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La Global Fashion Agenda (GFA) è un’organizzazione che si occupa di promuove- re la sostenibilità nella moda attraverso un evento annuale, il Copenhagen Fashion Summit46. Lo scopo della GFA è quello di sensibilizzare le aziende della moda sul- l’importanza e sulla necessità di un cambiamento nel modo di produrre, di commer- cializzare e di consumare gli abiti per riuscire ad essere compatibili con l’ambiente e la società. Gli aspetti che la rendono unica sono i seguenti:

• definisce un agenda comune in modo che gli sforzi siano tutti indirizzati verso un’unica direzione;

• favorisce la collaborazione per identificare le soluzioni ai problemi mettendo insieme le esperienze e le conoscenze;

• diffonde le informazioni che permettono alle aziende di prendere decisioni sostenibili;

• stimola l’azione e il cambiamento.

Nel marzo del 2018 la GFA ha rilasciato la prima agenda la quale definisce le sette priorità che chi si occupa di moda deve considerare per essere sostenibile. In- titolato Ceo Agenda 2018. Seven sustainability priorities for fashion industry leaders, il report funge da guida indicando ai dirigenti come impegnarsi e dove concentrare i loro sforzi. Sviluppato in collaborazione con importanti attori della moda come Ke- ring, H&M e Target, è la prima volta che più soggetti chiave si trovano a discutere per identificare quali sono le priorità e le cose da fare per migliorare gli impatti am- bientali e sociali del settore rendendosi conto che è necessaria un’azione coordinata per un vero cambiamento. Le sette priorità identificate sono le seguenti47:

1. Tracciabilità della supply chain. La tracciabilità è fondamentale per individuare e migliorare gli impatti ambientali, sociali ed etici della moda. Permette alle aziende di identificare le opportunità e i rischi lungo tutta la supply chain al fine di adottare delle pratiche più sostenibili. La tracciabilità consente alle imprese anche di migliorare la loro efficienza.

46Global Fashion Agenda, http://www.globalfashionagenda.com/global-fashion-agenda/,

(29/08/2018).

47Global Fashion Agenda, Ceo Agenda 2018. Seven sustainability priorities for fashion industry leaders,

2. Utilizzo efficiente dell’acqua, dell’energia e delle sostanze chimiche. E’ fon- damentale che le aziende della moda collaborino con i loro fornitori e inizino a misurare il consumo di acqua, energia e di sostanze chimiche e l’inquina- mento generato in ogni fase del processo produttivo per poi poter implemen- tare dei programmi che riducano il consumo delle tre risorse e minimizzino l’inquinamento generato.

3. Ambiente di lavoro sicuro e il rispetto dei lavoratori. In un settore che vede impegnate più di 60 milioni di persone, le aziende devono adottare delle poli- tiche volte al rispetto dei diritti universali dell’uomo includendo condizioni di lavoro sicure e vietando la discriminazione e il lavoro forzato.

4. Utilizzare materiali sostenibili. La scelta delle materie prime incide molto sul- la sostenibilità di un capo. Ecco perché deve essere fatta attentamente privile- giando le fibre biologiche e quelle sintetiche riciclate o riciclabili. Cambiando il mix di materiali utilizzati si può ridurre drasticamente l’impronta ambientale dell’industria della moda.

5. Creare un sistema chiuso. Le aziende devono andare verso quella che viene definita "circular economy" (si veda il paragrafo 1.5.1) diminuendo l’utilizzo di materie vergini per sostituirle con quelle riciclate riducendo gli scarti.

6. Migliorare i salari. Le aziende devono garantire ai loro lavoratori dei salari superiori ai minimi previsti dalla legge e idonei a soddisfare le loro necessità. 7. Quarta rivoluzione industriale. Le aziende devono sfruttare le tecnologie di-

sponibili per migliorare gli impatti ambientali e sociali generati con le loro at- tività. Per esempio, i robot possono sostituire i lavoratori nelle attività più rischiose per la loro salute. La digitalizzazione potrebbe inoltre rendere la produzione più flessibile e diminuire gli errori.

Nell’edizione 2017 del Copenhagen Fashion Summit si è ampiamente discusso di economia circolare e di come fare per attuarla all’interno dei processi aziendali. In riferimento a questo, la GFA ha individuato quattro punti fondamentali sui quali le aziende devono lavorare per poter andare verso un’economia circolare48. Questi quattro punti sono contenuti nel 2020 Circular Fashion System Commitment che, nell’e- dizione di quest’anno, è stato firmato da 94 aziende le quali insieme rappresentano il 12,5% del mercato totale della moda. Tra le aziende impegnate nel percorso verso l’economia circolare troviamo Nike, H&M, Inditex e OVS. I quattro punti considerati nel patto sono i seguenti:

1. Implementare delle strategie basate sulla ciclicità. Per un’economia circolare fondamentale è la fase del design. Fin da subito, infatti, i capi devono essere progettati in modo da rendere possibile un loro riutilizzo alla fine della loro vita. Le aziende possono formare i loro team sui principi del circular design, investire nella ricerca di fibre facili da riciclare e incentivare la riparazione per allungare la vita utile dei prodotti fornendo istruzioni ai clienti o servizi di riparazione.

2. Aumentare il volume degli abiti usati raccolti. Per un’economia orientata alla circolarità è importante la raccolta degli abiti usati per poterli riciclare. Per far- lo le aziende possono creare dei nuovi sistemi di raccolta, espandere quelli già esistenti oppure coinvolgere i clienti per aumentare la loro sensibilità nei con- fronti del tema e convincerli a donare gli abiti che non indossano più piuttosto di gettarli.

3. Aumentare il volume degli abiti usati rivenduti. Il riutilizzo di un capo è con- siderato uno dei modi migliori per ridurre gli impatti ambientali legati allo smaltimento. Per farlo le aziende possono espandere i loro canali di vendita, svilupparne di nuovi o stabilire delle partnership con particolari associazioni che operano nel mercato dell’usato.

4. Aumentare la gamma di prodotti realizzati con fibre riciclate. Il capo realizzato con fibre riciclate o riciclabili può ritornare in circolo una volta che non viene più utilizzato. Per rendere questo possibile, le aziende ricercano sul mercato fornitori di fibre riciclate oppure investono in progetti innovativi. Per esempio Demeto è un interessante progetto europeo che si occupa di recuperare la pla- stica per trasformarla in fibre di poliestere riciclato da impiegare nell’industria tessile49.

Il successo della Global Fashion Agenda e del Copenhagen Fashion Summit te- stimoniano l’interesse e la voglia di mettersi in gioco da parte delle aziende per modificare l’attuale sistema insostenibile dell’industria della moda. Le aziende si dimostrano essere disponibili a cooperare e a collaborare condividendo le risorse e le conoscenze per migliorare e insieme creare una moda attenta all’ambiente e alle persone.