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Governance verticale: “confini locali” in un sistema in fase di cambiamento

2. IL VENETO E LA SUBCULTURA BIANCA

4.1 Governance verticale: “confini locali” in un sistema in fase di cambiamento

Le dinamiche verticali di governo, che hanno interessato la città di Treviso nell’implementazione del sistema di accoglienza, si possono definire in linea a quanto considerato da Ambrosini (2018) rispetto alle tendenze nazionali.

Nella fase iniziali degli arrivi di richiedenti asilo l’ente locale era guidato da una giunta appartenente al Partito Democratico, dopo tantissimi anni di sindaci della Lega, era stato fatto un cambio di rotta dal punto di vista politico. A seguito di anni caratterizzati anche da pubbliche prese di posizione contro l’immigrazione da parte dei sindaci della città (Gentili e la condanna per istigazione all’odio razziale), ci si poteva domandare come sarebbe stata introdotta l’accoglienza.

Inizialmente con l’arrivo straordinario gestito direttamente dalla Prefettura ci sono state tensioni, come testimoniato nel capitolo precedente, tra i comuni di Treviso e Casier impegnati in un “braccio di ferro” con la Prefettura in particolare rispetto al grande hub situato nell’ex Caserma Serena. Nella stampa locale vi possono trovare molteplici dichiarazioni di sindaco e vicesindaco che in quella occasione si schieravano apertamente contro la Prefettura, “Se la prefettura non riesce a procedere con accoglienza diffusa lo dica, perché Treviso non darà più nulla. Ha fatto oltremodo.”152 Ciò nonostante vi era una dichiarata volontà di accogliere con modalità diffusa e impegnandosi come ente locale ad avviare un progetto SPRAR.

Nel 2016, a seguito di una riflessione che ha coinvolto anche altri comuni, Treviso è stato capofila del progetto SPRAR nella Provincia di Treviso. La scelta è stata fatta soprattutto per non subire l’imposizione della Prefettura di accogliere richiedenti asilo nel territorio senza il coinvolgimento dell’ente locale, di fatto in base alle Conferenza Unificata tutte le regioni dovevano impegnarsi nell’accoglienza, quindi fintanto che il comune non si attivava in prima persona, il sistema prevedeva unicamente strutture di accoglienza straordinarie gestite da enti gestori.

Il dialogo tra i responsabili dei CAS e le autorità locali non era d’obbligo ma riguardava principalmente la policy interna ai soggetti del terzo settore, lasciati liberi di strutturarsi a loro interno come più credevano una volta soddisfatte i criteri del bando prefettizio.

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https://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/caserma_serena_richiedenti_asilo_treviso_si_ribella_irritazi one_municipio_prefettura_manildo_grigoletto-2287408.html

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L’apertura dello SPRAR è stata contesa a livello politico per quanto riguarda la testimonianza dei quotidiani di allora, nonostante questo, la contestazione ha avuto un impatto minimo sull’ente locale e si è proceduto con l’avvio dell’iniziativa.

Le concrete difficoltà nell’attuazione del progetto si sono sentite maggiormente nella pragmaticità della gestione del quotidiano da parte degli enti attuatori. Il reperimento degli appartamenti adatti ha incontrato alcune problematicità relative al trovare abitazioni adatte e resistenze della cittadinanza residente nei quartieri interessati, supportate dall’allora capogruppo della Lega in consiglio comunale Mario Conte, oggi sindaco.

Non è comunque lo SPRAR l’oggetto dei maggiori contrasti, anche ora che il sindaco è cambiato, il coordinatore del progetto dell’ente attuatore e il referente in comune sono d’accordo nell’affermare che non vi siano stati ostacoli con la nuova amministrazione e il progetto continuerà almeno fino al 2020.

È interessante fare una breve osservazione sul fatto che il progetto sia nato all’interno di una regione che si posiziona sotto la media nazionale di enti locali partecipanti alla rete SPRAR. Nonostante ci sia una considerevole presenza di cittadini stranieri accolti nel sistema di accoglienza in tutte le sue tipologie di centri, il numero di progetti SPRAR è esiguo rispetto al complesso nazionale (si veda tabella 1). Le ragioni forse vanno indagate nel retaggio di una subcultura bianca in cui il governo locale non è interventista rispetto alla regolazione sociale (Campomori F. 2008, 77), che è inoltre, da sempre segnato dalla poca fiducia rispetto allo stato centrale e dalle iniziative da esso promosse.

