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Il bilancio di sostenibilità e quello integrato

2.3 Come comunicare la sostenibilità

2.3.5 Il bilancio di sostenibilità e quello integrato

Il bilancio di sostenibilità è un altro strumento che le aziende utilizzano per comuni- care il loro impegno nei confronti dell’ambiente e della società agli stakeholder, sia quelli interni che quelli esterni22. In questo bilancio vengono inoltre indicati i valori, le policy e il modello di governance dell’organizzazione evidenziando quali sono i punti di contatto tra la strategia aziendale e l’impegno per un’economia sostenibi- le. Il report soddisfa i fabbisogni informativi degli stakeholder esterni che sempre di più oggi si interessano al tema della sostenibilità e pretendono che le aziende facciano lo stesso23. La redazione di questo bilancio è anche un modo per miglio- rare il commitment degli stakeholder interni ossia dei dipendenti dell’azienda. Con il reporting le aziende misurano gli impatti prodotti e subìti e fissano obiettivi per gestire il cambiamento con successo. Per redigere un buon bilancio, i dati vengono periodicamente raccolti, comunicati e condivisi internamente. Ciò porta l’azienda a monitorare continuamente la performance di sostenibilità e ad informare i decisori che sulla base di questa adattano poi le strategie. Mentre i documenti e le certifi- cazioni descritte nei paragrafi precedenti sono atti volontari (quindi sta all’azienda decidere se redigerli o meno), in seguito al Decreto Legislativo 30 dicembre 2016, n.254, relativo all’attuazione della Direttiva 2014/95/UE, il bilancio di sostenibili- tà è diventato obbligatorio per molte imprese (prima anch’esso era volontario per tutti). In particolare oggi sono tenute a redigerlo le aziende europee di interesse pubblico o quelle che presentano una delle seguenti caratteristiche: un numero di dipendenti superiore a cinquecento, un totale delle attività in stato patrimoniale su- periore a 20 milioni di euro oppure un totale di ricavi netti ottenuti dalle vendite e dalle prestazioni superiore ai 40 milioni di euro.

I principi fondamentali che un’azienda deve seguire per poter redigere un buon bilancio sono:

• Trasparenza. Il report deve comunicare in modo trasparente e veritiero le attività poste in essere dall’azienda con i relativi risultati raggiunti.

22Siano A., op. cit., pp. 97-98.

23Mio C., Il budget ambientale. Programmazione e controllo della variabile ambientale, Egea, Milano,

• Periodicità. I dati devono essere riportati con una periodicità legata alla loro natura.

• Coinvolgimento. Nella redazione del report, l’azienda deve coinvolgere tutti i suoi stakeholder.

• Verificabilità. I dati devono essere riportati in modo da poterne identificare la fonte e verificare così la loro affidabilità.

• Comparabilità. Il report deve essere costruito in modo da poter confrontare la performance con quella di anni diversi. Questo presuppone una certa coerenza e omogeneità nella selezione e nella misurazione delle informazioni.

• Neutralità. Le informazioni devono essere riportate in modo imparziale. • Equilibrio. Di una certa performance si devono indicare sia gli aspetti positivi

che quelli negativi evitando uno sbilanciamento verso i primi attraverso la selezione o l’omissione di determinate informazioni.

• Chiarezza. Il bilancio è destinato a stakeholder eterogenei. Per renderlo com- prensibile e accessibile a tutti è fondamentale che le informazioni vengano ri- portate in modo chiaro utilizzando un linguaggio semplice. E’ consigliato il supporto di grafici e glossari.

Non vi è un unico modo possibile per redigere il bilancio di sostenibilità ma le norme più diffuse e condivise sono quelle del Global Reporting Initiative (GRI). Il GRI fortemente voluto dall’United Nation Environment Program (UNEP), dalle società di revisione, dalle associazioni ambientaliste e dall’ONU contiene i principi generali da seguire per una comunicazione efficace dell’impegno sociale e ambientale dell’a- zienda. Essi si basano sull’approccio della tripple bottom line con lo scopo di integrare la sostenibilità economica (i salari, le spese di ricerca e sviluppo, le spese per la pro- mozione del capitale umano, etc), quella sociale (la sicurezza e la salute sul lavoro, i diritti umani, la partecipazione alla comunità, etc) e quella ambientale (la valuta- zione degli impatti che le attività aziendali hanno sull’acqua, l’aria, il suolo, etc)24. A partire dal primo luglio di quest’anno sono entrati in vigore i nuovi standard che, contenuti in due volumi (Reporting Principles and Standard Disclosures e Implementa- tion Manual), sono diventati 3625. Essi sono raggruppati in quattro serie: la serie 100 è quella relativa agli standard universali26, la serie 200 fa riferimento a quelli

24Camuffo M., Soriani S., Politica e gestione dell’ambiente. Attori processi, esperienze, Pàtron Editore,

Bologna, 2015, pp.193-194.

25GRI, https://www.globalreporting.org/Pages/default.aspx, (05/08/2018).

26Sono definiti standard universali in quanto sono applicabili a qualunque tipo di organizzazione.

Aiutano l’azienda ad individuare e a riportare le informazioni più rilevanti e ad indicare quali sono le modalità di gestione adottate per i temi trattati.

economici, la serie 300 a quelli ambientali e infine la serie 400 comprende gli stan- dard sociali. Il report può essere certificato da un ente terzo che ne fa aumentare la credibilità.

Per un’azienda impegnata nei confronti dell’ambiente e della società è importan- te redigere il bilancio di sostenibilità per completare le informazioni contenute nel bilancio d’esercizio. Questo è uno strumento in grado di migliorare l’organizzazio- ne interna e di rafforzare le relazioni tra l’azienda e i suoi stakeholder. Inoltre, crea una cultura condivisa e un’immagine positiva dell’impresa.

Ci sono aziende che invece di inserire a parte i risultati di sostenibilità, preferi- scono creare un unico bilancio che prende il nome di bilancio o report integrato. Esso va ad unire il tradizionale bilancio consolidato con quello di sostenibilità mettendo assieme i risultati finanziari con quelli ambientali, sociali e di governance27. Le re- gole da seguire per la sua redazione sono indicate nel framework internazionale sul reporting integrato28 pubblicato dall’International Integrated Reporting Council (IIRC) il 5 dicembre 2013. Il framework pone al centro la creazione di valore che deve av- venire nel tempo e con la collaborazione di tutti gli stakeholder (interni ed esterni). Il report considera le componenti di natura finanziaria ma anche quelle di natura ambientale e sociale che comunque contribuiscono alla creazione di valore come la reputazione, le condizioni previste dai contratti di fornitura e gli accordi presi con i partner. Nella contabilità e nell’amministrazione viene considerato il capitale fi- nanziario ma anche quello umano (lealtà, condivisione del modello di governance, capacità di collaborare, etc), quello sociale (regole condivise, valori comuni, repu- tazione, etc), quello intellettuale (brevetti, software, diritti, etc), quello produttivo (edifici, macchinari, infrastrutture, etc) e quello naturale (aria, terra, biodiversità, etc). Il report descrive la strategia adottata dall’azienda, le relazioni esistenti tra i fattori che influenzano la capacità della stessa di creare valore nel tempo, le rela- zioni con i diversi stakeholder, le caratteristiche dell’ambiente esterno, il modello di governance e quello di business, le performance e le prospettive per il futuro. Tut- to questo in un documento sintetico, obiettivo e affidabile. Tra tutti gli strumenti questo è quello più completo e più efficace che un’azienda ha per comunicare i suoi risultati e le politiche di sostenibilità (oltre che quelle finanziarie) ai suoi stakeholder.