• Non ci sono risultati.

2.3 Come comunicare la sostenibilità

2.3.4 Le certificazioni

Le certificazioni sono degli strumenti per validare secondo parametri etici, socia- li e ambientali le attività svolte dall’impresa o i suoi prodotti/servizi. Rilasciate da soggetti terzi e indipendenti dall’azienda, vengono comunicate agli stakeholder (so- prattutto a quelli esterni) per enfatizzare l’impegno verso la sostenibilità. Per poter

14Decreto che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone, delle associazioni e delle

ottenere una certificazione, l’azienda deve rispettare specifici standard richiesti dal- l’ente che l’ha predisposta. Apporre una certificazione ad un prodotto fa aumentare il suo valore distinguendolo da quelli che non ce l’hanno. Ecco perché ci sono impre- se che cambiano i processi interni e le materie prime utilizzate per poter ottenere la certificazione e differenziarsi dai concorrenti. Questo però comporta anche un costo per l’azienda e, in alcuni casi, una riduzione delle rese. La certificazione consente alle imprese di applicare un prezzo più elevato ai loro prodotti. La maggior parte dei consumatori sono solitamente disposti a pagare un premium price per i prodotti certificati.

Sono diverse le certificazioni ottenibili per un’azienda che opera ispirandosi ai principi di sostenibilità. Le più importanti e diffuse sono le seguenti:

• ISO 14000. Questa certificazione consiste in una serie di norme volte a mi- gliorare la gestione ambientale di un’impresa. Contiene delle regole che per- mettono ad un’organizzazione di implementare un sistema di gestione della variabile ambientale da integrare con gli altri sistemi di gestione aziendali per il raggiungimento di obiettivi ambientali ed economici. Un’azienda può de- cidere di voler ottenere la certificazione per aver un maggior controllo sugli impatti ambientali generati con le proprie attività, per far fronte alle richieste dei clienti o alle pressioni esercitate dalla comunità locale o semplicemente per adottare un comportamento più responsabile.

• ISO 14001. Si tratta di una norma riconosciuta a livello internazionale e che definisce le modalità per avere un sistema di gestione ambientale efficace. Lo scopo della norma è quello di riuscire a mettere in equilibrio da un lato l’inte- resse del profitto e dall’altro la riduzione dell’impatto ambientale. Con l’ISO 14001 l’azienda è in grado di individuare quali sono le attività che più impat- tano sull’ambiente e di definire perciò degli obiettivi di miglioramento e un programma per raggiungerli. E’ importante monitorare costantemente i risul- tati ottenuti in modo tale da rivedere il percorso di sviluppo, se necessario. Questa certificazione migliora l’immagine dell’azienda e aumenta la sua cre- dibilità, riduce i costi15, crea una cultura volta al miglioramento continuo e motiva il personale.

• EN 16001. Questa certificazione consente alle imprese di sviluppare e adot- tare politiche che prendano in considerazione il problema legato al consumo

15I costi sono inferiori grazie alla riduzione, per esempio, dei consumi di energia, degli sprechi di

materie prime, dei rischi di dover pagare delle sanzioni a causa di un comportamento poco attento all’ambiente, del premio assicurativo, etc.

energetico16. Seguendo lo standard, l’organizzazione valuta i consumi passati e monitora quelli presenti al fine di individuare la politica che le consenta di migliorare quelli futuri. Con questa certificazione le imprese riescono perciò a ridurre i costi per l’energia. Non descrive nel dettaglio quali sono le modalità per lo svolgimento delle attività ma identifica il quadro di riferimento per un utilizzo efficiente della risorsa.

• EMAS. EMAS è l’acronimo di Eco-Management and Audit Scheme ed è un si- stema di ecogestione e audit utilizzato dalle imprese che vogliono valutare quanto sono efficienti dal punto di vista ambientale. Questo strumento aiuta le organizzazioni ad ottimizzare le proprie performance ambientali miglioran- do anche la loro credibilità, trasparenza e reputazione. Influisce inoltre sul lato dei dipendenti aumentando il loro impegno e la loro motivazione17.