Treviso non è riuscita a coinvolgere tutti i comuni che inizialmente si erano resi partecipi nell’attuare lo SPRAR, e in secondo battuta, a progetto avviato, quando vi era la volontà di aumentare i numeri degli accolti, questo non è avvenuto a fronte di un ingente numero di soggetti del terzo settore che sono stati coinvolti negli anni dalla Prefettura nella gestione dei CAS.

L’ambito CAS rimane la questione più complessa. Se inizialmente il “campo” prevedeva un patto tacito con la Prefettura relativo ad una sorta di collaborazione volta soprattutto ad affiancare gli enti gestori anche in realtà dove l’ente locale faceva delle resistenze, in un secondo momento, fino a raggiungere lo stato attuale delle cose, la relazione si è formalizzata in una committenza a tutti gli effetti. Anzi, considerando il

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grande momento di mutamento e l’attesa dell’uscita del nuovo bando, che hanno sancito il momento storico in cui sono state svolte le intervista, sembrava di percepire un momento “sospeso” in cui i contatti tra enti gestori e Prefettura si stavano facendo più complessi.

La comunicazione avveniva “ad un senso”, la Prefettura stava comunicando con gli enti gestori tramite circolari e all'opposto, i soggetti del terzo settore avevano difficoltà nel ricevere risposte ai loro quesiti, lo testimonia anche l’impossibilità nel riuscire ad intervistare chi all’interno dell’istituzione si occupa di questo.

I CAS che fanno riferimento alle realtà intervistate, hanno privilegiato uno stile di accoglienza diffuso e fortemente inclusivo, caratterizzato da piccoli appartamenti e orientato a mettere la persona al centro del proprio percorso. Queste realtà, si sono costituite in RTI, per avere maggior peso politico e riuscire a favorire un confronto in una materia in continuo mutamento.

Il bando del 2018 non ha permesso di parteciparvi come rete e quindi è rimasta attiva la RAD, che non ha più valenza nel rapporto con la Prefettura ma rimane terreno di confronto tra gli enti gestori e chi non lo è di fatto più, per mantenere vivo uno spazio aperto all’argomento che si fa promotore anche di eventi di sensibilizzazione della cittadinanza.

Diversi enti gestori si sono ritirati nell’ultimo bando (quello relativo al 2018) e quelli intervistati sono entrambi in accordo nel dire che probabilmente non si renderanno disponibili per quello che seguirà, o al massimo manterranno una “piccola sperimentazione” a causa delle novità introdotte dal “Decreto Sicurezza” e le nuove modalità di accoglienza previste.

Il fatto di non riuscire ad avere sufficienti mezzi per offrire realmente dei servizi validi a chi viene accolto è un argomento di confronto sia all’interno degli stessi enti gestori del territorio, come constatato durante le interviste, sia a livello nazionale. “Per i centri collettivi con 300 ospiti si scende a 25,25 euro, con un taglio del 28%. Stessa cifra è stesso taglio per quelli fino a 150 ospiti. Si risale a 26,35 per i centri da 50 e 20 ospiti, con un taglio del 25%. Pesantemente penalizzata l’accoglienza diffusa in appartamenti, considerata la più efficiente in termini di integrazione. Ebbene questi Cas diffusi

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scendono a 21,35 euro a persona al giorno con un taglio addirittura del 39%. Con questi tagli diventa molto difficile fornire un adeguato servizio.153”

Questo si può leggere nell’Avvenire, ma anche ritrovare tra le pagine delle interviste a Treviso, l’unico che ha manifestamente dichiarato di poter fare un’accoglienza e che si “possa farla bene154” nonostante i cambiamenti in atto è il gestore dell’ex Caserma

Serena, realtà che invece vorrebbe essere chiusa dall’amministrazione comunale155 tiepidamente appoggiata dalla Prefettura156 . A tale scopo lo stesso sindaco, Mario Conte ha incontrato direttamente il Ministro dell’interno.157

Proprio a tale livello, quello ministeriale, si caldeggia la chiusura dei grandi hub, eppure, guardando alle stime soprariportate saranno i piccoli centri e gli enti gestori ad accoglienza diffusa che risentiranno maggiormente dei cambiamenti.

Per quanto riguarda, quindi, i CAS a Treviso, possiamo osservare che durante i primi anni dell’accoglienza la relazione tra i vari livelli di governo ripercorreva delle dinamiche presenti in molte parti della penisola. Il potere locale, rappresentato dall’amministrazione comunale si trovava bypassato dalla Prefettura (Ambrosini 2018; Marchetti 2014) e con essa entrava in contrasto specialmente riguardo la gestione dell’Ex Caserma Serena. Gli enti gestori non sono mai stati presi, tuttavia, pubblicamente di mira da parte dell’amministrazione dell’epoca perché anche in questo venivano oscurati perlopiù dal tema più caldo inerente al grande hub.

