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2. IL VENETO E LA SUBCULTURA BIANCA

3.1 Ricerca e metodologia

Si è cercato di ricostruire il “campo di battaglia” trevigiano a fronte delle considerazioni fatte sul concetto di Multi-Level governance nelle politiche di ricezione dei richiedenti asilo e si è tentato di comprendere come questa, a livello locale, possa richiamare l’immagine di una “battleground” (Ambrosini M. 2018), in cui i vari attori delle politiche convergono ciascuno con i loro interessi, valori e frames cognitivi (Campomori F. 2018c).

È stata indagata l’organizzazione del sistema di accoglienza per approfondire quali attori abbiano un peso rilevante, quali offrano reali servizi ai richiedenti asilo e come siano i rapporti tra loro.

La provincia di Treviso ha iniziato ad accogliere in un primo frangente nel 2011 con l’“Emergenza Nord-Africa” e successivamente nel 2014 con l’arrivo dei primi ingenti numeri di richiedenti asilo. Oggi, il sistema di accoglienza si divide in CAS e SPRAR, come si vedrà meglio lungo il capitolo. I CAS si suddividono tra quelli strutturalmente pensati come accoglienza diffusa ed hub.

Il comune conta 8495471 residenti, 1177972 dei quali sono cittadini stranieri. Difficile quantificare quanti tra i residenti siano richiedenti asilo oggi, considerando le modifiche apportate all’iscrizione anagrafica dal “Decreto Sicurezza”. Nonostante ciò, secondo quanto riportato dalla stampa locale ad aprile 2018, si stima che in tutta la provincia di Treviso fossero 1862, accolti in 92 CAS e 7 SPRAR in tutta la provincia di Treviso73. Le interviste rivolte ai principiali attori presenti nel territorio sono state realizzate tra dicembre 2018 e gennaio 2019, un momento storico complesso considerando il periodo di passaggio tra il vecchio sistema di accoglienza e l’attuazione delle modifiche apportate dalla nuova normativa (l.132/2018). Al momento delle interviste il bando di gara per l’accoglienza nei CAS relativo al 2019 doveva ancora essere emesso. Tuttavia, quello relativo allo SPRAR era già stato riconfermato nel 2018 per altri due anni, quindi con termine nel 2020.

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http://demo.istat.it/pop2018/index.html (dato relativo al primo gennaio 2018) 72

http://demo.istat.it/strasa2018/index.html 73

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La fotografia del campo di battaglia, perciò, è già in parte stata modificata ma si cercherà, in chiusura dell’elaborato, di comprendere i recenti cambiamenti avvenuti. Si è tentato di ricostruire i rapporti tra i livelli di governo soprattutto utilizzando le principali testate giornalistiche e un’intervista fatta ad un funzionario comunale (referente per lo SPRAR).

Rappresentante ente locale

 Responsabile del progetto SPRAR per il Comune di Treviso: intervista 1

Tabella 2

Attori rappresentanti dei livelli di governo

Per comprendere il ruolo degli attori pro-immigrati nel territorio sono stati intervistati i soggetti riportati nella Tabella 3.

ONG e organizzazioni del Terzo settore

 Responsabile area accoglienza migranti di Caritas Tarvisina: intervista 2  Presidente cooperativa LaEsse per l’accoglienza in CAS: intervista 4

 Responsabile del progetto SPRAR per i due enti attuatori (coop. LaEsse e Una Casa Per L’Uomo): intervista 3

 Operatore Caritas Tarvisinia del progetto “Rifugiato a casa mia”: intervista 5

Attori organizzati (Associazioni di volontariato, Chiese, Sindacati etc.)