• SA8000. Mentre le precedenti fanno riferimento agli aspetti ambientali, la cer- tificazione SA8000 riguarda la sfera sociale. Questa certificazione garantisce ai lavoratori dell’azienda il rispetto dei loro diritti, le opportunità di cresci- ta e di formazione professionale e la sicurezza sul posto di lavoro18. I suoi contenuti si ispirano alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e al- l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). E’ lo standard sul posto di lavoro più accettato a livello mondiale e può essere conseguito da qualunque tipo di impresa. Questa certificazione porta ad adottare un sistema di gestio- ne che promuove attività lavorative socialmente responsabili con vantaggi sia per l’impresa che per tutta la catena di fornitura in termini di riduzione dei rischi aziendali, miglioramento della reputazione e delle relazioni con i sog- getti interni ed esterni. La certificazione spinge l’organizzazione a considerare gli impatti sociali delle proprie attività. Si riducono i rischi di negligenze e viene comprovato l’impegno dell’azienda sulla tutela delle persone. Periodi- camente le aziende vengono sottoposte a valutazioni e verifiche di conformità effettuate dalla SAI (Social Accountability International), l’agenzia che ha creato lo standard.

• OHSAS 18001. OHSAS è l’acronimo di Occupational Health and Safety Assess- ment Series ed è un’altra certificazione di tipo sociale volta alla gestione della sicurezza e della salute dei lavoratori. Questa certificazione attesta il rispetto di standard superiori rispetto a quelli richiesti dalla legge. Porta ad avere le

16UNI 16001, http://www.uni.com/index.php?option=com_content&view=article&id=946%3Ail- sistema-di-gestione-dellenergia-secondo-la-norma-uni-cei-en-16001-89870&Itemid=1489, (04/08/2018). 17EMAS, http:ec.europa.euenvironmentemasemas_for_you_en.htm, (04/08/2018). 18SA8000, http://www.sa-intl.org/index.cfm?fuseaction=page.viewpage&pageid=1689, (04/08/2018).

migliori condizioni di lavoro possibili per la sicurezza e la salute all’interno dell’ambiente lavorativo. Adottando questo standard l’azienda è in grado di identificare i pericoli sul posto di lavoro e di gestirli al fine di evitare gli in- cidenti e le malattie. In questo modo si riducono anche i costi e i periodi di inattività.

Oltre alle certificazioni esistono anche numerosi marchi collegati al tema della sostenibilità come:

• Ecolabel. Ecolabel è un marchio europeo che viene applicato ai prodotti e ai servizi con un basso impatto ambientale e dalle prestazioni comunque eleva- te19. Si basa infatti su criteri che prendono in esame l’intero ciclo di vita dei prodotti e considerano sia gli aspetti ambientali come l’utilizzo dell’energia o la produzione di rifiuti, ma anche le sue funzionalità e qualità. I criteri ven- gono stabiliti in collaborazione con le parti interessate come le associazioni di produttori, di consumatori e di ambientalisti. Il rispetto dei criteri viene valu- tato dal Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit. Le imprese che vendono prodotti con il marchio Ecolabel acquistano visibilità sul mercato e aumentano la loro competitività. Inoltre in alcuni Paesi sono previste anche delle agevolazioni e degli incentivi.

• Fair Trade. Il marchio Fair Trade è la certificazione del commercio equo e soli- dare ossia contraddistingue i prodotti realizzati rispettando i lavoratori e l’am- biente20. Fair Trade è anche il nome dell’organizzazione che ha dato vita al marchio e che lavora quotidianamente per migliorare le condizioni dei pro- duttori dei Paesi in via di sviluppo. La certificazione richiede il rispetto di standard precisi volti a garantire ai lavoratori i loro diritti e un reddito equo e stabile nel tempo. Apposta su oltre 35.000 prodotti distribuiti in 140 Paesi in tutto il mondo, questa certificazione è una delle più conosciute.

• Bluesign. La certificazione Bluesign viene utilizzata nell’industria tessile e ga- rantisce l’adozione di pratiche sostenibili lungo l’intero processo di produzio- ne21. Si basa su cinque pilastri: sicurezza del consumatore, emissioni in ac- qua, emissioni in aria, salute e sicurezza sul posto di lavoro, resa delle risor- se. Lo standard fa un rating (chiamato "omologazione") delle materie prime classificandole in tre categorie:

– Blue sono le componenti che rispettano tutti i criteri e le caratteristiche richieste dallo standard.

19Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare,

http://www.minambiente.it/pagina/ecolabel-ue, (05/08/2018).

20Fair Trade, https://www.fairtrade.it/cose-fairtrade/, (05/08/2018). 21Bluesign, https://www.bluesign.com, (05/08/2018).

– Grey sono le componenti che possono essere usate solo in presenza di certe condizioni.

– Blacksono le componenti che non rispettano i requisiti dello standard. In questo modo le aziende conoscono quali sono le materie prime che possono utilizzare e quali invece no e che quindi devono sostituire per poter ottenere la certificazione.