criteri non ancora definiti.

2.2.2. I finanziamenti all’agricoltura

La finanziaria 2005 (Legge n.311 del 30 dicembre 2004) si compone quest’anno di un solo articolo suddiviso in 572 commi. Gli stanziamenti per il settore agricolo ammontano a circa 827 milioni di euro, oltre 70 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente (tab. 2.3).

Tra le principali novità la Finanziaria prevede il rafforzamento del ruolo finanziario dell’Ismea che diventa il punto di riferimento, soprattutto per quanto riguarda l’accesso al credito. Infatti, passa all’Ismea anche la gestio-ne del Fondo interbancario di garanzia con la relativa dotaziogestio-ne finanziaria.

Il Fondo è destinato a favorire l’accesso al credito per le imprese agricole ed agro-alimentari ed ha lo scopo di coprire i rischi degli Istituti bancari nella concessione di mutui per il miglioramento fondiario e per la formazione del-la proprietà contadina (comma 512). Un altro provvedimento, contenuto nel comma 85, prevede un aumento di 50 milioni di euro del Fondo per la rias-sicurazione dei rischi agricoli agevolati rivolta in particolare alle coperture assicurative multirischio. Di questi 50 milioni, 5 sono destinati in via prefe-renziale agli interventi di riassicurazione relativi ai fondi rischi di mutualità.

Inoltre, è stabilito un aumento di 50 milioni di euro per il Fondo d’investimento in capitale di rischio istituito con la Finanziaria del 2003 e volto ad agevolare l’accesso al mercato delle imprese agricole ed agro-alimentari. L’obiettivo di tale fondo è quello di sostenere i programmi di in-vestimento per le piccole e medie aziende agricole ed agro-alimentari che presentano un quadro finanziario con potenziali di crescita e un obiettivo di promozione dello sviluppo e creazione di occupazione (comma 86).

Inoltre, è stabilito un aumento di 50 milioni di euro per il Fondo d’investimento in capitale di rischio istituito con la Finanziaria del 2003 e volto ad agevolare l’accesso al mercato delle imprese agricole ed agro-alimentari. L’obiettivo di tale fondo è quello di sostenere i programmi di in-vestimento per le piccole e medie aziende agricole ed agro-alimentari che presentano un quadro finanziario con potenziali di crescita e un obiettivo di promozione dello sviluppo e creazione di occupazione (comma 86).

Nel documento Volume Rapporto 2004 (.pdf 1.5mb) (pagine 44-63)