C’è stato un momento in cui si è palesata la possibilità di aumentare i posti dello SPRAR per chiudere i CAS a Treviso158, iniziativa che non ha avuto seguito, questo era anche finalizzato a diminuirne i numeri nel territorio comunale.159

Nel 2016 il sindaco aveva preso una posizione contro quei comuni che non intendevano accogliere, rimarcando che a Treviso non sarebbero dovute arrivare altre persone da accogliere.160 153 https://www.avvenire.it/attualita/pagine/accoglienza-e-caos-sui bandi?fbclid=IwAR2XjnQqHAcfrEp9qy16Y1VbLKT5h2wzkMqkxAIskkZaFxaCxLm5NC9YDCM 154 https://www.youtube.com/watch?v=nmMwx3Okmgs 155 https://www.youtube.com/watch?v=f6-7ed3crJ8 156 https://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/profughi_caserme_treviso-3990872.html 157 https://www.youtube.com/watch?v=4AktThAZofc 158 http://www.trevisotoday.it/politica/accoglienza-migranti-treviso-incontro-cabino-enti-gestori-marzo- 2017.html 159 http://www.trevisotoday.it/politica/accoglienza-migranti-treviso-incontro-cabino-enti-gestori-marzo- 2017.html

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Questi toni conflittuali, tuttavia, sono scemati a cavallo tra il 2017161 e 2018, fintantoché la vecchia amministrazione è rimasta in carica, il sindaco ha smorzato i toni, soprattutto considerando il calo del numero di arrivi e la conseguente diminuzione delle persone accolto nell’ex Caserma Serena e a seguito della nuova normativa (l.13 aprile 2017 n.46) promossa da Minniti (allora Ministro dell’Interno), cui il primo cittadino trevigiano ha più volte manifestato la propria solidarietà162.

A giugno 2018 Treviso è stata protagonista di un nuovo cambio di indirizzo politico a seguito delle elezioni comunali che hanno visto vincere la Lega. È divenuto sindaco Mario Conte, già voce pubblica conosciuta sulla tematica dell’accoglienza.

La nuova direzione data si allinea perfettamente con quella nazionale, esempio chiaro sono le modifiche poste all’accoglienza dal “Decreto Sicurezza” voluto dal Ministro dell’Interno. Mario Conte ha più volte manifestato il proprio appoggio alle nuove disposizioni a differenza di alcuni comuni in Italia che si sono pubblicamente dichiarati contrari manifestando la volontà di resistere alla nuova normativa.163164

Soffermandosi un istante sul discorso pubblico delle varie forze politiche scese in campo a Treviso, in materia di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati è interessante osservare come le due principali fazioni, il Partito Democratico e Lega spingano su temi differenti.

Il primo sia a Treviso, sia in alcuni comuni limitrofi, predilige la questione lavorativa e il favorire il superamento dell’inattività delle persone accolte, anche attraverso una “restituzione alla collettività” quindi sviluppando progetti di lavori di pubblica utilità e pulizia del verde pubblico (attività che coinvolge associazioni di volontariato più che realtà che accolgono). In un comune limitrofo in particolare (con giunta appartenente al PD), i lavori di pubblica utilità sono stati utili ad attivare tutto quanto necessario per l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo, come una moneta di scambio e non un diritto da dover riconoscere.

160 https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2016/10/11/news/a-treviso-non-voglio-piu- profughi-1.14233222 161 http://www.trevisotoday.it/cronaca/treviso-manildo-profughi-12-aprile-2018.html 162 https://www.youtube.com/watch?v=XIj60aqUxgs 163 https://www.trevisotoday.it/attualita/decreto-sicurezza-mario-conte-salvini-treviso-3-gennaio- 2019.html 164 https://www.trevisotoday.it/attualita/decreto-sicurezza-incontro-premier-conte-treviso-14-gennaio- 2019.html

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L’attuale sindaco, in totale linea con le indicazioni del Ministro dell’Interno predilige i temi della sicurezza e decoro urbano, pubblicamente prendendo delle linee di chiusura coerenti con le indicazioni nazionali ma non creando delle difficoltà pratiche sul progetto SPRAR.

4.2 Governance orizzontale: molteplicità di attori e complessità nel fare