 Volontaria associazione Civico 63: intervista 6

Movimenti sociali

 Volontario del Centro sociale Django (per progetto Talking Hands): intervista 7

Tabella 3

Attori pro-migranti

Vi sono due gruppi di attori pro-immigrati che non hanno avuto seguito nelle interviste: i gruppi di sostegno e i “battitori liberi”. Non sono stati individuati, infatti, gruppi di sostegno nel territorio trevigiano che non avessero rimandi ad associazioni di volontariato; tuttavia, è emerso dalle interviste che la società civile ha costituito dei gruppi informali per rispondere ad un bisogno momentaneo sciogliendosi una volta che questo era stato soddisfatto (ad esempio una raccolta indumenti e carrozzina per una

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richiedente asilo che stava per diventare madre, intervista 3). Per quanto riguarda i “battitori liberi” si parlerà di Antonio Silvio Calò che a titolo individuale ha promosso un vero e proprio sistema di accoglienza che si cercherà di ricostruire tramite le sue testimonianze scritte o rilasciate ai giornali.

Le interviste sono state qualitative poiché permettono una conoscenza più approfondita di un fenomeno (Babbie E. 2010). Si è preliminarmente compreso attraverso il lavoro nel territorio e la lettura della stampa chi fossero gli attori con maggiore peso per poi contattarli al fine di ottenere un’intervista.

La durata media di ciascun incontro è stata di un’ora e le domande rivolte erano semi- strutturate; dapprima era stato preparato un canovaccio di quesiti ma, talvolta, non tutti sono stati affrontati metodicamente e l’interlocutore è stato anche libero di raccontare. Tutti gli interventi sono stati registrati e in un secondo momento sono stati trascritti. Nella Tabella 4 vengono riportate, invece, le principali testate giornalistiche da cui si sono attinte le informazioni destinate ad individuare nel territorio anche gli attori che non si sono riusciti a raggiungere con le interviste. Gli articoli riguardano un lasso di tempo che va dal 2015 ad oggi. Nel citare i rimandi alla stampa locale si sono privilegiati i discorsi diretti degli attori presenti negli articoli.

Principali testate giornalistiche a cui la ricerca ha fatto riferimento:

 Corriere del Veneto  La Nuova Venezia  La Tribuna di Treviso  Il Gazzettino  Oggi Treviso  Treviso Today Tabella 4 Testate giornalistiche

Il capitolo propone una mappatura del contesto trevigiano a partire dalla dimensione verticale di governance, quella che chiama in causa i poteri istituzionali e il sistema di accoglienza così com’è ripartito a partire dall’accordo firmato nel 2014 (Conferenza Stato- regioni) e il decreto approvato nel 2015 (d.lgs. n.142/2015). Tale piano di

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enti locale e questura) con i soggetti del terzo settore che sono enti attuatori dell’accoglienza.

Successivamente l’attenzione verrà rivolta alla dimensione orizzontale: si prenderanno in esame gli attori pro-immigrati, considerando inizialmente le ONG (cooperative, soggetti del terzo settore) coinvolte nell’accoglienza concentrandosi sui rapporti tra loro e la società civile. Si continuerà descrivendo i gruppi di attori organizzati, portando l’esempio in particolare dell’associazione di volontariato che si è approfondita di più, Civico 63. Di seguito si tratteranno i movimenti sociali descrivendo il centro sociale Django, le sue relazioni con il territorio e un progetto destinato in modo specifico a richiedenti asilo e rifugiati (Talking Hands). Infine, si parlerà dei gruppi di sostegno e dei “battitori liberi” portando un esempio sui generis del territorio, ovvero l’esperienza del professore Antonio Silvio Calò. A conclusione della mappatura, si prenderanno in esame gli attori anti-immigrati che si muovono nel territorio trevigiano.

In chiusura del capitolo si parlerà: sia del “post-accoglienza”, per le difficoltà che esso comporta, esaminando l’esperienza del progetto “Rifugiato a casa mia”, promosso da Caritas Tarvisina, attraverso i rapporti con il territorio; sia delle diverse posizioni emerse dagli attori individuati rispetto all’ultima modifica normativa (d.l.113/2018).